VoceALTA-118 - ilCATECUMENO.it

Vai ai contenuti

Voce narrante • SILVIA CANEPARO

16.10.2017
118. Elogio della naftalina: il vaticanista e scrittore Aldo Maria Valli si trasforma argutamente in una pallina di… 'naftalina'…

Su 'Famiglia Cristiana' leggo: (Clicca e Visualizza)

«La Parola di Dio è viva, non può esser messa in naftalina»

11/10/2017  Festeggiando i 25 anni del testo promulgato da Wojtyla, papa Francesco ha fatto il punto sul rapporto tra fede e storia. In continuo divenire. Il che, ad esempio, porta a non poter più giustificare le sentenze capitali.
Don Antonio Rizzolo

È un gioiello custodito dentro uno scrigno dimenticato, sepolto dalla polvere, o è ancora sale della terra? L’11 ottobre papa Francesco ha celebrato i 25 anni del Catechismo della Chiesa cattolica. Un’occasione per analizzare lo stato di salute della fede, ragionando del suo rapporto con la storia, oggi.
«La Tradizione è una realtà viva e solo una visione parziale può pensare al “deposito della fede” come qualcosa di statico», ha affermato Bergoglio.
«La Parola di Dio non può essere conservata in naftalina come se si trattasse di una vecchia coperta da proteggere contro i parassiti. Non si può conservare la dottrina senza farla progredire, né la si può legare a una lettura rigida e immutabile, senza umiliare l’azione dello Spirito Santo».
E ancora:
... La Chiesa è chiamata a «custodire» e a «proseguire», ha insistito il Papa, «è necessario e urgente che dinanzi alle nuove sfide e prospettive che si aprono per l’umanità, la Chiesa possa esprimere le novità del Vangelo di Cristo che, pur racchiuse nella Parola di Dio, non sono ancora venute alla luce»….
Al suddetto specifico riguardo ed al ruolo delle 'naftalina' Aldo Maria Valli, invece, argutamente scrive:
Elogio della naftalina (Clicca e visualizza)
   Salvato in: Blog
   scritto da Aldo Maria Valli
Buongiorno. Sono una pallina di naftalina.
Non chiedetemi come, ma anche qui, dentro l’armadio di nonna Carlotta, arrivano le notizie. Ho saputo così che il papa Francesco ha parlato di me, di noi. Il che da un lato mi ha fatto piacere, naturalmente, ma dall’altro ha rinnovato un’antica sofferenza. Riguarda quel modo di dire diffuso tra la gente, per cui «stare in naftalina» equivale a vivere al chiuso, in un posto buio, lontani dal mondo e dalle belle cose della vita. Il che sotto molto aspetti è vero, perché noi in effetti abbiamo questo compito di conservare gli abiti e in generale i tessuti, e quindi svolgiamo il nostro lavoro per lo più negli armadi e nei guardaroba. Ma ciò non significa che noi palline di naftalina dobbiamo essere disprezzate. Ed ecco perché mi spiace molto che perfino Francesco, che è tanto buono e misericordioso, sia caduto nel luogo comune e abbia contribuito a rafforzarlo.
Che cosa ha dunque detto Francesco? Ecco la frase da lui rivolta al Pontificio consiglio della nuova evangelizzazione: «La Tradizione è una realtà viva e solo una visione parziale può pensare al “deposito della fede” come qualcosa di statico. La Parola di Dio non può essere conservata in naftalina come se si trattasse di una vecchia coperta da proteggere contro i parassiti!»
Ora io, in quanto pallina di naftalina,  non sono mai stata sindacalizzata, e in genere svolgo il mio lavoro nel più completo anonimato. Però vorrei invitarvi a riflettere: che cosa sarebbe dei vostri abiti, delle vostre belle coperte, dei tessuti di casa, dei tappeti, se noi non ci fossimo? D’accordo, so che ormai esistono altre sostanze che svolgono un compito simile al nostro, ma in molti armadi, come nel caso di questo qui, della nonna Carlotta, noi siamo ancora presenti e attive. E alziamo una vera e propria barriera protettiva contro il nemico di sempre: la tarma.
Lei, la tarma, è un animale insidioso e, si può ben dire, malvagio. Non so perché il buon Dio, nel suo misterioso disegno, l’abbia creata. La questione è una delle tante che mi sfuggono, ma poiché non sono filosofa, né tanto meno teologa, non sto a farmi troppe domande. Sta di fatto che la tarma è una vecchia nemica dei tessuti naturali ed ama cibarsi di lana, seta, cotone. Il risultato lo conoscete bene: se si lascia fare a questo vorace lepidottero, non ci sarà golfino o pullover o sciarpa o tappeto che resterà immune dalla sua azione devastatrice. In pochi istanti una tarma è capace di ridurre a un colabrodo qualche metro quadro di tessuto. E così voi, aprendo il cassetto, non trovate più il vostro indumento preferito, ma un ex indumento, pieno di buchi.
Però ci siamo noi, ci sono io. E noi qui vigiliamo «H 24», come si suol dire. Giorno e notte, in ogni stagione. Anche a Natale e a Pasqua. Non andiamo mai in ferie e non chiediamo nulla. Solo di poter stare al nostro posto, di sentinella, a vigilare contro le tarme, per respingere ogni loro malefico assalto.
Ecco perché dico che il luogo comune sul nostro conto è obsoleto e ingiusto. Stare in naftalina non vuol dire isolarsi e disprezzare il mondo. Vuol dire invece applicazione e impegno nella protezione. Oso parlare di devozione. Perché difendiamo qualcosa che voi umani avete a cuore. Perché conserviamo con cura ciò che per voi umani rappresenta un tesoro, piccolo o grande che sia.
Pensate che qui dentro, nell’armadio, la nonna Carlotta conserva perfino una pelliccia. Di visone. Non lo dico troppo forte, perché so che oggigiorno possedere una pelliccia vera, non sintetica e non ecologica, equivale a un reato, e non vorrei proprio che la nonna Carlotta si ritrovasse sotto attacco da parte di qualche manipolo di animalisti scatenati, con tanto di vernice rossa spruzzata sopra la pelliccia. D’altra parte questa pelliccia la nonna Carlotta non la indossa mai. Sapete com’è: ormai le mancano le occasioni. E poi a una certa età alcune cose non servono più come una volta (nel caso di una pelliccia, per riscaldare ed essere eleganti) ma per i ricordi che trasmettono. Comunque sia, dicevo, qui c’è una pelliccia, e non oso immaginare come sarebbe ridotta se io non fossi perennemente di guardia.
Qualcuno dice che il nostro odore è cattivo. Beh, a parte il fatto che a certe persone piace (conosco un nipote di nonna Carlotta che viene qui apposta per aprire l’armadio e inspirare a pieni polmoni, tanto gradisce l’aroma di naftalina), mi sembra che attaccarsi alla faccenda dell’odore sia, quanto meno, disonesto. Qui non si tratta di valutare l’effluvio emanato, ma di considerare realisticamente l’importanza del lavoro che svogliamo.
Il punto è questo: da una parte c’è la tarma, che riduce tutto a buchi, e dall’altra ci siamo noi, che proteggiamo i beni dai buchi. Vi piace girare con una giacca, un paltò, un paio di pantaloni o una sciarpa piena di buchi? Va bene, fate pure a meno di noi. Se invece siete per l’integrità, eccoci qua! La pallina di naftalina è al servizio di tessuti senza buchi!
Credetemi. Da quando la nonna Carlotta mi ha messo qui è la prima volta che mi lascio andare a queste esternazioni. Ma arriva un momento in cui occorre dire la verità.
Perché voi umani conservate gli indumenti e i tessuti negli armadi, affidandoli alla nostra custodia? Certamente perché si tratta di beni che vi servono, ma anche per il valore sentimentale che hanno. E molto spesso più sono vecchi più hanno un valore che va ben al di là della loro funzione, come so bene io, che sto qui a vigilare su certi capi d’abbigliamento che la nonna Carlotta ormai conserva solo per amore, e non parlo solo della suddetta pelliccia, ma anche di certe giacche del defunto marito della nonna.
Ho detto «solo per amore», ma mi rendo conto di quanto sia inadeguata questa affermazione. Come se l’amore non fosse tutto!
E comunque, caro papa Francesco, per favore, rivedi il tuo giudizio sulla naftalina.
Un amico mi ha mandato una frase che si trova nel «Catechismo della Chiesa Cattolica»: «Conserviamo con cura questa fede che abbiamo ricevuto dalla Chiesa, perché, sotto l’azione dello Spirito di Dio, essa, come un deposito di grande valore, chiuso in un vaso prezioso, continuamente ringiovanisce e fa ringiovanire anche il vaso che la contiene». Sono parole di Sant’Ireneo di Lione e devo dire che mi riempiono di commozione, perché anch’io, nel mio piccolo, contribuisco a  conservare con cura ciò che per nonna Carlotta è tanto prezioso, e questo vecchio armadio è davvero come un vaso al servizio di un tesoro che, attraverso il ricordo, continuamente ringiovanisce.
Sento dire che la tradizione non è tutto e che invece bisogna aggiornarsi. Sarà. Quel che so è che un buco è un buco. E la tarma non guarda in faccia a nessuno, perché lei è programmata per fare buchi.
Lo ripeto: non ho titoli per parlare. Dunque non voglio farla lunga. Dico solo questo: se volete un mondo di tarme e di buchi, accomodatevi; se invece siete per l’integrità e la completezza, eccomi pronta.
Scusate lo sfogo.
La vostra umile pallina di naftalina.
Aldo Maria Valli
(Vedi: http://www.aldomariavalli.it/2017/10/15/elogio-della-naftalina/)
Naftalina a parte, è ormai diventata celebre in tutto il mondo - apprezzata particolarmente da atei e agnostici o comunque miscredenti oltre che esponenti di altre religioni - la frase pronunciata invece mesi fa in una intervista dal Generale dei Gesuiti Arturo Sosa Abascal:
già precedentemente  noto per avere affermato che 'il diavolo non esiste perché è solo una figura creata per esprimere il Male'
Le implicazioni indirette in materia di Fede e Dottrina che derivano da una frase del genere non necessitano di spiegazioni.
Oggi - come già molti sanno - è forse però ancor più nota quell'altra affermazione di padre Arturo Sosa Abascal riportata  nell'intervista al vaticanista svizzero Giuseppe Rusconi per il blog Rossoporpora e per il "Giornale del Popolo" di Lugano, secondo la quale la Verità dei Vangeli non è assoluta, non va presa alla lettera, va 'contestualizzata' perché 'gli evangelisti a quei tempi non avevano il registratore'...
(Vedi: http://www.rossoporpora.org/rubriche/interviste-a-personalita/672-gesuiti-padre-sosa-parole-di-gesu-da-contestualizzare.html)
Faccio, di mio, appena osservare che - per la Chiesa Cattolica Apostolica Romana e per un vero credente - il Vangelo è 'Parola del Signore' la quale, essendo Parola divina, non può essere ora mutata dagli uomini né mai lo potrà essere in futuro perché… eterna.
In merito al valore immutabile delle parole del Vangelo - nell'intervista al Generale dei Gesuiti Sosa e partendo da alcune considerazioni sul fondamentalismo islamico e/o 'cattolico' - il vaticanista Giuseppe Rusconi scrive dunque al riguardo su 'Rossoporpora' (qui sotto con suoi titoli, domande e risposte del 'Generale'):
(…)
FONDAMENTALISMO ISLAMICO E ‘FONDAMENTALISMO CATTOLICO’…
Ma, padre Sosa, non c’è magari qualche differenza piccola piccola tra il fondamentalismo islamico e quello che Lei definisce “fondamentalismo cristiano”? Di sicuro quello islamico si esprime attraverso gli attentati terroristici, preferibilmente in luoghi affollati. E si basa anche sull’interpretazione di diverse sure del Corano, oltre che sull’esempio dello stesso Profeta. Quello che Lei ritiene ‘fondamentalismo cristiano’ non si caratterizza certo per gli attentati terroristici…
Però i due fondamentalismi si possono paragonare nell’atteggiamento. È certo fondamentalista l’atteggiamento di chi critica radicalmente il Concilio Vaticano II, questo nuovo modo di essere Chiesa che oggi è incarnato dal magistero di papa Francesco… Dicono di essere più fedeli di lui al Vangelo…
A tale proposito c’è il cardinale Gerhard Ludwig Műller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che in un’ampia intervista al mensile cattolico “il Timone” di febbraio 2017 annota - a proposito di matrimonio - che “nessun potere in Cielo e in Terra, né un angelo né il Papa, né un concilio né una legge dei vescovi, ha la facoltà di modificarlo”. Osserva ancora il porporato tedesco: “Le parole di Gesù (NdR: in questo caso a proposito della sacralità del matrimonio) sono molto chiare e la loro interpretazione non è una interpretazione accademica, ma è Parola di Dio. ‘Fondamentalista cattolico’ anche Műller?
Intanto bisognerebbe incominciare una bella riflessione su che cosa ha detto veramente Gesù… a quel tempo nessuno aveva un registratore per inciderne le parole.
Quello che si sa è che le parole di Gesù vanno contestualizzate, sono espresse con un linguaggio, in un ambiente preciso, sono indirizzate a qualcuno di definito…
CHE COSA HA DETTO GESU’? NON C’ERA IL REGISTRATORE E IL VANGELO È SCRITTO DA ESSERI UMANI…
Ma allora, se tutte le parole di Gesù vanno esaminate e ricondotte al loro contesto storico, non hanno un valore assoluto
Nell’ultimo secolo nella Chiesa c’è stato un grande fiorire di studi che cercano di capire esattamente che cosa volesse dire Gesù… capire una parola, capire una frase… le traduzioni della Bibbia cambiano, si arricchiscono di verità storica… Pensi un po’: per me, venezuelano, una stessa parola può avere un significato diverso se detta da uno spagnolo… Ciò non è relativismo, ma certifica che la parola è relativa, il Vangelo è scritto da esseri umani, è accettato dalla Chiesa che è fatta di persone umane.
Sa che cosa dice san Paolo? Non ho ricevuto il Vangelo da nessuno degli Apostoli. Sono andato a trovare Pietro e Giacomo per la prima volta tre anni dopo la conversione. La seconda, dopo dieci anni e in quell’occasione abbiamo discusso di come va compreso il Vangelo. Alla fine mi hanno detto che anche la mia interpretazione andava bene, ma una cosa non dovevo dimenticare: i poveri…. Perciò è vero che nessuno può cambiare la parola di Gesù… ma bisogna sapere quale è stata!  
NON SI METTE IN DUBBIO, SI METTE A DISCERNIMENTO…
È discutibile anche l’affermazione (cfr. Matteo 19, 3-6) “Non divida l’uomo ciò che Dio ha congiunto”?
Io mi identifico con quello che dice papa Francesco: non si mette in dubbio, si mette a discernimento…
…cioè si mette in dubbio, poiché il discernimento è valutazione, è scelta tra diverse opzioni…Non c’è più un obbligo di seguire una sola interpretazione…
No, l’obbligo c’è sempre, ma di seguire i risultati del discernimento. Non è una qualsiasi valutazione…
Però la decisione finale si fonda sul giudizio relativo a diverse ipotesi…Prende in considerazione dunque anche l’ipotesi che la frase “l’uomo non divida….” non sia esattamente come appare… Insomma mette in dubbio la parola di Gesù…
Non la parola di Gesù, ma la parola di Gesù come noi l’abbiamo interpretata… Il discernimento non sceglie tra diverse ipotesi ma si pone in ascolto dello Spirito Santo, che – come Gesù ha promesso – ci aiuta a capire i segni della presenza di Dio nella storia umana…
(…)
Che dire da parte mia?
Vero…, a quei tempi gli apostoli non avevano il registratore mentre noi ora lo abbiamo, per sfortuna però di padre​ Sosa, il quale - pur mordendosi magari la lingua per quelle dichiarazioni 'birichine' - non può più rimangiarsi quanto ha detto né del resto risulta che lo abbia successivamente fatto.
Il Generale dell'Ordine dei Gesuiti, Ordine prestigioso creato secoli fa da Sant'Ignazio di Loyola proprio per difendere la Tradizione ed il Deposito della Fede,  ha così oggi insinuato un grosso, purtroppo in un certo senso 'autorevole', dubbio sulla Verità rivelata.
Nessuna paura, però…
È un problema di … MODERNISMO, l'eresia oggi tanto in voga fra i vertici della Chiesa come lo fu a suo tempo quella del teologo berbero Ario che nel quarto secolo d.C. negava la divinità di Gesù Cristo dopo averne convinto persino il Papa di allora ed un migliaio di vescovi, salvo poi essere tutti riportati sulla giusta strada dal Vescovo Sant'Atanasio che - prima perseguitato e fuggiasco - riuscì poi a sconfiggere l'Arianesimo salvando quella che, almeno fin ad oggi, è ancora la Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
Il problema è che i Modernisti (che fra l'altro notoriamente non credono né alla Resurrezione di Gesù Cristo considerato solo un Uomo sia pur di eccelsa sapienza, né ai miracoli del vangelo considerati racconti mitici, né al Peccato originale e quindi neppure alla Incarnazione del Verbo in Gesù perché l'Umanità non avrebbe dovuto essere da Lui redenta da un Peccato inesistente…) proprio grazie alla mancanza del... registratore a quei tempi, vorrebbero reinterpretare punti essenziali del Vangelo  e del Deposito della Fede per adeguarlo alla mentalità, appunto, della società dei tempi moderni.
Non bisogna dunque, secondo loro, convincere gli uomini a riadeguarsi ai principi del Vangelo ma adeguare l'Evangelo alla mentalità degli uomini attuali.
Ecco perché quella frase iniziale… 'alla naftalina' di un discorso di Papa Francesco riportata e commentata nell'articolo di Aldo Maria Valli ha provocato sconcerto e anche reazione da parte di chi invece difende l'autenticità letterale del Vangelo.
Se si accettasse infatti quel principio assisteremmo alla caduta della Fede autentica anche in quei pochi fedeli in cui sembra essere rimasta e ad un definitivo trionfo del Relativismo.


Torna ai contenuti