
Voce narrante • SILVIA CANEPARO
8.11.2017 (Pensieri "in PILLOLE")
123. Quando un uomo muore, è perché Dio stacca la 'spina'…
Care amiche ed amici,
nel precedente mio Pensiero (in pillole) dove spiegavo che la morte è nata con l'uomo ma in realtà non è morte perché ci apre alla Vita, non avevo toccato per ragioni di brevità l'ulteriore riflessione che ora vi propongo.
Noi siamo di norma convinti che la morte sia un fatto del tutto accidentale dovuto a cause più o meno esterne o comunque sia il risultato - ad esempio - di una malattia.
Così è, in effetti, dal punto di vista corporale, ma mai abbastanza riflettiamo sul fatto che l'ultima decisione, cioè lo 'staccare o meno la spina' della vita, spetta a Gesù-Giudice, come ho già avuto occasione di spiegare in altri miei scritti.
Egli - conoscendo l'intimo di quell'anima - può lasciarla al suo normale 'destino': destino buono se salvabile, magari in Purgatorio, oppure cattivo se inclinata senza remissione all'Inferno: Dio vive infatti in un Eterno Presente e conosce quindi il futuro dell'uomo anche se questo futuro non è da Lui condizionato.
Gesù può tuttavia decidere di prolungare una vita umana sia per concedere ancora una opportunità di salvezza - magari per intercessione dei 'giusti' che stanno pregando per quella certa persona - o per propria misericordia verso altre persone la cui buona sorte materiale e spirituale dipende dal prolungamento della vita di quella persona 'ingiusta' che - di per se stessa - in teoria avrebbe meritato di esser lasciata morire.
Dio è 'Dio di libertà' e di norma lascia l'uomo 'libero' grazie al suo libero arbitrio: libero anche di farsi male e fare ad altri del male, salvo poi emettere il suo Giudizio.
Quando ci si meraviglia (e ci si lamenta) che Dio lasci in vita dei malvagi mentre - come tanti dicono - si porta via i 'migliori', bisogna tener conto anche di quanto precede, oltre al fatto che quando il 'giusto' ha raggiunto la sua maturazione spirituale perfetta, allora Dio pare quasi non 'resista' alla... 'tentazione', e per troppo amore lo prende con Sé.
Comunque un 'salvato', sia esso nel Paradiso che nel Purgatorio, per nessuna ragione al mondo vorrebbe tornare indietro sulla Terra, sia perché - rispetto alla Verità che ha visto - la Terra gli sembrerà un 'inferno', sia perché si renderà immediatamente conto che i suoi cari li potrà aiutare molto meglio da lassù che non stando in terra vicino a loro.
Se dunque vogliamo ottenere l'aiuto dei nostri cari che non siano ancora in Paradiso ma in Purgatorio, preghiamo allora per loro per farli 'salire', approfittiamo del grande dono delle offerte di Sante Messe a loro favore, approfittiamo delle Indulgenze che vengono dalla Chiesa concesse in talune speciali circostanze, ma aiutiamoli, almeno per 'santa furbizia', affinché poi essi - riconoscenti oltre ogni dire perché grazie a noi ormai in Paradiso - possano ricambiare ed aiutarci a loro volta.
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(Vedi anche 'I 4 NOVISSIMI', di Guido Landolina, Cap. 11) • CLICCA qui e VISUALIZZA