
Voce narrante • SILVIA CANEPARO
11.11.2016
082. Padre Cavalcoli, terremoti, unioni civili, omosessualità e punizioni di Dio.
Da qualche giorno a questa parte divampa, sui siti e blog cattolici presenti sul Web e anche su alcuni importanti organi di stampa specialmente 'laici', una infuocata polemica sul fatto di come sia possibile che Dio, che è 'Misericordia', punisca o meno gli uomini.
Anzi - in buona sostanza, oserei dire - ci si domanda se il 'Dio della Misericordia' possa mai fare Giustizia.
L'antefatto è costituito da una trasmissione della nota emittente cattolica 'Radio Maria' nel corso di una rubrica tenuta dal noto teologo e frate predicatore domenicano Padre Giovanni Cavalcoli che - tralasciando il suo precedente cursus honorum - dal 2011 è docente emerito di Teologia Dogmatica nella Facoltà Teologica dell'Emilia-Romagna e di Metafisica nello studio Filosofico Domenicano di Bologna.
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Per farla breve, ad un certo punto un ascoltatore gli ha telefonato on-line ponendo la domanda, con riferimento ai recenti terremoti che hanno colpito il Centro Italia, se sia possibile che si possa parlare di punizioni divine per i peccati degli uomini come - ad esempio - quelli delle 'unioni civili' (che oggi formano parte rilevante del dibattito politico in Italia ed all'estero con l'introduzione di nuove legislazioni).
Per maggior chiarezza e per chi sia poco a conoscenza del reale significato del termine 'Unioni civili', a dire il vero un poco generico forse in quanto omnicomprensivo di più diverse complicate situazioni, trascrivo quel che ne dice il sito di Wikipedia:
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Si definiscono unioni civili tutte quelle forme di convivenza di coppia, basata su vincoli affettivi ed economici, alla quale la legge riconosce attraverso uno specifico istituto giuridico uno status giuridico analogo, per molti aspetti, a quello conferito dal matrimonio. In Italia l'istituto giuridico dell'unione civile è regolato dalla Legge 20 maggio 2016 N. 76.
Si definiscono coppie di fatto quelle coppie che pur avendo una certa stabilità basata sulla convivenza non accedono volontariamente a nessun istituto giuridico (né matrimonio, né unione civile) per regolare la loro vita familiare.
L'ordinamento può tuttavia ricollegare al semplice fatto della convivenza dei limitati effetti giuridici relativi alla regolazione della convivenza. Laddove gli ordinamenti statali prevedono esclusivamente il matrimonio quale unico istituto per regolare la vita familiare l'espressione coppie di fatto può far riferimento anche a coppie che non possono accedere a nessun istituto giuridico familiare come nel caso delle coppie omosessuali o a coppie che non possono accedere a un istituto alternativo a quello matrimoniale come nel caso delle coppie eterosessuali che scelgono di non sposarsi, ma vorrebbero accedere a un'unione civile.
La classe delle unioni civili è molto variegata nel mondo e comprende un'estrema varietà di regole e modelli di disciplina: in particolare, le unioni civili possono riguardare sia coppie di sesso diverso che dello stesso sesso (come nel caso dei PACS in Francia), sia esclusivamente coppie di sesso diverso (come in Grecia fino alla riforma del 2015 che ha aperto l'accesso dell'istituto anche alle coppie omosessuali), sia esclusivamente coppie di sesso uguale (come nel caso delle Lebenspartnerschaft in Germania).
Laddove le unioni civili sono un istituto riservato alle sole coppie formate da persone dello stesso sesso l'espressione "unione civile" può essere usata impropriamente per riferirsi alla coppia omosessuale.
Coppia gay ad una manifestazione per le unioni civili
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Il diritto non è rimasto indifferente all'evoluzione dei costumi ed esiste un gran numero di provvedimenti legislativi che disciplinano le nuove unioni…
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A ben leggere le esatte parole del suo intervento, (ricordiamo che nella trasmissione di Radio Maria si trattava di un botta e risposta in diretta che può anche comportare delle improprietà di linguaggio che possono generare malintesi) - Padre Cavalcoli, da teologo, su di un piano puramente teologico ha risposto alla domanda con esattezza, spiegando che la 'punizione di Dio' per i misfatti degli uomini, a cominciare dal Peccato originale, è una verità rigorosamente… biblica nonché confermata dal Catechismo della Chiesa cattolica..
Apriti o Cielo…
La stampa laicista, omosessualista e in genere LGBT si è sentita toccata su un nervo scoperto e - senza neanche aver preso visione dei termini esatti del problema e del testo reale di quel botta e risposta che aveva tutt'altro senso - vedendo 'rosso' si è letteralmente scatenata sul povero Cavalcoli - se non chiedendo la sua riduzione allo stato laicale - dandogli quantomeno dell'untore: 'Orrore, come è possibile che Dio faccia morire degli uomini con un terremoto o li riduca in miseria distruggendo i loro beni, quello che è il 'dio della Misericordia? '… Visione bigotta e medioevale…', 'Che c'entrano, loro, i terremotati, con le leggi sulle 'Unioni civili?'… e così via.
Evidentemente non era questo il senso della risposta di Padre Cavalcoli che si rifaceva appunto alle conseguenze del Peccato originale per tutta l'Umanità, conseguenze che hanno introdotto il Disordine nella Natura e nello stesso essere umano, disordine che ha comportato non solo dissesti idrogeologici e meteorici, ma anche - in forza della corruzione e disordine nello stesso spirito umano - aggressività, cupidigie, invidie, prevaricazioni, guerre ed in definitiva dolore e morte.
Nella società odierna occidentale, tutto ormai fuorché 'cristiana', pare dunque che sia oggi inaccettabile il concetto che Dio possa punire i peccatori…
È quella stessa 'civiltà' che negando Dio, gli nega il ruolo di Creatore e preferisce fare discendere l'uomo da una scimmia.
Non ne faccio tanto una colpa a chi è ateo od agnostico, per cui questi non 'crede', ma la faccio invece a quegli uomini di chiesa che avrebbero in teoria molto da insegnarci.
Il Dio della Genesi, che punisce i primi due per il loro tradimento e volontà usurpatrice del ruolo divino, é un Dio che non ci piace, perché non è 'politicamente corretto'…
Non credendo in Dio o avendone una visione deformata dalla cultura imperante neo-illuminista, agnostica od atea, l'attuale società modernista non accetta un 'Dio' che ci punisca per i nostri peccati.
Forse perché ci sentiamo tutti peccatori, pur senza volerlo ammettere, ed il fatto di invocare la Sua Misericordia ad oltranza e quindi la non punizione del peccatore non pentito, ci sembra un atto di autoassoluzione liberatoria rispetto a dei comportamenti che ci toccano ma che non vorremmo vedere puniti.
Quante volte non accusiamo Dio per i nostri complessi inconsci di colpa?
A questo punto metto le mani avanti perché non vorrei essere lapidato - io che sono un 'laico' e non ho il suo coraggio - come il povero Padre Cavalcoli.
Non succederà perché io non parlo da alcun microfono se non quello del mio Sito internet per i miei quattro 'gatti' ed in particolare non parlo da quello autorevole di Radio Maria ascoltata ogni giorno da centinaia di migliaia di persone: le mie parole sono dunque come note isolate disperse nel vento.
Ma il 'dai addosso al Cavalcoli' ha avuto ben altri entusiasti ed 'autorevoli' promotori.
La odierna posizione spiritualmente aperturista 'vaticana' quanto al peccato e alla sua non punibilità (e non parliamo del recente Sinodo mondiale sulla famiglia sotto l'egida di quel Card. Walter Kasper il quale nega la Resurrezione di Gesù e chissà quanto altro ancora che vi è collegato a catena) era già stata infatti resa palese da Monsignor Nunzio Galantino, Segretario della Conferenza Episcopale Italiana.
Questi - in occasione di una concelebrazione eucaristica del luglio scorso in Polonia alla Giornata Mondiale della Gioventù (dal motto: "Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia' - Mt 5-7) - alla presenza di migliaia di giovani aveva creduto, nella sua Omelìa, di poter reinterpretare alla luce della 'Misericordia' e riscrivere la Bibbia.
A questo riguardo si legge, sempre sul Web:
“Concelebrando con numerosi sacerdoti italiani e col vescovo della diocesi abruzzese Tommaso Valentinetti, Galantino ha commentato il brano biblico della supplica di Abramo per salvare Sodoma, “una città sulla quale nessuno avrebbe scommesso niente, eccetto Abramo”. Infatti, fa notare Galantino alle centinaia di giovani che gremiscono la bella chiesa barocca a ridosso della collina del Wawel, “la sua preghiera di intercessione e la sua voglia di osare salvano Sodoma. La città è salva perché ci sono i giusti, anche se pochi; ma la città è salva soprattutto perché c’è Abramo, uomo di preghiera, che non fa da accusatore implacabile, non parla contro ma parla a favore….”
Ora - dico io - é noto persino ai bambini della Prima Comunione che Dio - come si legge a seguire nel brano suddetto della Bibbia - non perdonò affatto per misericordia ma anzi punì e distrusse Sodoma e Gomorra i cui abitanti (contrariamente a quelli di Ninive del Profeta Giona) non si erano pentiti dei loro peccati ed in particolare di quelli di sodomia.
Forzatura dunque - da parte del Segretario della C.E.I. - del concetto di Misericordia dove il perdono di Dio presuppone invece una sincera contrizione con il proposito - almeno al momento (perché siamo sempre peccatori) - di non peccare più?
Oppure palese ignoranza del testo biblico peraltro inaccettabile per un così alto prelato Segretario della Conferenza Episcopale Italiana'?
Lapsus linguae? Distrazione? No, perché le sue frasi, per come sono formulate, non lasciano spazio né a 'distrazione' né a dubbi.
Fatto sta però che nel caso di Padre Cavalcoli il Vaticano pare fiancheggiare le posizioni laiciste di molta stampa perché - sempre sul Web - al riguardo si legge:
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Vaticano deplora Radio Maria, offensiva e scandalosa - Il Vaticano condanna le affermazioni andate in onda su Radio Maria riguardo al terremoto come "castigo divino" dopo le unioni civili. "Sono affermazioni offensive per i credenti e scandalose per chi non crede", deplora mons. Angelo Becciu, sostituto alla Segreteria di Stato, interpellato dall'ANSA.
Becciu ha spiegato che si tratta di affermazioni "datate al periodo precristiano e non rispondono alla teologia della Chiesa perché contrarie alla visione di Dio offertaci da Cristo". "I terremotati ci perdonino, a loro la solidarietà del Papa". "Cristo - ha aggiunto mons. Becciu - ci ha rivelato il volto di Dio amore non di un Dio capriccioso e vendicativo. Questa - spiega - è una visione pagana, non cristiana". "Chi evoca il castigo divino ai microfoni di Radio Maria - afferma ancora mons. Becciu - offende lo stesso nome della Madonna che dai credenti è vista come la Madre misericordiosa che si china sui figli piangenti e terge le loro lacrime soprattutto in momenti terribili come quelli del terremoto". "Radio Maria - aggiunge il prelato, tra i più stretti collaboratori del Papa - deve correggere i toni del suo linguaggio e conformarsi di più al Vangelo e al messaggio della misericordia e della solidarietà propugnato con passione da papa Francesco specie nell'anno giubilare. Non possiamo non chiedere perdono ai nostri fratelli colpiti dalla tragedia del terremoto per essere stati additati come vittime dell'ira di Dio. Sappiano invece che hanno la simpatia, la solidarietà e il sostegno del Papa, della Chiesa, di chi ha un briciolo di cuore".
Radio Maria si dissocia - Sul suo sito l'emittente cattolica si dissocia dalle frasi 'incriminate' precisando peraltro che non vanno attribuite al direttore padre Livio Fanzaga. La redazione dell'emittente cattolica ha spiegato che "le espressioni riportate sono di un conduttore esterno, fatte a titolo personale, che non rispecchiano assolutamente il pensiero di Radio Maria al riguardo".
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Se può essere in qualche maniera comprensibile per insufficiente conoscenza la stigmatizzazione di Mons. Giovanni Angelo Becciu - comprensibile ma non perdonabile per il tenore e le argomentazioni della sua 'condanna' - lo è ancora meno Radio Maria che possedeva la registrazione delle parole testuali di Padre Cavalcoli e anziché accodarsi alle 'superiori istanze' avrebbe dovuto difenderlo oppure, se aveva timore di difenderlo, quanto meno spiegare fin da subito non solo il senso ma proprio il testo letterale di quanto da lui detto per chi - come Mons. Becciu - lo aveva forse frainteso basandosi magari su quanto avevano già accusato i giornali laicisti come l'Espresso ed altri ancora.
Tutti 'teniamo famiglia' - questo lo comprendo e a maggior ragione per i responsabili di Radio Maria che deve essere difesa non offrendo pretesti a chi vorrebbe strumentalizzare e chiuderla o metterla sotto stretto controllo, insomma coloro che deprecano quel che loro sprezzantemente chiamano 'madonnismo' - ma la Verità, almeno 'per uomini di chiesa' ai quali peraltro non si chiede il 'martirio', dovrebbe stare al di sopra degli interessi umani, se almeno si crede alla Provvidenza e sapendo che a difenderci ci penserà poi Dio.
A ben ascoltare la risposta di padre Cavalcoli a quella domanda, solo un prevenuto potrebbe pensare che egli volesse dire che i terremotati citati fossero stati colpiti da Dio per i 'loro' specifici peccati personali in merito alle 'unioni civili'.
Padre Cavalcoli non ha poi certo voluto presentare l'immagine di un Dio 'capriccioso e vendicativo', come evocato da Mons. Becciu.
Nessuno può però negare - biblicamente parlando - che Dio, il Giusto, proprio perché Giusto non possa non perdere la pazienza quando la misura è colma e non punire per le loro malefatte gli uomini: gli uomini in generale.
Così fece infatti con il Faraone e con il popolo egiziano che si opponeva alla liberazione di Israele dalla schiavitù e che fu progressivamente punito con le famose piaghe fino alla decima della morte dei primogeniti del Faraone e dei sudditi.
La storia biblica - e qui non parlo ovviamente per chi alla Bibbia quale 'Parola di Dio' non crede e la considera un insieme di storielle e fabulazioni di popoli primitivi - è piena delle punizioni di Dio comminate al 'suo' popolo prediletto (prediletto non per il popolo in se stesso ma per le virtù dei Patriarchi e in forza della Promessa fatta loro) quando esso si allontanava tradendo i suoi precetti, cedendo persino alle lusinghe del paganesimo.
Ne sono un esempio la sopraccennata schiavitù plurisecolare in Egitto e poi la deportazione in schiavitù e l'esilio a Babilonia.
Cosa dire poi della profezia dello stesso Gesù che indicando agli apostoli Gerusalemme con il suo Tempio disse che non ne sarebbe rimasta pietra su pietra?
E così fu.
Un milione di persone - racconta lo storico ebreo Giuseppe Flavio - perirono di malattie e fame nella Gerusalemme ribelle ed assediata per anni dai romani e - alla resa, nel 70 d.C. dopo anni di assedio - l'intera casta sacerdotale, considerata responsabile della ribellione, venne passata per le armi, essendosi i Capi del Tempio scelti un altro 'Messia di guerra' per la propria liberazione dal dominio romano.
Non è 'politicamente corretto' dire oggi queste cose, ma è possibile ipotizzare che l'uccisione dell'Uomo-Dio - la cui divinità era evidente a chiunque non fosse stato in pervicace malafede - abbia comportato queste conseguenze?
Non ci fu però solo la distruzione della città con il divieto romano di ricostruire lo Stato, ma anche l'esilio, la misteriosa dispersione nel mondo per ben duemila anni del popolo ebraico, dispersione oggi fortunatamente terminata (fatto che mi fa quasi pensare ad un qualche risvolto dai contorni escatologici) con la nascita nel 1948 dello 'Stato di Israele', ricostituito - è vero - ma con una sovranità territoriale e politica ridotta e continuamente insidiato dai suoi nemici che lo obbligano ad una condizione di perenne allerta e mobilitazione militare.
E, ancora, se il Dio biblico non aveva esitato a punire il paganesimo di Israele, cioè il suo popolo, quale punizione dovrebbe Dio comminare ora al 'nuovo popolo' cristiano che dopo duemila anni, e mettendo persino in dubbio l'esistenza storica di Gesù, è ritornato pagano al punto di rinnegare parti importanti della sua Dottrina, considerata 'antiquata' e non in linea con la modernità ed il 'sentire' della 'gente'?
Ecco qui, semmai, il vero peccato che meriterebbe forse 'vendetta' agli occhi di quel Dio che si è sacrificato in croce per tutta l'Umanità, e non certo i peccati individuali dei poveri 'terremotati'.
Ciò che ci dovrebbe fare temere la 'vendetta' di Dio è infatti - ad esempio - l'apostasia, cioè l'abbandono della Fede in Dio non da parte dei fedeli di altre religioni che non hanno avuto la sorte di conoscere Gesù quanto invece il tradimento da parte dei cristiani e di troppi uomini di chiesa.
Non parliamo poi degli abominii in generale dell'Umanità, come i cento milioni di morti nelle guerre del Novecento, considerato il secolo più violento della storia dell'Umanità, e ancora quelli dei conflitti ovunque in corso ma di cui nessuno dice più niente per assuefazione, per non parlare di quei 56 milioni di morti ogni anno per aborti, stimati dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, e infine l'operazione sistematica di demolizione a livello mondiale dei valori morali e spirituali del Cristianesimo in nome del relativismo etico contro il quale si è tanto battuto Papa Benedetto XVI.
Tornando però alla rottura dell'ordine naturale dopo il Peccato originale, quanti di noi - ripensando agli oltre trecentomila morti provocati da un terremoto sottomarino in Estremo Oriente con il maremoto e lo Tsunami del dicembre 2004 - non si sono posti almeno una volta la domanda: ‘Ma se Dio esiste ed è buono, perché consente tutto ciò?’.
È una domanda alla quale ho già risposto1 in maniera sufficientemente esauriente e non vi ritornerò dunque sopra.
Quanti altri non avranno in quell'occasione anche pensato ad una riedizione ‘in piccolo’ del Diluvio universale, una sorta di Tsunami elevato alla ennesima potenza?
Negli ultimi decenni eventi geologici e climatici hanno particolarmente squassato intere regioni della Terra con terremoti catastrofici e tifoni.
E quell'altra sorta di ‘Tsunami’ – quasi da tutti dimenticato – del 12 novembre 1970 che sconvolse quello che allora era lo East-Pakistan (oggi Bangladesh) con dei venti di 200 chilometri orari che avevano provocato onde enormi e oltre 500.000 morti?
Come dimenticare inoltre il terribile terremoto in Turchia del 1999 che causò circa 20.000 morti?
Lo stesso Peccato originale, che molti teologi e sacerdoti modernisti oggi mettono in dubbio parendogli impossibile fosse stato permesso da un 'dio' misericordioso, si concluse con una forte punizione divina a carico dei due Progenitori le cui conseguenze ebbero a ripercuotersi su tutti i discendenti, che certo non furono colpevoli di quel peccato ma che lo subirono a cascata per colpa dei Progenitori, come molti figli innocenti soffrono 'a cascata' per le colpe dei loro genitori.
I geologi ‘attualisti’ - come il loro celebrato iniziatore, l’ottocentesco Charles Lyell, demitizzatore ante-litteram della cronologia biblica e della Bibbia - escludono le catastrofi come ad esempio il Diluvio, da loro relegato nei ‘miti’, altri si affrettano invece a spiegare che Dio non c’entra e che catastrofi del genere succedono da sempre.2
Se Dio dunque 'punisce' e se dovesse punire una parte dell’Umanità per i suoi peccati non sarebbe logico pensare - come già sopra accennato - che fra i primi peccatori da punire ci dovrebbe essere invece quelli del mondo ‘occidentale’ cosiddetto cristiano che - dopo aver conosciuto in Cristo il Verbo di Dio che si è incarnato in un uomo per sacrificarsi e redimerlo riaprendogli le porte chiuse del Cielo - si è ora completamente allontanato da Dio come testimoniano la cultura dominante accettata persino nei Seminari e nelle Università pontificie, le chiese vuote, l’inaridirsi delle vocazioni sacerdotali, il sistema di vita, il misconoscimento delle stesse radici cristiane della nostra civiltà, considerando persino – come ancor recentemente in Francia a tutela del laicismo – una offesa alla ‘sensibilità’ degli ‘altri’ l’esposizione ‘pubblica’ di simboli religiosi come veli islamici e croci indossati dalle persone?
Tutta colpa del ‘popolo di Dio’? Non tutta, anzi soprattutto colpa dei nuovi ‘profeti’ che da oltre due secoli diffondono ideologie 'illuministe' contrarie a Dio a partire dalla rivoluzione francese che le diffuse in tutta Europa.
Con riferimento alla 'cultura', Napoleone Bonaparte (Rapport Fourcroy)3 decideva nel 1806 di dare in Francia agli studi scolastici (fino a quel momento in massima parte gestiti da religiosi) un nuovo orientamento: ‘Nella composizione del Corpo insegnante il mio principale scopo è di possedere un mezzo per dirigere le opinioni pubbliche e morali…’.
Era il ben noto ‘laicismo’ che cominciava a fare capolino già nelle scuole dove ormai oggi non si insegna più la 'Religione' ma le 'altre' religioni.
Gabriel Séailles, professore alla Sorbona, farà un passo avanti: ‘Lo Stato moderno tende ad un secolarismo progressivo delle sue funzioni. La legge non è più legata a riti religiosi…, tutto ciò che è di ordine religioso, ormai, non è più di ordine sociale’ (‘Education ou Révolution’, pag. 51).
H. Arnauld scriverà un suo ‘catéchisme républicain’ dove - nella Prefazione del secondo volume – si legge che ‘Per fare regnare fra la gente l’armonia sociale, per la liberazione dei popoli, non è solo la Chiesa che deve essere abbattuta, ma bisogna abbattere Dio’.
Ed ecco poi un ancor più chiaro annuncio del ‘laicismo’, pronunciato da Ferdinand Buisson nel suo programma: ‘Affrancarsi dalla Bibbia del Papa, riconoscere solo i diritti dell’uomo: uno stato civile senza Dio, una scuola senza Dio, asili ed ospizi senza Dio…; queste sono altrettante tappe nella storia della nostra emancipazione culturale…’.
Siamo qui di fronte a quello che diventerà dopo qualche decennio il preannuncio attraverso l’insegnamento scolastico e i mass media della teoria evoluzionista, presentata alle masse ignare come un fatto scientificamente accertato, dove ad un Dio Creatore dell’uomo si preferisce sostituire … la derivazione bestiale da una Scimmia.
Quei ‘rivoluzionari’ volevano abbattere quella che loro consideravano la ‘dittatura’ della Fede in Dio’ ma solo per erigerne un’altra, quella della ‘Fede nella scienza senza Dio’, dove l’Universo, cioè la materia, si crea ‘da sé’ e la vita nasce ‘da sé’.
E allora lo Tsunami che ha sconvolto quelle davvero povere popolazioni del Sud-Est asiatico è una ‘vendetta’ di Dio oppure un fenomeno di disordine della natura?
Se infatti ad una ‘vendetta’ dovessimo davvero pensare, questa dovrebbe avere ben altre dimensioni e ben altri destinatari da colpire.
Dio non si vendica, ma piuttosto punisce.
La sola ‘punizione' planetaria di Dio che la Bibbia ci ricorda - Peccato originale a parte - fu quella del Diluvio universale, che però – e in questo ragionamento vi sorprenderò - fu un atto di profonda giustizia e di misericordia nei confronti dell’Umanità, una ‘amputazione’ chirurgico-terapeutica a fin di bene, anche se radicale.
L’Umanità post-Adamo - come scritto nella Genesi biblica - si era infatti progressivamente e completamente corrotta come una vecchia pianta svuotata di midollo ed incancrenita tanto da essere irrecuperabile e meritare la sua completa distruzione.
Da quell'albero malato e marcio sarebbero nati in futuro solo uomini marci destinati all'inferno.
Per il Dio Creatore – che pur lasciando all’uomo il suo libero arbitrio avrebbe voluto per amore un popolo di ‘figli’ che lo amassero ed ai quali donare un giorno il Regno dei Cieli – il mantenimento di quella umanità corrotta umana non avrebbe infatti avuto più senso, a meno di salvare la pianta della futura umanità tagliandone il tronco alla radice e lasciare come nuovo ‘pollone’, continuatore della specie umana, la sola famiglia del ‘giusto’ Noè.4
Dio nel suo eterno Presente vede scorrere incessantemente davanti ai suoi occhi Passato, Presente e Futuro.
Ecco dunque il Diluvio universale dove, morendo, i peccatori impenitenti sarebbero finiti - come giusto - all'inferno, i meno peccatori non avrebbero avuto il tempo di corrompersi del tutto e si sarebbero salvati in Purgatorio in attesa della Redenzione, mentre ai discendenti di Noè, cioè noi, sarebbe stata data la possibilità grazie alla Redenzione di salvarsi in Paradiso, ovviamente volendolo.
Il Vangelo di oggi, ascoltato stamane a Messa, diceva (Lc 17, 20-37):
[20] Interrogato dai farisei: "Quando verrà il regno di Dio?", rispose:
[21] "Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!".
[22] Disse ancora ai discepoli: "Verrà un tempo in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell'uomo, ma non lo vedrete.
[23] Vi diranno: Eccolo là, o: eccolo qua; non andateci, non seguiteli.
[24] Perché come il lampo, guizzando, brilla da un capo all'altro del cielo, così sarà il Figlio dell'uomo nel suo giorno.
[25] Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga ripudiato da questa generazione.
[26] Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell'uomo:
[27] mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca e venne il diluvio e li fece perire tutti.
[28] Come avvenne anche al tempo di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano;
[29] ma nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece perire tutti.
[30] Così sarà nel giorno in cui il Figlio dell'uomo si rivelerà.
[31] In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza, se le sue cose sono in casa, non scenda a prenderle; così chi si troverà nel campo, non torni indietro.
[32] Ricordatevi della moglie di Lot.
[33] Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà.
[34] Vi dico: in quella notte due si troveranno in un letto: l'uno verrà preso e l'altro lasciato;
[35] due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l'una verrà presa e l'altra lasciata".
[36] [37] Allora i discepoli gli chiesero: "Dove, Signore?". Ed egli disse loro: "Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche gli avvoltoi".
[21] "Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!".
[22] Disse ancora ai discepoli: "Verrà un tempo in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell'uomo, ma non lo vedrete.
[23] Vi diranno: Eccolo là, o: eccolo qua; non andateci, non seguiteli.
[24] Perché come il lampo, guizzando, brilla da un capo all'altro del cielo, così sarà il Figlio dell'uomo nel suo giorno.
[25] Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga ripudiato da questa generazione.
[26] Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell'uomo:
[27] mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca e venne il diluvio e li fece perire tutti.
[28] Come avvenne anche al tempo di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano;
[29] ma nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece perire tutti.
[30] Così sarà nel giorno in cui il Figlio dell'uomo si rivelerà.
[31] In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza, se le sue cose sono in casa, non scenda a prenderle; così chi si troverà nel campo, non torni indietro.
[32] Ricordatevi della moglie di Lot.
[33] Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà.
[34] Vi dico: in quella notte due si troveranno in un letto: l'uno verrà preso e l'altro lasciato;
[35] due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l'una verrà presa e l'altra lasciata".
[36] [37] Allora i discepoli gli chiesero: "Dove, Signore?". Ed egli disse loro: "Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche gli avvoltoi".
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Dunque?
Dio 'non punisce' ed è solo Misericordia? Ma questa che avete appena letto non è forse 'Parola del Signore'?
1 Vedi ‘Il Segno del soprannaturale’, numeri 197 e 198 del novembre e dicembre 2004: ‘Se Dio esiste ed è buono, perché allora consente ingiustizia, dolore e morte e non distrugge il Male?’
Vedi anche n. 025 e 026: Pensieri a voce alta' in http://www.ilcatecumeno.net/pensieri.htm
2 Cfr. dell'autore: 'Pensieri a voce alta' - http://www.ilcatecumeno.net/pensieri.htm , n. 031.' Tsunami! Vendetta di Dio? Ma i geroglifici egiziani ci raccontano uno Tsunami d'altri tempi'.
3 Vedi di Y. Germain ‘L’école neutre est-elle possible?’ in ‘Science et Foi’ (CESHE-FRANCE) n° 36, 1995
4 Guido Landolina: ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Cap. 28: ‘Ancora sugli uomini-scimmia e sul perché del Diluvio’ – Ed. Segno, 1997 oppure sito internet dell’autore: www.ilcatecumeno.net