{"id":1849,"date":"2022-09-12T11:11:00","date_gmt":"2022-09-12T09:11:00","guid":{"rendered":"https_3A//arcangelosanmichele.altervista.org/@p=1849"},"modified":"2022-09-12T11:11:43","modified_gmt":"2022-09-12T09:11:43","slug":"perche-la-gnosi-e-agli-antipodi-del-cristianesimo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/arcangelosanmichele.altervista.org\/perche-la-gnosi-e-agli-antipodi-del-cristianesimo\/","title":{"rendered":"Perch\u00e9 la gnosi \u00e8 agli antipodi del cristianesimo"},"content":{"rendered":"

fonte brigataperladifesadellovvio.com<\/a> 12\/09\/2022<\/p>\n

Autore Francesco Lamendola<\/span><\/strong><\/span><\/p>\n

Abbiamo sostenuto pi\u00f9 volte che la filosofia moderna ha seguito un percorso obbligato,<\/strong>\u00a0una volta gettate le basi soggettiviste e antimetafisiche di Cartesio e di Kant; che nella svolta da essa rappresentata, rispetto alla filosofia classica, vi \u00e8 stata, probabilmente, una cabina di regia, della quale ovviamente i singoli pensatori erano solo in parte, o non lo erano affatto, consapevoli; che il pensiero cabalistico e gnostico, di cui essa \u00e8 profondamente intessuta, \u00e8 radicalmente incompatibile con il cristianesimo, e che tale presenza e tale incompatibilit\u00e0 ben difficilmente possono ritenersi frutto del caso, d\u2019un processo spontaneo, ma che molti indizi lasciano supporre esser stato \u2018pilotato\u2019 in quel senso, per imprimere una svolta irreversibilmente anticristica e anticristiana all\u2019intero sviluppo della civilt\u00e0 occidentale.<\/span><\/p>\n

Della Cabala abbiamo gi\u00e0 detto qualcosa, come pure dei punti qualificanti<\/strong>\u00a0che differenziano in modo irrevocabile la filosofia moderna da quella classica; ci resta da dire qualcosa dello gnosticismo, che molti storici della religione si ostinano a vedere semplicemente come un\u2019eresia, o una costellazione di eresie, fermentate all\u2019interno del cristianesimo; oppure, il che sembra tutt\u2019altra cosa, ma in realt\u00e0 non lo \u00e8, che sia stato un insieme di scuole, di culti, di dottrine, nati e cresciuti parallelamente allo sviluppo del cristianesimo nel bacino orientale del Mediterraneo e nelle regioni del Medio Oriente a cavallo fra l\u2019ellenismo e il mondo iranico, dal quale avrebbe preso numerosi spunti mitologici e teologici. In realt\u00e0, forse la questione dello gnosticismo diventa pi\u00f9 chiara se la si inquadra nella prospettiva sopra accennata: cio\u00e8 come la volont\u00e0 d\u2019infiltrare dall\u2019interno il cristianesimo, introducendovi elementi sincretisti di tutt\u2019altra origine (zoroastriana, manichea, mitriaca, ebraica e forse anche induista o buddista) e di accentuare ed esasperare elementi di origine platonica e soprattutto neoplatonica, in una fase storica che vedeva il cristianesimo impegnato ad assorbire e per cos\u00ec dire cercar di metabolizzare elementi importanti del pensiero greco, facendo perno sull\u2019idealismo platonico e non certo sul realismo aristotelico che, per varie ragioni, verr\u00e0 \u201csdoganato\u201d dai teologi cristiani ed entrer\u00e0 a far parte della filosofia cristiana solo molto pi\u00f9 tardi, in particolare con la mediazione decisiva dei commentatori arabi, e poi di sant\u2019Alberto Magno e di san Tommaso d\u2019Aquino.<\/span><\/p>\n

L\u2019assoluta e radicale incompatibilit\u00e0 di cristianesimo e gnosi si evince chiaramente<\/strong>\u00a0anche da ci\u00f2 che scrive dello il grande storico delle religioni Mircea Eliade (da: Eliade,\u00a0Storia delle credenze e delle idee religiose<\/em>, vol. 2, Da Gautama Buddha al trionfo del cristianesimo<\/em>\u00a0(titolo originale:\u00a0Histoire des croyances et des id\u00e9es religieuses<\/em>, Paris, Payot; trad. di M. A. Massimello e G. Schiavoni, Firenze, Sansoni, 1980, 1990, pp. 372-374):<\/span><\/p>\n

\u00c8 difficile precisare l\u2019origine della corrente spirituale nota con il nome di gnosticismo. Occorre innanzitutto distinguerla dalle numerose gnosi ad essa precedenti o contemporanee, che facevano pare di arie religioni dell\u2019epoca (lo zoroastrismo, i Misteri, il giudaismo, il cristianesimo); gnosi, quelle (\u2026) che comportavano un insegnamento esoterico. Aggiungiamo che quasi tutti i temi mitologici ed escatologici trattati dagli autori gnostici sono anteriori allo gnosticismo\u00a0 \u201cstricto sensu\u201d; alcuni sono attestati nell\u2019Iran antico e nell\u2019India del tempo delle Upanishad, nell\u2019orfismo e nel platonismo; altri caratterizzano invece il sincretismo di tipo ellenistico, il giudaismo biblico e inter-testamentario, o le prime espressioni del cristianesimo. Tuttavia, ci\u00f2 che definisce lo gnosticismo \u201cstricto sensu\u201d non \u00e8 l\u2019integrazione pi\u00f9 o meno organica di un certo numero di elementi disparati, bens\u00ec la reinterpretazione audace e singolarmente pessimistica di alcuni miti, idee e teologumeni di larga diffusione in quell\u2019epoca.<\/em><\/span><\/p>\n

Una formula della gnosi valentiniana, trasmessaci da Clemente Alessandrino, afferma che la liberazione si ottiene conoscendo \u00abquel che siamo e quel che siamo divenuti; dove siamo e dove siamo stati gettati; verso quale fine ci affrettiamo e da dove noi siamo riscattati; che cos\u2019\u00e8 la nascita e che cos\u2019\u00e8 la rigenerazione\u00bb (Estratti da Teodoto, 78,2). A differenza delle Upanishad, del Samkhya-Yoga e del buddhismo \u2013 i quali evitano accuratamente di discutere sulle causa prima della decadenza umana, – la conoscenza redentrice insegnata dagli gnostici consiste anzitutto nella rivelazione di una \u201cstoria segreta\u201d (o, pi\u00f9 esattamente, rimasta segreta per i non iniziati): l\u2019origine della creazione del Mondo, l\u2019origine del Male, il dramma del Redentore divino disceso sulla Terra per salvare gli uomini e la vittoria finale del Dio trascendente, vittoria che si tradurr\u00e0 nella conclusione della Storia e dell\u2019annientamento del Cosmo. Si tratta di un\u00a0<\/em>MITO TOTALE<\/em>, che concerne tutti gli avvenimento decisivi, dall\u2019origine del mondo fino al presente e che, dimostrandone l\u2019interdipendenza, garantisce la credibilit\u00e0 dell\u2019\u201deschaton\u201d. (\u2026)<\/em><\/span><\/p>\n

Per ritornare alla formula valentiniana, lo gnostico apprende che il suo\u00a0<\/em>VERO ESSERE<\/em>\u00a0(cio\u00e8 il suo essere spirituale), \u00e8 di origine e di natura divine, sebbene attualmente\u00a0 si trovi prigioniero in un corpo; egli viene anche a sapere che abitava una regione trascendentale, ma che fu in seguito scaraventato in questo basso mondo; ma che egli avanza rapidamente verso la salvezza e finir\u00e0 per essere liberato dalla sua prigione carnale; scopre infine\u00a0 che, mentre la sua nascita equivaleva a una caduta nella materia, la sua \u2018rinascita\u2019 sar\u00e0 di ordine puramente spirituale. Le idee fondamentali sono, per sintetizzare: il dualismo spirito\/materia, divino (= trascendente)\/anti-divino; il mito della caduta dell\u2019anima (= spirito, particella divina), e cio\u00e8 l\u2019incarnazione in un corpo (assimilato a una prigione); la certezza della liberazione (la \u2018salvezza\u2019), ottenuta grazie alla gnosi.<\/em><\/span><\/p>\n

Di primo acchito, si direbbe che ci troviamo di fronte a uno sviluppo smisurato, anticosmico e pessimistico, del dualismo orfico-platonico. In realt\u00e0, il fenomeno \u00e8 pi\u00f9 complesso. Il dramma dell\u2019umanit\u00e0 \u2013 e cio\u00e8 la caduta e la redenzione \u2013 riflette il dramma divino: Dio invia nel mondo un essere primordiale, o il proprio Figlio, per salvare gli uomini; questo essere trascendente subisce tutte le conseguenze umilianti dell\u2019incarnazione, ma riesce a rivelare a pochi eletti la vera gnosi redentrice, prima di ritornare infine in Cielo. Alcune varianti amplificano in senso ancor pi\u00f9 drammatico la discesa del Figlio o dell\u2019Essere trascendente: esso viene catturato dalle Potenze demoniache e, abbrutito dall\u2019immersione nella materia, dimentica la propria identit\u00e0; Dio gli invia allora un Messaggero che, \u2018svegliandolo\u2019, lo aiuta a ricuperare la coscienza di se stesso (\u00e8 questo il mito del \u2018Salvatore salvato\u2019), splendidamente narrato nell\u2019\u201dInno alla Perla\u201d). (\u2026)<\/em><\/span><\/p>\n

Malgrado alcuni paralleli iranici, il modello\u00a0<\/em>IMMEDIATO<\/em>\u00a0del Salvatore-messaggero di Dio \u00e8 evidentemente Ges\u00f9 Cristo. I testo scoperti nel 1945 a Nag Hammadi, nell\u2019Alto Egitto, dimostrano l\u2019origine giudeo-cristiana di alcune importanti scuole gnostiche, anche se le loro teologie e le loro morali sono radicalmente diverse da quelle professate dal giudaismo e dal cristianesimo. Anzitutto, per gli gnostici, il vero Dio non \u00e8 il Dio Creatore, vale a dure Jahv\u00e8: la Creazione \u00e8 opera delle Potenze inferiori, anzi diaboliche; o ancora, il Cosmo costituisce la contraffazione pi\u00f9 o meno demoniaca di un mondo superiore \u2013 concezioni, queste, inconcepibili, tanto per i giudei, quanto per i cristiani,. \u00c8 vero che, nel tardo paganesimo, la cosmogonia aveva perso ogni significato religioso positivo; ma gli gnostici si spingono ancora pi\u00f9 oltre: non soltanto la creazione del mondo non costituisce pi\u00f9 una prova dell\u2019onnipotenza divina, ma essa viene addirittura spiegata come un incidente sopravvenuto nelle regioni superiori, o come il risultato dell\u2019aggressione primordiale delle Tenebre contro la Luce (\u2026). L\u2019esistenza incarnata, poi, lungi dall\u2019inquadrarsi in una \u2018storia santa\u2019, come la intendevano i giudei e i cristiani, conferma e illustra la caduta dell\u2019anima: per lo gnostico, l\u2019unico obiettivo dego di essere perseguito \u00e8 la liberazione di questa particella divina e la sua risalita verso le sfere celesti.<\/em><\/span><\/p>\n

Potremmo continuare citando altri passaggi,<\/strong>\u00a0ma questi crediamo che siamo pi\u00f9 che sufficienti a chiarire le idee un po\u2019 confuse di certi \u201ccattolici\u201d e a mostrare la radicale antitesi e l\u2019assoluta inconciliabilit\u00e0 esistente fra le svariate forme e correnti del pensiero gnostico (comprese quelle che assume, vestendo i panni della modernit\u00e0, in numerose filosofie post-cartesiane e perfino nella teologia pi\u00f9 recente) e la Rivelazione cristiana.<\/span><\/p>\n

\u00c8 tuttavia possibile che, a uno sguardo superficiale,<\/strong>\u00a0balzi all\u2019occhio una certa qual somiglianza con certe posizioni cristiane, specie della cristianit\u00e0 medievale, relative al disprezzo della condizione terrena e alla svalutazione pressoch\u00e9 totale della dimensione fisica della vita umana; posizione che, in verit\u00e0, traggono la loro radice ultima non nel cristianesimo stesso, ma nel platonismo e nel neoplatonismo: nell\u2019idea platonica del corpo come carcere o tomba del\u2019anima, e nell\u2019idea plotiniana che \u00e8 una cosa vergognosa e umiliante possedere un corpo, con tutte le sue necessit\u00e0 e i suoi bisogni. Lotario Diacono (che sarebbe diventato papa col nome di Innocenzo III, dal 1198 al 1216), nel\u00a0De contemptu mundi<\/em>, far\u00e0 una descrizione feroce delle miserie inerenti la condizione corporale:; per\u00f2 si dimentica che tali posizioni sono sempre state sostanzialmente marginali nel cristianesimo e non ne rivelano l\u2019intima concezione antropologica, anzi ne tradiscono il sostanziale fraintendimento. In realt\u00e0, il pessimismo antropologico e quello addirittura cosmico presentano delle analogie piuttosto superficiali con le teologie e le soteriologie gnostiche: infatti nel cristianesimo si tratta di un aspetto, per quanto impressionante, nel complesso secondario; mentre nello gnosticismo \u00e8 un aspetto centrale e fondante. Nella gnosi, infatti, il mondo \u00e8 intrinsecamente cattivo; \u00e8 radicalmente cattivo; e Dio o lo ha \u201csubito\u201d, nel senso che lo creato controvoglia e inconsapevolmente, oppure si \u00e8 pentito poi averlo creato, lo ha distrutto e rifatto pi\u00f9 volte (come insegnano certe scuole gnostiche) e solo alla fine, malvolentieri, si \u00e8 adattato a riconoscere lo stato di fatto, mandando per\u00f2 il suo emissario per redimere gli uomini non dal male e dal peccato, ma dal fatto stesso di essere uomini, se l\u2019uomo \u00e8 una creatura formata di anima e di corpo, e per la quale anche il corpo ha un significato, che non \u00e8 solo di ostacolo e d\u2019impedimento al raggiungimento del fine cui \u00e8 stato ordinato, ma possiede anche una sua intrinseca necessit\u00e0, e quindi una sua dignit\u00e0 e una sua sacralit\u00e0, che riemerge in maniera eloquente, ad esempio, in occasione delle esequie funebri. Infatti la cura di conservare il corpo, inumandolo, non si spiegherebbe nel corso dei secoli, se i cristiani considerassero una disgrazia il fatto di avere un corpo (e anche da ci\u00f2 si vede come la recente abitudine di ricorrere alla cremazione dei corpi, anzich\u00e9 alla loro inumazione, rivela il fatto che i cristiani sono ancora tali solo formalmente, ma nella sostanza sono diventati, o meglio stanno ridiventando, pagani).<\/span><\/p>\n

No, la cosa pi\u00f9 importante non \u00e8 una certa vaga rassomiglianza<\/strong>\u00a0con un certo qual pessimismo antropologico; bens\u00ec la profonda, radicale, insormontabile e inconciliabile differenza per ci\u00f2 che riguarda l\u2019impianto complessivo della cosmogonia e di tutta la teologia cristiana e cattolica rispetto a quelle delle varie forme e scuole dello gnosticismo. Nel cristianesimo, che in questo caso si rif\u00e0 interamente all\u2019ebraismo, Dio crea il mondo (una volta sola, e senza alcun pentimento) e si compiace di tutto ci\u00f2 che vi ha posto:\u00a0e vide che era cosa buona<\/em>, come dice ripetutamente il racconto della\u00a0Genesi<\/em>. Pertanto il mondo non \u00e8 qualcosa di diabolico, e non lo diviene neppure dopo il peccato originale; ma qualcosa d\u2019intrinsecamente buono, perch\u00e9 uscito dalle mani sapienti e amorevoli di Dio stesso, non per emanazione (dunque inconsapevolmente) ma per un atto creativo perfettamente consapevole e pienamente intenzionale. Pertanto, la Redenzione non \u00e8 redenzione dal mondo in quanto tale, bens\u00ec redenzione da quella inclinazione alla concupiscenza, anticamera del peccato, che \u00e8 la conseguenza del Peccato originale. Il mondo in se stesso, al pari dell\u2019umanit\u00e0, soffre e geme come nelle doglie del parto, dice san Paolo (cfr.\u00a0Romani<\/em>, 18,22), in attesa della Redenzione: non anela ad essere annichilito, se con ci\u00f2 s\u2019intende una distruzione che cancelli ogni traccia dell\u2019esistente come si fosse trattato d\u2019un esperimento non riuscito, di un errore cosmico della divinit\u00e0. Niente affatto: le cose, che sono intrinsecamente buone (grande intuizione della filosofia di san Tommaso), anelano al riscatto, non alla distruzione: ad essere cio\u00e8 trasfigurate e trasportate in una dimensione pi\u00f9 alta, senza cancellarsi e senza scomparire nel nulla. I corpi risorti saranno corpi di luce, ma saranno ancora corpi (cfr.\u00a0Marco<\/em>, 12,18-27): e il fatto stesso che il Verbo si \u00e8 incarnato in un corpo indica che, da parte di Dio, non vi \u00e8 alcun pentimento rispetto alla creazione materiale, n\u00e9 alcuna intenzione di farla dimenticare alle creature, ma, al contrario, di redimerle nella carne, per poi farle risorgere nella carne.<\/span><\/p>\n

Il cristianesimo \u00e8 realista e, se si vuole, radicalmente ottimista<\/strong>\u00a0quanto alla destinazione finale del creato; il quale \u00e8 stato fatto per il bene e non per la distruzione irrevocabile. Tutte le cose che sono buone quaggi\u00f9 (perch\u00e9 ve ne sono anche di cattive, ma non di una malvagit\u00e0 intrinseca e originaria, bens\u00ec come effetto di una perdita del bene che originariamente possedevano), non cesseranno di esistere, ma rinasceranno in Cristo e vivranno per sempre. Questa \u00e8 la grande novit\u00e0 del cristianesimo: che \u00e8 un messaggio di fede nell\u2019esistente e di speranza nel futuro, non di pessimismo radicale e di radicale nichilismo. Il vero cristianesimo non vede affatto nel mondo materiale un carcere, una tomba e una maledizione, anche se aspira a liberarsi dalle costrizioni che appartengono alla finitezza per fare ritorno alla patria celeste. La quale non \u00e8 la negazione e l\u2019esatto opposto della condizione terrena, ma \u00e8 la trasfigurazione di quest\u2019ultima, la sua radicale spiritualizzazione: e in ci\u00f2 consiste la sua redenzione.\u00a0Io non sono venuto per condannare il mondo<\/em>, dice Ges\u00f9 Cristo perfino quando parla del \u201cmondo\u201d in senso teologico e negativo, cio\u00e8 per indicare l\u2019insieme delle forze che si oppongono intenzionalmente alla sua Redenzione \u2013\u00a0ma per salvare il mondo<\/em>\u00a0(Giovanni<\/em>, 12,47).<\/span><\/p>\n

L\u2019idea di un Messaggero (si noti, non di un Redentore) mandato da Dio<\/strong>\u00a0per ricordare agli uomini la loro natura divina, e che poi se ne scorda a sua volta, e deve essere a sua volta richiamato e salvato; nonch\u00e9 l\u2019idea che tale soteriologia \u00e8 riservata a quei pochi che intendono il messaggio esoterico dei Ges\u00f9, sono del pari inconciliabili con il vero cristianesimo, che \u00e8 dottrina di salvezza rivolta a tutti, perch\u00e9, se non fosse tale, non la si potrebbe neppur definire Evangelo, vale a dire \u201cbuona novella\u201d. Una lieta novella, una novella di salvezza soprannaturale, riservata solamente ai pochi capaci della vera conoscenza, che razza di lieta novella sar\u00e0 mai? E se la salvezza avviene per merito della gnosi, cio\u00e8 della conoscenza segreta, a che serve il Sacrificio gratuito di Ges\u00f9 Cristo sul legno della croce? Sacrificio che non \u00e8 affatto vergognoso e umiliante, come appare alle scuole gnostiche (costrette, per tale motivo, ad inventarsi una presenza solo apparente di Ges\u00f9 sul patibolo) ma segna, al contrario, il trionfo sublime di Dio fattosi uomo per amore degli uomini, che per essi muore e risorge vittorioso il terzo giorno, come aveva promesso. E poi, se Dio avesse creato un mondo cattivo, sarebbe egli stesso non Dio, ma il Diavolo: e in tal caso, sarebbe necessario un\u00a0altro<\/em>\u00a0Dio per il riscatto dal male di esistere. Ma ci\u00f2 equivarrebbe a porre il Bene e il Male, la Luce e le Tenebre, sullo stesso piano ontologico, come principi opposti e complementari, che in certo qual modo hanno bisogno l\u2019uno dell\u2019altro.\u00a0E a quel punto ci vuole davvero un Hegel per\u00a0superare<\/em>\u00a0tale dualismo ontologico \u2013 ma solo a parole.<\/strong><\/span><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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