{"id":354,"date":"2022-02-16T23:11:49","date_gmt":"2022-02-16T22:11:49","guid":{"rendered":"https_3A//arcangelosanmichele.altervista.org/@p=354"},"modified":"2022-02-23T17:22:46","modified_gmt":"2022-02-23T16:22:46","slug":"la-dottrina-sociale-di-pio-xii-sostanzialmente-identica-a-quella-di-pio-ix-pio-x-leone-xiii-e-pio-xi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/arcangelosanmichele.altervista.org\/la-dottrina-sociale-di-pio-xii-sostanzialmente-identica-a-quella-di-pio-ix-pio-x-leone-xiii-e-pio-xi\/","title":{"rendered":"LA DOTTRINA SOCIALE DI PIO XII SOSTANZIALMENTE IDENTICA A QUELLA DI PIO IX, PIO X, LEONE XIII E PIO XI"},"content":{"rendered":"
fonte sisinono<\/a> Anno XLI N\u00b05<\/p>\n Alcuni si ostinano a sostenere che il magistero e la pastorale sociale di Pio XII sono (al pari di quelli di Leone XIII e di Pio XI) impregnati di liberalismo, democraticismo e filo-modernismo.<\/span><\/p>\n Cercheremo qui di studiare la dottrina sociale di papa Pacelli per vedere se tale accusa corrisponde alla realt\u00e0.<\/span><\/p>\n \u00a0<\/strong><\/span>La democrazia moderna o il culto del numero<\/strong><\/span><\/p>\n Il 6 aprile del 1951 Pio XII tenne un Discorso ai dirigenti del Movimento Universale per una Confederazione Mondiale, <\/em>in cui il Papa confuta l\u2019ottimismo democraticista, il quale vede nella democrazia moderna l\u2019unica e la migliore forma di governo. Pio XII espone e confuta i \u201ctre dogmi\u201d della politica antropocentrica moderna.<\/span><\/p>\n Il popolo non sovrano ma canale<\/strong><\/span><\/p>\n Secondo la tesi erronea del democraticismo moderno il potere viene dal popolo, dal basso e non da Dio o dall\u2019Alto<\/em>. Invece il potere viene da Dio, Causa prima e fonte di ogni cosa, ed \u00e8 trasferito dagli elettori all\u2019eletto come l\u2019acqua che attraverso un canale viene dalla fonte (Dio) e non dal canale stesso (popolo) e giunge fino al Governante che lo possiede e non ne ha solo l\u2019uso. Solo se colui che governa diventa un tiranno o governa senza nessun riguardo per il bene comune allora la sanior pars populi<\/em> pu\u00f2 ritirargli de facto<\/em> il potere che de jure<\/em> gi\u00e0 Dio non gli accorda pi\u00f9 poich\u00e9 esercitato contro Dio e la sua Legge.<\/span><\/p>\n Gli uomini e le famiglie per vivere assieme e virtuosamente devono necessariamente avere un Governante, un\u2019Autorit\u00e0. Perci\u00f2 la Societ\u00e0 civile \u00e8 divisa in Governanti che devono comandare<\/em> (far leggi, farle rispettare e castigare chi le v\u00ecola) e sudditi che devono obbedire<\/em>. Il vero Sovrano, per\u00f2, \u00e8 Dio e non la volont\u00e0 popolare, che al massimo pu\u00f2 scegliere un Governante al quale il potere deriva remotamente<\/em> da Dio attraverso il popolo che funge da canale in maniera prossima<\/em>.<\/span><\/p>\n Infallibilit\u00e0 del popolo elettore?<\/strong><\/span><\/p>\n Dopo il peccato originale l\u2019uomo \u00e8 soggetto all\u2019ignoranza e all\u2019errore. Solo Dio e il Magistero della Chiesa, quando quest\u2019ultimo vuol definire e obbligare a credere una verit\u00e0 di Fede o di Morale, sono infallibili il primo per essenza (Dio) e il secondo per partecipazione (Magistero). Il popolo elettore non partecipa all\u2019 infallibilit\u00e0 divina, come invece il Magistero pontificio o universale. Nessuno ha mai promesso l\u2019 infallibilit\u00e0 al popolo, tranne i demagoghi, i quali si sono serviti per i loro interessi delle decisioni fatte prendere dalla massa manovrata da loro stessi, rifugiandosi dietro il paravento dell\u2019infallibilit\u00e0 dell\u2019elettorato popolare.<\/span><\/p>\n Qualit\u00e0 e non quantit\u00e0<\/strong><\/span><\/p>\n Pio XII insiste molto sulla distinzione tra \u201cpopolo<\/em>\u201d e \u201cmassa<\/em>\u201d. Il \u201cpopolo vive e si muove di vita propria<\/em>\u201d[1]<\/a>, ha una forma, un atto, un essere, una vita sua; invece \u201cla massa \u00e8 moltitudine amorfa<\/em>\u201d cio\u00e8 senza forma o principio di vita, materia passiva, indeterminata, senza atto o perfezione. Il Papa continua: \u201cla massa \u00e8 di per s\u00e9 inerte, e non pu\u00f2 essere mossa che dal di fuori. Il popolo vive della pienezza di vita degli uomini che lo compongono<\/em>\u201d. Perci\u00f2 il popolo \u00e8 costituito da uomini intelligenti e liberi, che hanno princ\u00ecpi e convinzioni, sono padroni di se stessi e conoscono i loro obblighi e diritti; mentre la massa \u00e8 pura potenzialit\u00e0 che viene mossa da qualcuno al di fuori di essa e diretta dove lui vuole, come un carro trascinato dai buoi. Essa \u00e8 composta da entit\u00e0 sub-umane prive di convinzioni proprie, di princ\u00ecpi, di una sana morale, senza iniziativa propria; perci\u00f2 vive di istinti, passioni e sentimenti sregolati senza alcuna subordinazione alla ragione e alla libera volont\u00e0. L\u2019uomo che fa parte della massa non \u00e8 \u201cl\u2019animale razionale\u201d aristotelico, ma \u201cl\u2019animale sensitivo\u201d della post-modernit\u00e0 nichilistica, la quale con lo scoppio del Sessantotto ha reso l\u2019uomo una \u201cpecora matta\u201d, che \u2013 come diceva nel 1944 Pio XII \u2013 \u201c\u00e8 un facile trastullo nelle mani di chiunque ne sfrutti gli istinti o le impressioni sensibili\u201d[2]<\/a>.<\/span><\/p>\n Il popolo, dunque, non \u00e8 la maggioranza quantitativa, ma \u00e8 la parte qualitativamente migliore della societ\u00e0<\/em>. Il democraticismo moderno, perci\u00f2, non ha nulla a che vedere con l\u2019idea aristotelica e tomistica della sana democrazia classica, che \u00e8 la popolazione di un Paese dotata di forte personalit\u00e0 individuale e sociale.<\/span><\/p>\n Il popolo \u00e8 simile al corpo umano di cui parlava Menenio Agrippa e poi anche San Paolo, nel quale tutti gli organi hanno la loro funzione e importanza, sia quelli inferiori (piedi) sia quelli superiori (cervello), e nessuno di essi pu\u00f2 fare a meno degli altri perch\u00e9 tutti sono necessari, anche se vi \u00e8 una gerarchia, che, per\u00f2, non impoverisce nessuno, ma nobilita tutti, facendoli partecipi del bene comune. Come i piedi di un uomo portano il suo cuore e il suo cervello, cos\u00ec le classi umili della Societ\u00e0 rendono possibile la sussistenza di quelle elevate non per censo, ma per virt\u00f9 morale e razionale.<\/span><\/p>\n Questo apologo ci insegna ad evitare i due errori opposti: il primo per difetto (l\u2019egualitarismo<\/em>), secondo il quale tutti sono assolutamente eguali, negando ogni diversit\u00e0 o ineguaglianza qualitativa, e l\u2019altro per eccesso (il dis-egualitarismo<\/em>), che esagera le differenze accidentali e erge delle barriere insormontabili tra gli uomini, non tanto per le qualit\u00e0 intellettuali, morali e spirituali o di buona educazione, ma soprattutto per quelle economico-sociali. Il Libro Sacro dei \u2018Proverbi<\/em>\u2019 ci ricorda che \u201cnon vi \u00e8 persona pi\u00f9 crudele di una schiava diventata padrona\u201d. <\/em>Ora, anche se tutti gli uomini sono eguali quanto alla natura umana, in essi vi sono diversit\u00e0 accidentali, le quali, lungi dal metterli in contrapposizione tra \u201csinistra\u201d (odio di classe) e \u201cdestra\u201d (s-nobismo), li debbono far cooperare caritatevolmente al buon andamento della Societ\u00e0, che come un corpo fisico vivente ha bisogno di organi nobili (cuore e cervello) e meno nobili (piedi e mani). Non esistono classi moralmente<\/em> basse o vili, l\u2019importante \u00e8 che ognuno faccia bene il suo dovere di stato nella classe in cui la Provvidenza lo ha posto. Esistono solo uomini moralmente e intellettualmente bassi, vili e stupidi, anche se magari economicamente \u201calti\u201d o altezzosi.<\/span><\/p>\n Pio XII ricorda che, se il popolo non \u00e8 per se stesso infallibile<\/em>, la massa quasi sicuramente erra, priva come \u00e8 di convincimenti, di vera libert\u00e0, schiava dell\u2019opinione pubblica e manipolata da burattinai, i quali tirano i fili che reggono i burattini.<\/span><\/p>\n Il suffragio universale \u00e8 fonte di diritto e di verit\u00e0?<\/strong><\/span><\/p>\n Una delle votazioni pi\u00f9 celebri della storia umana fu quella che condann\u00f2 a morte Ges\u00f9 e liber\u00f2 Barabba. Oggi ci si pu\u00f2 chiedere: il suffragio universale esprime la volont\u00e0 della massa manovrabile e manovrata o quella del popolo o sanior pars Societatis<\/em>?<\/span><\/p>\n Pio XII stigmatizza il \u201cculto cieco del valore numerico<\/em>\u201d[3]<\/a> per cui il cittadino o civis<\/em> non conta per quel che \u00e8 o vale secondo il suo grado di civilt\u00e0, ma come quantit\u00e0, numero o voto o apporto elettorale che rende possibile al \u201cpotere\u201d, nel senso deteriore del termine, di continuare a mantenere il consenso e il governo.<\/span><\/p>\n Di fronte a questo pericolo verso cui si stava avviando anche l\u2019Europa, Pio XII cerc\u00f2 di porre riparo proponendo la riaffermazione dei princ\u00ecpi della filosofia perenne teoretica e sociale e indicando un ordine sociale futuro in cui le istituzioni politiche dipendessero non dal \u201cculto cieco del numero\u201d, ma dall\u2019ordine organico e naturale della sanior pars Societatis. <\/em>Infatti, secondo il democraticismo moderno e antropocentrico, il mondo politico non \u00e8 una Societ\u00e0 di famiglie che si uniscono per tendenza naturalmente inscritta nell\u2019uomo onde conseguire il \u201cvivere virtuoso\u201d, ma \u00e8 un ingranaggio artificiale e meccanico, in cui prevale la quantit\u00e0 o materia e non ha nessuna rilevanza la qualit\u00e0 o forma intrinseca. Nel campo culturale e morale non dominano pi\u00f9 i valori oggettivi conformi alla legge naturale e divina, ma la libert\u00e0 individuale come valore assoluto o fine, e non come mezzo per cogliere uno scopo, intesa perci\u00f2 come liberazione da ogni vincolo e legge oggettiva.<\/span><\/p>\n Lo scopo dello Stato \u00e8 quello di aiutare le famiglie e gli individui che le compongono a conseguire la \u201cvita virtuosa\u201d nella linea tracciata dalla legge naturale o Decalogo, il quale soltanto pu\u00f2 far conseguire il bene individuale e sociale, privato e comune. La modernit\u00e0, invece, ha una concezione dello Stato e della politica meccanicistica, ossia l\u2019uomo, la famiglia e la Societ\u00e0 civile non sono naturalmente ordinati ad un fine, che \u00e8 il bene comune naturale, virtuoso e soprannaturale, ma sono come una macchina studiata e progettata a tavolino,\u00a0 come un insieme di rotelle o meccanismi, che si muovono non per vita interna, ma per un movimento che viene dall\u2019 esterno ovvero \u201cetero-diretto\u201d. La quantit\u00e0 soprattutto non \u00e8 n\u00e9 pu\u00f2 essere il criterio supremo, mentre nella democrazia moderna o democraticismo \u00e8 appunto il \u201cculto del numero\u201d ossia la quantit\u00e0 dei voti che diventa criterio supremo di verit\u00e0 e di bont\u00e0. Non \u00e8 la qualit\u00e0 e cio\u00e8 chi ragiona secondo verit\u00e0 e giustizia, ma il \u201cnumero amorfo\u201d a stabilire ci\u00f2 che \u00e8 vero e buono!<\/span><\/p>\n \u00c8 ancora possibile \u201coggi\u201d una Societ\u00e0 cristiana?<\/strong><\/span><\/p>\n Nell\u2019immediato non \u00e8 probabile, poich\u00e9 natura non facit saltus, sed procedit gradatim<\/em> \/ la natura non fa salti, ma procede per gradi. <\/em>Tuttavia occorre sempre tener vivo il principio o l\u2019ideale della filosofia politica perenne, del Magistero tradizionale e del Diritto Pubblico Ecclesiastico, i quali insegnano che naturalmente l\u2019uomo deve essere sottomesso a Dio suo Creatore e sempre naturalmente la Societ\u00e0 civile deve a Dio, che ha creato l\u2019uomo animale naturaliter socialis<\/em>, il culto che gli \u00e8 dovuto. La natura spinge l\u2019uomo, la famiglia e lo Stato a vivere virtuosamente in comune, osservando i Comandamenti che Dio ha inscritto nella nostra natura e che ha poi rivelato per rendercene pi\u00f9 facile l\u2019osservanza. Cos\u00ec pure la Autorit\u00e0 naturalmente tende a stimolare al bene e a punire il male, poich\u00e9 questa \u00e8 la sua finalit\u00e0 naturale e intrinseca. Ora, nonostante il degrado dell\u2019uomo, della famiglia e della Societ\u00e0 (civile e religiosa) contemporanei, la natura non pu\u00f2 cambiare sostanzialmente, pu\u00f2 soffrire cattivi influssi, ma essa tende al suo fine e nulla \u00e8 pi\u00f9 forte della natura, specialmente se corroborata dalla Grazia, la quale \u00e8 offerta in maniera sufficiente a tutti gli uomini. Perci\u00f2 lo Stato, la famiglia e l\u2019individuo tendono al loro fine naturale: il vivere virtuosamente sulla via tracciata dal Decalogo, che coincide con la legge naturale, e l\u2019Autorit\u00e0 tende a farlo rispettare e a punire la sua trasgressione, nonostante le depravazioni che possano colpire l\u2019uomo, la Societ\u00e0 e i detentori dell\u2019Autorit\u00e0 nelle varie epoche storiche.<\/span><\/p>\n <\/p>\n Una \u201cprofezia di sventura\u201d esatta e oggi realizzata <\/strong><\/span><\/p>\n Pio XII aveva capito perfettamente che il mondo contemporaneo in campo culturale, morale e spirituale stava per imboccare la via del nichilismo ed aveva esclamato: \u201cLa libert\u00e0 individuale, sciolta da tutti i vincoli, da tutte le norme e regole, da tutti i valori oggettivi individuali e sociali, in realt\u00e0 \u00e8 un\u2019anarchia mortale, soprattutto nell\u2019educazione della giovent\u00f9<\/em>\u201d (24. XII. 1944). Mai profezia di sventura fu pi\u00f9 azzeccata! E mai utopia di ottimismo esagerato sull\u2019 incontro tra uomo moderno e Chiesa (Giovanni XXIII), tra antropocentrismo e teocentrismo (Paolo VI e Giovanni Paolo II) fu pi\u00f9 sbagliata e fuori della realt\u00e0.<\/span><\/p>\n Pio XII ci ricorda che mentre l\u2019organismo o corpo sociale \u00e8 conforme alla natura e quindi \u00e8 retto, vero e buono, il \u201cmeccanicismo\u201d ovvero la Societ\u00e0, progettata a tavolino dagli ideologi rivoluzionari, \u00e8 inadeguato e incapace di sviluppare le finalit\u00e0 insite nella natura umana perch\u00e9 i pezzi di una macchina non si muovono da s\u00e9, ma sono mossi dal di fuori. \u00c8 per questo che la massa \u00e8 \u201cmanipolabile\u201d, come fu manipolata dal Sinedrio durante il processo a Ges\u00f9. La natura \u00e8 opera di Dio e diretta da Lui come Causa prima e principale, mentre la macchina \u00e8 opera dell\u2019uomo e manovabile da lui.<\/span><\/p>\n \u201cQuale nemico ha fatto tutto ci\u00f2?\u201d<\/strong><\/span><\/p>\n Pio XII si \u00e8 posta questa domanda nel Discorso agli uomini di Azione cattolica \u201cNel contemplare<\/em>\u201d del 12 ottobre 1952. Pacelli esclama: \u201cNon chiedeteci qual \u00e8 il nemico, n\u00e9 quali vesti indossi. Esso si trova dappertutto e in mezzo a tutti<\/em>; sa essere violento e subdolo. [\u2026]. Ha voluto la natura senza la grazia; la ragione senza la Fede; la libert\u00e0 senza l\u2019Autorit\u00e0. \u00c8 un nemico divenuto sempre pi\u00f9 concreto, con una spregiudicatezza che lascia ancora attoniti: Cristo s\u00ec, Chiesa no. Poi: Dio s\u00ec, Cristo no. Finalmente il grido empio: Dio non \u00e8 mai esistito<\/em>\u201d anzi Dio \u00e8 morto<\/em>.<\/span><\/p>\n Come si vede, secondo Pio XII, che riprende il Magistero costante, e quindi infallibile, della Chiesa a partire da Gelasio I (\u2020469), la separazione o divorzio tra Stato e Chiesa \u00e8 un male, un peccato, un\u2019apostasia gravissima dell\u2019uomo, della famiglia e dello Stato da Dio e dalla Chiesa da Lui fondata. La teoria, l\u2019ideale o il principio \u00e8 quello della unione e cooperazione gerarchizzata tra Stato e Chiesa. Tuttavia alcune volte, per evitare un male maggiore, occorre tollerare praticamente, ma non teoricamente, un culto e una religione a-cattolici, i quali non possiedono diritti, ma debbono essere sopportati come un mal di denti sino a che il dentista non possa sradicare il dente cariato: \u00abCi\u00f2 che non corrisponde alla verit\u00e0 e alla norma morale non ha oggettivamente alcun diritto n\u00e9 all\u2019esistenza, n\u00e9 alla propaganda\u00bb[4]<\/a>. \u00a0\u00a0In ogni caso il Papa riprova la \u201cneutralit\u00e0 religiosa dello Stato\u201d poich\u00e9 l\u2019unica situazione normale \u00e8 quella della collaborazione tra i due poteri civile e religioso.<\/span><\/p>\n La scomunica del Comunismo<\/strong><\/span><\/p>\n Infine, in materia socio\/politica, Pio XII, tramite la Sacra Congregazione del Sant\u2019Uffizio, eman\u00f2 tre documenti sulla natura del comunismo e la sua inconciliabilit\u00e0 col cristianesimo.<\/span><\/p>\n 1\u00b0) <\/strong>Un \u2018Decreto generale<\/em>\u2019 (1\u00b0 luglio del 1949), che dichiara: a) <\/strong>non essere mai lecito iscriversi ai partiti comunisti o dar loro appoggio, poich\u00e9 il comunismo \u00e8 materialista e quindi anticristiano; b) <\/strong>di non diffondere libri o giornali, che sostengono la dottrina e prassi del comunismo materialista ed ateo; c)<\/strong> che i fedeli, i quali compiono con piena consapevolezza gli atti su proibiti non possono ricevere i Sacramenti; d)<\/strong> che i battezzati, i quali professano, difendono o propagandano consapevolmente la dottrina o prassi comunista, incorrono ipso facto<\/em> nella scomunica riservata in modo speciale alla S. Sede, in quanto apostati dalla Fede cattolica, ossia rei del passaggio da una religione (cristianesimo) ad un\u2019altra totalmente diversa (materialismo ateo) colpa pi\u00f9 grave dell\u2019eresia e dello scisma, cio\u00e8 del passare dal cattolicesimo al protestantesimo o all\u2019 ortodossismo.<\/span><\/p>\n 2\u00b0) <\/strong>Una \u2018Dichiarazione sui matrimoni<\/em>\u2019 (11 agosto 1949), la quale insegna che gli iscritti a sette ateistiche ossia acattoliche, quali sono i comunisti militanti, incorrono per il matrimonio con un cattolico nell\u2019 impedimento dirimente<\/em>[5]<\/a> di religione mista<\/em>[6]<\/a> in quanto atei e perci\u00f2 debbono sottoscrivere le cauzioni che sono richieste agli a-cristiani (battesimo, educazione cristiana dei figli e rimozione del pericolo di perversione del coniuge non comunista).<\/span><\/p>\n 3\u00b0) <\/strong>Un \u2018Monito sull\u2019educazione della giovent\u00f9<\/em>\u2019 (28 luglio 1950) contro i genitori che consentono ai loro figli di essere iscritti a societ\u00e0 giovanili perverse (FCGI).<\/span><\/p>\n Il Papa individuava nel materialismo e quindi nell\u2019ateismo la causa della inconciliabilit\u00e0 assoluta tra cristianesimo e comunismo.<\/span><\/p>\n Conclusione<\/strong><\/span><\/p>\n L\u2019insegnamento sociale di Pio XII \u00e8 in piena linea di continuit\u00e0 con quello tradizionale e per nulla affatto inficiato di liberalismo, democraticismo e filo-modernismo, come sostengono alcuni.<\/span><\/p>\n Inoltre la condanna del comunismo di Pio XII\u00a0 ricalca in pratica quanto gi\u00e0 asserito da Pio IX (Qui pluribus <\/em>1846; Quanta cura\/Sillabo <\/em>1864), Leone XIII (Quod apostolici muneris <\/em>1878; Rerum novarum <\/em>1891) e Pio XI (Quadragesimo anno <\/em>1931; Divini Redemptoris <\/em>1937) e pertanto \u00e8 non solo giusta<\/em>, ma anche tuttora attuale<\/em>, poich\u00e9 il cambiamento fa parte della natura del comunismo, che come la serpe cambia la pelle ma resta sempre lo stesso.<\/span><\/p>\n Thomas<\/strong><\/span><\/p>\n <\/p>\n [1]<\/a> Pio XII, Radiomessaggio al mondo intero, <\/em>24 dicembre 1944.<\/p>\n [2]<\/a> Radiomessaggio al mondo intero, <\/em>24 dicembre 1944.<\/p>\n [3]<\/a> Radiomessaggio al mondo intero, <\/em>24 dicembre 1944.<\/p>\n [4]<\/a> Cfr. Pio XII, Discorso al V Congresso nazionale dell\u2019Unione Giuristi Cattolici Italiani \u201cCi riesce<\/em>\u201d, <\/em>6 dicembre 1953.<\/p>\n