{"id":107,"date":"2022-02-05T17:13:53","date_gmt":"2022-02-05T16:13:53","guid":{"rendered":"../le-xxiv-tesi-del-tomismo-contengono-lessenza-della-filosofia-tomistica-e-mettono-in-guardia-contro-i00C45317ED"},"modified":"2022-02-23T17:51:04","modified_gmt":"2022-02-23T16:51:04","slug":"le-xxiv-tesi-del-tomismo-contengono-lessenza-della-filosofia-tomistica-e-mettono-in-guardia-contro-i-pericoli-della-falsa-metafisica","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/arcangelosanmichele.altervista.org\/le-xxiv-tesi-del-tomismo-contengono-lessenza-della-filosofia-tomistica-e-mettono-in-guardia-contro-i-pericoli-della-falsa-metafisica\/","title":{"rendered":"\u2018Le XXIV Tesi del Tomismo\u2019 contengono l\u2019essenza della filosofia tomistica e mettono in guardia contro i pericoli della falsa metafisica"},"content":{"rendered":"
fonte doncurzionitoglia.wordpress.com<\/a> 12\/12\/2011<\/p>\n <\/p>\n \u201cEcclesia edixit doctrinam Thomae esse suam\u201d (Benedetto XV, Enciclica Fausto appetente die, 1921).<\/span> <\/em><\/p>\n *<\/p>\n \u25cfIl Magistero della Chiesa, con la Lettera al Generale dei Francescani del 13 dicembre del 1885 di Leone XIII, il quale in essa applica i princ\u00ecpi dell\u2019enciclica sulla rinascita del tomismo Aeterni Patris (1879) al caso concreto dell\u2019insegnamento della dottrina tomistica anche presso tutti gli altri ordini religiosi (con particolare riferimento ai figli di S. Francesco) e al clero secolare, recita: \u00abL\u2019allontanarsi dalla dottrina del Dottore Angelico \u00e8 cosa contraria alla Nostra volont\u00e0, e, assieme, \u00e8 cosa piena di pericoli. [\u2026]. Coloro i quali desiderano di essere veramente filosofi, e i religiosi sopra tutti ne hanno il dovere, debbono collocare le basi e i fondamenti della loro dottrina in S. Tommaso d\u2019Aquino\u00bb[1]<\/a>.<\/span><\/p>\n \u25cfCon la promulgazione del motu proprio \u201cDoctoris Angelici\u201d del 29 giugno del 1914 San Pio X imponeva come testo scolastico la Summa Theologiae di San Tommaso alle facolt\u00e0 teologiche, sotto pena d\u2019invalidarne i gradi accademici. Papa Sarto richiamava l\u2019obbligo di insegnare i princ\u00ecpi fondamentali e le tesi pi\u00f9 salienti del tomismo (\u201cprincipia et pronuntiata majora\u201d)[2]<\/a>.<\/span><\/p>\n San Pio X incaric\u00f2 nell\u2019inverno del 1914 il padre gesuita Guido Mattiussi di \u201cprecisare il pensiero di S. Tommaso sulle questioni pi\u00f9 gravi in materia filosofica, e di condensarle in pochi enunciati chiari ed inequivocabili\u201d[3]<\/a>. Partecip\u00f2 al lavoro anche Mons. Giuseppe Biagioli, professore di teologia dogmatica presso il Seminario di Fiesole[4]<\/a>. Nell\u2019estate del 1914 il card. Lorenzelli, Prefetto della \u2018S. Congregazione degli Studi\u2019, present\u00f2 le XXIV Tesi compilate da Mattiussi e Biagioli a San Pio X, che le approv\u00f2 il 27 luglio del 1914. Benedetto XV impose a p. Mattiussi di scrivere su La Civilt\u00e0 Cattolica un \u2018Commento delle XXIV Tesi\u2019, che fu poi pubblicato a Roma dall\u2019Editrice Gregoriana nel 1917.<\/span><\/p>\n Il 7 marzo 1916 la \u2018S. Congregazione degli Studi\u2019 a nome del papa Benedetto XV stabil\u00ec che \u201cTutte le XXIV Tesi filosofiche esprimono la genuina dottrina di San Tommaso e son proposte come sicure (tutae) norme direttive\u201d[5]<\/a>. Tuttavia \u00abil Papa, pur insistendo \u201cdoversi proporre tutte le Tesi della dottrina di san Tommaso quali sicure regole direttive\u201d, non imponeva il dovere di abbracciarle con assenso interno. Evidentemente Benedetto XV non voleva dare alle XXIV Tesi un valore dogmatico, ma un valore di alta importanza disciplinare [\u2026], come la dottrina preferita dalla Chiesa\u00bb[6]<\/a>. Il Magistero ecclesiastico con papa Benedetto XV, il 7 marzo 1917, decise che \u00able XXIV Tesi dovessero essere proposte come regole sicure di direzione intellettuale. [\u2026] Nel 1917 il \u2018CIC\u2019 nel canone 1366 \u00a7 2 diceva: \u201cIl metodo, i princ\u00ecpi e la dottrina di S. Tommaso devono esser seguiti santamente o con rispetto religioso\u201d. Tra le fonti indicate il \u2018Codice\u2019 addita il \u2018Decreto di approvazione delle XXIV Tesi\u2019\u00bb[7]<\/a>. Sempre papa Giacomo Della Chiesa nell\u2019Enciclica Fausto appetente die (29 giugno 1921) insegna: \u00abLa Chiesa ha stabilito che la dottrina di S. Tommaso \u00e8 anche la sua propria dottrina (\u201cThomae doctrinam Ecclesia suam propriam esse edixit\u201d)\u00bb. Pio XI nell\u2019enciclica Studiorum ducem (1923) ha ribadito e riconfermato l\u2019insegnamento delle encicliche di Leone XIII, S. Pio X e Benedetto XV. Per cui se per un atto di estrema bont\u00e0 la Chiesa permette o tollera che si insegni lo scotismo e il suarezismo, \u00e8 certo che la sua dottrina \u00e8 quella di S. Tommaso: \u201cEcclesia edixit doctrinam Thomae esse suam\u201d (Benedetto XV, Fausto appetente die, 1921).<\/span><\/p>\n *<\/span><\/p>\n \u25cfLa I delle Tesi insegna la distinzione reale tra atto\/potenza[8]<\/a>, e cos\u00ec anche la III e la VI. La distinzione tra potenza\/atto, essenza\/essere \u00e8 una verit\u00e0 evidente e necessaria, che poggia sul principio per s\u00e9 noto di identit\u00e0 e non-contraddizione (potenza = potenza, atto = atto, potenza \u2260 atto). Negare esplicitamente questa Tesi significa negare implicitamente anche il primo dei princ\u00ecpi per s\u00e9 noti ed evidenti quoad omnes. \u00abLa potenza non \u00e8 l\u2019atto, per quanto imperfetto si supponga (come hanno invece pensato Scoto e Suarez). Se la potenza fosse atto imperfetto, non si distinguerebbe realmente dall\u2019atto. \u00c8 questo l\u2019indirizzo che prenderanno Scoto e Suarez. [\u2026]. L\u2019essenza finita o potenza non \u00e8 il suo essere o atto, ed \u00e8 realmente distinta da esso. Dio solo, quale \u2018Atto puro da ogni potenza\u2019, \u00e8 il suo Essere, Egli \u00e8 l\u2019Ipsum Esse Subsistens. [\u2026]. La potenza obbedienziale \u00e8 passiva e non attiva, altrimenti sarebbe nello stesso tempo naturale e soprannaturale. [\u2026]. Si spiega allora come la \u2018S. Congregazione degli Studi\u2019 abbia dichiarato riguardo alle XXIV Tesi: \u201csiano proposte come regole sicure di direzione intellettuale e dottrinale\u201d\u00bb[9]<\/a>.<\/span><\/p>\n \u25cfLa IV Tesi insegna l\u2019analogia (di proporzionalit\u00e0 e di attribuzione) dell\u2019essere contro l\u2019univocit\u00e0 insegnata da Scoto. La XVIII Tesi insegna che l\u2019oggetto proprio della conoscenza umana \u00e8 la quidditas intelligibilis rei sensibilis; l\u2019essenza intelligibile della cosa sensibile[10]<\/a>, mentre Scoto insegna che \u00e8 l\u2019essere comune o generico. Si vede cos\u00ec che in molti punti essenziali della metafisica il Magistero ecclesiastico raccomanda S. Tommaso e implicitamente si discosta da Scoto e Suarez, il quale ha tentato una conciliazione o un sistema sincretistico tra l\u2019Aquinate e Scoto, il quale si allontana diametralmente dall\u2019Angelico.<\/span><\/p>\n \u25cfLa XXIII Tesi tomistica insegna la distinzione reale tra essenza ed essere[11]<\/a> (riallacciandosi alla I, che distingue realmente potenza e atto) e ne tira la conclusione che \u201cin solo Deo essentia et esse sunt idem\u201d[12]<\/a>. Ora le creature sono composte realmente di essenza\/potenza[13]<\/a> ed essere\/atto, esse sono sostanzialmente differenti dall\u2019\u2018Atto puro\u2019 da ogni potenza, \u2018Essere per sua essenza\u2019, ossia Dio.<\/span><\/p>\n \u25cfLa Ventiquattresima ed ultima proposizione delle XXIV Tesi del Tomismo insegna: \u201cNessun agente creato influisce nell\u2019essere di qualsiasi effetto, se non in forza di una mozione ricevuta dalla causa prima\u201d. Vale a dire l\u2019uomo non pu\u00f2 produrre un atto buono se prima non \u00e8 stato mosso dalla causa prima che \u00e8 Dio. Essa \u00e8 l\u2019ultima conclusione della Prima delle XXIV Tesi del Tomismo, la quale distingue potenza da atto e afferma \u2013 contro la dottrina molinista sulla grazia e la salvezza soprannaturale \u2013 che la potenza non passa all\u2019atto da s\u00e9 ma solo se \u201cpre-mossa\u201d da un ente gi\u00e0 in atto. Come pure la III e VI Tesi, che insegnano la distinzione reale di essenza ed essere negli enti creati. Mentre solo Dio \u00e8 il suo stesso essere e agire, per cui l\u2019ente creato non pu\u00f2 agire da se stesso poich\u00e9 riceve l\u2019essere e l\u2019agire ab alio ossia da Dio e deve essere creato, conservato nell\u2019essere e pre-mosso da Lui. Il tomismo non parla di \u201cconcorso simultaneo\u201d, di mozione alla pari o \u201cparallela\u201d tra Dio e l\u2019uomo (come invece fa il molinismo), ma di pre-mozione.<\/span><\/p>\n *<\/span><\/p>\n \u25cfAllontanarsi dalla metafisica dell\u2019essere come actus ultimus omnium essentiarum comporta un grave pericolo di conclusioni disastrose. \u00abIl pi\u00f9 piccolo errore intorno alle prime nozioni di essere ecc., produce conseguenze incalcolabili, come ricordava San Pio X, citando queste parole di S. Tommaso: \u201cParvus error in principio, magnus est in fine\u201d. Se si rigetta la prima della XXIV Tesi, tutte le altre perdono il loro valore\u00bb[14]<\/a>.<\/span><\/p>\n \u25cfSi capisce allora perch\u00e9 San Pio X insegna nella Pascendi (8 settembre 1907) e nel Giuramento anti-modernista Sacrorum Antistitum (1\u00b0 settembre 1910): \u201cAmmoniamo i maestri di filosofia e teologia che facciano bene attenzione a ci\u00f2: allontanarsi anche solo un po\u2019 dall\u2019Aquinate, specialmente in metafisica, comporta un grave pericolo\u201d.<\/span><\/p>\n \u25cfIl tomismo \u00e8 la dottrina preferita dalla Chiesa e S. Tommaso \u00e8 il Dottore Comune o Ufficiale di Essa, ma la Chiesa non impedisce che si insegnino altri sistemi filosofici non esplicitamente eterodossi (lo scotismo e il suarezismo), anche se mette in guardia dalle conclusioni pericolose che se ne possono trarre: \u201cAl di sopra di tutti gli infruttuosi esperimenti (di apertura alla modernit\u00e0) la Chiesa segue la sua strada e ci ricorda via via quello che realmente ci aiuta a non allontanarcene. Questo ha fatto approvando le XXIV Tesi. Se i problemi del momento (la nouvelle th\u00e9ologie) si van facendo sempre pi\u00f9 gravi, questa \u00e8 una ragione per ritornare a studiare e capire la vera dottrina di S. Tommaso intorno all\u2019essere, alla verit\u00e0, al valore dei primi princ\u00ecpi dai quali si risale con certezza all\u2019esistenza di Dio. [\u2026]. Si tratta dei princ\u00ecpi direttivi del pensiero e della vita morale, tanto pi\u00f9 necessari quanto pi\u00f9 le condizioni dell\u2019esistenza umana si fanno maggiormente difficili e richiedono certezze pi\u00f9 ferme\u201d[15]<\/a>.<\/span><\/p>\n d. CURZIO NITOGLIA<\/strong><\/span><\/p>\n 12 dicembre 2011<\/em><\/span><\/p>\n \u00a0[1]<\/a> I migliori manuali di filosofia e teologia tomistica sono i seguenti: Filosofia: Eduard Hugon, Cursus philosophiae thomisticae 3 voll., Parigi; F. Maquart, Elementa philosophiae, 4 voll., Parigi; C. Boyer, Cursus philosophiae, 2 voll., Parigi; N. Del Prado, De veritate fondamentali philosophiae christianae, Friburgo; G. Mattiussi, Le XXIV Tesi della filosofia di S. Tommaso, Roma; Battista Mondin, Filosofia sistematica, 6 voll., ESD, Bologna; Sofia Vanni Rovighi, Elementi di Filosofia, 3 voll., Brescia, La Scuola. Le \u201cEdizioni Verbo Incarnato\u201d di Segni (Roma) stanno ristampando l\u2019opera omnia di Cornelio Fabro, quelle fondamentali sono: La nozione metafisica di partecipazione, 1939; Partecipazione e causalit\u00e0, 1961; Introduzione all\u2019ateismo moderno, 1964; L\u2019uomo e il rischio di Dio, 1967; Introduzione a S. Tommaso, 1983.<\/p>\n Teologia dogmatica: E. Hugon, Tractatus dogmatici, 3 voll., Parigi; V. Zubizarreta, Theologia dogmatico-scholastica, 4 voll., Bilbao; L. Ott, Compendio di Teologia dogmatica, Marietti, Torino; B. Bartmann, Manuale di Teologia dogmatica, 3 voll., Paoline; G. Casali, Somma di Teologia dogmatica, Lucca; P. Parente-A. Piolanti-S. Garofalo, Dizionario di Teologia dommatica, Roma, Studium, 1957. Apologetica: R. Garrigou-Lagrange, De Revelatione, 2 voll., Roma; J. Salaverri, De Ecclesia Christi, Madrid; A. Lang, Compendio di apologetica, Marietti, Torino. Teologia morale: B.M. Merkelbach, Summa Theologiae moralis, 4 voll., Parigi; D. Pr\u00fcmmer, Manuale theologiae moralis, 3 voll., Firburgo; F. Roberti-P. Palazzini, Dizionario di Teologia morale, Roma, Studium, 2 voll.; E. Jone, Compendio di Teologia morale, Marietti, Torino. Teologia ascetica e mistica: Antonio Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana, Paoline, 1960; A. Tanquerey, Compendio di teologia ascetica e mistica, Roma, Descl\u00e9e, 1928; R. Garrigou-Lagrange, Le tre et\u00e0 della vita interiore, Roma-Monopoli, Edizioni Vivere in, 1988, 4 voll.<\/p>\n<\/div>\n [2]<\/a> Acta Apostolicae Sedis, 1914, p. 338.<\/p>\n<\/div>\n [3]<\/a> Tito Sante Centi, Introduzione generale alla Somma Teologica, Firenze, Salani, 1949, vol. I, Le XXIV Tesi, p. 269.<\/p>\n<\/div>\n [4]<\/a> P. De T\u00f6th, Luci e splendori di sacerdozio, magistero e apostolato di mons. Dottor Giuseppe Biagioli, Fiesole, 1938.<\/p>\n<\/div>\n [5]<\/a> AAS, 1916, p. 157.<\/p>\n<\/div>\n [6]<\/a> Tito Sante Centi (+ 18 maggio 2011), Introduzione generale alla Somma Teologica, Firenze, Salani, 1949, vol. I, Le XXIV Tesi, p. 271.<\/p>\n<\/div>\n [7]<\/a> R. Garrigou-Lagrange, La sintesi tomistica, Brescia, Queriniana, 1953, p. 400.<\/p>\n<\/div>\n [8]<\/a> Cfr. Aristotele, Metafisica 1046a, 11-12; ib., 1048b, 1-2; ib., 1049b, 24-25; ib., 1058b, 8-10; Fisica, III, 3. S. Tommaso d\u2019Aquino, De Substantiis separatis, cap. IX, n. 98; I Sent., XXXVII, 1, 1, sol.; S. Th., I, q. 4, a. 2, ad 3.<\/p>\n<\/div>\n [9]<\/a> R. Garrigou-Lagrange, La sintesi tomistica, cit., pp. 402-406.<\/p>\n<\/div>\n [10]<\/a> S. Tommaso d\u2019Aquino, S. Th., I, q. 59, a. 2; I, q. 12, a. 4; I, q. 84, a. 7; C. Gent., I, 65; C. Gent., II, 77; I Sent., d. 3, q. 1, a. 1, ob. 3.<\/p>\n<\/div>\n [11]<\/a> Cfr. C. Fabro, La nozione metafisica di partecipazione secondo S. Tommaso d\u2019Aquino, Milano, Vita e Pensiero, 1939; Id., Partecipazione e causalit\u00e0 in S. Tommaso, Torino, SEI, 1961.<\/p>\n<\/div>\n Prologo<\/strong><\/span><\/h2>\n
Il contenuto delle XXIV Tesi del Tomismo<\/strong><\/span><\/h2>\n
Le conseguenze dell\u2019allontanamento dalla metafisica tomistica<\/strong><\/span><\/h2>\n