fides-et-ratio.it<\/a> 17\/03\/2022<\/p>\nAutore Francesco Lamendola<\/span><\/strong><\/span><\/p>\n L\u2019apostasia della Chiesa, ecco la prova. “Iota unum!”: a nessuno \u00e8 lecito modificare il Magistero e nessuna “Verit\u00e0” insegnata dalla Chiesa pu\u00f2 essere modificata ad arbitrio di chicchessia, fosse pure un Pontefice o un Concilio<\/span><\/strong><\/em><\/p>\nSi discute da tempo se il Concilio Vaticano II<\/strong> sia in continuit\u00e0 o in discontinuit\u00e0 con il Magistero infallibile della Chiesa: ed \u00e8 una discussione doverosa e necessaria, poich\u00e9 da essa dipende se la Chiesa dopo il 1965 sia rimasta fedele a se stessa o se abbia proceduto ad una sostanziale revisione della sua dottrina. In questo secondo caso, la Chiesa successiva al Concilio sarebbe apostatica ed eretica, poich\u00e9 a nessuno \u00e8 lecito modificare il Magistero e nessuna verit\u00e0 insegnata dalla Chiesa pu\u00f2 essere modificata ad arbitrio di chicchessia, fosse pure un Pontefice o un Concilio ecumenico<\/strong>.<\/strong> Iota unum<\/em>, diceva il teologo Romano Amerio<\/strong>, citando le parole di Ges\u00f9 Cristo: neppure uno iota pu\u00f2 essere tolto o modificato di ci\u00f2 che riflette fedelmente la Parola di Dio. Si tratta di una questione di rilevanza assoluta, che coinvolge la stessa ragion d\u2019essere della Chiesa. Il fine della Chiesa \u00e8 condurre le anime alla salvezza attraverso la Verit\u00e0<\/strong>; ma se la Chiesa modificasse i suoi insegnamenti nel corso del tempo, mostrando cos\u00ec di adeguarsi ad un sapere umano e non gi\u00e0 di esprimere una Verit\u00e0 perenne e immodificabile proveniente da Dio, ci\u00f2 vorrebbe dire che la Chiesa \u00e8 una creazione puramente umana, soggetta a tutte le mutevolezze umane, priva dell\u2019assistenza infallibile che discende da Dio.<\/span><\/p>\nOra, c\u2019\u00e8 almeno un punto (in realt\u00e0 ve ne sono anche altri, ma per amor di chiarezza ci limiteremo al nodo essenziale) nel quale si registra, innegabilmente, una distanza e una contraddizione fra ci\u00f2 che la Chiesa ha insegnato nel corso di tanti secoli e ci\u00f2 che ha preso ad insegnare a partire dal 7 dicembre 1965. Nella Dichiarazione Conciliare Dignintas humanae<\/em> <\/strong>del 7 dicembre 1965, Paolo VI<\/strong> afferma infatti (I,2):<\/span><\/p>\n2. Questo Concilio Vaticano dichiara che la persona umana ha il diritto alla libert\u00e0 religiosa. Il contenuto di una tale libert\u00e0 \u00e8 che gli esseri umani devono essere immuni dalla coercizione da parte dei singoli individui, di gruppi sociali e di qualsivoglia potere umano, cos\u00ec che in materia religiosa nessuno sia forzato ad agire contro la sua coscienza n\u00e9 sia impedito, entro debiti limiti, di agire in conformit\u00e0 ad essa: privatamente o pubblicamente, in forma individuale o associata. Inoltre dichiara che il diritto alla libert\u00e0 religiosa si fonda realmente sulla stessa dignit\u00e0 della persona umana quale l’hanno fatta conoscere la parola di Dio rivelata e la stessa ragione. Questo diritto della persona umana alla libert\u00e0 religiosa deve essere riconosciuto e sancito come diritto civile nell’ordinamento giuridico della societ\u00e0.<\/em><\/span><\/p>\nA motivo della loro dignit\u00e0, tutti gli esseri umani, in quanto sono persone, dotate cio\u00e8 di ragione e di libera volont\u00e0 e perci\u00f2 investiti di personale responsabilit\u00e0, sono dalla loro stessa natura e per obbligo morale tenuti a cercare la verit\u00e0, in primo luogo quella concernente la religione. E sono pure tenuti ad aderire alla verit\u00e0 una volta conosciuta e ad ordinare tutta la loro vita secondo le sue esigenze. Ad un tale obbligo, per\u00f2, gli esseri umani non sono in grado di soddisfare, in modo rispondente alla loro natura, se non godono della libert\u00e0 psicologica e nello stesso tempo dell’immunit\u00e0 dalla coercizione esterna. Il diritto alla libert\u00e0 religiosa non si fonda quindi su una disposizione soggettiva della persona, ma sulla sua stessa natura. Per cui il diritto ad una tale immunit\u00e0 perdura anche in coloro che non soddisfano l’obbligo di cercare la verit\u00e0 e di aderire ad essa, e il suo esercizio, qualora sia rispettato l’ordine pubblico informato a giustizia, non pu\u00f2 essere impedito.<\/em><\/span><\/p>\n <\/p>\n
Roncalli e Montini: i due papi della “Rivoluzione” conciliare”!<\/em><\/p>\nPer poi sostenere che il principio della libert\u00e0 religiosa<\/strong> affonda le sue radici nella stessa Rivelazione e quindi nelle Scritture (Dignitatis humanae<\/em>, II, 9-10):<\/span><\/p>\n9. Quanto questo Concilio Vaticano dichiara sul diritto degli esseri umani alla libert\u00e0 religiosa ha il suo fondamento nella dignit\u00e0 della persona, le cui esigenze la ragione umana venne conoscendo sempre pi\u00f9 chiaramente attraverso l’esperienza dei secoli. Anzi, una tale dottrina sulla libert\u00e0 affonda le sue radici nella Rivelazione divina, per cui tanto pi\u00f9 va rispettata con sacro impegno dai cristiani. Quantunque, infatti, la Rivelazione non affermi esplicitamente il diritto all’immunit\u00e0 dalla coercizione esterna in materia religiosa, fa tuttavia conoscere la dignit\u00e0 della persona umana in tutta la sua ampiezza, mostra il rispetto di Cristo verso la libert\u00e0 umana degli esseri umani nell’adempimento del dovere di credere alla parola di Dio, e ci insegna lo spirito che i discepoli di un tale Maestro devono assimilare e manifestare in ogni loro azione. Tutto ci\u00f2 illustra i principi generali sopra cui si fonda la dottrina della presente dichiarazione sulla libert\u00e0 religiosa. E anzitutto, la libert\u00e0 religiosa nella societ\u00e0 \u00e8 in piena rispondenza con la libert\u00e0 propria dell’atto di fede cristiana.<\/em><\/span><\/p>\n10. Un elemento fondamentale della dottrina cattolica, contenuto nella parola di Dio e costantemente predicato dai Padri, \u00e8 che gli esseri umani sono tenuti a rispondere a Dio credendo volontariamente; nessuno, quindi, pu\u00f2 essere costretto ad abbracciare la fede contro la sua volont\u00e0. Infatti, l’atto di fede \u00e8 per sua stessa natura un atto volontario, giacch\u00e9 gli essere umani, redenti da Cristo Salvatore e chiamati in Cristo Ges\u00f9 ad essere figli adottivi, non possono aderire a Dio che ad essi si rivela, se il Padre non li trae e se non prestano a Dio un ossequio di fede ragionevole e libero. \u00c8 quindi pienamente rispondente alla natura della fede che in materia religiosa si escluda ogni forma di coercizione da parte degli esseri umani. E perci\u00f2 un regime di libert\u00e0 religiosa contribuisce non poco a creare quell’ambiente sociale nel quale gli esseri umani possono essere invitati senza alcuna difficolt\u00e0 alla fede cristiana, e possono abbracciarla liberamente e professarla con vigore in tutte le manifestazioni della vita.<\/em><\/span><\/p>\n <\/p>\n
“Iota unum !”: a nessuno \u00e8 lecito modificare il Magistero e nessuna “Verit\u00e0” insegnata dalla Chiesa pu\u00f2 essere modificata <\/em> ad arbitrio di chicchessia, fosse pure un Pontefice o un Concilio !<\/em><\/p>\nCome si vede, Paolo VI ed i Padri conciliari<\/strong> (2.308 dei quali hanno approvato il documento, contro soli 70 contrari) \u00a0hanno assunto quale definizione del concetto di libert\u00e0 religiosa l\u2019assenza di ogni coercizione esterna, particolarmente di tipo fisico: ogni uomo, pertanto, avrebbe il diritto di credere, o anche di non credere, in una qualsiasi fede religiosa, e nessuno avrebbe il diritto di contrastare tale diritto. Ma \u00e8 proprio questo il vero significato del concetto di libert\u00e0 religiosa, nella dottrina cattolica?<\/strong> \u00c8 questo che la Chiesa, attraverso il suo Magistero infallibile, ha sempre insegnato?<\/span><\/p>\nFacciamo un passo indietro e proviamo a ragionare al lume del buon senso. Se la Chiesa intendesse per libert\u00e0 religiosa<\/em> il diritto soggettivo di credere (o non credere) in qualsiasi dottrina, non solo si aprirebbero scenari sorprendenti e inquietanti, dal momento che non si vede perch\u00e9 sarebbe lecito, poniamo, abbracciare la rivelazione ebraica o quella islamica, e non quella recata degli extraterrestri per bocca dei \u201ccontattisti\u201d o, al limite (ma oggi ci siamo arrivati) prestare il proprio culto a Satana<\/strong>; ma ci\u00f2 equivarrebbe a fare della Chiesa una fonte di relativismo. Spostando il concetto del culto dovuto a Dio dall\u2019oggettivit\u00e0 del vero Dio alla soggettivit\u00e0 della persona umana, con tutti i suoi limiti e i suoi possibili traviamenti, si creano le premesse per dichiarare che la fede in Dio \u00e8 relativa<\/strong> e dipende da fattori soggettivi, sia individuali, ad esempio di tipo psicologico, sia collettivi, come quelli di tipo culturale. Pertanto, si arriverebbe alla conclusione paradossale che tutte le fedi sono buone, se coloro i quali vi aderiscono proclamano la propria buona fede, sempre per\u00f2, inevitabilmente, in termini soggettivi.<\/span><\/p>\nGregorio XVI<\/strong>, nell\u2019enciclica Mirari Vos<\/em> del 15 agosto 1832, scrive:<\/span><\/p>\nVeniamo ora ad un\u2019altra sorgente trabocchevole dei mali, da cui piangiamo afflitta presentemente la Chiesa: vogliamo dire l\u2019indifferentismo\u00a0<\/strong>ossia quella perversa opinione che per fraudolenta opera degl\u2019increduli si dilat\u00f2 in ogni parte, e secondo la quale si possa in qualunque professione di Fede conseguire l\u2019eterna salvezza dell\u2019anima se i costumi si conformano alla norma del retto e dell\u2019onesto. Ma a voi non sar\u00e0 malagevole cosa allontanare dai popoli affidati alla vostra cura un errore cos\u00ec pestilenziale\u00a0intorno ad una cosa chiara ed evidentissima, senza contrasto. Poich\u00e9 \u00e8 affermato dall\u2019Apostolo (Ad Ephes., 4,5) che esiste \u201cun solo Iddio, una sola Fede, un solo Battesimo\u201d, temano coloro i quali sognano che veleggiando sotto bandiera di qualunque Religione possa egualmente approdarsi al porto dell\u2019eterna felicit\u00e0, e considerino che per testimonianza dello stesso Salvatore (Lc\u00a011,23) \u201cessi sono contro Cristo, perch\u00e9 non sono con Cristo\u201d, e che sventuratamente disperdono solo perch\u00e9 con lui non raccolgono; quindi \u201csenza dubbio periranno in eterno se non tengono la Fede cattolica, e questa non conservino intera ed inviolata\u201d (Symbol. S. Athanasii). Ascoltino San Girolamo il quale \u2013 trovandosi la Chiesa divisa in tre parti a causa dello scisma \u2013 racconta che, tenace come egli era del santo proposito, quando qualcuno cercava di attirarlo al suo partito, egli rispondeva costantemente ad alta voce: \u201cChi sta unito alla Cattedra di Pietro, quegli \u00e8 mio\u201d (S. Girolamo, Ep. 58).\u00a0A torto poi qualcuno, fra coloro che alla Chiesa non sono congiunti, oserebbe trarre ragione di tranquillizzante lusinga per essere anche lui rigenerato nell\u2019acqua di salute; poich\u00e9 gli risponderebbe opportunamente Sant\u2019Agostino: \u201cAnche il ramoscello reciso dalla vite ha la stessa forma, ma che gli giova la forma se non vive della radice?\u201d(S. Agostino,\u00a0Salmo contro part. Donat.).<\/em><\/span><\/p>\n <\/p>\n
Il fine della Chiesa \u00e8 condurre le anime alla salvezza attraverso la Verit\u00e0; ma se la Chiesa modificasse i suoi insegnamenti, mostrando cos\u00ec di adeguarsi ad un sapere umano e non gi\u00e0 di esprimere una Verit\u00e0 perenne e immodificabile proveniente da Dio, ci\u00f2 vorrebbe dire che la Chiesa \u00e8 una creazione puramente umana, soggetta a tutte le mutevolezze umane, priva dell\u2019assistenza infallibile che discende da Dio!<\/em><\/p>\nDa questa corrottissima sorgente dell\u2019indifferentismo\u00a0scaturisce quell\u2019assurda ed erronea sentenza, o piuttosto delirio, che si debba ammettere e garantire a ciascuno la\u00a0libert\u00e0 di coscienza: errore velenosissimo, a cui apre il sentiero quella piena e smodata\u00a0libert\u00e0 di opinione\u00a0che va sempre aumentando a danno della Chiesa e dello Stato, non mancando chi osa vantare con impudenza sfrontata provenire da siffatta licenza qualche vantaggio alla Religione. \u00abMa qual morte peggiore pu\u00f2 darsi all\u2019anima della libert\u00e0 dell\u2019errore?\u00bb esclamava Sant\u2019Agostino<\/strong> [Ep. 166]. Tolto infatti ogni freno che tenga nelle vie della verit\u00e0 gli uomini gi\u00e0 diretti al precipizio per la natura inclinata al male, potremmo dire con verit\u00e0 essersi aperto il \u00abpozzo d\u2019abisso\u00bb (Ap 9,3), dal quale San Giovanni vide salire tal fumo che il sole ne rimase oscurato, uscendone locuste innumerabili a devastare la terra. Conseguentemente si determina il cambiamento degli spiriti, la depravazione della giovent\u00f9, il disprezzo nel popolo delle cose sacre e delle leggi pi\u00f9 sante: in una parola, la peste della societ\u00e0 pi\u00f9 di ogni altra esiziale, mentre l\u2019esperienza di tutti i secoli, fin dalla pi\u00f9 remota antichit\u00e0, dimostra luminosamente che citt\u00e0 fiorentissime per opulenza, potere e gloria per questo solo disordine, cio\u00e8 per una eccessiva libert\u00e0 di opinioni, per la licenza delle conventicole, per la smania di novit\u00e0 andarono infelicemente in rovina.<\/em><\/span><\/p>\nDa parte sua Pio IX, nell\u2019enciclica Qui pluribus<\/em><\/strong> del 9 novembre 1846:<\/span><\/p>\nAltrettanto diciamo [cio\u00e8 condanniamo] di quel sistema che ripugna allo stesso lume della ragione naturale, che \u00e8 l\u2019indifferenza della Religione, con il quale costoro, tolta ogni distinzione fra virt\u00f9 e vizio, fra verit\u00e0 ed errore, fra onest\u00e0 e turpitudine, insegnano che qualsivoglia religione sia ugualmente buona per conseguire la salute eterna, come se fra la giustizia e le passioni, fra la luce e le tenebre, fra Cristo e Belial potesse mai essere accordo o comunanza. Mira al medesimo fine la turpe cospirazione contro il sacro celibato dei Chierici, fomentata, oh che dolore!, anche da alcuni uomini di Chiesa, miseramente dimentichi della propria dignit\u00e0, e cedevoli agli allettamenti della volutt\u00e0. A questo tende altres\u00ec la perversa istituzione di ammaestrare nelle discipline filosofiche, con le quali si corrompe l\u2019incauta giovent\u00f9, propinandole il fiele del drago nel calice di Babilonia.<\/em><\/span><\/p>\n <\/p>\n
\u00a0Sant\u2019Agostino insegnava e ammoniva:\u00a0\u00abMa qual morte peggiore pu\u00f2 darsi all\u2019anima della libert\u00e0 dell\u2019errore?\u00bb !<\/em><\/p>\nE sempre Pio IX, nella enciclica Singulari quidem<\/em><\/strong> del 17 marzo 1856, rivolta ai cardinali ed ai vescovi austriaci:<\/span><\/p>\nVegliate sulla incolumit\u00e0 del vostro gregge, preservatelo da tutte le frodi e le insidie dei nemici. Infatti Voi conoscete bene gli infami artifici, le numerose macchinazioni e le mostruose invenzioni di ogni genere di opinioni con cui astuti architetti di dogmi perversi tentano di deviare dal sentiero della verit\u00e0 e della giustizia e di trascinare nell\u2019errore e nella perdizione gli improvvidi e soprattutto gli sprovveduti. E neppure ignorate, Diletti Figli Nostri e Venerabili Fratelli, che tra i tanti e mai abbastanza deplorati mali che turbano e sconvolgono la societ\u00e0 ecclesiastica e civile, ora ne emergono in particolare due, che si possono considerare a buon diritto come l\u2019origine di tutti gli altri. A Voi infatti sono anzitutto noti gli innumerevoli e funestissimi danni che sulla societ\u00e0 cristiana e civile si riversano dal fetido errore dell\u2019indifferentismo. Da qui la grave negligenza in tutti i doveri verso Dio in cui viviamo, ci muoviamo e siamo; da qui trascurata la santissima religione; da qui scosse e quasi sconvolte le fondamenta di ogni diritto, della giustizia e della virt\u00f9. Da questa ignobile forma d\u2019indifferentismo\u00a0non molto si scosta la teoria, eruttata dalle tenebre, dell\u2019indifferenza\u00a0delle religioni per cui uomini estranei alla verit\u00e0, avversari del vero credo religioso e immemori della loro salute, docenti di principi contraddittori e sprovvisti di solido convincimento, non ammettono alcuna differenza tra le professioni di fede pi\u00f9 divergenti, vivono in pace con tutti, e pretendono che a tutti, a qualunque religione appartengano, sia aperto l\u2019ingresso alla vita eterna. Infatti nulla importa loro, sebbene di diverse tendenze, pur di cospirare alla rovina dell\u2019unica verit\u00e0 [Tertull.,\u00a0De praescript., cap. 41].<\/em><\/span><\/p>\nVoi vedete, Diletti Figli Nostri e Venerabili Fratelli, di quale vigilanza occorre dar prova per impedire che il contagio di una peste tanto funesta infetti e distrugga miseramente le vostre pecore. Pertanto non rinunciate a premunire con zelo da questi esiziali errori i popoli a Voi affidati; a istruirli ogni giorno pi\u00f9 intimamente nella dottrina della verit\u00e0 cattolica; a insegnare loro che, come vi \u00e8 un solo Dio Padre, un solo Cristo Figlio di Lui, un solo Spirito Santo, cos\u00ec vi \u00e8 una sola verit\u00e0 divinamente rivelata, una sola fede divina, principio d\u2019umana salvezza, fondamento di ogni normativa per la quale il giusto vive, e senza la quale \u00e8 impossibile piacere a Dio e pervenire alla comunione dei suoi figli (cf. Rm 1,16-17; Eb 11,5) [Conc. Trid., sess. 6, cap. 8]; non vi \u00e8 che una vera, santa, cattolica, Apostolica, Romana Chiesa e una sola Cattedra fondata dalla voce del Signore su Pietro [S. Cyprian.,\u00a0Epist. 43], e all\u2019infuori di essa non si trova n\u00e9 la vera fede n\u00e9 la salute eterna, in quanto non pu\u00f2 avere Dio come Padre chi non ha la Chiesa come madre e assurdamente confida di appartenere alla Chiesa colui che abbandona la Cattedra di Pietro sulla quale \u00e8 fondata la Chiesa [S. Cyprian.,\u00a0De unitat. Eccl.].<\/em><\/span><\/p>\n <\/p>\n
Il Magistero non pu\u00f2 mutare perch\u00e9 se mutasse, muterebbe anche il Deposito della fede: il che \u00e8 impossibile per definizione. Resta perci\u00f2 una sola conclusione: se il Magistero si discostasse da se stesso, sarebbe ipso facto un falso magistero, eretico e malvagio!<\/em><\/p>\nSi potrebbe continuare a lungo, citando altre encicliche e documenti di altri papi, ma la sostanza rimane la stessa: con la Dignitatis humanae<\/em> si opera una rottura, per cui la Chiesa afferma un principio che \u00e8 in contrasto con quanto affermato dal Magistero fino a quel momento.<\/strong> Perci\u00f2 i casi, evidentemente, sono due: o sbagliava la Chiesa prima del 1965 a rifiutare e\u00a0 condannare il principio della libert\u00e0 religiosa, oppure ha sbagliato poi, con il Concilio Vaticano II e la Dignitatis humanae<\/em>. Verrebbe da dire, cos\u00ec, di primo acchito, che \u00e8 pi\u00f9 probabile che abbia sbagliato dopo, sia perch\u00e9 sessant\u2019anni e i sei papi succedutisi da allora sono poca cosa nella storia della Chiesa, rispetto ai diciannove secoli durante i quali, per bocca di duecentosessanta papi e nel corso di venti concili, \u00e8 stata sostenuta, o data per scontata e sottintesa, una dottrina opposta a quella proclamata nella Dignitatis humanae<\/em>; sia perch\u00e9 per un credente il Magistero della Chiesa, e specialmente quello del Romano Pontefice, \u00e8 infallibile in quanto ispirato da Dio, e quindi \u00e8 arduo pensare che Dio per 1.900 anni si sia \u201cdistratto\u201d e abbia permesso a 260 papi e a 20 concili d\u2019insegnare una dottrina erronea.<\/strong> Ci\u00f2 equivarrebbe a porre il Magistero ecclesiastico sul piano degl\u2019insegnamenti meramente umani, nei quali, in effetti, un\u2019idea erronea pu\u00f2 persistere a lungo, fatte salve la buona fede e le ottime intenzioni di chi la sostiene.<\/span><\/p>\n <\/p>\n
L\u2019eresia non comincia con Bergoglio, culmina con Bergoglio; ma comincia con Giovanni XXIII e allora? Sono stati tutti dei falsi papi dal ’58 in poi?\u00a0Se si vuol proprio fare l\u2019esame di teologia e di diritto canonico a quelli che si accostano con fede alla santa Comunione, allora diciamo che neppure Benedetto XVI, neppure gli altri papi dal Concilio in poi erano “Veri papi”: accettando documenti eretici, come la Dignitatis humanae, si sono posti fuori dal vero Magistero, e dunque fuori dalla vera Chiesa. Questo \u00e8 il problema, ed \u00e8 inutile girarci attorno!<\/em><\/p>\nDomandiamoci, a questo punto, che cos\u2019\u00e8 il Magistero. Esso \u00e8 l\u2019insegnamento per mezzo del quale la Chiesa ha raccolto, custodito e tramandato il Deposito della fede<\/em><\/strong>, ossia la dottrina rivelata agli uomini da Ges\u00f9 Cristo, e che noi (cattolici) conosciamo attraverso le due fonti delle Sacre Scritture e della Tradizione.<\/strong> Il Magistero comprende non solo il Deposito, ma anche ci\u00f2 che da esso deriva ed ha lo scopo di preservarlo e tramandarlo intatto ai fedeli. In altre parole, il Magistero, come \u00e8 evidente, non pu\u00f2 contraddire se stesso e non pu\u00f2 condurre alla negazione o al mutamento del Deposito della fede: infatti il Magistero esiste e viene esercitato in funzione della gelosa custodia del Deposito, e non gi\u00e0\u00a0 il Deposito esiste in funzione del Magistero. A questo punto abbiamo anche la risposta alla precedente domanda: no, il Magistero non pu\u00f2 mutare perch\u00e9 se mutasse, muterebbe anche il Deposito della fede: il che \u00e8 impossibile per definizione. Resta perci\u00f2 una sola conclusione: se il Magistero si discostasse da se stesso, sarebbe ipso facto<\/em> un falso magistero, eretico e malvagio.<\/strong><\/span><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"fonte fides-et-ratio.it 17\/03\/2022 Autore Francesco Lamendola L\u2019apostasia della Chiesa, ecco la prova. “Iota unum!”: a nessuno \u00e8 lecito modificare il […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":669,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[366,63],"tags":[50],"avopt_banners_inside_post":true,"avopt_banners_on_page":true,"av_copy_from":"","av_sharing_message":"","av_sharing_allowed":true,"av_sharing_on":{"fb":[],"tw":[]},"av_allow_affiliate_banner":false,"av_allow_affiliate_multi_banner":false,"av_post_rating":true,"av_have_post_rating_value":false,"spellchecker_performed_today":false,"yoast_head":"\n
L\u2019apostasia della Chiesa, ecco la prova - San Michele Arcangelo<\/title>\n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n \n \n \n \n\t \n\t \n\t \n