{"id":306,"date":"2022-02-14T21:11:11","date_gmt":"2022-02-14T20:11:11","guid":{"rendered":"https_3A//arcangelosanmichele.altervista.org/@p=306"},"modified":"2022-02-23T17:25:50","modified_gmt":"2022-02-23T16:25:50","slug":"liberta-religiosa-la-chiara-posizione-di-mons-de-castro-mayer","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/arcangelosanmichele.altervista.org\/liberta-religiosa-la-chiara-posizione-di-mons-de-castro-mayer\/","title":{"rendered":"Libert\u00e0 religiosa: la chiara posizione di Mons. De Castro Mayer"},"content":{"rendered":"
fonte disputationes-theologicae.blogspot.com\u00a0<\/a>06\/11\/2011<\/p>\n <\/p>\n \u201cIl 15 ottobre scorso, ho avuto l’onore di scrivere a Vostra Santit\u00e0 affermando il mio filiale rispetto a tali ordini.<\/u><\/em><\/span><\/p>\n Tra questi c’era quello per cui, nell’eventualit\u00e0 che “in coscienza io non fossi d’accordo con gli atti dell’attuale Magistero Ordinario della Chiesa”, “manifestassi liberamente alla Santa Sede” il mio parere<\/strong>. \u00c8 quel che faccio, con tutta la riverenza dovuta all\u2019Augusto Vicario di Ges\u00f9 Cristo<\/strong>, consegnando a Vostra Santit\u00e0 i tre studi allegati.\u201d<\/u><\/em><\/span><\/p>\n Il nodo teologico della \u201clibert\u00e0 religiosa\u201d, cos\u00ec come descritta nel documento conciliare Dignitatis Humanae<\/em> – al n. 2 in particolare – ha suscitato innumerevoli studi e proposte interpretative nella linea oggi ribattezzata \u201cdella continuit\u00e0 ermeneutica\u201d. Finora i tentativi, bench\u00e9 di estrema erudizione teologica, si sono rivelati poco convincenti.\u00a0 <\/span><\/p>\n Il Vescovo della diocesi di Campos, Mons. De Castro Mayer – oggi ingiustamente dimenticato – si rivolse rispettosamente al Papa Paolo VI, in qualit\u00e0 di membro della Chiesa docente; i Vescovi infatti, prima d\u2019ammaestrare il proprio gregge, ricevono un insegnamento dal Sommo Pontefice ed \u00e8 prassi che ad Esso facciano appello per sapere quale sia l\u2019interpretazione autentica di un testo loro proposto. Nello studio e nella supplica del Vescovo brasiliano, la schiettezza teologica si unisce al filiale – ed altrettanto teologico – rispetto verso il Successore di Pietro. Da figlio devoto della Chiesa, ma senza nascondere la verit\u00e0, il presule conduce uno studio teologico di una disarmante semplicit\u00e0, ripercorrendo il pensiero costante della Chiesa; non riuscendo a trovare una soluzione alla questione e vedendo la pericolosit\u00e0 della situazione si rivolge a Chi da Cristo ha ricevuto le chiavi, perch\u00e9 – per parafrasare il padre greco Teodoro Studita – la Sua parola, il Suo \u201ccalamo divino\u201d, i suoi scritti, hanno il potere di dissipare i branchi di lupi che infestano la casa di Dio: \u201cLupi graves irruerunt in aulam Domini (\u2026) habes potestatem a Deo\u2026 Terreto, supplicamus, haereticas feras calamo divini verbi tui<\/em>\u201d.<\/span><\/p>\n \u00a0<\/span> S.C.<\/strong><\/span><\/p>\n Seguono lo studio e la supplica di Mons. De Castro Mayer.<\/span><\/p>\n <\/p>\n 25 gennaio 1974<\/em><\/strong><\/span><\/p>\n Beatissimo Padre,<\/em><\/span><\/p>\n prostrato rispettosamente ai piedi di Vostra Santit\u00e0, chiedo venia di sottomettere alla Vostra considerazione gli studi allegati alla presente lettera.<\/em><\/span><\/p>\n L’invio di questi studi \u00e8 in ubbidienza all’ordine di Vostra Santit\u00e0, trasmesso con lettera dell\u2019Eminentissimo Cardinale Sebastiano Baggio all\u2019Eminentissimo Cardinale Vincente Scherer, della quale quest’ultimo mi ha messo al corrente a viva voce durante un nostro incontro a Rio de Janeiro il 24 settembre u.s.<\/em><\/span><\/p>\n Il 15 ottobre scorso, ho avuto l’onore di scrivere a Vostra Santit\u00e0 affermando il mio filiale rispetto a tali ordini.<\/em><\/span><\/p>\n Tra questi c’era quello per cui, nell’eventualit\u00e0 che “in coscienza io non fossi d’accordo con gli atti dell’attuale Magistero Ordinario della Chiesa”, “manifestassi liberamente alla Santa Sede” il mio parere. \u00c8 quel che faccio, con tutta la riverenza dovuta all\u2019Augusto Vicario di Ges\u00f9 Cristo, consegnando a Vostra Santit\u00e0 i tre studi allegati.<\/em><\/span><\/p>\n Con ci\u00f2 \u2013 si degni Vostra Santit\u00e0 notare \u2013 non faccio altro che un atto di ubbidienza alla Vostra veneranda determinazione. Gli apprezzamenti ivi espressi li ho concepiti durante anni di riflessione e di preghiera. Non \u00e8 nelle mie intenzioni renderli pubblici, poich\u00e9 sono certo che il mio riserbo sar\u00e0 gradito a Vostra Santit\u00e0.<\/em><\/span><\/p>\n Santo Padre, l’ubbidienza mi obbliga ora comunicare a Vostra Santit\u00e0 pensieri che forse vi cagioneranno afflizione. Lo faccio per\u00f2 con l’animo in pace, poich\u00e9 sono nella via della sincerit\u00e0 e dell\u2019ubbidienza in cui conto di rimanere con la grazia di Dio.<\/em><\/span><\/p>\n Per\u00f2, se \u00e8 tranquilla la mia coscienza allo stesso tempo \u00e8 triste il mio cuore.<\/em><\/span><\/p>\n Infatti tutta la mia vita di Sacerdote e di Vescovo \u00e8 stata segnata dall’impegno di essere, entro il mio limitato campo di azione, per la mia devozione senza restrizioni e la mia ubbidienza senza riserve motivo di grazia per i vari Papi sotto la cui autorit\u00e0 ho successivamente servito.<\/em><\/span><\/p>\n Invece, nella congiuntura presente, la devozione e l’ubbidienza mi portano a rattristare Vostra Santit\u00e0.<\/em><\/span><\/p>\n A questo punto mi viene alla mente un episodio della Storia di Francia del secolo scorso. Lo racconta Chateaubriand nelle <\/em>Memoires d’Outre Tombe. Una volta il re Luigi XVIII sollecitava la sua opinione circa una misura che il monarca aveva appena reso pubblica. La sincerit\u00e0 impediva allo scrivente di elogiare tale misura. Il timore per\u00f2 di rattristare il Re lo induceva tacere. Si \u00e8 sottratto dunque all\u2019esprimere il proprio pensiero. Accortosi di ci\u00f2, Luigi XVIII gli ha formalmente ordinato di parlare con tutta franchezza. Egli, rispondendo al nobile appello e prima di aprirsi al Re, gli ha fatto questa richiesta: “Sire, <\/em>pardonnez ma fidelit\u00e9“. \u00c8 quel che chiedo a Vostra Santit\u00e0: perdonatemi la fedelt\u00e0 con cui eseguo i Vostri ordini.<\/em><\/span><\/p>\n Imploro da Vostra Santit\u00e0 compassione per l’ubbidienza di questo Vescovo ormai settuagenario e che vive in questo momento l’episodio pi\u00f9 drammatico della propria esistenza. E chiedo a Vostra Santit\u00e0 almeno una particella di quella comprensione e benevolenza che tante volte avete manifestato non soltanto verso quelli che Vi stanno vicini, ma anche con persone estranee, e perfino nemiche del Gregge unico dell’unico Pastore.<\/em><\/span><\/p>\n Negli anni ha preso corpo nel mio spirito la convinzione che atti ufficiali di Vostra Santit\u00e0 non hanno quella consonanza, che con tutta l’anima desideravo vedere, con gli atti di Pontefici che Vi hanno preceduto.<\/em><\/span><\/p>\n Non si tratta chiaramente di atti garantiti dal carisma dell’infallibilit\u00e0. Cos\u00ec, quella mia convinzione non scuote in niente la mia fede senza riserve nelle definizioni del Concilio Vaticano I.<\/em><\/span><\/p>\n Timoroso di abusare del tempo prezioso del Vicario di Cristo, mi esimo da pi\u00f9 ampie considerazioni e mi limito a sottomettere all’attenzione di Vostra Santit\u00e0 tre studi:<\/em><\/span><\/p>\n 1 – riguardo la <\/em>Octogesima Adveniens;<\/em><\/span><\/p>\n 2 – riguardo la <\/em>Libert\u00e0 religiosa;<\/em><\/span><\/p>\n 3 – sul nuovo “<\/em>Ordo Missae” (di quest’ultimo \u00e8 autore l’avvocato Arnaldo Vidigal Xavier da Silveira, al cui pensiero mi associo).<\/em><\/span><\/p>\n Sar\u00e0 superfluo aggiungere che in questo momento, come in altri della mia vita, porter\u00f2 a compimento, in tutta la misura ordinata dalle leggi della Chiesa, il sacro dovere dell’ubbidienza. E in questo spirito, con il cuore di figlio ardente e devotissimo del Papa e della Santa Chiesa, accoglier\u00f2 qualsiasi parola di Vostra Santit\u00e0 riguardo a questo materiale.<\/em><\/span><\/p>\n In modo speciale supplico Vostra Santit\u00e0 di volermi comunicare:<\/em><\/span><\/p>\n Supplicando che Vostra Santit\u00e0 voglia concedere a me e alla mia Diocesi il prezioso beneficio della Benedizione Apostolica, sono di Vostra Santit\u00e0 figlio umile e ubbidiente.<\/em><\/span><\/p>\n Antonio De Castro Mayer<\/strong><\/span><\/p>\n Vescovo di Campos\u00a0\u00a0\u00a0\u00a0\u00a0\u00a0\u00a0\u00a0\u00a0\u00a0\u00a0\u00a0\u00a0\u00a0\u00a0\u00a0\u00a0\u00a0 <\/em><\/span><\/p>\n <\/p>\n Il 22 marzo 1974 il Nunzio Apostolico, Mons. Carmine Rocco, trasmise a S.E. Mons. Antonio de Castro Mayer la seguente risposta e null\u2019altro:<\/span><\/p>\n \u00abLe lettere del 25 gennaio u.s. dirette all\u2019Eminentissimo Card. Baggio e a Sua Santit\u00e0 Paolo VI, insieme con gli studi fatti da Vostra Eccellenza, sono pervenute a destinazione<\/em>\u00bb.<\/span><\/p>\n La libert\u00e0 religiosa<\/strong><\/span><\/p>\n In materia di libert\u00e0 religiosa nell’ordine civile, tre punti capitali, tra gli altri, sono assolutamente chiari nella tradizione cattolica:<\/span><\/p>\n \u00c8 quello che si deduce, per esempio, dai seguenti documenti:<\/span><\/p>\n Non si concilia con i documenti sopra citati la dottrina della “Dignitatis Humanae<\/em>” riguardo questa materia. Infatti nel n. 2 si legge: “Questo Concilio Vaticano dichiara che la persona umana ha il diritto della libert\u00e0 religiosa. Il contenuto di una tale libert\u00e0 \u00e8 che gli esseri umani devono essere immuni dalla coercizione da parte dei singoli individui, di gruppi sociali e di qualsivoglia potest\u00e0 umana, cos\u00ec che in materia religiosa nessuno sia forzato ad agire contro la sua coscienza n\u00e9 sia impedito, entro debiti limiti, di agire in conformit\u00e0 ad essa: privatamente o pubblicamente, in forma individuale o associata”.<\/span><\/p>\n Il testo \u00e8 chiaro e a rigore dispensa da commenti. C’\u00e8, secondo la Dichiarazione, un vero diritto[2]<\/strong><\/a><\/em> alla libert\u00e0 religiosa nel senso indicato. L’immunit\u00e0 dalla coercizione \u00e8 presentata come un diritto di tutti in relazione a tutti: individui, gruppi e Stato.<\/span><\/p>\n Si noti, perci\u00f2, che la Dichiarazione non considera situazioni concrete anche se molto frequenti che consiglierebbero la permissione<\/em>, la tolleranza<\/em> del culto falso. Al contrario, il testo prescinde dai fatti concreti e stabilisce come principio<\/em> che ogni uomo ha il diritto di agire secondo la propria coscienza, in privato come in pubblico, in materia religiosa.<\/span><\/p>\n I limiti alla libert\u00e0 religiosa stabiliti dalla Dichiarazione (“entro i dovuti limiti<\/em>“) non sono sufficienti, alla luce dell’insegnamento tradizionale dei Papi, per liberarla dai difetti segnalati[3]<\/a>.<\/span><\/p>\n Pi\u00f9 avanti il testo conciliare continua: “Questo diritto della persona umana alla libert\u00e0 religiosa deve essere riconosciuto e sancito come diritto civile nell’ordinamento giuridico della societ\u00e0<\/em>“.<\/span><\/p>\n Il testo \u00e8 chiaro. Il motivo per cui la Dichiarazione desidera che la libert\u00e0 religiosa, nei termini indicati, si converta in diritto civile, consiste nel fatto che, gi\u00e0 prima di qualsiasi disposizione legale, l’uomo avrebbe questo diritto. Si tratterebbe perci\u00f2 di un vero diritto naturale[4]<\/a>. Ebbene, questo principio si oppone all’insegnamento dei Papi precedenti.<\/span><\/p>\n Quel che causa perplessit\u00e0 \u00e8 il fatto che la “Dignitatis Humanae<\/em>” non soltanto difende la libert\u00e0 religiosa in termini che discordano con la tradizione, ma afferma “ex professo” \u2013 peraltro senza addurre le prove \u2013 che la sua posizione non si scontra con gli insegnamenti tradizionali: “E poich\u00e9 la libert\u00e0 religiosa, che gli esseri umani esigono nell’adempiere il dovere di onorare Iddio, riguarda l’immunit\u00e0 dalla coercizione nella societ\u00e0 civile, essa lascia intatta la dottrina tradizionale cattolica sul dovere morale dei singoli e delle societ\u00e0 verso la vera religione e l’unica Chiesa di Cristo<\/em>“.<\/span><\/p>\n
\nIl testo \u00e8 del 1974, ma merita d\u2019essere riproposto per le caratteristiche accennate e per la penna che lo scrisse, riflettendo apertamente all\u2019esigenza di un\u2019interpretazione autentica del testo controverso, senza escludere che il Sommo Pontefice possa procedere ad una revisione del testo, il quale non gode dell\u2019infallibilit\u00e0.<\/span><\/p>\n\n
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