
Voce narrante • SILVIA CANEPARO
30.3.2017
091. Breve 'Saggio' sull'Apocalisse, da San Giovanni apostolo a Benson e Soloviev… fino ai giorni nostri.
Poco tempo addietro una mia amica mi telefona e dice:
Ma la sai una cosa?
Mi è ricapitato sottomano un tuo libro, che avevo già letto forse non abbastanza approfonditamente una diecina di anni fa, nel quale parlavi dell'Apocalisse anche alla luce di un tuo commento alle due famose opere degli scrittori Benson e Soloviev1.
Come loro due, parlavi anche tu - ampliando il discorso alla luce di una diversa e più approfondita lettura dell'Apocalisse e delle Rivelazioni fatte negli anni '40 del secolo scorso alla mistica Maria Valtorta - di un Anticristo e di un Falso Profeta, e poi ancora di modernisti che si sarebbero scatenati nella Chiesa ed ai vertici della Chiesa, quindi di un Nuovo ordine Mondiale, di Stati Uniti d'Europa, di una futura Chiesa universale caldeggiata dall'O.N.U, etc.
Sì, proprio quello…
Non mi dire ora che ti sei iscritta all'Albo dei complottisti, catastrofisti, apocalittici, distributori di profezie altrui, oggi considerate - da taluni che non se le vogliono sentire ripetere perché si sentono in colpa - come delle 'fake news', cioè 'balle', o fantasie…
Non scherzare, non si tratta di questo, sono solo rimasta stupita del fatto che tu - già allora - descrivessi una situazione della Chiesa e della società italiana e mondiale che sembra proprio quella di ora…
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Nel libro che tu mi ricordi non ho fatto altro che raccogliere le nozioni e considerazioni in parte già sparse qui e là nei miei libri di anni precedenti, completarle in alcuni punti, ricollocarle in un quadro sistematico ed ordinato, dare loro una nuova veste per la stampa definitiva da parte della Casa editrice…
Insomma la storia si ripete, e lì in quel mio libro l'ho solo risistemata in maniera più organica perché - come mi piace spesso ricordare per giustificare le mie 'ripetizioni' - la penso come lo scrittore Vittorio Messori il quale - riflettendo sui suoi numerosi scritti ed a quante volte aveva dovuto ripetersi - per giustificarsi aveva ironicamente commentato con il suo solito humour…: 'Per uno scrittore, scritto un libro… tutti gli altri sono una ripetizione del primo…'.
La frase esatta non era forse proprio questa, ma il concetto sì…
Quali erano però i punti che ti hanno colpito nella rilettura?
Un poco tutti…, perché - ora - li ho riconsiderati appunto alla luce degli avvenimenti odierni, sia a livello religioso che geo-politico mondiale, ma soprattutto mi hanno colpito le tue conclusioni, quelle dei tre capitoli finali dove parli dell'Anticristo di Soloviev e di Benson, letti come 'profetiche' metafore della situazione odierna e futura dell'Umanità.
Non è però che io qui a distanza di tanti anni… su due piedi… mi ricordi più tanto bene quei capitoli…
Beh, penso che sarebbe utile farli conoscere ora più che allora se non altro perché assumerebbero oggi una valenza diversa.
E intanto, visto che non ricordi più 'tanto bene', comincia con il rileggerli… così aiuti i tuoi neuroni, ti rinfreschi la memoria, e forse anche le idee…
Che fai, sfotti ora?
Vabbè, sei riuscita a mettermi curiosità, ci darò un'occhiata e poi ti dirò…, buona giornata e grazie per la tua segnalazione…
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(Fine del dialogo…)
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Più o meno così, quel colloquio telefonico, anche se - per via dei miei 'neuroni' … - mi dimenticai ovviamente di mantenere la promessa.
Ora però - poiché quel volumetto sull'Apocalisse mi è ricapitato casualmente sottomano nel riordinare la mia Biblioteca - ho voluto davvero darci un'occhiata, rileggendo i titoli dell'Indice e soprattutto gli ultimi tre capitoli conclusivi.
Come avevo già scritto allora, parlando di tematiche apocalittiche ed escatologiche devo premettere che il testo più autorevole, quanto al Nuovo testamento, è l'Apocalisse di San Giovanni apostolo, ed è per questo che io avevo dato molto spazio in quel mio libro al suo approfondimento, cosa che qui in questo breve 'saggio' non posso più fare salvo rinviarvi all'opera disponibile nel mio sito internet.(Clicca QUI)
Ma per tornare ai tre capitoli finali del libro, e volendoveli fare conoscere perché ho constatato che sono veramente di grande attualità, come è possibile ora introdurre per voi questo specifico argomento sottolineatomi dalla mia amica, cominciando dai 'titoli di coda' …, anziché dai capitoli iniziali?
E' allora necessario fare almeno una piccola introduzione esplicativa rifacendomi in parte a quanto a suo tempo avevo già avuto occasione di spiegare.
Contrariamente a quanto comunemente si crede, la centralità drammatica della rivelazione dell’Apocalisse non è tanto rappresentata dalla fine del mondo - come le immagini simboliche e catastrofiche potrebbero far pensare ed hanno in effetti fatto ritenere a molti - quanto invece dal regno dell’Anticristo e dalla sua sconfitta nella Storia ad opera di una sorta di 'Manifestazione' gloriosa del Verbo-Gesù il quale -grazie al Trionfo del Cuore Immacolato di Maria promesso dalla Madonna nel 1917 a Fatima - viene a realizzare pienamente il Regno di Dio in terra nel cuore degli uomini.3
La Cristianità verrà infatti sopraffatta dall’Apostasia, cioè dalla perdita della fede, mentre lo ‘spirito’ dell’Anticristo finirà per possedere un uomo che in qualche modo, più o meno indirettamente, influirà sui destini del mondo.
Uomo politico o uomo di Chiesa, come ‘Giuda’?
L’Umanità verrà purificata, e con essa anche la Chiesa a seguito della più grande persecuzione anticristiana della Storia?
Saranno i tempi di avveramento di quella parte misteriosa del Segreto comunicato dalla Madonna a Fatima, che - 'Vox populi' - dice venga mantenuta segreta dalla Chiesa perché terrorizzata dal suo contenuto e dalle conseguenze che potrebbe avere sulla Chiesa stessa?
E quella frase della Madonna che nel testo fatto conoscere appare come interrotta, per cui il Portogallo avrebbe conservato il Dogma della fede…?
E gli altri paesi allora? E l'Italia sede del Vaticano e centro della Cristianità?
E a chi si riferisce la visione di Fatima su quel futuro Papa ucciso insieme a cardinali, vescovi, religiosi e laici in una città distrutta?
Fino a che punto Papa Giovanni Paolo II - sopravvissuto all’attentato a Roma del 1981, come del resto anche Paolo VI ebbe a sopravvivere all’accoltellamento subito a Manila nel 1970 – può essere veramente considerato come il Papa ucciso di quella visione del 1917: un Vescovo o Papa che i tre pastorelli videro in una città distrutta, probabilmente Roma, ma in un contesto ambientale completamente diverso da quello della Roma del 1981?
Fino a che punto taluni potrebbero voler avvalorare una interpretazione della visione di tipo puramente allegorico e spirituale per salvarsi in corner e non doverne ammettere il tragico significato anche materiale?
E se quei fatti visti in visione appartenessero invece al futuro?
Negli ultimi decenni sono scorsi fiumi di inchiostro per commentare tutto ciò ma molte domande sono rimaste - almeno ufficialmente - irrisolte.
E perché l'attuale Papa Emerito Benedetto XVI - che di quanto rivelato dalla Madonna ai pastorelli nelle apparizioni del 1917, ed ancora negli anni successivi a Suor Lucia, sapeva tutto anche se forse non poteva dire tutto - volle alcuni anni fa sottolineare che il Segreto di Fatima non si era ancora completamente compiuto, mentre altri volevano considerare la profezia come adempiuta con l'attentato a Papa Giovanni Paolo II?
Quale avvertimento o monito Papa Benedetto avrà forse voluto indirettamente dare al 'mondo' ed alla stessa gerarchia ecclesiale su un segreto che alcuni volevano forse tenere nascosto per chissà quali oscure o inconfessabili ragioni?
Cosa ha portato alle successive 'dimissioni' di un Papa come lui che - fatto unico nella storia - ha tuttavia voluto mantenere oltre alla sua veste bianca anche il titolo di 'Papa Emerito', insieme al 'munus Petrinum', continuando per di più a risiedere a Roma nel monastero Mater Ecclesiae del Vaticano, in certo qual modo a contatto di gomito dell'altro Papa Francesco, presentatosi questi fin dall'inizio come 'Vescovo di Roma', trasferitosi poi - lui Papa eletto - nella inusuale residenza per religiosi 'Casa di Santa Marta’ anziché nelle tradizionali stanze vaticane'?
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Nella storia del Cristianesimo nessun Papa ha mai osato assumere per il proprio pontificato il nome di Pietro, la ‘pietra’ su cui Gesù decise di fondare la sua Chiesa.
Come mai San Malachia, vescovo del XII secolo, compilò una lunga lista profetica dei papi dei secoli futuri secondo una successione temporale che si conclude stranamente proprio nella nostra epoca - parrebbe proprio con Benedetto XVI - con un Papa simbolicamente nominato da Malachia come 'secondo Pietro'?4
L'Apocalisse si muove dunque nel mistero, fra profezia e storia, fra antichità, modernità e politica, fra spiritualità e Apostasia, la quale ultima sembra aver oggi coinvolto anche eminenti personaggi delle attuali gerarchie ecclesiastiche - come ad esempio, fra i tanti altri, il Cardinale Walter Kasper5 - che arriva persino a negare, fra tante cose, la stessa Resurrezione di Gesù Cristo.
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L’Apostasia, cioè l’abbandono della Fede, è dunque giunta senza più alcun dubbio persino ai vertici della Chiesa?
Successe con l'Eresia Ariana, nella quale cadde persino un Papa, succederà ancora con maggiore gravità?
San Paolo aveva detto che senza Resurrezione la nostra fede sarebbe stata vana, e poi aveva anche aggiunto che l’Anticristo, l’uomo iniquo, si sarebbe rivelato solo dopo l’Apostasia.
Gli Anticristi della Storia sono stati tanti, ma essi si possono considerare solo come dei ‘Precursori’ dell’Anticristo dell’Apocalisse il quale è invece l’Anticristo finale, l’Anticristo per eccellenza, che ha – come chiaramente dice l’Apocalisse - un ‘nome d’uomo’ espresso simbolicamente nel numero ‘666’.
L’Anticristo nell’Apocalisse è rappresentato dalla figura della 'Bestia del mare' che però è affiancata nella sua opera distruttiva dalla ‘Bestia della terra’ (detta anche ‘Falso Profeta’), ed entrambe le 'Bestie' traggono la loro forza dal Dragone che è Satana.
L’Anticristo finale è dunque un ‘Giano bifronte’?
Un uomo che ha due facce: una politica, di potere, e un’altra religiosa falsamente ‘profetica’ che finge di parlare per conto di Dio?
Oppure due uomini distinti, come le due Bestie, che siano però come le due facce della stessa medaglia?
Due ‘Bestie’ dal nome d’uomo che si muovono in ambiti diversi ma che – guidate dal loro comune ispiratore, il Dragone - tendono a raggiungere il medesimo fine marciando separati per colpire uniti?
Cosa ci riserva il prossimo futuro? Ne saremo spettatori o vittime?
Quante domande che attendono risposte che solo il tempo ci potrà dare!
All’interno di quel mio libro sopra citato troverete tuttavia delle ipotesi ragionate che vi daranno da pensare, anche se bisogna premettere che dell'Apocalisse sono state tentate e sono anche possibili interpretazioni contestuali diverse, perché - caratteristica del linguaggio profetico antico - è la sua capacità di applicarsi contemporaneamente a contesti storici e circostanze differenti.
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Spiegare l’Apocalisse dell’apostolo San Giovanni non è dunque facile, poiché Dio l'ha voluta come 'Profezia velata' e il pretendere di interpretarla con sicurezza potrebbe sembrare ed è, anzi, temerario.
Apocalisse è una parola di etimologia greca che vuol dire ‘Rivelazione’.
La 'Rivelazione' di San Giovanni, di duemila anni fa, è un’opera profetica, non solo nel senso proprio del termine che equivale a ‘ispirata da Dio', ma anche nel significato più comune per cui essa ‘profetizza’ avvenimenti destinati ad avverarsi nel futuro, e più in particolare fatti determinanti della storia dell’uomo e del mondo.
Essa pertanto, con un altro termine di etimologia greca, viene dunque detta opera ‘escatologica’, cioè concernente le ‘ultime cose’ sulle sorti dell’Umanità.
Come le profezie escatologiche dell’Antico Testamento, anche l’Apocalisse parla di fatti reali da interpretare innanzitutto nella loro 'lettera', anche se spesso adombrati con un linguaggio simbolico e velato.
Essa – oltre a seguire un certo percorso narrativo cronologico di settenari secondo uno schema che vi mostrerò di seguito, schema che tuttavia non è sempre facile riconoscere ed interpretare nei suoi vari collegamenti ed intersecamenti – si esprime dunque sovente con immagini dal significato allegorico e metaforico.
Ciò ha dato luogo a differenti ed anche talvolta errate interpretazioni, influenzate non di rado dagli avvenimenti che caratterizzavano i periodi storici in cui i suoi esegeti di volta in volta si trovavano a vivere.
Nell’Apocalisse vengono talvolta descritti fatti con una simbologia e delle immagini caratteristiche delle precedenti profezie escatologiche dell’Antico Testamento, ciò non di meno – per esplicita e ribadita dichiarazione di Gesù contenuta nel suo testo - essa si riferiva ad avvenimenti dell'epoca contemporanea in cui San Giovanni l’aveva scritta ma soprattutto ad eventi futuri.
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Se certe immagini possono fare pensare ad eventi già avvenuti nel passato precristiano, ciò dipende dal fatto che questi sono ‘figura’ a futura memoria di altri fatti simili destinati a ripetersi in condizioni analoghe nel futuro, come se ci trovassimo di fronte ad una serie di corsi e ricorsi storici.
Senza tirare in causa Giambattista Vico con i suoi corsi e ricorsi della storia, è noto che la storia sovente si ripete e, all’uomo dalla memoria corta, Dio ricorda quanto avvenuto in passato per metterlo in guardia su quanto potrebbe accadere nuovamente in futuro se egli commettesse gli stessi errori del passato, nonostante i suoi richiami paterni.
Per fare un esempio, l’Apostasia e la corruzione dell’Umanità che portarono alla punizione del Diluvio universale di cui parla la Genesi sono figura dell'Apostasia e corruzione dell'Umanità dell’Epoca Anticristica che porteranno alla 'Gran Tribolazione' di cui parla l'Apocalisse, e quest’ultima situazione è a sua volta figura di un’altra ancora peggiore che porterà Dio a decretare la fine della Storia dell’Umanità quando Satana si scatenerà non più attraverso l’Anticristo, ormai vinto tanto tempo prima e cacciato all'Inferno insieme al Falso Profeta, ma scenderà in campo direttamente, in prima ‘persona’, nella Guerra di Gog e Magog6 per uscirne definitivamente sconfitto.7
Poiché il futuro viene prospettato nell'Apocalisse con immagini grandiosamente drammatiche per l’Umanità, come ad esempio la descrizione della distruzione di ‘Babilonia’, la ‘gran città’, ecco che il termine ‘apocalittico’ è diventato sinonimo di ‘catastrofico’.
Non deve stupire il modo ‘cifrato’ che Dio utilizza spesso nel messaggio apocalittico ed escatologico da comunicare agli uomini.
Ci potremmo chiedere come mai, se Dio ci vuole comunicare qualcosa che concerne il nostro futuro, non lo faccia in maniera chiara ed intellegibile per tutti.
Dio lascia infatti capire all’uomo solo quanto gli è sufficiente per sapere come condursi. Egli gli indica la direzione della strada da prendere, il punto cardinale, lasciandolo poi libero di seguire il percorso che egli ritiene più confacente alle sue scelte di vita.
Egli – conoscendo la fragilità psicologica di noi esseri umani e volendo per amore la nostra serenità – ci vieta la conoscenza piena del futuro, e così facendo ci lascia privi di condizionamenti ‘esterni’ così da non menomare la nostra libertà di azione che è il punto di riferimento sulla cui base poi Egli emette i suoi inappellabili giudizi finali.
Se Dio ci rivelasse infatti il nostro futuro con evidenza tale da essere del tutto credibile, oltre a rimanerne traumatizzati fino a perdere la gioia di vivere, le nostre scelte di vita sarebbero condizionate ‘violentemente’ da questa conoscenza anticipata, e noi non saremmo più ‘liberi’.
E’ tuttavia la libertà quella che rende la vita degna di essere vissuta. E’ nella libertà che riposa la dignità dell’uomo. E’ sempre nella libertà che l’uomo può decidere di fare il bene o il male, ed è grazie ancora alla sua libertà che l’uomo viene da Dio premiato o punito nell’Aldilà in base a come egli si è liberamente condotto nella vita dell’Aldiqua.
Dunque il Dio nell’Apocalisse ci avvisa, ci fa intuire, ma non ci svela tutto. Ci mette sulla strada, stimola la nostra fantasia e perspicacia, ci vuole fare riflettere ma lascia a noi trarre le conclusioni.
Sono uno 'studioso' che in venti anni ha scritto molti libri ed articoli8 (Clicca qui) a commento dell'Opera enciclopedica della grande mistica moderna Maria Valtorta (QUI)9 e quindi mi scuserete se in questa circostanza mi riferirò particolarmente alle rivelazioni 'private' da lei ricevute, pur tenendo io ben presente il quadro complessivo di altre affidabili rivelazioni a questo riguardo che non fanno però parte della presente trattazione.
A proposito delle ragioni della futura manifestazione dell'Anticristo (tema molto trattato nelle rivelazioni del Gesù che appariva e parlava ammaestrando quasi giornalmente la Valtorta negli anni '40 del secolo scorso), nell'Opera della mistica dove queste rivelazioni sono trascritte, troviamo numerose indicazioni su circostanze, modalità e persino indizi sufficientemente precisi sui tempi di tale manifestazione10.
In uno dei Dettati dati alla Mistica in quel tempo di orrori e ferocie inaudite della seconda guerra mondiale - possiamo ad esempio leggere quanto segue (i grassetti sono miei): 11
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9 novembre 1943
Dice Gesù:
«“Che pace? Le fornicazioni di Gezabele tua madre e i suoi numerosi venefici esistono ancora”12.
Lo avevo detto13 che per ottenere vera pace, e non sosta nella guerra, occorreva levare da voi ciò che è fornicazione con Satana. L’ho detto per bocca dei miei santi e l’ho fatto dire dalla Madre mia. Sono decenni che Io ripeto questo e sono decenni che voi insistete in quello. Ve l’ho detto con pressante parola in questi ultimi tempi. Ma voi non avete mutato. Anzi sempre più avete fatto della fornicazione con Satana la vostra forma di vita.
Tutto avete anteposto a Dio. E questo Dio che invocate nell’ora della paura è per voi un Ente così lontano, sconosciuto, che se foste coerenti non dovreste neppur più invocare o bestemmiare, tanto da Lui vi siete allontanati. Già anche le vostre invocazioni sono bestemmie, perché lo chiamate con labbra sporche di sozzura, perché lo invocate mentre siete ancora uni con Satana, perché osate mescolare il suo Nome santo ai vostri piani di delitto.
Pace è stata promessa14 agli uomini di buona volontà. Cristo è venuto a portare la Pace. Ma se voi cacciate il Cristo e se la vostra volontà non è buona, come potete avere la pace? Avete delle soste. Ma esse altro non saranno che pause fra l’una e l’altra carneficina, per dare tempo ai vostri spiriti venduti a Satana di apprendere da esso nuove dottrine di morte e nuovi strumenti di distruzione.
Morte alle anime e morte alle carni. Distruzioni di spiriti e distruzioni di cose. La vostra crescita in Satana è impressionante. Fra poco avrete raggiunto l’età piena in cui nulla esso più avrà da insegnarvi, e allora l’Inferno potrà partorire il suo figlio: l’Anticristo, perché i tempi saranno maturi e gli uomini avranno meritato di conoscere l’orrore che precede la fine.»
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Chiarisco, per coloro che non fossero esperti conoscitori dell'Opera valtortiana, che l'orrore che precede la 'fine' alla quale si accenna poco sopra ha un duplice tempo di attuazione, come nell'Apocalisse.
Esso caratterizza soprattutto un periodo di tre anni e mezzo di conflitti materiali e spirituali tremendi, una dolorosa situazione che è anche di purificazione per l'Umanità e per la stessa Chiesa colpevole di Apostasia.
E' un periodo che precede la fine di un'epoca storica la quale si conclude con la sconfitta dell'Anticristo, del Falso Profeta e con l'incatenamento di Satana all'Inferno per un 'millennio'15 mentre la vita sulla terra continua.
Sarà questa un'era di relativa pace materiale fra i popoli e di grande spiritualità perché gli uomini - una volta eliminate sia pur temporaneamente le istigazioni di Satana e pur dovendo continuare a combattere contro i propri fomiti (conseguenza del Peccato originale fino all'ultimo uomo in vita) - potranno dimostrare a Dio la loro riconoscenza ricominciando ad amarlo in spirito e verità.
Tuttavia, liberato nuovamente Satana dopo il suddetto 'millennio'16 - da intendere forse come un numero simbolico per indicare un lunghissimo periodo di tempo - gli uomini, irriconoscenti e dimentichi del passato, si lasceranno convincere da Satana a seguirlo nuovamente ed allora l'orrore del tempo dell'Anticristo si ripeterà in maniera ancora più tremenda finché Dio - considerato ormai completo il numero dei suoi 'santi' per il Paradiso - decreterà la fine del mondo, la resurrezione dei morti per il Giudizio universale e la inchiavardatura per l'eternità all'inferno di Satana, dei suoi demoni e degli uomini che in vita lo hanno seguito come loro re preferendolo a Dio.17
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Tutto ciò premesso, poiché nonostante gli anni trascorsi dalla pubblicazione di quel mio libro del 2007 ritengo ancor oggi di non avere nulla da aggiungere o togliere, non faccio altro che riproporre di seguito l'esatto testo originario dei tre capitoli finali 18, 19 e 20 facendoli precedere da uno Schema con una successione cronologica degli avvenimenti dell'Apocalisse e da un Sommario di tutti i capitoli, se non altro per stimolare la vostra curiosità…
Schema e successione cronologica nella Apocalisse
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Prologo: Il Signore annuncia la sua prossima venuta in potenza e gloria
Visione introduttiva: Gesù appare, sette stelle in una mano, spada a doppio taglio dalla bocca, e invita a scrivere l’Apocalisse.
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Sette lettere alle Chiese e sette sigilli
Prima Chiesa = Efeso ► Primo Sigillo:
Seconda Chiesa = Smirne ► Secondo Sigillo:
Terza Chiesa = P ergamo ► Terzo Sigillo:
Quarta Chiesa = Tiatira ► Quarto Sigillo:
Quinta Chiesa = Sardi ► Quinto Sigillo:
Sesta Chiesa = Filadelfia ► Sesto Sigillo:
Settima Chiesa = Laodicea ► Settimo Sigillo:
cavallo bianco
cavallo rosso
cavallo nero
cavallo verdastro
anime dei martiri sgozzati a causa del Vangelo e della testimonianza
segni di finimondo
mezz’ora di silenzio in Cielo, poi appaiono gli Angeli delle sette trombe
Prima Tromba:
Seconda Tromba:
Terza Tromba:
Quarta Tromba:
Quinta Tromba:
Sesta Tromba:
Settima Tromba:
un terzo della terra perisce
un terzo delle acque del mare perisce
un terzo delle acque della terra perisce
giorno e la notte diventano più oscuri
un astro cade dal cielo, si apre l’Inferno
(Oggi potremmo già essere qui)
liberazione dei quattro angeli incatenati sull’Eufrate, guerra tremenda, sterminio di un terzo dell’Umanità, che non si pente.
coro di ringraziamento dei Santi:è finalmente arrivato il momento di far giustizia sui malvagi
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Intermezzo
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Primo Segno: la Donna e il dragone - combattimento
Secondo Segno: la bestia del mare
Terzo Segno: la bestia della terra
Quarto Segno: i centoquarantaquattromila ‘vergini’
Quinto segno: i tre Angeli
Sesto Segno: la falciatura del Figlio dell’ uomo
Settimo Segno: gli Angeli delle sette piaghe e coppe
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Sta per giungere il momento di un giudizio e della caduta di Babilonia la grande
1ª COPPA: piaghe sugli adoratori della Bestia2ª COPPA: morte nei mari3ª COPPA: morte nei fiumi e sorgenti4ª COPPA: il sole aumenta la temperatura
5ª COPPA: viene colpito il trono delle Bestia
6ª COPPA: Eufrate-arrivo dei re d’oriente
Gesù annuncia che sta per arrivare come un ladro♦ Settima Coppa: conclusione battaglia di Armagheddon
Gesù Vincente si manifesta sul cavallo bianco alla guida degli eserciti celesti
Sconfitta delle due Bestie che vengono mandate nell’Inferno
Incatenamento di Satana all’Inferno per mille anni
Liberazione di Satana dopo il millennio e guerra finale di Gog e Magog
Sconfitta di Satana recluso poi all’inferno per l’Eternità
Resurrezione dei corpi e Giudizio Universale
La Gerusalemme celeste: Nuovi Cieli e Nuova Terra
Epilogo: Io verrò presto e porterò con Me il mio salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere!

Ed. Segno, 2007 (PREMI QUI e VISITA)
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SOMMARIO
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PRESENTAZIONE
INTRODUZIONE
PRESENTAZIONE - INTRODUZIONE♦1. Illustrazione sintetica della struttura e dei contenuti dell’Apocalisse1.1 Le sette lettere di ammonizione alle sette ‘Chiese’ che simboleggiano anche altrettanti periodi storico-spirituali dell’Umanità.1.2 La ‘Corte di Giustizia’ giudica l’Umanità e pronuncia le sentenze.1.3 La ‘città santa’ viene lasciata in balìa dei pagani, per quarantadue mesi.♦2 . Illustrazione sintetica della struttura e dei contenuti dell’Apocalisse (2)2.1La fase cruciale della settima tromba e l’intermezzo dei sette ‘segni’ concernenti il futuro.2.2 La lotta fra la Donna e il Dragone.2.3 La Bestia del mare.2.4 La Bestia della terra.2.5 L’Agnello, Gesù Cristo, e i «144.000» giusti, puri e senza macchia.2.6 Tre angeli annunciano l’ora del Giudizio e la caduta di «Babilonia la grande».2.7 La ‘falciatura’ del Figlio dell’uomo.2.8 Gli angeli dei sette flagelli cominciano a versare la prime coppe: la preparazione della battaglia di Armagheddon.♦3. Illustrazione sintetica della struttura e dei contenuti dell’Apocalisse (3)3.1 La prostituta seduta sopra una bestia scarlatta, la disfatta della Bestia e dei re della terra, l’instaurazione del Regno di Dio.3.2 L’incatenamento di Satana per mille anni.3.3 La liberazione di Satana dopo i mille anni, la guerra di Gog e Magog, la sconfitta definitiva di Satana e il Giudizio universale.♦4. Uno ‘zoom’ nell’Apocalisse: la collocazione storica del settimo squillo di tromba e della venuta del Gesù vincente sul cavallo bianco (1)4.1 Il tempo dell’Anticristo.4.2 La ‘Venuta intermedia di Gesù’ secondo San Bernardo di Chiaravalle.♦5. Uno ‘zoom’ nell’Apocalisse: la collocazione storica del settimo squillo di tromba e della venuta del Gesù vincente sul cavallo bianco (2)5.1 L’errore interpretativo di Sant’Agostino sulla ‘settimana universale’ dei Padri della Chiesa e la retrodatazione al momento della Resurrezione della venuta del ‘Gesù vincente’.5.2 Secondo il calcolo corretto della ‘settimana universale’, il breve regno dell’Anticristo ed il millennio di pace coinciderebbero con l’inizio del terzo millennio d.C.: cioè il nostro.5.3 La centralità del messaggio dell’Apocalisse è costituita dalla sconfitta dell’Anticristo e dalla realizzazione del Regno di Dio in Terra, ma la attuale settima Chiesa di Laodicea, l’Apostasia, gli squilli di tromba e le coppe dell’epoca dell’Anticristo sono anche ‘figura’ della Chiesa universale finale e della situazione che si rideterminerà alla fine del mondo quando Satana in persona guiderà la guerra di Gog e Magog.♦6. Proviamo ad approfondire – anche alla luce del Vangelo – il tema della ‘seconda venuta’ (1)6.1 Le voci carismatiche moderne ed i ‘sospetti’ della Chiesa ‘gerarchica’.6.2 Vediamo allora come Matteo parla della ‘venuta’ di Gesù e cerchiamo di capire meglio.♦7. Proviamo ad approfondire – anche alla luce del Vangelo – il tema della ‘seconda venuta’ (2)7.1 La grande tribolazione e la seconda venuta intermedia nel Vangelo di Matteo.7.2 Le scatole cinesi della ‘grande tribolazione’ e la confusione delle varie venute del Signore.♦8. Proviamo ad approfondire – anche alla luce del Vangelo – il tema della ‘seconda venuta’ (3)8.1 Quei discepoli sul monte che avevano dubitato di Gesù…8.2 Finalmente una spiegazione convincente e direi esaustiva sulla ‘venuta intermedia’ di Gesù…♦9. La ‘Chiesa di Laodicea’ corrisponde al periodo storico della nostra società moderna.9.1 ‘Conosco le tue opere: so che non sei nè freddo nè caldo, io sto per vomitarti dalla mia bocca…’.9.2 Proviamo ad interpretare meglio ed a verificare se sia proprio la nostra società contemporanea quella che rischia di essere ‘vomitata’ dalla bocca del Signore.♦10. Il ‘quarto’ segreto di Fatima … storia, politica e profezia (1)10.1 Le richieste della Madonna e la mancata Consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato.10.2 Uno sguardo storico retrospettivo: una Chiesa in difficoltà.10.3 La tardiva comunicazione del testo della visione ed una interpretazione ‘sospetta’.10.4 Ma allora chi è il Papa ucciso della visione di Fatima? E chi è l’Anticristo?♦11. Il ‘quarto’ segreto di Fatima … storia, politica e profezia (2)11.1 Mons. Capovilla e il ‘segreto’ dei due fogli separati …11.2 Il Gesù valtortiano e le sue rivelazioni sul prossimo futuro della Chiesa e dell’Umanità.11.3 Giovanni XXIII e i profeti di sventura.♦12. L’Anticristo prossimo venturo (1)12.1 Ragioniamo insieme per capire dove possono nascondersi meglio e fare maggior danno i veri ‘posseduti’ della nostra società umana.12.2 La disfatta della Fede fra i teologi.♦13. L’Anticristo prossimo venturo (2)13.1 ‘Ancora un poco e poi verrò…’.13.2 L’Anticristo? Un astro del mio esercito! Quale è il grado di attendibilità di Maria Valtorta?♦14. La lotta fra la Donna vestita di sole e il Dragone14.1 Il Dragone sa ormai di avere poco tempo, e allora se la prende ancora di più con gli uomini.14.2 Una milizia spirituale contro l’Anticristo.♦15. La Condottiera e la sconfitta dell’Anticristo15.1 La lotta è cominciata e l’equilibrio strategico mondiale è sempre più instabile.15.2 La Triade infernale, la sconfitta delle due ‘Bestie’ e la distruzione di ‘Babilonia’.♦16. Le ragioni del Cardinale … e quelle del Segretario di Stato16.1 Parallelismo fra la Chiesa preconciliare del Cinquecento e quella postconciliare del Novecento.16.2 Gandhi: «Chi pensa che la religione non debba aver nulla a che fare con la politica non ha capito nulla né della religione né della politica».♦17. Il Cardinale e l’ammonimento profetico di Vladimir Sergeevic Solov’ev17.1 La riflessione del Cardinale sull’Anticristo.17.2 La ‘mia’ riflessione sulla ‘Riflessione? del Cardinale.♦18. Non solo Solov’ev ma anche Robert Benson credeva ‘profeticamente’ nell’Anticristo prossimo venturo: ‘Il padrone del mondo’18.1 In questo mondo di ‘profeti’ io ho un’amica profetica … che legge libri profetici.18.2 Modernismo e nuovo culto, totalitarismo e decadenza dell’Occidente.♦19. La mia recensione del racconto dell’Anticristo di Vladimir Sergeevic Solov’ev19.1 Un racconto davvero profetico, se facciamo attenzione alle date … e ai ‘fatti’19.2 Un finale sorprendente … , ma non troppo.♦20. La ‘mia’ interpretazione della ‘mia’ recensione su Solov’ev20.1 Anticristo: crisi di fede della Chiesa e dei valori cristiani? Non solo! Valutiamo insieme i progetti anticristiani dell’Europa dell’Ottocento e del Novecento.20.2 Analizziamo insieme il vero ‘profetismo’ di Vladimir Sergeevic Solov’ev20.3 Una ‘scintilla di comprensione’ …
Cap.18 - NON SOLO SOLOV’EV MA ANCHE ROBERT BENSON CREDEVA ‘PROFETICAMENTE’ NELL’ANTICRISTO PROSSIMO VENTURO: ‘IL PADRONE DEL MONDO’18.1 In questo mondo di ‘profeti’ io ho un’amica profetica… che legge libri ‘profetici’
Una mia cara amica – tempo addietro - mi aveva invitato a casa sua con mia moglie, per un sabato in data da definire, a pranzo.
Ogni tanto lei ha delle strane intuizioni che lasciano interdetti e quindi la vedo sempre con piacere.
Ha letto molti miei libri che parlano di fede e li fa conoscere ad altri, i quali a loro volta mi vorrebbero conoscere. Insomma - anche se da casa mia ci separano 170 chilometri e due ore di viaggio in auto all’andata e altrettante al ritorno nel corso della stessa giornata - la vanità, la curiosità e, dulcis in fundo, l’invito a pranzo, non si possono proprio sottovalutare insieme al piacere di ritrovarsi in compagnia. Sabato scorso, sveglia dunque al mattino presto e poi partenza.
Si arriva, ci si abbraccia, si parla piacevolmente, comunanza di interesse e di fede, domande su cosa sto scrivendo.
«Un libro sull’Anticristo - è la mia risposta - e ormai l’ho praticamente finito».
Una pausa, la padrona di casa si alza, ritorna e mi porge un libro dalla copertina che denota qualche anno.
«Leggilo, è un libro straordinario, di Robert Benson. Si intitola ‘Il padrone del mondo’. Ti potrebbe essere utile».
«Lo conosci?», mi fa, come se il conoscere l’autore fosse la cosa più ovvia per uno come me che scriva un libro sull’Anticristo e che abbia un minimo di cultura.
«No, non lo conosco», rispondo con un poco di imbarazzo, «anzi sull’Anticristo conosco solo Solov’ev, anzi…, nemmeno lui, a dire il vero, perché del suo libro ho letto solo una recensione del Cardinal Biffi, anzi neanche quella perché era una recensione della Radio Vaticana su un discorso del Cardinal Biffi».
Insomma non è che io sia proprio del tutto ignorante ma quando scrivo un libro che ho già in testa nelle grandi linee, anche se talvolta neanche in quelle, evito accuratamente di leggere opere simili, come se ne troverebbero facilmente cercandone i titoli in internet o andando in una libreria ben fornita. Lo faccio per non farmi condizionare e poter seguire liberamente la mia – si fa per dire – ‘ispirazione’.
Comunque ringrazio e prendo il libro senza troppa convinzione. Penso che gli darò un’occhiata e se riuscirò a trovare il tempo lo leggerò in seguito, magari di sera, per rilassarmi. Il mio libro lo considero quasi terminato dopo mesi di lavoro invernale ma lo devo ancora rimeditare, quindi devo rimanere ‘concentrato’ e non posso distrarmi con altre letture.
Intasco comunque il libro di Benson, non si sa mai…, ma quando alle due di mattina della domenica sono di ritorno a casa - dopo aver guidato nel buio con un occhio solo, combattendo contro il sonno e poi alternandomi alla guida con mia moglie, angelo del viaggio - lo mollo sfinito su una poltrona e me lo dimentico.
Finché…, finché stamattina, martedì, mia moglie sale nel mio studio con i giornali del giorno e con un sorriso a 360 gradi mi mostra un articolo a firma di Claudio Siniscalchi che prende un’intera pagina:18
BENSON
IL VOLTO UMANO DELL’ANTICRISTO
Nel visionario romanzo del 1907 ‘Padrone del mondo’,
il Male si cela dietro l’ideologia pacifista e progressista
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Perbacco, mi dico, questo qui parla come il Cardinal Biffi!
Rifletto e mi dico: «Bella roba, ecco cosa ci si guadagna però a scrivere un libro sull’Anticristo. Questo Benson lo chiamano visionario, perché ha scritto un libro famoso, ma ‘me’ che non sono famoso come mi chiamerebbero mai? Lasciamo perdere»…
C’è però qualcosa che mi incuriosisce nel titolo, è quel termine ‘umano’ de ‘Il volto umano dell’Anticristo’.
Vi avevo detto che il Cardinal Biffi – nella recensione – sembrava che avesse ‘sublimato’ la figura dell’Anticristo riducendola ad una ‘crisi di valori’ nella società, insomma ad uno ‘spirito’ dell’Anticristo che si vede anche nella crisi della Chiesa odierna come se il fattore ‘umano’ nell’Anticristo non c’entrasse quasi se non in senso molto astratto, inteso come ‘umanità’.
E se invece il libro di Benson fosse interessante? Non ho il tempo di leggerlo, d’accordo, ma questa è una recensione e sembra fatta apposta per me.
E se la leggessimo addirittura insieme e magari io vi mettessi in grassetto qualche frase?
Vediamo un po’…:
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«Cosa poteva pensare, uno scrittore cattolico inglese, all’alba del XX secolo, del futuro che sarebbe toccato alla Chiesa di Roma?
Il nuovo secolo era cominciato come il vecchio era finito. L’Europa rimaneva il centro del mondo e specchiava la propria supremazia nel progresso, nelle arti, nel divertimento, nel primato economico.
La modernità, inarrestabile, garantiva lussi, ricchezze, viaggi, scoperte, e una pace duratura. Per rintracciare l’ultima vera guerra sul suolo europeo bisognava tornare indietro nel 1870. Altri scontri non se ne vedevano all’orizzonte. La Belle Époque, insomma, poteva prosperare tranquilla. In questo clima quanti rischi poteva correre la Chiesa?
Eppure non tutti i cattolici erano sereni.
Robert Hugh Benson, figlio dell’Arcivescovo di Canterbury, convertitosi al cattolicesimo, pubblicò nel 1907 un romanzo di fantascienza destinato ad avere grandissimo successo: “Lord of the World’ (“Il padrone del mondo”, edito per la prima volta in Italia nel 1921, è stato ripubblicato da Jaca Books nel 1987, oggi alla sedicesima ristampa).
LA DECADENZA DELL’OCCIDENTE
Benson vedeva serie minacce addensarsi sul futuro della Chiesa. Nel suo romanzo così descrive il XX secolo.
Il Partito del Lavoro, salito al potere nel 1927, aveva dato inizio ad un regime comunista, predicando un materialismo ed un socialismo spinti alle estreme conseguenze. Fine ultimo della nuova ideologia era la felicità data dalla soddisfazione dei sensi. Per la Chiesa questo clima aveva schiuso una nuova stagione di persecuzioni.
Indebolito al suo interno dalla diffusione del modernismo, il cattolicesimo vedeva diminuire paurosamente la sua influenza. E la psicologia aveva contribuito non poco nella lotta al cristianesimo.
L’esoterismo camminava alacremente e favoriva la diffusione di un nuovo culto: l’umanitarismo.
Cadute chiese e cattedrali, si era imposta la religione del cuore. Non era più Dio il centro dell’esistenza, ma l’Umanità.
Benson struttura il suo romanzo in tre blocchi.
Il primo gli serve per descrivere la decadenza del Cristianesimo, relegato ormai ai margini ed agonizzante.
Nel secondo blocco prende forma l’accentuarsi dello scontro fra cristianesimo e modernità.
Benson si serve di alcuni personaggi per sviluppare l’intreccio narrativo. L’influente deputato inglese Oliviero Brand, e sua moglie Mabel. I due, una mite coppia colta e tranquilla, avevano contratto matrimonio a scadenza.
Oliviero vede nel cristianesimo una religione barbara e sciocca, pur se era stata la religione della vecchia madre (alla quale in fin di vita viene somministrata, come da regola, l’eutanasia).
Oliviero è impegnato in primissimo piano, come politico, a fronteggiare il pericolo distruttivo che incombe su tutta l’Umanità: lo scontro dell’Occidente con l’Oriente. A questo punto entra in scena un personaggio affascinante, misterioso e onnipotente: Giuliano Felsemburgh, 33 anni, capelli bianchi.
Abilissimo nell’arte della diplomazia, Felsemburgh salva l’Umanità, scivolata nel baratro della guerra imminente. Non ci saranno più lotte, violenze. Non scorrerà più sangue. Felsemburgh, per acclamazione, viene eletto Presidente d’Europa. E’ il nuovo messia, agli occhi del mondo, come lo era stato venti secoli prima Gesù di Nazareth. Il Salvatore del mondo parla di una ‘grande fratellanza universale’ che necessita dell’istituzione di un nuovo culto: lo ‘spirito del mondo’.
Per il futuro non ci sarà più bisogno di rivolgersi a un Dio che resta nascosto, ma all’uomo, poiché egli ha finalmente appreso la propria divinità.
Il soprannaturale è dunque morto, ammesso che sia mai esistito. Anche in politica la distinzione fra destra, sinistra e centro non ha più senso. L’Umanità deve soltanto affidarsi al suo profeta.
LA BATTAGLIA E LA CADUTA FINALE
Benson, nel terzo e conclusivo blocco, contrappone a Giuliano Felsemburgh un acuto sacerdote, Percy Franklin, anch’egli di 33 anni e bianco di capelli. Padre Franklin diffida dell’uomo in grado di parlare perfettamente quindici lingue. Ai suoi occhi è chiaro il segno del Maligno, e capisce che il suo avvento segnerà per la Chiesa ulteriori lutti, distruzioni e il rischio della caduta finale.
La vecchia fede cattolica chiedeva di abbracciare il dolore; la nuova, imposta per legge da Felsemburgh, chiede invece di allontanarlo, di eliminarlo. Ma è una illusione.
La pace universale garantita ed il dolore espunto non sono per i cattolici.
Contro di loro cominciano persecuzioni terribili, sino alla distruzione della città di Roma, rasa al suolo da un bombardamento.
Franklin, di un cattolicesimo stremato, diverrà pastore. E da papa dovrà scontrarsi con l’antipapa.
È l’Armagheddon. Le legioni di quanto rimasto della Chiesa contro quelle del diavolo. Nella battaglia finale.
LO SCONTRO CON I TOTALITARISMI
Il vento del pericolo modernista d’inizio Novecento soffia sulle pagine di Benson. Egli lancia all’albeggiare del suo secolo uno sguardo profetico. Per la fede cattolica e per l’Umanità.
Cristo è in procinto di essere cacciato dall’Europa; in sua sostituzione sono già pronti molti falsi profeti. La nuova religione della modernità è la religione del benessere. Un anestetico capace di rassicurare e non di guarire. Dio è ormai ridotto ad un contenuto della coscienza umana.
Vede molto lontano Benson. Mette a fuoco, uno dopo l’altro, tutti i tasselli delle fasi della secolarizzazione.
Prima politica; poi, esaurito lo scontro con il totalitarismo come ideologia del male, individualista, con l’affermazione del Dio-uomo e con la dolce rivoluzione del consumismo e relativismo. Benson in ‘Il padrone del mondo’ costruisce un’anti-utopia cattolica di grande efficacia narrativa, ricorrendo all’impianto apocalittico.
Ma la sua non è da intendersi come una visione pessimistico-apocalittica.
In realtà l’Apocalisse di Giovanni è un libro affascinante, la cui interpretazione da secoli è questione controversa.
Non vi viene annunciata, come molti erroneamente ritengono, la fine del mondo. Bensì viene tratteggiato un affresco teologico teso ad indicare il fine della storia (non la fine della storia), cioè il senso trascendente della vicenda umana.
Benson intendeva parlare agli uomini del suo tempo, e metterli in guardia da un pericolo grave: l’imposizione di una cultura anti-cristiana.
Lo scrittore cattolico ha una lucidissima intuizione nel denunciare come l’Occidente, nel corso del Novecento, farà registrare una profonda trasformazione culturale, tesa a rimpiazzare l’antropologia e la cosmologia cristiana con l’umanitarismo.
Un pericolo per nulla svanito. Anzi, oggi più forte che mai.
18.2 Modernismo e nuovo culto, totalitarismo e decadenza dell’Occidente
Cosa volete che vi dica? Qui il volto umano dell’Anticristo è quello di un uomo, molto colto, che promette pace e valori del mondo, che però perseguiterà il Cristianesimo che a quel tipo di pace e di valori crede poco.
Pubblicato nel 1907, cioè sette anni dopo il racconto di Solov’ev - che credo lui non avesse già letto, altrimenti addio spirito profetico – Benson coglie la crisi dei valori.
La rappresentazione fantascientifica prende le mosse, come nel racconto di Solov’ev, da un’Europa che – nel prosieguo del Novecento – avrebbe accentuato la sua tendenza al materialismo valorizzando il modernismo nella dimensione religiosa, ed altri ‘valori’ come il ‘laburismo’, il totalitarismo, il consumismo, l’eutanasia, l’individualismo, il relativismo, l’umanitarismo sul piano sociale e religioso, e infine l’uomo che si fa Dio e ‘uccide’ Dio.
In questa Europa ci sono anche i pacifisti, i progressisti, gli esoterici delle sedute spiritiche, i maghi e – anche se questo lui nel 1907 non poteva immaginarlo – ci sarebbero stati gli oroscopi televisivi giornalieri, quelli sui giornali, la psicologia pansessualista e atea di Freud che ha creduto di poter eliminare l’anima spirituale profonda sostituendola con il ‘subconscio’, e l’amore sostituendolo con il sesso per liberarci dalle ‘frustrazioni’.
C’è la nota ‘grande fratellanza universale’ della Massoneria, ci sono gli ecologisti con l’abolizione dei rumori e del resto, c’è la stigmatizzazione della dimensione religiosa, il raggiungimento degli estremi confini del progresso materiale ed intellettuale e… l’uso dell’esperanto quale elemento linguistico unificante.
C’è persino la distruzione di Roma, quella a cui accenna l’Apocalisse con quei quarantadue mesi durante i quali sarà calpestata dai ‘pagani’, a cui sembrerebbe forse alludere persino la Valtorta, sempre che quella della Valtorta non sia una distruzione ‘allegorica’ della Chiesa e non della città in quanto tale.
L’Anticristo per eccellenza è un uomo, Felsemburgh di 33 anni, un politico che viene eletto per acclamazione – viva la democrazia – Presidente dell’Europa, considerata l’ombelico del mondo, a quei tempi.
Oggi però non è più così, e – scherzi della Storia – oggi ‘l’ombelico’, politicamente e militarmente parlando, è rappresentato semmai dagli Stati Uniti d’America.
Poi c’è un Papa e anche un Antipapa, il che è un classico nella Storia della Chiesa.
C’è persino l’Armagheddon e la spiegazione che non si tratta della fine del mondo.
L’articolista dice che si tratta di una storia romanzata costruita sulla impalcatura dell’Apocalisse.
Felsemburgh rappresenta dunque l’Anticristo espressione della potenza politica, cioè la Bestia del Mare.
In ogni caso viene introdotto un nuovo culto: quello dello ‘spirito del mondo’.
Non c’è male, quanto ad aderenza alla realtà di questi nostri ultimi decenni.
Solo che Solov’ev prevedeva la manifestazione dell’Anticristo nel XXI secolo, mentre Benson lo anticipava al XX, cosa che però non è accaduta, per lo meno in maniera manifesta.
Do un’occhiata al libro imprestatomi e noto che in una nota d’appendice si dice che questo romanzo del 1907 provocò, come previde l’autore, vivaci ed aspre polemiche che finirono per fare di Benson una delle figure più interessanti e discusse della letteratura inglese moderna. Lo si accusava di avere esagerato nel tono accusatorio e, per certi versi apocalittico, nel descrivere quasi profeticamente la sorte del cattolicesimo in un mondo egemonizzato da una forza onnipresente e uniformante a sé e ai propri progetti ogni diverso…
CAP. 19 - LA MIA RECENSIONE DEL RACCONTO DELL’ANTICRISTO DI
VLADIMIR SERGEEVIC SOLOV’EV
19.1 Un racconto davvero profetico, se facciamo attenzione alle date… e ai ‘fatti’
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Ritornando però a Solov’ev, da quel poco che ho letto su di lui - a parte la capacità intuitiva geniale che potremmo chiamare spirito di ‘profezia’, come detto anche dal Cardinal Biffi – mi ha colpito la sua vita, con visioni mistiche a nove anni, il suo successivo divenire ateo, le passioni sentimentali plurime, il suo ritorno alla fede e infine la morte nel 1900 ricevendo l’Eucarestia mentre le forze lo abbandonavano ma chiedendo che gli venisse impedito di addormentarsi per poter continuare a pregare per gli ebrei.
Autore di opere letterarie molto importanti è invece diventato celebre – come successo anche a Benson - per questo ‘raccontino’ sulla storia dell’Anticristo prossimo venturo.
‘Prossimo venturo’ perché egli – scrivendo questa sua ultima opera nel 1900, cioè alla fine del XIX secolo, immediatamente prima della sua morte – ambientava temporalmente i fatti dell’Anticristo non come Benson nel corso del XX secolo (cioè nel Novecento allora appena incipiente) ma nel XXI, quello che abbiamo cominciato a vivere noi solo da pochi anni, dal 2001 in poi.
Ve ne riassumo qui i tratti principali mettendo dei miei ‘grassetti’ su alcune parole per attirare la vostra attenzione.
L’artificio letterario lo presenta come un racconto, che un ‘lettore’ legge ad un gruppo di persone, desunto da un manoscritto lasciato al suddetto ‘lettore’ da un sacerdote, senza che quest’ultimo avesse però potuto scriverne la parte finale ma solo – prima di morire prematuramente - narrarne una trama generica a colui che nel racconto svolge il ruolo di ‘lettore’.
Il manoscritto narra che vi era un uomo, un ‘laico’, dell’età di 33 anni, di grande ingegno e cultura, conosciuto ovunque – anche se giovane - per la sua fama di pensatore, scrittore e riformatore sociale .
Sentendosi così dotato, egli amava soltanto se stesso, credeva in Dio ma preferiva se stesso a Dio.
Egli vedeva nelle sue doti eccezionali i segni di una Predilezione dell’Alto al punto di considerarsi secondo, dopo Dio, e superiore persino a Gesù Cristo che – se pur era arrivato prima di lui – era inferiore a Lui che era l’Ultimo e perciò anche il Migliore, anzi il vero Messia finale, essendo il Cristo solo un suo Precursore.
Egli rifiuta la realtà della risurrezione di Cristo e l’idea di essere invece Lui, il vero Superuomo messianico, e non Gesù Cristo, mette radice nel suo cuore finchè – un giorno - egli non viene posseduto completamente da Satana.
Un essere misterioso infatti gli appare e – parlandogli con occhi penetranti e voce impersonale – lo chiama ‘figlio’, definendolo l’unico generato ed eguale a sé, e lo invita a compiere l’opera per la quale egli era stato da lui ‘generato’.
Comincia a questo punto la parabola ascendente del giovane genio che – grazie ai doni straordinari e alla ‘forza’ speciale di cui è stato successivamente dotato - comincia a guadagnarsi consensi sempre maggiori nel campo culturale, sociale e anche politico.
Non è un sacerdote, e neanche un teologo in senso stretto, ma la sua cultura religiosa è comunque tanto vasta che gli procurerà in seguito una laurea di dottore in teologia ‘honoris causa’ all’Università di Tubinga.
La sua visione sociale e politica è ampia e preveggente, la sua capacità di mediazione mette d’accordo anche i pareri più discordanti.
Gli editori delle sue numerose opere ne sono entusiasti, i mass media lo esaltano al massimo.
I suoi libri vengono diffusi in milioni di copie. Tutto il mondo civile del XXI secolo finisce per conoscerlo ed acclamarlo, perché egli non annuncia verità scomode ma solo cose piacevoli, compiendosi così la parola di Gesù Cristo che aveva detto: 'Sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accoglierete, un altro verrà nel suo proprio nome e voi l’accoglierete'.
In Europa si sarebbe tenuta l’Assemblea costituente dell’Unione degli Stati Uniti d’Europa per porre termine ad una serie di guerre interne ed esterne.
Ma a causa delle rivalità interne sorge l’esigenza di un potere centralizzato autoritario e i massoni – che secondo il racconto avevano lavorato segretamente per creare il nuovo organismo politico europeo - ritengono che egli sia la persona più idonea.
Egli viene dunque eletto con pieni poteri ‘Presidente a vita’, con la quasi unanimità dei suffragi.
Senza votazione egli viene anche acclamato e insignito del titolo di ‘Imperatore romano’.
Egli dichiara allora di voler imporre una pace universale per il bene dei popoli e ogni tentativo di turbarla da parte di nazioni ribelli verrà stroncato perché sulla terra c’è ora una potenza centrale più forte di tutte le altre: gli Stati Uniti d’Europa!
Ovunque nel mondo sorgono allora movimenti di opinione che obbligano i loro Governi ad unirsi agli Stati Uniti d’Europa. Dove in Asia e Africa rimangono popoli ribelli, là l’Imperatore invia poche truppe, ma scelte, fornite da varie nazioni che ristabiliscono l’ordine.
In un anno egli fonda una monarchia universale nel senso vero della parola, estirpando i focolai di guerra.
Dopo l’ottenimento della pace, l’imperatore romano promette la prosperità. Il potere della Finanza viene concentrato nelle sue mani e così pure colossali proprietà fondiarie. Lui è vegetariano ed è amico degli animali per cui egli incoraggia le società loro protettrici. La sua opera più importante è l’instaurazione della sazietà e siccome chi è sazio potrebbe farsi delle domande oziose e pericolose, egli dona agli uomini la possibilità di distrarsi e divertirsi con spettacoli di ogni genere.
L’imperatore, si è nel frattempo stabilito a Roma, quando giunge a lui dall’Estremo Oriente un certo Apollonio, uomo di genio, vescovo cattolico dotato di poteri miracolistici appresi in Oriente.
Quest’uomo comincia a collaborare con l’Imperatore, chiamandolo Figlio di Dio e mettendo al suo servizio la sua persona e la sua arte. L’imperatore non si separerà mai più da lui.
Finisce così il terzo anno del Regno del Superuomo.
Risolto il problema politico-sociale, l’Imperatore vuole risolvere anche quello religioso, a cominciare dai rapporti con il Cristianesimo che vive una realtà di ‘Confessioni’ separate.
Secondo il racconto del manoscritto, nel XXI secolo – cioè il nostro - il Cristianesimo si era ridotto ai minimi termini, solo 45 milioni di veri cristiani su tutta la terra.
Ciò nonostante questi cristiani superstiti erano migliorati qualitativamente. Le diverse Confessioni cristiane: cattolica, ortodossa e protestante, avevano subito un medesimo dimagrimento proporzionale di fedeli ma i loro rapporti reciproci si erano addolciti.
L’imperatore romano si era nel frattempo scontrato con il Papa cattolico che era stato scacciato da Roma trovando rifugio in Russia a Pietroburgo, alla condizione però di non svolgere alcuna propaganda.
Il papato aveva allora cominciato a riorganizzarsi nella povertà, riducendo anche al minimo la fastosità di certe cerimonie. Ma anche protestanti e ortodossi avevano provveduto a rinnovarsi.
Queste forze nuove, pur ridotte di numero, cominciano a sviluppare una forte capacità di attrazione ed influenza.
I cristiani, che nei primi due anni di regime dell’Imperatore avevano apprezzato la fine delle guerre e ne erano rimasti entusiasti, nel terzo anno – con la comparsa del seducente vescovo Apollonio e a causa di certe sue stranezze ‘magiche’ - iniziano a farsi diffidenti. Essi cominciano a leggere con maggior attenzione i testi evangelici ed apostolici che parlavano del Principe di questo mondo e dell’Anticristo.
L’imperatore subodora il cambiamento di clima ed indice allora un Concilio Ecumenico radunando i rappresentanti della varie Confessioni cristiane.
Nel frattempo in Palestina, sempre nel XXI secolo, gli ebrei erano arrivati ad essere circa 30 milioni.
L’imperatore trasferisce allora la residenza imperiale da Roma a Gerusalemme dove era stato costruito anche un Tempio universale dedicato a tutti i culti.
I cattolici erano nel frattempo guidati dal loro Papa, di nome Pietro II, gli ortodossi da un vescovo a riposo, Giovanni, considerato una sorta di santo, il loro vero capo spirituale. I protestanti erano rappresentati da un eruditissimo teologo tedesco, Ernst Pauli.
Il vescovo Apollonio, cioè l’amico-aiutante inseparabile dell’Imperatore, è stato intanto da questi nominato Cardinale.
L’imperatore riunisce dunque il Concilio, al quale partecipano addirittura 3000 persone perché vi viene anche invitata una numerosa rappresentanza di ‘base’ del Clero.
L’imperatore romano di Gerusalemme, con motivazioni ragionevoli ed appropriate per ciascuna Confessione, convince la maggior parte dei membri di ognuna a lasciare la propria parte di emiciclo e a schierarsi dietro alle sue spalle.
Rimangono allora isolati nella loro metà i tre gruppi che erano rimasti fedeli a Pietro II, a Giovanni ed a Pauli.
L’Imperatore propone allora ai cattolici rimasti fedeli a Pietro II di reintegrarlo nella sua carica di Papa romano a condizione che essi considerino però lui - l’Imperatore – il loro unico difensore e protettore.
Un numero considerevole di costoro accetta ma non Pietro II che rimane all’opposizione attorniato da un gruppo ancora più sparuto.
Dopo aver rivolto ulteriori promesse, anche se differenti, alle altre due Confessioni, anche parte dei loro rappresentanti finisce per accettare e per andare a schierarsi nell’emiciclo dell’Imperatore romano.
Pauli e Giovanni rimangono anch’essi isolati, con pochi fedeli, vicino a Pietro II.
La stragrande maggioranza dei religiosi delle tre Confessioni sono ormai sul palco d’onore dalla parte dell’Imperatore.
Questi si rivolge allora – con occhio triste - ai dissidenti testardi chiedendo loro cosa potrebbe fare di più per convincerli.
Gli risponde dolcemente Giovanni dicendogli che quel che essi hanno di più caro è Cristo, ma in lui – l’imperatore – essi non possono riconoscerne la mano e alla domanda che egli ha fatto loro di sapere che cosa potrebbe fare di più per convincerli, Giovanni risponde che lui dovrebbe solo confessare che Gesù Cristo è figlio di Dio, che si è incarnato, che è resuscitato e verrà di nuovo.
Nell’animo dell’imperatore si scatena allora una violenta tempesta demoniaca di sentimenti.
Egli sembra perdere l’equilibrio interiore, ma poi riesce ad imporsi una calma esteriore.
Giovanni lo guarda a lungo ed intensamente ma poi, come colpito da una improvvisa intuizione, si rivolge ai cristiani presenti e prorompe in un grido: ‘Figlioli, è l’Anticristo!’.
Nel Tempio del Concilio scoppia un finimondo ed una folgore – propiziata dal Cardinale Apollonio che era anche mago e faceva prodigi – scaturisce dall’alto e fulmina Giovanni.
Anche Pietro II però si oppone. Si alza con solennità e grida all’Imperatore che l’unico Sovrano è Gesù Cristo, il figlio del Dio vivente, e che ciò che lui invece è – come è stato prima detto da Giovanni – l’hanno ormai sentito tutti. E Pietro II prosegue pronunciando una solenne scomunica nei confronti dell’imperatore.
Il Vescovo Apollonio armeggia nuovamente e una seconda folgore fulmina anche Pietro II.
Nel Tempio rimangono per terra i due cadaveri e tutti gli altri partecipanti al Concilio sono mezzo morti di paura. Solo Pauli, il protestante, conserva l’equilibrio interiore. Egli si siede ad un tavolo, scrive un documento con calma, poi si alza e lo legge solennemente ad alta voce.
Vi si afferma che poiché Giovanni ha convinto persino l’Imperatore stesso di essere l’autentico Anticristo predetto dalla Sacra Scrittura e poiché Padre Pietro lo ha scomunicato scacciandolo per sempre dalla Chiesa, l’Assemblea conciliare – davanti ai Due testimoni di Cristo, martiri della verità – delibera di rompere ogni rapporto con lo scomunicato e con l’accozzaglia che ora lo attornia e di ritirarsi nel Deserto, ad attendere l’immancabile venuta del vero loro sovrano, Gesù Cristo.
I fedeli rimasti firmano quest’ultimo Atto del Concilio ecumenico, portandosi poi via su delle barelle i cadaveri dei due Testimoni della verità. L’imperatore ne fa però poco dopo sequestrare i corpi dalla Guardia imperiale, dichiarando che essi sono ‘due sediziosi’ uccisi dal fuoco del Cielo, e ordina che siano esposti al pubblico nella ‘Strada dei Cristiani’ perché tutti possano constatare la loro giusta punizione.
I cristiani rimasti fedeli vengono condannati alla dispersione con assoluto divieto di vivere in luoghi abitati affinché non possano sedurre le persone ingenue e semplici.
Pauli li invita però tutti alla calma e lascia che i due corpi vengano portati via mentre - con i tre gruppi confessionali rimasti sotto la sua guida – egli si ritira nei pressi di Gerico, dove essi rimangono in attesa alcuni giorni.
Qualche tempo dopo arrivano da Gerusalemme dei pellegrini cristiani loro amici che raccontano le novità accadute dopo che essi nei giorni precedenti se ne erano andati da Gerusalemme, cioè dopo la fine del Concilio.
L’Imperatore, dopo aver riunito i membri del Concilio che erano passati dalla sua parte, aveva chiesto loro che – per rendere duratura ed indissolubile l’unione fra Stato e Chiesa - il Cardinale Apollonio, suo amico e ‘fratello’, fosse eletto Papa dei cattolici al posto di Pietro II, con procedura immediata e sommaria, peraltro ‘giustificata’ dalle circostanze. Subito approvato!
Quindi l’Imperatore convince gli ortodossi e i protestanti ad accettare Apollonio anche come loro guida al fine di mettere fine ai dissidi durati secoli. Apollonio avrebbe infatti saputo abolire per sempre gli abusi papali del passato. Approvato!
Apollonio li assicura subito tutti di essere al contempo un vero cattolico, un vero ortodosso un vero protestante evangelico.
L’Imperatore si congratula con lui. Segni magici di luci e fiori strani e voci che sembrano angeliche si manifestano nel cielo mentre dalle profondità della terra si ode un cupo rimbombo.
Apollonio concede allora un’indulgenza plenaria a tutti i cristiani per tutti i peccati passati, presenti e soprattutto futuri.
Nel corso del quarto giorno dopo il Concilio, Pauli e alcuni compagni tornano a Gerusalemme e raggiungono il ‘Tempio della Resurrezione’ dove sul pavimento giacevano ancora da più di tre giorni i corpi di Pietro II e di Giovanni.
Le strade sono deserte perché la folla è altrove. I soldati di guardia dormono in un sonno profondo.
Pauli e gli altri si portano allora via i corpi dei due martiri sino a Gerico dove gli altri amici li attendevano finché – deposti i due corpi a terra – lo spirito della vita improvvisamente rientra in loro ed i Due testimoni della verità resuscitano.
Giovanni prende allora la parola e ricorda a tutti l’ultima preghiera di Cristo per i suoi discepoli: ‘che essi siano Uno come Egli stesso era Uno con il Padre’. E in questo spirito di unità invita tutti a venerare Pietro II ed a riunirsi sotto la sua autorità. Così – in una notte oscura - avviene la riunificazione delle varie Chiese.
Ad un tratto si vede un bagliore vivido e nel cielo scuro si staglia il grande segno dell’Apocalisse: una Donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle.
Pietro II alza il pastorale esclamando: ‘Ecco la nostra insegna! Andiamo sulle sue orme!’
Tutti seguono allora l’immagine della Madonna che si sposta avanzando verso il Monte di Dio, verso il Sinai…
19.2 Un finale sorprendente…, ma non troppo
Il ‘lettore’ del racconto del manoscritto smette a questo punto di narrare i fatti e, agli astanti che gli chiedono come mai egli non continui, lui risponde che il racconto è terminato perché il sacerdote che lo aveva scritto – già ammalato – era poi morto. Tale sacerdote gli aveva tuttavia accennato ai seguenti aspetti principali del seguito che avrebbe voluto scrivere se avesse potuto.
Dopo che i rappresentanti della Cristianità si erano ritirati nel deserto (in Arabia), il nuovo Antipapa cattolico Apollonio, collaboratore fraterno dell’Anticristo, era riuscito a convincere i cristiani superficiali.
Si erano inoltre diffuse ovunque, grazie alle arti magiche di Apollonio, pratiche quali lo spiritismo e altre pratiche di comunicazione con i demoni e loro idolatria.
Quando però l’Imperatore si era ormai convinto di essere saldamente sistemato alla guida del settore religioso, ecco l’imprevisto: gli Ebrei!
Essi – sempre secondo il racconto - in precedenza avevano già ‘lavorato’ per il successo dell’Imperatore che anzi doveva in parte proprio ad essi la sua affermazione politica e grande fama mondiale.
Quando l’imperatore si era trasferito a Gerusalemme egli aveva fatto correre segretamente la voce nei circoli ebraici che il suo obbiettivo principale era quello di ‘stabilire il dominio di Israele su tutto il mondo’.
Gli ebrei – visto che lui si era anche fatto passare come uno della loro razza, perfetto israelita - lo avevano allora riconosciuto entusiasticamente come loro Messia, ma poi avevano per caso scoperto che lui non era nemmeno circonciso, e in tutta la Palestina era allora scoppiata subito una tremenda rivolta.
La dedizione senza limiti verso il Messia di Israele si era trasformata in un odio altrettanto senza limiti verso di lui. Tutto l’ebraismo si sollevò. L’imperatore perse il controllo e la calma e condannò a morte tutti gli ebrei.
Ne aveva già massacrati a decine di migliaia, quando un esercito sterminato di un milione di ebrei circondò Gerusalemme, dove era barricato l’Anticristo, e cominciò ad assediarlo.
Questi si era infatti lasciato cogliere di sorpresa, avendo a propria difesa solo la Guardia imperiale, ma era poi riuscito – attraverso le arti magiche dell’Antipapa Apollonio – a fare muovere contro gli ebrei un esercito sterminato di pagani di varie razze. La partita sarebbe stata perduta per gli ebrei ma, appena cominciano gli scontri fra le avanguardie dei due eserciti, ecco che scoppia un terremoto di inaudita violenza. Sotto il Mar Morto, vicino al quale erano schierate le truppe imperiali, si apre un cratere vulcanico che - in una fusione di lava e di fiamme - inghiotte l’Anticristo con il suo compagno Apollonio e tutto il suo ‘esercito’.
Gli ebrei corrono allora atterriti a Gerusalemme invocando il loro Dio, il Dio d’Israele, ma quando giungono in vista della città santa, ecco che un grande baleno squarcia il cielo da oriente a occidente ed essi vedono apparire in cielo il Cristo glorioso in veste regale con le sue piaghe ben visibili che tuttavia scende amoroso e solenne incontro a loro.
Intanto dal deserto del Sinai, dove si erano rifugiati, giungono Pietro II, Giovanni, Pauli e tutti gli altri cristiani, mentre da altre parti arrivano folle entusiaste, cioè tutti gli ebrei e tutti i cristiani mandati a morte dall’Anticristo e che erano stati resuscitati. Questi ‘resuscitati’ si apprestavano a vivere con Cristo per mille anni.
Il ‘lettore’ conclude che era proprio con questa visione che quel Sacerdote morto anzitempo, un certo Pansofio, avrebbe voluto far terminare il racconto che – sottolinea il lettore – ‘aveva per soggetto non già la catastrofe dell’universo, ma soltanto la conclusione della nostra evoluzione storica: l’apparizione, l’apoteosi e la rovina dell’Anticristo’.
CAP. 20 - LA ‘MIA’ INTERPRETAZIONE DELLA ‘MIA’ RECENSIONE SU SOLOV’EV
20.1 Anticristo: crisi di fede della Chiesa e dei valori cristiani? Non solo! Valutiamo insieme i progetti politici e anticristiani dell’Europa dell’Ottocento e del Novecento
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A ben pensarci, anziché descrivervi per filo e per segno il ‘Viaggio nell’Apocalisse verso l’Anticristo prossimo venturo’, avrei potuto sin dal primo capitolo parlarvi di Solov’ev facendovi la recensione che vi ho dato prima e ce la saremmo cavata – voi ed io - con un solo capitolo.
Del racconto sull’Anticristo di Solov’ev vi sarebbe però rimasta l’impressione di una fiaba, bella ma anche del tutto immaginaria, e inoltre – fatto davvero grave… - non avreste conosciuto l’Apocalisse con l’argomento centrale dell’Anticristo sviluppato come ve l’ho spiegato io.
A prima vista il racconto di Solov’ev sembrerebbe tutt’altro rispetto alla spiegazione che vi ho dato io dell’Apocalisse, ma la cosa si spiega con il fatto che egli ha voluto presentarla sotto forma di romanzo.
Il racconto del nostro amico russo è infatti una metafora dell’Apocalisse e di quanto potrebbe storicamente accadere, forse già nei prossimi anni o decenni di questo nostro nuovo millennio, il settimo di quella cosiddetta settimana universale alla quale i primi Padri della Chiesa credevano tanto.
A ben vedere, tuttavia, vi accorgereste che la sua lettura dell’Apocalisse – fatta attraverso la figura centrale dell’Anticristo – nella sostanza non è molto diversa dalla mia.
Quando si affibbia ad un’opera - come ha fatto il Cardinal Biffi - la qualifica di ‘profetica’, o profetica lo è del tutto oppure non lo è.
Profetica dunque solo perché Solov’ev vide in anticipo la crisi di fede della Chiesa e dei valori cristiani del Novecento come sembrerebbe apparentemente dire quella recensione della Radio Vaticana sull’intervento del Cardinale?
Oppure il Cardinale – che evidentemente deve conoscere bene sia l’Apocalisse che il racconto del russo - non ha volutamente commentato il resto del suo ‘profetismo’?
Solov’ev, infatti, dice per metafora ben altro ancora e ve lo farò comprendere meglio.
Vi ricordo innanzitutto che in questi ultimi duecento anni si è dispiegata – senza che sia ancora finita - la più grande guerra di religione della Storia, combattuta nel silenzio e senza che nessuno dei mass-media ne parli ma i cui risultati in materia di disinformazione e controinformazione culturale e religiosa sono sotto gli occhi di tutti.
Giorni addietro un quotidiano19 titolava in prima pagina a sette colonne l’esito di un sondaggio in Italia affidato ad una società specializzata:
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Solo un italiano su due sa chi è l’autore del «Padre nostro». E quattro su dieci non
sanno cos’è la Trinità. La Pasqua? Ne ignora il significato il 23% degli intervistati
PERCHE’ NON POSSIAMO DIRCI CATTOLICI
Sondaggio del «Giornale» sulla conoscenza della religione. Il risultato: siamo tutti ignoranti
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Sorvolo sui particolari del sondaggio (come ad esempio quello che i battezzati in media sono in grado di menzionare solo tre dei dieci comandamenti) che emergono dalle due pagine interne dell’inchiesta.
Se pensate che questo risultato sia deprimente è bene sapere che c’è anche di peggio.20 Da un analogo sondaggio fatto mesi fa in Francia dal giornale ‘Le Monde’ è risultato che solo il 51% degli intervistati si è dichiarato cattolico, di questi solo l’8% va a Messa la domenica, il 50% circa dei cattolici ritiene certa o ‘probabile’ l’esistenza di Dio, mentre solamente il 18% di essi crede nel ‘Dio-personale’ del Cristianesimo, mentre il 79% dei cattolici lo ritiene una qualche sorta di energia o forza a carattere spirituale. Il 42% dei cattolici crede che la Resurrezione di Gesù sia una specie di mito.
Questo è il risultato, appunto, di due secoli di disinformazione e controinformazione!
Vi ricordo allora che l’Europa dell’Ottocento, sopravvissuta alle tragedie delle guerre portate dalla rivoluzione francese, era stata caratterizzata dalla espansione ideologica dell’ateismo e dei primi fondamentalismi laicisti che – in nome della Ragione – avevano portato l’attacco al cuore del Papato e di PIO IX con il cannoneggiamento di Porta Pia nel 1870 diretto dal pur cattolico generale Raffaele Cadorna.
Tutto era cominciato dalle dottrine illuministe e dai progetti di alcuni importanti circoli massonici di allora, progetti ben noti agli esperti e oggetto di ampia letteratura, che si proponevano – per ammissione dei loro stessi massimi esponenti – l’eliminazione innanzitutto del Papato dalla faccia della terra.
Albert Pike (Boston 1809-Washington 1891), fu governatore dei territori indiani, generale dell’esercito della Confederazione del Sud e fondatore del famigerato Ku Klux Klan, massone del 33° grado del Rito Scozzese Antico Accettato americano, quindi Sovrano Gran Commendatore del Rito stesso.
Autore di ‘Morals and Dogma’, considerato tutt’oggi pietra d’angolo della dottrina massonica, ancora nell’Ottocento egli dichiarava:21
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«Quando Luigi XVI fu giustiziato la metà del lavoro era fatta e quindi da allora l’Armata del Tempio doveva indirizzare tutti i suoi sforzi contro il Papato».
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Altro obbiettivo massonico, funzionale al suddetto, era la realizzazione di una società universale retta da un Governo mondiale.
Si trattava naturalmente di progetti da realizzare a lunga scadenza, proiettati nel corso dell’intero secolo successivo, il Novecento.
Questi progetti, elaborati da menti raffinate, prevedevano necessariamente la preventiva graduale eliminazione delle monarchie e degli imperi europei filo-cattolici (Francia, Spagna, impero asburgico, impero russo), la loro destrutturazione con la creazione al loro posto di una serie di singole entità statali più piccole e quindi politicamente più deboli, e infine un loro successivo processo di riaggregazione socio-politica su basi federali e del tutto laiciste.
Lo scopo finale era quello di arrivare appunto – dopo una serie di guerre mondiali intermedie volte a scomporre i vecchi assetti per poterne determinare di nuovi - ad un governo prima europeo e poi mondiale: quello del Nuovo Ordine Mondiale del quale in politica internazionale si sente parlare come del ‘Toccasana’ per la Pace, il Progresso ed il Bene collettivo.
La ben nota ‘Società delle nazioni’, successiva alla prima guerra mondiale, sarebbe stata un primo rudimentale abbozzo del suddetto ‘Governo mondiale’, un primo passo graduale in tale direzione ma, essendo ancora molto imperfetta, finì per fallire.22
Successivamente alla seconda guerra mondiale – che rideterminò in maniera drastica i nuovi assetti politici e di potere mondiale - la ‘Società delle Nazioni’ venne infatti sostituita con un modello più ‘perfezionato’, quello che ormai tutti conosciamo come O.N.U., Organizzazione delle Nazioni Unite.23
Questo organismo – promosso dalle Potenze uscite vincitrici dalla seconda guerra mondiale - si basa sullo schema democratico della divisione dei poteri con una Assemblea Generale che rappresenta il potere legislativo, il Consiglio di Sicurezza (governato dalle cinque potenze suddette che hanno ciascuna potere di veto) che rappresenta quello esecutivo e la Corte internazionale di Giustizia dell’Aja che rappresenta quello giudiziario.
Anche questo organismo – per un insieme di ragioni che qui non è importante analizzare – viene però considerato oggi come inadeguato da coloro che mezzo secolo fa lo avevano promosso ed ora – da qualche anno – c’è chi parla con sempre maggior insistenza di sostituirlo con un modello ancora più avanzato che ne superi le ‘inefficienze’ e garantisca veramente la ‘pace’ e ‘l’ordine mondiale’.
Solov’ev – uomo non solo geniale ma colto, che aveva viaggiato per l’Europa, conosciuto personaggi e ambienti di ogni genere – non poteva non conoscere almeno nelle linee di tendenza tutti questi progetti accarezzati negli ultimi decenni dell’Ottocento nei circoli più riservati del vero potere.
Egli ha tuttavia sbagliato nell’identificare nell’Europa ‘l’ombelico del mondo’ ed il nucleo politico-militare del futuro Governo mondiale, ma a quell’epoca – dal punto di vista politico-militare – l’Europa era veramente il massimo e non si erano ancora affacciate all’orizzonte Potenze politico-militari ‘globalizzanti’ come gli Stati Uniti d’America, l’Unione sovietica o la Cina comunista con il suo attuale miliardo e trecentomilioni di abitanti.
Comunque, e qui vediamo veramente il suo ‘profetismo’, egli ha spinto lo sguardo nel futuro, ma non nel XX, bensì nel XXI secolo, vale a dire il periodo storico che stiamo vivendo ora, il periodo cioè in cui – dopo la precedente apertura del settimo sigillo della ‘Chiesa di Laodicea’ – si potrebbe vedere la manifestazione non più del solo astratto ‘spirito’ dell’Anticristo, cioè della crisi di fede e dei valori cristiani, ma la manifestazione piena dello stesso Anticristo finale.
Anticristo sotto forma di un personaggio politico, ma che avrebbe come contraltare un ‘alter ego’ sul piano religioso: insomma le due Bestie, quella del mare e quella della terra.
Un Anticristo che – secondo San Giovanni - avrebbe finito per assumere dimensione umana avendo quale proprio marchio di identificazione l’infernale simbolo del ‘666’: un nome d’uomo!
20.2 Analizziamo insieme il vero ‘profetismo’ di Vladimir Sergeevic Solov’ev
Dopo aver letto le pagine precedenti, ora potrete veramente meglio comprendere il significato reale che si cela dietro al racconto apparentemente immaginario di Solov’ev e la ragione di fondo per la quale qualcuno lo considererebbe ‘profetico’.
Il racconto di Solov’ev è infatti una trasposizione narrativa delle rivelazioni dell’Apocalisse adattata ad una immaginaria ed ipotetica, ma per lui prevedibile, realtà storica dell’inizio del terzo millennio dopo Cristo.
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Vediamolo nei particolari: La Donna vestita di sole
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Quando Pietro II vede a Gerico l’apparizione della Madonna nel cielo buio, egli grida agli altri che quello era il ‘segno’ tanto atteso. Egli alludeva cioè al ‘primo segno’ dell’Apocalisse, quello della ‘Donna vestita di sole che lotta con il Dragone’, che avrebbe dovuto guidare quel piccolo ‘resto’ di cristiani rimasti fedeli nella lotta contro l’Imperatore mondiale ‘Anticristo’.
Il Solov’ev, pur ‘profetico’, nel 1900 non aveva previsto le apparizioni della Madonna a Fatima nel 1917, con quello straordinario miracolo del sole rotante che aveva avuto lo scopo di convincere tutti della veridicità delle apparizioni e quindi anche della veridicità del messaggio della Vergine nel quale, fra l’altro, Ella aveva anche detto che – alla fine – il suo Cuore Immacolato avrebbe comunque trionfato.
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Stati Uniti d’Europa
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Qui Solov’ev si era tenuto ‘largo’ perché li aveva previsti solo nel terzo millennio sottovalutando quelle che sarebbero state le capacità organizzative e di ‘seduzione’ dei suoi promotori che hanno portato alla costituzione dell’Unione Europea fin dal Novecento.
Potrebbe però non aver sbagliato perché l’attuale Unione Europea - finché non si sarà data una vera e propria Costituzione e non si sarà realmente integrata dal punto di vista della politica estera e militare - non potrà chiamarsi effettivamente ‘Stati Uniti d’Europa’.
Se tuttavia la tanto discussa e per ora bloccata bozza di Costituzione – che peraltro rifiuta di ammettere nel suo testo il riferimento alle radici cristiane della identità europea - dovesse essere approvata nei prossimi anni, e vi fosse anche l’integrazione politico-militare, allora bisognerà ammettere che Solov’ev aveva avuto ragione a prevedere la vera realizzazione degli Stati Uniti d’Europa nel XXI secolo.
La conferma di un’Unione Europea giacobina e dai principi avversi al Cristianesimo è stata peraltro riconfermata ancora recentemente dal rifiuto rinnovato a Papa Benedetto XVI - in occasione delle celebrazioni a Berlino per il 50° anniversario del Trattato fondante di Roma - ad inserire nella Bozza di costituzione un richiamo alle suddette ‘radici’.24
In ogni caso, Stati Uniti d’Europa o Unione Europea, Solov’ev avrebbe peccato di ottimismo perché – almeno fino ad oggi – l’Europa è nel complesso un gigante economico ma un nano militar-politico e non è possibile vedere in essa il centro motore egemonico della politica mondiale.
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La ‘monarchia’ o Governo mondiale
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Abbiamo invece già visto che l’O.N.U. attuale, con i suoi organi e poteri legislativi, esecutivi e giudiziari, è già un ‘abbozzo’ in stadio avanzato in attesa di essere prima o poi sostituito da un modello definitivo più funzionale ed efficiente probabilmente quando una terza guerra mondiale consentirà di rimescolare ulteriormente le carte e ridefinire gli attuali assetti ed equilibri di potere.
All’O.N.U. aderisce oggi la maggioranza delle nazioni della terra e già ora è organizzato in ‘Dicasteri’, molto simili ai nostri ‘Ministeri’, che diramano direttive ai vari governi di carattere economico, ambientale, didattico-scolastico, culturale, alimentare, sanitario, controllo delle nascite, politiche contraccettive ed abortiste per ridurre la popolazione e la fame nel mondo, etc.
L’O.N.U. decide inoltre in quali punti ‘caldi’ del globo intervenire militarmente, deliberando – attraverso il suo Consiglio di Sicurezza - l’invio di truppe scelte, alle quali accennava pure il racconto di Solov’ev, appartenenti ai vari stati membri. Ne è un esempio recente la guerra in atto in Afganistan contro i ‘talebani’ o l’invio di una forza di ‘interposizione’ in Libano dopo il conflitto fra Israeliani e Movimento degli Hezbollah del 2006.
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Il ‘deserto’ del Sinai
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Vi si ritirano i cristiani usciti superstiti dalle ‘folgori’ dell’Imperatore e di Apollonio, ma simboleggia il ‘deserto’ allegorico di cui si parla nel ‘primo segno’ dell’Apocalisse nel quale ad un certo punto è costretta a rifugiarsi la ‘Donna vestita di sole’.
La Donna, vale a dire la Madonna di Fatima, rappresenta simbolicamente anche la Chiesa respinta ed isolata dalla Società durante la persecuzione da parte dei sistemi atei e laicisti.
Il rifugio del ‘deserto’ potrebbe anche essere figura delle ‘catacombe’ di duemila anni fa, una sorta di ‘messa in sonno’, dove i cristiani, oltre che venirvi seppelliti da morti, potevano partecipare da vivi alle Messe ma nel segreto del nascondimento, pena la morte, come succede del resto anche oggi in Cina e in alcuni stati africani o a forte caratterizzazione islamica.
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I Due testimoni uccisi e resuscitati in terra
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Sono immaginati da Solov’ev non come dei riviventi Mosè e Elia, ipotizzati da taluni, ma come la personificazione del Papa cattolico Pietro II e del Capo ortodosso Giovanni.
Il Gesù valtortiano aveva però detto che i ‘due Testimoni’ dell’Apocalisse uccisi e poi ‘resuscitati’ potevano essere considerati come simbolo dei Testimoni della Fede durante la persecuzione anticristiana della Grande Tribolazione che avrebbe caratterizzato il Regno dell’Anticristo. Il che non esclude, forse, che questi possano essere anche due personaggi reali che verranno uccisi e che nella loro persona saranno ‘figura’ di tutti gli altri testimoni della fede che seguiranno la loro sorte ma che resusciteranno in Cielo nella Gloria di Dio, in quanto Martiri.
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Il Tempio della chiesa universale
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È il simbolo della tendenza ‘ecumenica’ fra tutte le svariate religioni della terra, di tipo laicista.
L’attacco alle religioni – presentate da molti mass-media (controllati dalla Finanza mondiale) come responsabili delle litigiosità, degli atti terroristici e quindi dei pericoli alla pace mondiale (che invece dipendono da interessi politici e dallo spirito di cupidigia e dall’animo di sopraffazione degli uomini) – si traduce nel tentativo di omogeneizzarle al loro minimo comun denominatore eliminandone le differenze più evidenti e quindi i punti di maggior attrito. Questa base minima comune dovrebbe diventare la piattaforma di una religione nuova, un coacervo di credenze, che sarebbe tuttavia una ‘religione’ umana, di meri principi morali, senza alcun crisma di caratterizzazione divina. La prima a crollare dovrebbe essere la religione cristiana, a cominciare da quella cattolica, già ampiamente indebolita dalle divisioni intestine, nella quale abbiamo visto che fior di ‘teologi’ stanno da decenni mettendo in dubbio la divinità di Gesù Cristo e la sua effettiva Resurrezione, pensandola in sostanza come l’Anticristo di Solov’ev.
L’ONU, quale organo di coordinamento mondiale, sembra orientarsi ormai da decenni in questa direzione ‘religiosa’ per combattere i ‘fondamentalismi’, visti non come patologie della psiche umana che strumentalizza la religione ma come una caratteristica delle religioni in quanto tali.
Le religioni, come gli Imperi cattolici dell’Ottocento, sarebbero quindi anch’esse da ‘destrutturare’ in nome della pace e di una vera ‘fratellanza’ universale che superi ‘ogni barriera’.
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L’economia globalizzata
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Dopo le premesse create alcuni decenni fa con l’abolizione o riduzione delle barriere doganali e i vari Accordi internazionali per la liberalizzazione del commercio, l’economia globalizzata e iper-liberista è già oggi un fatto compiuto, anche se sembra destinata a produrre nei Paesi occidentali distorsioni nella concorrenza, disoccupazione, abbassamenti dei livelli salariali, minore potere d’acquisto delle monete, aumento dei prezzi, tensioni sociali ed economiche crescenti.
Viene imposta dall’Imperatore ‘romano’ per diffondere il ‘benessere’ ovunque anche nei Paesi terzi, ma in realtà serve a tutelare i suoi interessi finanziari, economici e di potere.
Organizzazioni con finalità di coordinamento finanziario ed economico facenti parte dell’orbita dell’O.N.U. o sue sussidiarie, come il Fondo monetario Internazionale e la Banca Mondiale ed altre ancora, concorrono oggi a realizzare sempre di più questo obbiettivo.
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L’Imperatore romano
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Si crede il Messia, il vero Messia, perché l’ultimo e quindi il Messia definitivo. Vuole controllare le varie religioni. È l’Anticristo, l’evidente trasposizione – sul piano umano, religioso e politico - della emanazione anticristica della ‘Bestia del mare’ di Apocalisse, cioè quella che il Gesù valtortiano illustrava come la ‘rappresentazione simbolica’ del senso di ‘potenza’ dell’uomo in quanto tale che poi si traduce anche in ‘potenza politica’.
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Il Cardinale Apollonio
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È il ‘Vescovo’ esoterico, che poi viene fatto ‘Cardinale’ e infine nominato ‘Papa’.
Solov’ev lo definisce il fido ‘fratello’ dell’Anticristo, termine quest’ultimo allusivo nei confronti di alcuni circoli fra-massonici.
Qui, nel racconto, il personaggio Apollonio non viene presentato come l’Anticristo ma come un amico fedele che ‘collabora’ con lui.
E’ l’allegoria della ‘Bestia della terra’ che seduce tutti con le sue mene e i suoi prodigi per portarli ad adorare la ‘Bestia del mare’.
La figura di Apollonio ‘Cardinale’ potrebbe inoltre far pensare anche ad un personaggio religioso interno alla gerarchia ecclesiastica, un sorta di ‘Antipapa’ e quindi – dal punto di vista strettamente religioso – un Anticristo ancor più ‘anticristo’ di quello politico, in quanto traditore interno della stessa Chiesa.
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Lo scontro militare presso il Mar morto in Palestina
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Avviene fra le truppe pagane multinazionali dell’Imperatore-Anticristo e l’esercito ebraico. Esso richiama nel racconto di Solov’ev la Battaglia di Armagheddon.
Questa Battaglia, nell’Apocalisse, è soprattutto spirituale, ma non è escluso che nel campo umano essa si traduca anche in guerre materiali fra potenze politiche con interessi opposti.
Le tensioni fra palestinesi e israeliani, quelle irakene ed iraniane e in genere quelle interne al Medio Oriente islamico, non sono un buon segno e potrebbero essere incubazione o scintilla di guerre micidiali di ben più ampia portata che potrebbero coinvolgere - con un effetto ‘domino’ - potenze mondiali come Stati Uniti, Russia e Cina ed i loro ‘satelliti’.
Lo scopo di Satana è infatti quello della distruzione degli uomini che – nell’odio reciproco – muoiono in peccato mortale.
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L’Imperatore e Apollonio inghiottiti nella voragine del ‘vulcano di fuoco’
sotto il Mar Morto
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Questa pittoresca immagine simboleggia la sconfitta e la sorte dell’Anticristo dell’Apocalisse, cioè quella delle due Bestie che in Apocalisse 19 vengono precipitate nello ‘stagno di fuoco’ dell’Inferno dopo la Battaglia di Armagheddon, quando si vede il Gesù Vincente arrivare sul cavallo bianco alla guida degli eserciti celesti.
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La credenza e l’aspettativa degli ebrei di Solov’ev in un loro Regno ‘Messianico’
e lo stabilimento in Gerusalemme della sede finale della monarchia mondiale
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Simboleggia le aspettative dell’odierno movimento politico mondiale del Sionismo25, movimento ideale che cominciava già a farsi conoscere negli ambienti ristretti della politica nella seconda metà dell’Ottocento ma che – va detto - non deve essere comunque confuso né con gli ebrei, né con l’ebraismo né con l’odierno popolo e Stato di Israele.
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La ribellione degli ebrei all’Anticristo
L’Anticristo viene dagli ebrei considerato colpevole di averli illusi con la promessa di un loro Regno messianico che avrebbe governato il mondo. Essi hanno però alla fine capito l’inganno e, disperati nel vedere le loro attese millenarie completamente disattese, invocano Javhè, il Dio d’Israele, che tuttavia, essendo purissimo Spirito non si mostra, mentre invece appare loro il Gesù Risorto con le sue piaghe che si fa loro incontro per accoglierli a braccia aperte: prefigura la conversione degli ebrei di cui parla San Paolo in una sua lettera.(Rm 11, 25-32)
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I ‘mille anni’ in cui i martiri cristiani ed ebrei ‘resuscitati’ vivrebbero con Cristo
sulla terra
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Se ne parla alla fine del racconto di Solov’ev e coincidono con quei ‘mille anni’, ripetuti per ben sei volte in Ap 20, durante i quali Satana verrà incatenato: cioè il Regno di Dio in terra, nel cuore degli uomini ovviamente, come pensava San Bernardo di Chiaravalle.
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La manifestazione dell’Anticristo visto come elemento centrale dell’Apocalisse
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È una conferma di quanto vi avevo già detto. Secondo il ‘profetico’ Solov’ev del Cardinal Biffi, la centralità della Apocalisse non sarebbe costituita (come ribadito anche alla fine del racconto dello scrittore russo e come del resto avevo spiegato all’inizio di questo libro) dalla fine del mondo ma dalla venuta dell’Anticristo e dalla sua sconfitta ad opera del Verbo-Gesù Cristo per instaurare il Regno di Dio in terra, con un Cattolicesimo finalmente riunito con le altre Confessioni cristiane, insieme ad un ‘resto’ del popolo ebraico convertito.
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Il XXI secolo
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È il periodo in cui è ambientato il racconto di Solov’ev per la manifestazione dell’Anticristo.
Lo scrittore conosceva bene la Bibbia e sapeva quindi che il XXI secolo costituiva l’inizio del settimo millennio dalla creazione di Adamo ed Eva, collocata nell’Antico Testamento nel 4000 circa a.C.. Egli non doveva quindi ignorare che il XXI secolo marca anche l’inizio del settimo millennio della cosiddetta settimana universale, il cui ultimo ‘giorno’ equivarrebbe all’era ‘millenaria’ del Regno di Dio in terra secondo l’Apocalisse.
Un ‘millennio’ però di lunga durata anche se indefinita, da interpretare come quella di una nuova Era alla cui conclusione vi sarà la fine del mondo.
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Pietro II
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È il Papa cattolico sotto la cui guida ecumenica si riuniranno finalmente tutte le Confessioni cristiane.
Del nome di ‘Pietro secondo’ dato ad un Papa abbiamo già parlato nella Presentazione a questo nostro libro accennando alla famosa profezia di San Malachia.
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Mi fermo qui con l’elencazione dei richiami all’Apocalisse, perché del racconto ‘profetico’ di Solov’ev bisognerebbe a mio avviso cogliere non i particolari, che sono espedienti letterari romanzati, quanto invece la ‘sostanza’, che è quella che conta: la manifestazione nel XXI secolo del Regno breve dell’Anticristo.
Solov’ev lo vede come un uomo, e fin qui possiamo essere d’accordo, ma poi lo vede anche soprattutto come un ‘personaggio politico di potere’, così come anche gli antichi cristiani vedevano l’Anticristo negli imperatori romani che li perseguitavano.
Tuttavia egli mette accanto ad un Anticristo politico una ‘spalla’ religiosa: Apollonio.
Io invece, che mi fido di più del Gesù valtortiano, penso che si debba invertire l’ordine dei fattori, anche se alla fine il prodotto finale non cambia.
Il ‘politico’ crede di essere lui il ‘Deus ex machina’, senza sapere che – e questo è l’estremo inganno di Satana – in realtà egli è solo uno ‘strumento’, la ‘spalla’ del vero Anticristo, quello religioso, voluto da una pianificazione infernale contro l’Umanità e la Chiesa che ne è il baluardo.
Dunque è il ‘giuda’ il vero Anticristo, la Mente, e non il suo braccio secolare, cioè ‘l’imperatore’.
Cosa aveva detto – dell’Anticristo - il Gesù della mistica Maria Valtorta?26
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«….Sarà persona molto in alto, in alto come un astro umano che brilli in un cielo umano. Ma un astro di sfera soprannaturale, il quale, cedendo alla lusinga del Nemico, conoscerà la superbia dopo l’umiltà, l’ateismo dopo la fede, la lussuria dopo la castità, la fame dell’oro dopo l’evangelica povertà, la sete degli onori dopo il nascondimento.
Meno pauroso il vedere piombare una stella dal firmamento che non vedere precipitare nelle spire di Satana questa creatura già eletta, la quale del suo padre di elezione copierà il peccato.
Lucifero, per superbia, divenne il Maledetto e l’Oscuro.
L’Anticristo, per superbia di un‘ora, diverrà il maledetto e l’oscuro dopo essere stato un astro del mio esercito.
A premio della sua abiura, che scrollerà i cieli sotto un brivido di orrore e farà tremare le colonne della mia Chiesa nello sgomento che susciterà il suo precipitare, otterrà l’aiuto completo di Satana, il quale darà ad esso le chiavi del pozzo dell’abisso perché lo apra. Ma lo spalanchi del tutto perché ne escano gli strumenti d’orrore che nei millenni Satana ha fabbricato per portare gli uomini alla totale disperazione, di modo che da loro stessi invochino Satana Re, e corrano al seguito dell’Anticristo, l’unico che potrà spalancare le porte d’abisso per farne uscire il Re dell’abisso, così come il Cristo ha aperto le porte dei Cieli per farne uscire la grazia e il perdono, che fanno degli uomini dei simili a Dio e re di un Regno eterno in cui il Re dei re sono Io…».
20.3 Una ‘scintilla di comprensione’…
Bene, non vi è altro da aggiungere, vorrei però accontentarvi in quella che sono sicuro è rimasta una vostra curiosità: la misteriosa profezia di San Malachia.
Vescovo irlandese del XII secolo d.C., Malachia era un profeta santo che aveva fatto miracoli ed aveva lasciato ai posteri una profezia sui futuri Papi, caratterizzati da nomi in codice simbolici, che si sarebbero succeduti dal suo momento storico in poi.
Fu una lista contenuta in un manoscritto rimasta quasi sconosciuta ai più fino al Cinquecento quando – grazie all’invenzione delle tecniche di stampa – essa poté essere più facilmente divulgata.
In una Chiesa cattolica scossa in quel tempo fin dalle fondamenta dalla rivolta ‘protestante’, tanto da far dubitare a molti della sua sopravvivenza, il grande numero dei papi futuri elencati nella Profezia servì a dare fiducia di continuità e speranza che l’immane tempesta sarebbe stata superata.
Molti all’epoca di quella sua divulgazione a mezzo stampa dubitarono però della sua autenticità, pensando che essa fosse stata compilata nel Cinquecento a posteriori da qualche burlone, fatto che avrebbe spiegato l’esattezza delle successioni dei papi fino ad allora.
Se questa ipotesi poteva esser plausibile applicata al periodo precedente il Cinquecento non si è capito però come mai la profezia si sia rivelata complessivamente esatta anche per i secoli successivi, quando ormai papi e nomi simbolici della lista erano ormai ben conosciuti in anticipo e nessuno avrebbe potuto più ‘confezionarli’ ad arte a posteriori.
Ora la cosa che qui – per noi - merita più attenzione non è tanto il fatto che i nomi simbolici dati ai vari futuri pontefici si attagliassero più o meno bene ad essi, quanto quello ben più strano che la profezia termina con dei papi che sono stati chiaramente identificati con quelli dei nostri ultimi decenni.
Non si capisce però bene se l’ultimo papa della lista sia Papa Benedetto XVI o un Papa ancora a lui successivo: infatti la presenza nella storia di taluni antipapi potrebbe aver forse influenzato in qualcosa la interpretazione degli esperti su quale sia esattamente il numero totale dei Papi, e quindi su chi sia effettivamente l’ultimo.
Alcune domande si pongono però con forza. Perché questo elenco di papi che avrebbero regnato nel corso di circa ottocento anni successivi termina proprio in questa nostra epoca? San Malachia aveva ‘esaurito’ lo spirito profetico? Non è possibile! Ci deve per forza essere un senso che ci sfugge!
Malachia ha voluto comunque designare simbolicamente l'ultimo Papa che chiude la profezia con i seguenti versi latini:
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"In persecutione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, et Judex tremendus judicabit populum suum. Amen" .
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La traduzione è la seguente:
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"Durante l'ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa, siederà Pietro il romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste saranno terminate, la città dai sette colli sarà distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. E così sia".
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Quindi, mentre gli altri papi venivano indicati con dei generici nomi simbolici, a quest’ultimo viene dato un nome molto significativo come quello di Pietro la cui importanza non poteva sfuggire a San Malachia che era anche un vescovo, ma vi si aggiungono anche dei particolari drammatici che caratterizzerebbero il suo pontificato.
Un Pastore che guiderà il suo gregge fra molte ‘tribolazioni’ nella città dei ‘sette colli’ che verrà distrutta.
Ma perché chiamarlo ‘romanus’, cioè ‘il romano’?
E perché la città sarà distrutta quando le persecuzioni saranno terminate?
La persecuzione riguarda la Chiesa cattolica che viene qui chiamata con il suo nome di ‘Santa Romana Chiesa’.
Si parla inoltre di una ‘civitas’ dai ‘sette colli’, termini questi due ultimi che sembrerebbero qui richiamare non l’immagine della ‘Chiesa-città di Dio’ ma l’immagine ‘fisica’ della città capitolina, cioè Roma.
Ritorna qui alla nostra memoria quell’immagine misteriosa della ‘città in rovina’ e del Papa ‘tremulo’ della visione di Fatima.
E se il Papa ‘tremulo’ e barcollante di quella visione fosse stato Papa Giovanni Paolo II, tremulo perché affetto dal morbo di Parkinson, e la città in rovina di S. Malachia fosse invece riferita ad una situazione che si sarebbe invece verificata qualche decennio dopo l’attentato, con riferimento magari a quelle due profezie dei Capp. 22 e 23 di Isaia di cui abbiamo parlato nel Cap. 11 precedente e che si riferivano alle città distrutte di Tiro e Gerusalemme, possibili figure della Roma del futuro?
L’Anticristo cercherà dunque di distruggere la Chiesa non solo spiritualmente ma anche materialmente insieme al Vaticano e alla Basilica di San Pietro?
Di quali ‘forze umane’ si servirà? Vi sarà qualche guerra con un Nemico militare che – nell’ambito di qualche conflitto più grande – invaderà l’Italia e si insedierà a Roma rimanendoci per quarantadue mesi come dice l’Apocalisse prima di esserne cacciato?
Oppure saranno forze interne, politicamente nemiche della Chiesa, che si impadroniranno del potere, forze nemiche del Cristianesimo e del Papato? Come non ricordare l’attacco allo Stato pontificio dell’Ottocento e le cannonate della breccia di Porta Pia?
Gesù ha però anche detto che ‘le forze degli Inferi non prevarranno sulla Chiesa’…
Questo ‘secondo’ Pietro, sarà forse l’ultimo papa della ‘vecchia’ Chiesa semidistrutta dall’Anticristo, o sarà invece il primo Papa – e qui il nome simbolico di secondo Pietro non potrebbe essere più appropriato – di una seconda serie di papi di un Cristianesimo rinnovato e riunificato di una nuova Era?
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Quante domande alle quali non so rispondere…, troppe! Lascio allora a voi, lettori, l’onere della risposta.
Il nostro ‘Viaggio nell’Apocalisse verso l’Anticristo prossimo venturo’ è dunque terminato.
Di più e di meglio non saprei dirvi, tranne provare a scrivervi anch’io un racconto od un romanzo.
Giovanni - il capo degli Ortodossi del racconto di Solov’ev – di fronte all’Imperatore, come ‘folgorato’ da una intuizione, aveva ad un certo punto gridato a tutti: … ‘Figlioli, è l’Anticristo!’.
E venne a sua volta folgorato da ‘Apollonio’…!
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A voi suggerisco ironicamente… maggior prudenza: non sarà necessario gridarlo ai quattro venti ma basterà sommessamente dirlo ai vostri amici…, a scanso di ‘fulmini’!
Vi lascio con le vostre perplessità ed i vostri dubbi, ma con la fiducia di avere almeno acceso una scintilla di comprensione che vi aiuterà a intuire – quando sarà il momento – che il regno dell’Anticristo sarà veramente arrivato, con la consapevolezza in voi, tuttavia, che esso sarà relativamente breve e che finalmente, dopo di esso …
1 Robert Hugh Benson 1871-1914: Il Padrone del mondo
Vladimir Sergeevic Soloviev 1853-1900: Il racconto dell'Anticristo
2 Guido Landolina: 'Viaggio nell'Apocalisse verso l'Anticristo prossimo venturo) - Ed. Segno 2007
vedi Sito internet dell'autore: http://www.ilcatecumeno.net/presopere.htm
3 Ap 19, 11-21 e Ap 20, 1-4
4 La straordinaria profezia di San Malachia verrà analizzata con maggiori dettagli nel Cap. 20 dell'opera.
5 http://www.iltimone.org/35474,News.html
6 Ap 20, 7-8
7 Ap 20, 7-10
8 http://www.ilcatecumeno.net/presopere.htm
9 http://www.movimentoneval.altervista.org/mv.htm
10 Maria Valtorta: 'I Quaderni del 1943' - Dettato 20.8.43 - Centro Editoriale Valtortiano
11 Maria Valtorta: 'I Quaderni del 1943' - Dettato 9.11.43 - Centro Editoriale Valtortiano
12 ancora. Qui la scrittrice inserisce a matita il rinvio biblico, che nella neo-volgata corrisponde a 2 Re 9, 22. Si tratta della risposta di Ieu ad una domanda di Ioram, riportata come è nella versione della Bibbia posseduta dalla scrittrice (nota in calce al 4 novembre).
13 avevo detto, per esempio il 15 agosto.
14 promessa, in Luca 2, 14.
15 Ap 19 e 20
16 Ap 20 7-10
17 Ap 20, 1-15
18 Libero: 20 marzo 2007, pag. 32
19 Da ‘il Giornale’, edizione di Domenica 8 aprile 2007, pagg. 1,2,3
20 Da. ‘il Giornale’. Edizione del 12 aprile 2007, Antonio Belotti
21 A. Pike: ‘Morals, Dogma and Clausen’s Commentaries’, Vol, VI, Commento al XXX Grado, Cavaliere, grand’eletto Kadosh, pag. 156 - Foggia, Ed. Bastogi, 1984
22 Società delle Nazioni: Organizzazione sovranazionale per il mantenimento della pace e della sicurezza, con sede a Ginevra; fondata nel 1919, fu attiva dal 1920 al 1946, anno in cui venne istituita l'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU). Fra i compiti della Società rientravano anche la promozione della cooperazione internazionale tra gli stati membri e la soluzione delle controversie internazionali; vi appartennero in totale 63 stati, di cui solo 31 per l'intero periodo di attività.
Il primo progetto di un'associazione generale di stati si deve al presidente statunitense Woodrow Wilson, che nel 1918 ne tracciò il profilo inserendolo come uno dei quattordici punti del programma degli Alleati per la prima guerra mondiale. Tale nucleo venne poi utilizzato per la stesura del patto istitutivo della Società e incluso nel trattato di Versailles e negli altri trattati che nel 1919 segnarono la conclusione del conflitto.
Voluto per iniziativa statunitense, il trattato istitutivo non fu però mai ratificato dal Senato degli Stati Uniti che rifiutava il testo dell'articolo X, con cui si prevedeva l'intervento congiunto delle potenze aderenti alla Società in caso di aggressione a una di esse; la mancata partecipazione statunitense alla Società fu certamente una delle cause del sostanziale fallimento dell'organizzazione.
Fonte: Enciclopedia Encarta, 2005
23 ONU o Organizzazione delle Nazioni Unite: Organizzazione internazionale basata sul reciproco riconoscimento della sovranità di ciascuno degli stati membri; i suoi scopi sono quelli di mantenere la pace e la sicurezza internazionale, sviluppare relazioni amichevoli tra le nazioni, promuovere la cooperazione in materia economica, sociale e culturale, e favorire il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Gli stati membri si impegnano a risolvere le controversie in modo pacifico, ad astenersi dall'uso della forza, a sostenere le iniziative dell'ONU e ad agire conformemente al suo programma.
Nel 1945 il Congresso degli Stati Uniti d'America invitò l'Organizzazione delle Nazioni Unite a stabilire sul proprio territorio la sua sede centrale permanente. Completato nel 1952, il palazzo dell'ONU si trova a Manhattan, lungo l'East River, nella città di New York.
La responsabilità del mantenimento della pace spetta al Consiglio di sicurezza che in base agli articoli 33-38 dello statuto incoraggia le parti coinvolte in una controversia a risolvere le dispute con negoziati, mediazioni, conciliazioni, arbitrati o sottoponendosi al giudizio della Corte internazionale di giustizia.
Di fronte a serie minacce alla pace, gli articoli 39-51 autorizzano il Consiglio ad attuare misure coercitive non militari, quali l'uso di sanzioni economiche o diplomatiche, e prevedono anche l'uso della forza contro i paesi che non si attengano alle misure prescritte.
Il ricorso all'azione militare è però regolato dal potere di veto attribuito alle cinque superpotenze all'interno del Consiglio.
L'articolo 26 assegna al Consiglio il compito di favorire il controllo internazionale degli armamenti.
Le NU sono considerate la prosecuzione della Società delle Nazioni, organizzazione internazionale nata dopo la prima guerra mondiale con gli stessi fini.
Le NU non costituiscono un governo sovranazionale mondiale, ma uno strumento flessibile di collaborazione e coordinamento tra gli stati membri, la cui efficacia dipende dalla volontà dei governi più che dalla struttura dell'organizzazione stessa. (Fonte: Enciclopedia Encarta 2005)
24 Val la pena ricordare che una ulteriore conferma della ostile posizione giacobina del Parlamento europeo, è emersa da una sua risoluzione approvata il 26 aprile 2007 a Strasburgo in cui vengono condannati ‘i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali’. La risoluzione, apparentemente rivolta a soggetti generici, in realtà è diretta principalmente contro la Chiesa cattolica ed il Vaticano che hanno da tempo preso posizioni molto nette sul tema dei ‘valori’ (aborto, eutanasia, diritto alla vita, difesa della famiglia, fecondazione assistita, manipolazione genetica, matrimoni e adozioni di coppie gay, etc.) come già accennato nel precedente Cap. 16. All’origine dello scontro vi è stata una richiesta di censura sostenuta da taluni europarlamentari italiani nei confronti del già citato Presidente della C.E.I., Mons. Bagnasco, da essi giudicato ‘colpevole’ di aver fatto in Italia delle dichiarazioni cosiddette omofobiche, peraltro nettamente smentite dall’interessato. La censura ‘personale’ nei confronti del Presidente della CEI non è passata ma è stata per contro approvata una posizione di aperta diffida alla Chiesa cattolica e al Vaticano a pronunciarsi negativamente nei confronti della omosessualità. Osserva al riguardo Don Gianni Baget Bozzo (‘il Giornale’, 1° maggio 2007, pag. 16: ‘MANOVRE ANTICATTOLICHE: I GAY, ARMA DELLA UNIONE EUROPEA CONTRO LA CHIESA’) che ‘il Parlamento europeo è diventato una centrale anticattolica: e il punto centrale dell’anticattolicesimo è divenuta la questione omosessuale... la lobby anticattolica del Parlamento europeo è in rivolta contro l’Europa di cui la Cristianità è il fondamento civile e la memoria condivisa…’. Minacce di morte a Mons. Bagnasco hanno indotto il Governo italiano ad adottare particolari misure di protezione a tutela della vita dell’eminente prelato.
In data 2 maggio 2007, l’organo ufficiale della Santa Sede, il pur molto sobrio ‘Osservatore Romano’ (in merito a parole irriguardose contro il Papa e la Chiesa pronunciate fra acclamazioni di folla da un conduttore del concerto del 1° maggio tenutosi come tradizione in Piazza San Giovanni a Roma) titola in maniera forte e significativa:
‘I VILI ATTACCHI AL PAPA: ANCHE QUESTO È TERRORISMO’. Il tutto è indice di un clima anticattolico che comincia a diffondersi anche in Italia sapendo di trovare riscontro in un favorevole terreno di ‘cultura’ politica.
25 Sionismo: Movimento per la riunificazione degli ebrei della diaspora in uno stato ebraico in Palestina. Sorto nel XIX secolo culminò nel 1948 con la nascita dello Stato di Israele. Il nome del movimento deriva da Sion, la collina su cui era edificato il tempio di Gerusalemme, e fu usato per la prima volta nel 1890 dal filosofo ebreo austriaco Nathan Birnbaum. Nel 1896 Theodor Herzl pubblicò un libro dal titolo significativo, Der Judenstaat (Lo stato ebraico), in cui analizzava le cause dell'antisemitismo e proponeva, come rimedio, la creazione di uno stato ebraico. Egli nel 1897 convocò a Basilea il primo congresso sionista, in cui 200 delegati approvarono la piattaforma del movimento, il Programma di Basilea, e fondarono l'Organizzazione sionista mondiale. Al VII congresso sionista (1905), Israel Zangwill creò l'Organizzazione ebraica territoriale, con il compito di cercare una terra per la colonizzazione ebraica. (Fonte: Enciclopedia Encarta, 2005)
26 Maria Valtorta : 'I Quaderni del 1943' - Dettato del 20.8.43 - Centro Editoriale Valtortiano