VoceALTA-074 - ilCATECUMENO.it

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VOCE NARRANTE ♫ SILVIA CANEPARO
4.7.2016
074. il Catto-luteranesimo: una Chiesa ‘cattolica’ a ‘trazione anteriore’ luterana…
‘Questa dottrina è troppo penosa e questo linguaggio è troppo duro!’  -  (2ª parte di tre)

Dopo la prima parte 073 di questo mio ‘Pensiero’, continuiamo qui a parlare di Catto-luteranesimo e Modernismo.
Sono un ‘laico’, e avrete capito che non mi intendo di teologia, il che per certi versi  può essere per me un bene perché altrimenti - come dicono ironicamente anche alcuni teologi - rischierei di perdere la fede.
Coloro però che hanno letto quanto ho scritto negli ultimi 25 anni (QUI) sanno che sono un ‘estimatore’ dell’Opera della grande mistica moderna Maria Valtorta tanto che tutti i miei ‘lavori’ sono frutto di quanto ho potuto studiare e desumere dalle Rivelazioni che lei riceveva e trascriveva sotto l’assistenza ed il controllo teologico e spirituale dei sacerdoti dell’Ordine dei Servi di Maria ai quali lei era stata spiritualmente affidata.
Rivelazioni sulle quali Papa Pio XII - che conosceva l’Opera - interpellato in una udienza del 26 febbraio 1948 circa un imprimatur ufficiale sull’Opera stessa per riconoscerle esplicitamente il ruolo di rivelazione soprannaturale - aveva risposto: ‘Pubblicatela così come è…  chi legge quest’Opera capirà…’.
La mistica – paralizzata a letto per decenni - si era offerta a Gesù quale ‘vittima di sofferenza ed espiazione’ per collaborare con Lui all’opera di ‘redenzione’ sempre necessaria a causa dei continui peccati e malvagità degli uomini.
Aveva disturbi gravi, malattie e sofferenze di ogni genere che avrebbero dovuto provocarle la morte se Gesù – come succede in questi casi - non l’avesse tenuta in vita affinché lei potesse continuare a soffrire per i peccatori e adempiere alla sua ‘missione’.
Negli anni ’40 del secolo scorso lei vedeva quasi giornalmente Gesù ‘in visione’, un Gesù–Uomo-Dio che – nella Palestina di duemila anni fa - le si era mostrato in oltre seicento episodi di vita vissuta e di straordinaria predicazione, dalla nascita alla fine della sua evangelizzazione, morte in croce, Resurrezione ed Ascensione.
Interessantissime le descrizioni delle visioni, della predicazione, di alcuni dei discorsi più importanti del terzo anno come ad esempio quello sulla natura del Regno di Dio, dell’Acqua viva, del Buon Pastore, di Gesù Luce del mondo o quello - per rimanere in tema - del Pane del Cielo, cioè dell'Eucarestia.
E poi uno spaccato della vita politica, religiosa e sociale e dei conflitti religiosi ed etnici di quei tempi. La Resurrezione di Lazzaro in tempo reale, quella che destò un enorme scalpore per la fama sociale e politica del personaggio e che portò il Sinedrio, come racconta Giovanni evangelista, alla definitiva segreta decisione di mettere a morte Gesù per timore che un miracolo così eclatante lo consacrasse davanti al popolo come Messia, cioè come un temuto ‘Liberatore’, non dal Demonio e dal Peccato, ma dal loro potere politico.
Era un Gesù di quei tempi, e lei lo vedeva e sentiva parlare alle folle con il fraseggio e la terminologia linguistica di quell’epoca e di quella cultura, con grande Sapienza di Uomo-Dio, un Gesù per noi inimmaginabile – se non leggendo le descrizioni dell’Opera - nella sua oratoria a volte dolce, altre volte severa o travolgente secondo le circostanze e necessità del momento, un Gesù divino e nello stesso tempo umano come non mai.
Un Gesù che parlava come un uomo normale in condizioni normali, ma con Sapienza, tono ed opere da Dio quando il Verbo che era in lui lo giudicava necessario per l’opera di evangelizzazione e perché emergesse palese anche la natura sua divina per le esigenze della Missione, come il potere di miracolo.
Un Gesù di cui viene minuziosamente descritta la terribile morte in croce e la successiva sfolgorante… Resurrezione, visione anche questa concessale da Gesù nei minimi particolari perché diventasse una testimonianza specialmente per chi non vi crede ai tempi nostri.
Oltre alle visioni di 2000 anni fa alle quali lei assisteva in tempo reale come da dietro una ‘telecamera nascosta’, Gesù le parlava direttamente in Dettati personali quasi giornalmente, con un linguaggio ‘moderno’.
Parlava a lei per parlare a noi, spiegando ancora di più la sua Dottrina affinché noi - che l’abbiamo dimenticata - potessimo ritornare alle sue ‘Fonti’.
Sono dunque stato studioso e ammiratore dell’Opera della mistica al punto che ho lasciato la mia attività professionale per ritirarmi nel silenzio della vita in campagna e dedicarmi da vent’anni alla ‘meditazione’ su quest’opera enciclopedica, di cui sono dieci i volumi – tradotti in oltre trenta lingue - dedicati alle visioni sulla vita e discorsi di Gesù, ed altri ancora dedicati ad insegnamenti destinati all’uomo moderno per aiutarlo a conoscerlo ancora meglio ed avere elementi che – fra l’altro - consentissero di difendersi e di combattere in prima istanza proprio le eresie del Modernismo.
A quest’ultimo proposito diceva infatti Gesù alla mistica, che Egli chiamava il suo ‘piccolo Giovanni’, nel ‘Commiato’ all’Opera in dieci volumi della sua vita evangelica (i grassetti e corsivi sono miei):1
652. Commiato all'Opera.
[28 aprile 1947]
Dice Gesù:
«Le ragioni che mi hanno mosso ad illuminare e a dettare episodi e parole miei al piccolo Giovanni sono, oltre alla gioia di comunicare una esatta cognizione di Me a quest'anima-vittima e amante, molteplici. Ma in tutte ne è anima l'amore mio per la Chiesa, sia docente che militante, e il desiderio di aiutare le anime nella loro ascesa verso la perfezione. La conoscenza di Me è aiuto all'ascesa. La mia Parola è Vita.
Nomino le principali:
I. Le ragioni dette nel dettato del 18-1-47 che il piccolo Gio­vanni metterà qui integralmente. Questa è la ragione più grande, perché voi state perendo e vi voglio salvare.
3 febbraio 1947.
Dice Gesù:
"La ragione più profonda del dono di quest'opera, fra le molte altre che il mio portavoce conosce, è che in questi tempi, nei quali il modernismo condannato dal mio S. Vicario Pio X si corrompe in sempre più dannose dottrine umane, la S. Chiesa, rappresentata dal mio Vicario, abbia materia di più a combattere coloro che negano: la soprannaturalità dei dogmi; la divinità del Cristo; la verità del Cristo Dio e Uomo, reale e perfetto così nella fede come nella storia che di Lui è stata tramandata (Vangelo, Atti degli Apostoli, Epistole apostoliche, tradizione); la dottrina di Paolo e Giovanni e dei Concili di Nicea, Efeso e Calcedonia, e altri più recenti, come mia vera dottrina da Me ver­balmente insegnata o ispirata; la mia sapienza illimitata perché divina; l'origine divina dei dogmi, dei sacramenti e della Chiesa una, santa, cattolica, apostolica; l'universalità e continuità, sino alla fine dei secoli, del Vangelo da Me dato per tutti gli uomini; la natura, perfetta dall'inizio, della mia dottrina, che non si è formata quale è attraverso successive trasformazioni, ma tale è stata data: dottrina del Cristo, del tempo di Grazia, del Regno dei Cieli e del Regno di Dio in voi, divina, perfetta, immutabile.
Buona No­vella per tutti i sitibondi di Dio.
Al dragone rosso con sette teste, dieci corna e sette diademi sulle teste, che con la coda trae dietro la terza parte delle stelle del cielo e le fa precipitare - e in verità vi dico che esse precipitano ancor più in basso che sulla terra - e che perseguita la Donna; alle bestie del mare e della terra che molti, troppi adorano, sedotti come sono dai loro aspetti e prodigi, opponete il mio Angelo volante nel mezzo del cielo tenendo il Vangelo eterno ben aperto anche sulle pagine sin qui chiuse, perché gli uomini possano salvarsi per la sua luce dalle spire del gran Serpente dalle sette fauci, che li vuole affogare nelle sue tenebre, e al mio ritorno Io ritrovi ancora la fede e la carità nel cuore dei perseveranti e siano questi numerosi più di quanto l'opera di Satana e degli uomini non danno a sperare che possano essere.
II. Risvegliare nei sacerdoti e nei laici un vivo amore al Van­gelo e a quanto è attinente al Cristo. Prima fra tutte le cose una rinnovellata carità alla Madre mia, nelle preghiere della quale è il segreto della salute del mondo. Lei, la Madre mia, è la Vinci­trice del Dragone maledetto. Aiutate la sua potenza col vostro rinnovellato amore a Lei e con la rinnovellata fede e conoscenza di quanto le si riferisce. Maria ha dato al mondo il Salvatore. Il mondo avrà ancora da Lei la salvezza...».
(…)
Sorvolo qui sulle molte altre ragioni che Gesù indicava nel seguito del suo ‘Commiato’, ‘ragioni’ non meno importanti di quelle sopra indicate ma che mi farebbero andare ora fuori tema.
E così pure non dedico alcun particolare commento al Dragone rosso, che qui simboleggia Satana, che nel tempo dell’Anticristo e con la sua sconfitta, trascinerà con sé all’inferno ‘la terza parte delle stelle del cielo, vale a dire un terzo dei sacerdoti, che - come lampade accese, in alto - avrebbero dovuto essere mediatori in terra fra l’uomo e Dio ma - pastori-idolo - non hanno pasciuto le ‘pecorelle’.
A proposito però dei nostri attuali tempi e delle Verità di Dio che vengono oggi soffocate, mi aveva colpito una volta un Dettato in cui lo Spirito Santo (anch’Egli ammaestrava infatti con i suoi Dettati la mistica come del resto faceva anche il suo Angelo Custode Azaria) parlava nel 1948 nei termini seguenti in un Suo commento ad alcuni versetti dell’Epistola di Paolo ai Romani (i grassetti e sottolineature sono sempre miei):2
6 - 1 – 48  -  Ai Romani, c. 1 v. 18.
"Ora l'ira di Dio si manifesta dal Cielo contro ogni empietà ed ingiustizia degli uomini che soffocano la verità di Dio nell'ingiustizia".
Dice l'Autore Ss.:
«Nella lezione avanti questa ho invitato a difendere l'Idea religiosa per avere salvezza e pace, perché quando un popolo cade in "empietà e ingiustizia" - e la più grande empietà, la più grande ingiustizia, è offendere Dio, deridere la Religione, attaccarla, spegnerla nelle menti, disubbidirla scientemente, premeditatamente, in tutti i suoi comandi - allora l'ira di Dio si manifesta dal Cielo.
Non occorrono folgori perché sia manifesta. Non cataclismi. Non diluvi.
Ma basta che Dio vi abbandoni a voi stessi perché vi diate da voi stessi la morte, l'angoscia, la disperazione.
L'ira di Dio, più che manifestarsi con castighi, la vera, immutabile ira, si manifesterà coll'abbandonarvi a voi stessi.
Quelle che voi chiamate ira di Dio - le guerre, i mezzi atroci di distruzione, i cataclismi, le pestilenze - ancora non sono ira senza mutazione, ira assoluta. Sono rimproveri e richiami di Padre, offeso, ma ancora premuroso di dare soccorso e perdono ai figli colpevoli.
Ma quando ogni "empietà e ingiustizia" sarà nel cuore dei 99/100 dell'umanità, quando empietà e ingiustizia mentale o materiale avrà invaso ogni classe sociale, e financo l'abominio sarà penetrato nella casa di Dio - l'abominio della desolazione3 di cui parla il profeta, e lo conferma il Verbo, né ancora avete dato il giusto significato alla parola "desolazione" di cui è detto che sarà segno della fine, e lo sarà - allora Dio non vi riprenderà più con paterni castighi - che purtroppo, è vero, salvano pochi, ma perché i più già sono servi di Satana - ma vi lascerà a voi stessi. Si ritirerà. Non farà più atto. Sino al momento in cui un baleno del suo volere ordinerà ai suoi angeli di aprire i sette sigilli 4, di suonare le quattro trombe5, di liberare l'aquila dei tre guai 6, e poi, orrore, sarà dato fiato alla quinta tromba7, e il Giuda dei tempi ultimi aprirà il pozzo d'abisso8 per farne uscire ciò che l'uomo avrà desiderato più di Dio.
Quando? Quando? Già siete in quest'ora o state per entrarvi?
Temete. Ve lo chiedete ... Ma non vi pentite. Non vi sarà detto il quando. Esso è scritto nel cuore dei presenti profeti, "ma è sigillato quel che hanno detto i sette tuoni ad essi, ed essi non lo diranno"9.
E allora, come astro pacifico sull'orrore e terrore delle onde in tempesta - tutta la Terra sommossa come mare in tempesta e tutti gli uomini naufraganti come in mare in tempesta, meno i servi di Dio raccolti sulla barca di Pietro, fedeli al Nauta santo - e allora verrà l'aurora della Stella del Mare, precorritrice al sorgere, all'apparire ultimo della Stella del Mattino…»10.
Ora, domandiamoci: Abominio nella casa di Dio? Abominio della desolazione? Giuda dei tempi ultimi?
Cosa avrà voluto fare intendere lo Spirito Santo valtortiano?
Si tratta qui di un brano decisamente escatologico che – insieme ad altri contenuti nelle innumerevoli Rivelazioni alla mistica - chiarisce alcuni aspetti non a tutti noti dell’Apocalisse di San Giovanni.
Negli anni ’40 del secolo scorso Gesù spiegava - e nel suo Eterno Presente già vedeva - la società mondiale odierna ed i ‘tempi ultimi’ dell’Anticristo, tempi ‘ultimi’ che non vanno confusi con quelli della fine del mondo ma sono gli ‘ultimi tempi’ di una fase della Storia umana che, dopo una generale Apostasia seguita da una Passione della Chiesa destinata a percorrere misticamente in sé la sorte di Gesù, si chiuderà con la sconfitta dell’Anticristo e del Falso profeta.
Si instaurerà – successivamente – il Regno di Dio in terra, nel cuore degli uomini: il Regno che invochiamo nella preghiera del ‘Padre nostro’ senza sapere spesso quello che in realtà chiediamo.
Si aprirà pertanto una nuova era dell'Umanità che – dopo gli orrori e le sofferenze dell’epoca dell’Anticristo - tornerà a rivolgersi a Dio, l’Era della ‘Aurora della Stella del Mare’, qui da indentificare in Maria Ss., la Condottiera delle schiere celesti.
La Madonna – preconoscendo i futuri tempi anticristici – aveva predetto nel 1917 a Fatima: ‘Alla fine il mio Cuore immacolato trionferà…’
Lo Spirito Santo – che definisce l’Anticristo come ‘il Giuda dei tempi ultimi’ - non dice qui quando costui – un uomo - si manifesterà, ma a farlo intendere un poco meglio é invece – anche se solo per voluta approssimazione perché Dio non svela con precisione anzitempo i suoi segreti, anche per carità nei nostri confronti – il Gesù valtortiano quando nell’agosto del 1943 11 dice che il futuro Anticristo sarebbe stato un astro del Suo Esercito caduto fra le braccia di Satana per superbia, orgoglio ed altro ancora. Gesù precisava ancora, sempre nello stesso Dettato del 1943, che già allora erano nate persone sulla terra che avrebbero visto i tempi della manifestazione dell’Anticristo, precisando che il loro ‘seme’ sarebbe stato sette volte sette peggiore dei loro ‘genitori’ ed ascendenti.
I calcoli dei tempi di avveramento, considerando una età media di circa 75/80 anni per un uomo in normale stato di salute, sono dunque abbastanza facili da fare.
La Chiesa - con i suoi scandali, di pochi, rispetto alla gran massa degli onesti, ma che infangano molti, e con il martirio e persecuzione di tanti cristiani in tutto il mondo - ha cominciato a vivere la sua ‘Passione’ che non si sa come e quando finirà.
Alcune importanti profezie del passato avevano peraltro detto che nel corso del Novecento Dio avrebbe dato un secolo di libertà a Satana.
Libertà a Satana di colpire?
Sì, Dio può permetterlo - talvolta - per giusta punizione dei colpevoli impenitenti ed a maggior gloria futura dei ‘giusti’.
È la logica contestuale di giustizia e vera misericordia del Diluvio universale: colpire per Giustizia la parte più corrotta ed irrecuperabile dell’Umanità, destinandola all’Inferno, salvare per Misericordia - con la morte anzitempo e l’attesa nel Purgatorio o nel Limbo - la parte ‘migliore’ per evitare che andasse in seguito all’inferno a causa del contagio da parte dei perversi, come succede alle mele buone vicino alle marce.
Lasciare infine un 'pollone' di umanità, quello del ‘giusto’ Noè e la sua famiglia, per ridare vita all’Albero genetico della stirpe umana dal quale sarebbe venuto il futuro Messia per la Redenzione e l’apertura delle porte del Paradiso ai trapassati e agli uomini successivi che lo avessero meritato.
Un secolo di libertà a Satana per saggiare gli uomini e certificare la loro fede in Dio, come raccontato nel libro biblico di Giobbe?
Nel 2017 si compie il centenario delle apparizioni mariane di Fatima. Non so se vi possa essere un nesso, ma se nesso ci fosse - quanto ai tempi - non potrebbe calzare meglio.
La manifestazione dell’Anticristo, nell’Opera valtortiana, viene dunque collegata ad una gravissima apostasia, cioè un abbandono della Fede e della sana Dottrina, fra gli stessi vertici della Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
A tale apostasia pare alluda anche una parte non ancora svelata del terzo segreto di Fatima che autorevolissimi studiosi, che hanno avuto accesso a documenti secretati ed a confidenze-rivelazioni di Suor Lucia di Fatima, dicono insistentemente sia stata nascosta dalla Chiesa gerarchica in questi ultimi cento anni per ragioni prudenziali o perché troppo grave per potere essere detta, nonostante l’invito espresso dalla Madonna a fare conoscere tutto entro il 1960, una data che evidentemente doveva avere per la Chiesa un valore e significato particolare.
Perché ho fatto questa lunga premessa?
L’ho fatta perché la ‘Barca’ di Pietro, come nelle visioni di Don Bosco, mai come ora pare essere sbattuta fra gli scogli in una tremenda tempesta proprio a causa del Modernismo eretico.
Un Modernismo razionalista e negazionista che non crede ai miracoli e nega appunto la Resurrezione di Gesù addebitandola ad una mera credenza popolare delle origini volta a ‘divinizzare’ l’uomo-Gesù presentandolo come un ‘dio’.
Quindi un Modernismo che – ritenendo Gesù un ‘uomo’ - lo demitizza e conseguentemente non lo accetta nella sua figura di Verbo incarnato, come non accetta il Peccato originale considerato ‘mitico’ e quindi neppure la Redenzione, perché - senza Peccato originale - non si vede da cosa l’Umanità debba essere ‘redenta’.
La Dottrina cristiana – secondo costoro - non è più una Rivelazione di ordine divino, ma tutto il Cristianesimo viene ridotto ad un insieme di norme morali come quelle di altre religioni, norme che - come già accennato in precedenza - si devono evolvere adeguandosi al cambiamento dei tempi e dei costumi sociali, per cui ogni religione vale più o meno l’altra, essendo tutte di derivazione umana.
In quest’ottica il sacerdote cattolico non è più un mediatore fra l’uomo e Dio, dedito inoltre al celibato per offrire a Dio la sua purezza sacrificando anche la sua virilità, questa castrazione spirituale.
Sull’altare della Messa, secondo costoro, non si rinnova il Sacrificio – pur incruento - di Gesù sulla Croce, e parimenti diventano una pia illusione, le parole del Sacerdote che nella Santa Messa invita Dio Padre a mandare il Suo Spirito perché faccia uno straordinario e misterioso miracolo ‘transustanziando’, cioè trasformando, quella farina dell’Ostia consacrata nel Corpo di Gesù.
Ecco qui allora l’idea di quelle confessioni Protestanti che non considerano l'Ostia come reale Corpo di Gesù ma un simbolo,  e considerano la Santa Messa non come l’offerta di un reale Sacrificio, sia pur incruento, ma solo come un mero rito di memoria.
Ecco qui dunque la tentazione di 'compromesso catto-luterano', cioè la dissacrazione dell’Eucarestia, ecco forse – quanto alla futura Chiesa cattolica oggi così pericolosamente sensibile a certe sirene … germanico-luterane - quel misterioso ‘abominio della desolazione nel Tempio Santo’ di cui parla la Bibbia...
Eucarestia dissacrata e/o Anticristo? Due facce della stessa medaglia? Chissà…
Ai posteri l’ardua sentenza ma – proprio per parlare di quell’Eucarestia che ci assicura la presenza costante di Gesù in terra, al nostro fianco e anche nel nostro cuore - ecco ora una brano valtortiano che - se ben meditato senza pregiudizi ideologici – potrebbe chiarire molto le idee ai modernisti di ‘vertice’.
Un chiarimento di idee a meno che essi ‘non vogliano’ intendere, volutamente sordi e ciechi, oppure che Dio – conoscendo il loro cuore – non li abbia già resi sordi e ‘accecati’, in quanto non meritevoli, considerando essi troppo ‘duro’ il parlare di Gesù come avevano protestato molti di quei primi 72 discepoli nella sinagoga di Cafarnao dopo il famoso discorso di Gesù sul ‘Pane del Cielo’ esclamando:«Questa dottrina è troppo penosa e questo linguaggio è troppo duro!’
Il fatto è che siamo di fronte ad una eclissi pressoché totale della Fede, ed è proprio la Fede l’Occhio soprannaturale – come il sincrotrone per lo studio della fisica nucleare -  che consente di comprendere le Verità di Dio.
Ecco perché ricordo ancora quando detto dallo Spirito Santo, citato all’inizio di questo mio ‘Pensiero a voce alta’.
Dobbiamo infatti difendere con le unghie e con i denti ‘… l'Idea religiosa per avere salvezza e pace, perché quando un popolo cade in "empietà e ingiustizia" - e la più grande empietà, la più grande ingiustizia, è offendere Dio, deridere la Religione, attaccarla, spegnerla nelle menti, disubbidirla scientemente, premeditatamente, in tutti i suoi comandi - allora l'ira di Dio si manifesta dal Cielo.
Che vi sia ‘empietà’ e dissoluzione dei costumi non è una impressione frutto di psicopatologie degne di ‘bigotti religiosi’. Non bisogna infatti essere ‘religiosi’, ma persone dotate di comune buon senso e dell’esperienza che deriva da una certa maturazione di età, per comprendere come – specie da qualche anno a questa parte - sembra che a livello mondiale sia stato scoperchiato il vaso di Pandora.
Non solo guerre a non finire, terrorismo internazionale e stermini di massa ma anche una politica ‘onusiana’ di diffusione mondiale dell’aborto come metodo di contenimento ‘malthusiano’ della popolazione, costruzione di bimbi in provetta per utilizzarne gli organi e per sperimentazione, oppure per vendere gli embrioni a coppie sterili, l’invenzione degli uteri dati in affitto da donne bisognose di denaro ma proprio per questo ignobilmente sfruttate e – sul piano morale – altre turpitudini come l’ideologia LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender…, e mi fermo qui per carità di patria, senza approfondire le altre sottospecie collegate al tema) di cui un ‘casto’ esempio ci è stato dato nei mesi scorsi persino dalla esibizione televisiva in diretta mondiale con il suo ‘amichetto’ dell’ex Monsignor Charamsa, già teologo del Sant’Uffizio, che ora condivide la sua vita in Spagna con il suo bel catalano e che – almeno lo si legge nei giornali – vorrebbe un figlio, evidentemente grazie ad un utero in affitto, e possibilmente sposarsi in chiesa…
Che dire infine della teoria ideologica del GENDER - mascherata ipocritamente nelle Scuole della tenera età sotto voci 'neutre' o 'didattiche' come ad esempio quella sulla 'educazione sessuale' - per cui il Movimento LGBT - sostenendo che non vi sono differenze ‘biologiche’ fra i sessi a parte quelle fisiche, (che a mio avviso dovrebbero bastare da se stesse, grazie all’evidenza) ma solo differenze ‘culturali’ - vuole lasciare per legge a dei bimbi - che non sono ancora né carne né pesce e non hanno ancora capacità critica - la decisione di scegliere di diventare 'femminucce' anche se sono maschietti o di diventare 'maschietti' se sono femminucce.
Confusione nelle loro teste? No, un autentico marasma destinato a provocare in futuro, crescendo, degli autentici disastri esistenziali.
Insomma - con tutto quel che è 'collegato' a scelte del genere - significa togliere per legge ai nostri bimbi, ai nostri nipotini quella bella innocenza che risplende nei loro occhi, specchio della loro anima, angeli di Dio in terra.
Ecco qui dunque, a proposito di questa epoca che ‘si insatanassa’, un altro Dettato dello Spirito Santo, alla mistica Maria Valtorta.
È sempre una Lezione dell’8 gennaio 1948, a commento del sotto trascritto – ma oggi contestatissimo brano dell’Epistola di Paolo ai Romani che dalle letture di molte Messe pare sia stato fatto oggi ‘diplomaticamente’ sparire in quanto 'politicamente scorretto'.
Salvo poi – gli ‘LGBT’ - accusare di omofobia e peggio ancora denunciare alla Magistratura ed agli stessi vertici della Chiesa – come è già successo recentemente - quel sacerdote che nella sua omelia in Chiesa ne ha commentato il significato e lo spirito.
Scandalo? Non tanto per la denuncia di per se stessa che, quanto alla 'fonte' vale quel che vale, ma per il fatto che un certo vescovo se ne sia pubblicamente scusato redarguendo il sacerdote che – usando le testuali parole di San Paolo - ha osato citare il testo di una sua Epistola che oltre a stigmatizzare severamente certe situazioni ha 'osato' parlare financo di ‘morte' per questi peccatori oltre misura.
Pena di morte oggi innaccettabile - vista 'l'evoluzione' dei tempi - ma prevista chiaramente nelle Sacre Scritture in molti gravi casi.
Rm, 1, 24-32:
26Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; infatti, le loro femmine hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. 27Similmente anche i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento. 28E poiché non ritennero di dover conoscere Dio adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno commesso azioni indegne: 29sono colmi di ogni ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di lite, di frode, di malignità; diffamatori, 30maldicenti, nemici di Dio, arroganti, superbi, presuntuosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, 31insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. 32E, pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa.
Ecco ora, finalmente, cosa dice al riguardo lo Spirito Santo ‘valtortiano’12 (grassetti e sottolineature sono miei):
Lezione 5a  -  8 - 1 - 48
Ai Romani, C. l°, dal versetto 24 al 31 compreso. Dice il Ss. Autore:
« Più esatta di una pittura che ritragga alla perfezione il vero, più esatta di una cronaca che riporti fedelmente gli avvenimenti e i costumi di un'epoca, ecco che l'epistola paolina descrive i costumi di quest'epoca che si insatanassa.
Ogni parola è una pennellata di colore per delineare l'uomo di quest'epoca, i nove decimi degli uomini di quest'epoca. Tutte le sfumature necessarie a dipingere non l'uomo figlio di Dio, come Dio avrebbe voluto che fosse, non l'uomo superuomo, come credono di essere questi mostri dall'aspetto umano che sono i nove decimi degli uomini, ma a dipingere l'antiuomo, il degenere figlio di Dio, il frutto pauroso del connubio dell'Umanità con la Corruzione, il servo di Satana, sono usate nella pittura perfetta.
E le tinte meno atroci sono date dagli epiteti: sussurroni, millantatori, stolti, disordinati.
Poi le tinte si incupiscono sempre più, sino alle tinte che già hanno il colore del più profondo inferno, delle colpe contro natura, così diffuse ora, e usate non solo a soddisfazione del loro reprobo senso, ma bensì a soddisfazione della loro avidità di ricchezze.
Ma per quanto Paolo parlasse a uomini del tempo suo, a uomini viventi in mezzo ai pagani, più che a pagani: a senza dio alcuno - perché se ancor avessero rispettato un dio, ossia una legge morale, anche se imperfetta, perché anche l'uomo assolutamente ignorante di ogni codice religioso sente istintivamente, quando non è uno che non vuole sentire, la esistenza di un Ente Supremo al quale il suo spirito aspira per sua propria natura spirituale, per cui cerca come spirituale che è di riunirsi allo Spirito dal quale ebbe principio - a senza alcun dio, volutamente voluto ignorare per non avere alcun freno di legge morale anche sol naturale, per quanto Paolo parlasse a questi uomini viventi fra questi mostri, no, ancora ha lasciato la tinta più fosca del quadro.
Perché l'ha lasciata? Perché la ignorava.
Egli è salito con lo spirito al terzo cielo13 e molte verità ha conosciuto, anche quelle sugli ultimi tempi14. Ma non ha conosciuto una perversità di questi tempi semifinali, una perversità che prepone l'avvento dell'apostasia e la manifestazione dell'uomo del peccato.
Egli scriveva ai Tessalonicesi: "Già il mistero dell'iniquità è in azione", ma confutava poi dicendo: "Solamente v'è chi ora lo trattiene e lo tratterrà finché sia tolto di mezzo".
Ma quando i nove decimi dell'Umanità respingono Colui che trattiene l'evolversi del mistero dell'iniquità sino a farsi, da mistero, realtà orrenda, con il nefando regno della Bestia15 che si proclamerà Dio pretendendo onori divini; ma quando già alla Bestia sono dati onori divini; ma quando è invocata ed evocata con riti osceni, per il suo onore; può Dio continuare a fare difesa contro l'avanzarsi del Serpente d'abisso16?
E che nome lo darò ai riti osceni, alle orrende orge terminanti in copule sataniche nelle quali signore e sacerdote è lo stesso Satana?
E che nome lo userò per chiamare col giusto nome questo peccato supremo, questa religione satanica, superiore in atrocità ad ogni più barbara religione antica o ancora esistente fra selvaggi?
Qui non si immolano agli dèi i corpi di vittime innocenti, come un tempo a Moloc17.
Qui non si uccidono uomini civili per farne omaggio all'idolo selvaggio.
Qui si immola l'Immolato, qui si colpisce l'Innocente, qui si dà in sacrificio all'Avversario l'incarnato Figlio di Dio vivente nel Ss. Sacramento col suo Corpo Sangue Anima e Divinità.
Oh! come deve ridere del suo orrendo riso Lucifero, in queste sue epoche e ore di gloria!
È - egli, il maledetto, il fulminato, lo scacciato da Dio18 - sul suo trono, su quel trono che gli uomini gli innalzano, e al suo orrendo dileggio è offerto l'Agnello19, Colui che egli mai non vinse, Colui nel quale mai egli poté entrare, Colui che lo vinse cento e mille volte, e lo vince da venti secoli, e lo vincerà sino alla fine, liberando gli spiriti di buona volontà dalla sua potestà infame.
Sarà vinto. Ma intanto ha una parvenza di vincitore.
E il Sacramento dei sacramenti, questo mistero d'amore per il quale anche il più serafico amore d'uomo è sempre insufficiente a dargli il degno onore, è dato da uomini come mezzo a Satana per il suo effimero trionfo.
Questo Paolo non lo conobbe. No. La misericordia di Dio gli tenne occulto questo peccato che fa fremere il Cielo tutto. E - ascoltate bene, o voi che col Cielo fremete d'orrore - e se coloro che profanano le Sacre Specie ignorassero che in esse è il Cristo vivo e vero, così come fu in Terra ed è in Cielo, se non credessero alla sua presenza nelle Specie consacrate, a semplice atto di magia si ridurrebbero le loro pratiche. Ma essi sanno. E questo costituisce il loro peccato senza perdono.
Non è applicabile per loro la preghiera del Redentore, perché essi "sanno ciò che fanno"20.
Non è applicabile la parola di Paolo - "Avendo conosciuto che la divinità, quale che sia pensata e creduta, premia i giusti e punisce i malvagi, perché un concetto di giustizia, anche se molto imperfetto, lo pensa ogni credente nella divinità che si è creata, o che conosce di essere vera ed unica, non compresero che chi fa tali cose è degno di morte"21 - perché essi comprendono, e ciononostante compiono la profanazione suprema
A ben meditare sembra che in questo brano dello Spirito Santo emerga – rileggete anche voi – una spiegazione finalmente chiara su Chi sia stato a trattenere fino ad ora il famoso ‘mistero dell’iniquità’ sul quale si sono interrogati i teologi per duemila anni.
Dice infatti lo Spirito Santo:
«…Ma quando i nove decimi dell'Umanità respingono Colui che trattiene l'evolversi del mistero dell'iniquità sino a farsi, da mistero, realtà orrenda, con il nefando regno della Bestia che si proclamerà Dio pretendendo onori divini; ma quando già alla Bestia sono dati onori divini; ma quando è invocata ed evocata con riti osceni, per il suo onore; può Dio continuare a fare difesa contro l'avanzarsi del Serpente d'abisso? »
A questo proposito i teologi spiegano che:
'… San Paolo parla del mistero dell’iniquità in 2 Ts 2,7 quando scrive: “Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene”. Precisano che San Paolo sta parlando della seconda venuta del Signore e dice che è ritardata dal mistero dell’iniquità. La Bibbia di Gerusalemme commenta: “Paolo attribuisce il ritardo della parusia a qualche cosa (v. 6) o a qualcuno (v. 7) che trattiene: una forza o una persona che impedisce la manifestazione dell'Anticristo (la quale deve precedere la parusia). L'allusione doveva essere compresa dai destinatari della lettera, ma per noi resta un enigma, nonostante le numerose spiegazioni che sono state proposte”. E “fino al momento della «rivelazione» finale, il mistero dell'empietà è in atto ed è da questa attività che deriva l'apostasia. Una volta tolto l'ostacolo, l'empio lavorerà apertamente”.
Credo pertanto di potere interpretare che Chi ha impedito fino ad ora la manifestazione dell’uomo iniquo di cui parla San Paolo, cioè l’Anticristo, sia stato Dio stesso, il quale però - stanco ormai di questa Umanità totalmente degenerata - lascia cadere il suo braccio di sostegno lasciando che l’Umanità si punisca da sé e venga ulteriormente punita e perseguitata da quello stesso ‘essere’ che lei ha ‘adorato’ come un idolo.
Altro riferimento, in merito a questi tempi di messe nere, viene fatto alludendo alle orge con Ostie eucaristiche consacrate, quando viene offerto in sacrificio a Satana il ‘Sacramento dei Sacramenti’ cioè ‘l’incarnato Figlio di Dio vivente nel Ss. Sacramento con il Corpo, Sangue, Anima e Divinità’.
Tutto chiaro allora per chi avesse dubbi sulla presenza reale e completa di Gesù nell’Eucarestia, e contro ogni tentazione di quegli ‘ecumenisti’ che pur di giungere ad un qualche accordo vorrebbero annacquare questa presenza come hanno fatto i Protestanti?
Non ancora, perché l’argomento della presenza completa e reale di Gesù nell’Eucarestia - in Corpo, Sangue, Anima e Divinità - lo affronteremo nella prossima terza parte (n. 075) di questo mio triplice ‘Pensiero a voce alta’.

1 Maria Valtorta: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Vol. X, Cap.  652 – Centro Editoriale Valtortiano
2 Maria Valtorta: 'Lezioni sull'Epistola di Paolo ai Romani' - 6.1.48 - Centro Editoriale Valtortiano
3 Daniele 9, 20-27; Matteo 24, 15-25; Marco 13, 14-23
4 Apocalisse 6
5 Apocalisse 8, 6-11
6 Apocalisse 8,13
7 Apocalisse 9, 1-12
8 Apocalisse 9, 1-12
9 Apocalisse 10, 1-7
10 Apocalisse 2, 28; 22, 16
11 Maria Valtorta: 'I Quaderni del 1943' - Dettato 20.8.43 - Centro Editoriale Valtortiano
12 Maria Valtorta: 'Lezioni sull'Epistola di Paolo ai Romani' - Dettato 8.1.48 - Centro Editoriale Valtortiano
13 2 Corinti 12, 1-9
14 2 Tessalonicesi 2, 1-12
15 Apocalisse da 13,19 a 20,10
16 Genesi 3; Apocalisse 9,1; 11,7; 12,7-9; 17,8
17 Levitico 18,21; Samuele (volgata: 2 Re) 12, 26-30; 1 Re (volgata: 3 Re) 11, 1-13; Geremia 32, 28-35; 49, 1-6
18 Apocalisse 20, 7-10
19 Giovanni 1, 29-31
20 Luca 23, 33-34
21 Romani 1,32


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