
VOCE NARRANTE ♫ SILVIA CANEPARO
13.5.2016
069. "Amoris laetitia". La Chiesa modernista e la vera Misericordia. La sfida di Satana e la rivincita di Dio: 'Fischia, o Satana, il tuo livore mentre Ella nasce…'. - (2ª parte di due)
Nella prima parte di questo mio 'Pensiero a voce alta' ho affrontato il tema della Misericordia, sia la falsa misericordia proposta oggi da molti 'uomini di chiesa' che quella vera di Dio.
Avevo anche spiegato come fra gli attributi di Dio non vi sia solo la Misericordia ma anche la Giustizia.
Se Dio fosse solo 'Giustizia' non vi sarebbe Misericordia, se fosse solo Misericordia non vi sarebbe Giustizia.
Ecco perché non si può mettere l'accento su uno dei due attributi facendolo prevaricare sull'altro.
Quindi, a mio parere, Dio è Misericordia ma… nell'ambito della Giustizia e viceversa.
Per fare comprendere meglio avevo illustrato la 'logica divina' della Giustizia e nel contempo della Misericordia in quella autentica tragedia dell'Umanità distrutta da Dio con il Diluvio universale.
Dio - per Giustizia - aveva fatto perire gli uomini che erano irrimediabilmente corrotti, condannandoli all'Inferno che essi meritavano oltre ogni misura.
Per Misericordia aveva però fatto perire contemporaneamente anche i non corrotti, che però stando con gli altri avrebbero finito per corrompersi, salvandoli così per la debita espiazione in Purgatorio in attesa della loro liberazione in occasione della Redenzione che sarebbe stata operata in futuro da Gesù Cristo.
Dalla base recisa della vecchia Umanità sarebbe infatti spuntato il 'pollone' rinnovato di una nuova Umanità - dal quale sarebbe disceso un Uomo nel quale il Verbo si sarebbe incarnato per redimerci.
Non si può comprendere la storia dell'Umanità, anche per quanto riguarda il presente, se non si tiene conto del fatto che essa, fin dal suo inizio con il Peccato originale, va letta in chiave spirituale, cioè come una lotta gigantesca fra Bene e Male, dove il Male è rappresentato da Satana e dagli Angeli ribelli fin dai primordi, ed il Bene è rappresentato da Dio e dalle sue schiere angeliche fedeli che già avevano sconfitto le schiere di Lucifero, nell'alba dei tempi, cacciandolo dal Cielo.
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La posta in gioco di questa lotta è l'Uomo, dotato di libero arbitrio.
I contendenti sono dunque, da un lato, Dio che cerca di salvarlo rispettando però il suo libero arbitrio, e dall'altro lato Satana che in odio a Dio - approfittando proprio del libero arbitrio dell'uomo - cerca di rubargli quei 'figli' che Dio vorrebbe destinare al Paradiso e che invece Satana vuole come 'figli' suoi da portare con lui all'inferno.
In ultima analisi è però l'uomo, che sta nel mezzo, quello che decide autonomamente la propria sorte, cioè da che parte stare.
Si tratta dunque di una grande sfida.
Nell'Opera scritta sotto 'dettatura' ed in visione dalla grande mistica Maria Valtorta1 - opera conosciuta ormai a livello mondiale e tradotta in oltre trenta lingue - in una delle tante visioni e rivelazioni fattele da Gesù si legge infatti che una sfida era proprio corsa fra Dio e Satana.
Satana – si legge nell'Opera - inorgoglito dalla sua prima vittoria sull’uomo, quella del Peccato originale, aveva gridato a Dio che tutti gli uomini da Lui creati sarebbero stati suoi e che nulla li avrebbe resi capaci di riguadagnare quel Cielo dal quale Dio l’aveva cacciato e che gli sarebbe rimasto freddo, vuoto, inutile e triste.
Ma Dio gli rispose che questo sarebbe stato finché il veleno di Satana fosse stato solo a regnare nell’uomo, mentre quando avrebbe mandato il suo Verbo, le sue Parole avrebbero neutralizzato quel veleno, guarendo l’uomo dalla demenza con cui Lucifero lo aveva insatanassato. E le sue pecore sarebbero tornate all’Ovile mentre l’Angelo di Dio avrebbe – alla fine del tempo – buttato una ‘pietra’ sull’Inferno sigillandovi dentro Satana per l’Eternità.
Quest’ultimo, con una risata di scherno, gli aveva allora promesso ulteriore vendetta giurando che quando fosse giunto il giorno del Verbo incarnato, egli - Satana - sarebbe tornato, sarebbe stato presente fra gli evangelizzati… e si sarebbe allora visto chi – dei due – sarebbe stato alla fine il Vincitore….!
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Ora noi sappiamo delle Tentazioni di Satana a Gesù alla fine dei quaranta giorni nel deserto, tentazioni respinte al mittente, e sappiamo anche - nonostante le apparenze umane - chi fu il vero Vincitore, e cioé il Verbo Incarnato.
Gesù, sacrificandosi volontariamente e morendo in croce, e ciò proprio quando Satana credeva di aver ormai la vittoria in pugno grazie alla sua crocifissione e morte, ottenne infatti dal Padre - grazie al Suo Sacrificio di espiazione - il perdono per l'Umanità con la riapertura del Regno dei cieli.
Ma la sfida non è cessata, la sfida da allora è continuata, ed è continuata con Satana che da duemila anni combatte contro la Chiesa di Gesù, una Chiesa fatta di santi ma anche di molti 'uomini'.
Ecco dunque fin dall'inizio le persecuzioni sataniche contro la Chiesa nascente, prima a Gerusalemme e poi nell'Impero romano. Ecco le prime eresie, nate proprio da 'uomini di Chiesa', ecco i primi scismi, ecco la spaccatura dovuta a Martin Lutero nel Cinquecento.
Ogni scisma si è tradotto in un indebolimento, ogni indebolimento in una perdita di anime conquistate da Satana per il suo 'regno'.
Ecco dunque i tanti 'anticristi' della Storia, a cominciare dal primo, Giuda, addirittura membro del primo Collegio apostolico. Tutti però (re, imperatori, membri eretici della Chiesa, grandi pensatori di ideologie corrompenti, capi di governo persecutori del Cristianesimo e altri ancora) solo 'precursori' dell'Anticristo vero e proprio, quello dei prossimi tempi, preannunciato come imminente in ormai troppe profezie.
Molti infatti pensano ormai che la Chiesa ed il mondo stiano cominciando a vivere proprio oggi gli 'ultimi tempi', da intendere però non come fine del mondo ma come fine di una fase anticristiana per entrare in una successiva epoca di realizzazione del Regno di Dio in terra nel cuore degli uomini: il Regno di Dio in terra che invochiamo nella preghiera del 'Padre nostro', che è figura del Regno definitivo… in Cielo.
Sarebbero dunque, questi, i tempi di quest'ultimo Anticristo, il cosiddetto 'figlio di Satana'.
Satana è il 'diavolo', definizione che significa 'Divisore'. Quante divisioni ci sono infatti fra le tante Chiese cristiane, e quante divisioni - soprattutto oggi - in seno alla stessa Chiesa Cattolica Apostolica Romana!
Lo si è del resto visto nel dibattito-scontro fra i 'padri' delle Commissioni dei due recenti Sinodi mondiali sulla Famiglia e ancor più, sempre a livello mondiale, dopo l'Esortazione apostolica post-sinodale 'Amoris laetitia' (la gioia dell'amore), non tanto - come è stato spiegato - un atto magisteriale nel termine proprio, quanto una sorta di riflessione del Papa sull'amore nella famiglia in relazione a quanto discusso nei Sinodi.
La bimillenaria Dottrina tradizionale cristiana - in questi ultimi tempi - viene messa perentoriamente in discussione dai neo-modernisti: teologi cattolici ed alti prelati che come ai tempi del vescovo Ario (che aveva 'convertito' in un primo tempo all'Arianesimo la grande maggioranza dei vescovi e persino il Pontefice di allora, poi ritornato all'Ovile grazie al Vescovo Sant'Atanasio) mettono in discussione la natura divina di Gesù, il Peccato originale - considerato un mito - la stessa storicità della Resurrezione (senza la quale la nostra fede sarebbe vana, come aveva detto San Paolo) e molto altro ancora.
Gli 'addetti ai lavori', come i cosiddetti 'vaticanisti', hanno ben capito che si sta assistendo all'interno dei sacri palazzi della Chiesa ad un autentico scontro vitale che ha per scopo da un lato la salvaguardia della Dottrina così come fino ad oggi intesa, e dall'altro lato - pur senza 'formalmente' modificare la Dottrina, almeno per il momento - un suo 'adeguamento' in chiave 'pastorale' all'evoluzione dei tempi della moderna società: Vescovi contro Vescovi, Cardinali contro Cardinali, tradizionalisti contro neo-modernisti.
Non vi è dubbio che si stia vivendo - senza che i più se ne rendano conto - una situazione fondamentale dell'intera storia della Chiesa e della stessa storia umana, un 'qualcosa' che sfugge nella sua profonda natura e conseguenze ma che deve essere estremamente importante e che non si sa bene a cosa porterà: comunque a cambiamenti radicali!
Il Santo Padre Benedetto XVI, proprio all'inizio del suo pontificato, aveva invitato la Chiesa tutta a pregare per lui, nel suo ministero di successore di Pietro e Pastore universale della Chiesa, affinché non fuggisse - per paura - davanti ai 'lupi': 'Pregate per me perché io non fugga davanti ai lupi'.
La straordinarietà della situazione odierna è soprattutto in qualche modo testimoniata da un Papa Benedetto XVI, che ha voluto o dovuto dimettersi (non lo si capisce ancora bene, e la cosa è oggetto di molte illazioni) pur apparendo in buone condizioni psicofisiche, ma che al momento della sua rinuncia al titolo di romano pontefice ha assunto quello di 'Papa Emerito' presentandosi ovunque 'biancovestito'.
Per contro il Pontefice eletto, Francesco, fin dal primo istante si è presentato al popolo cattolico con il titolo di 'Vescovo di Roma', titolo vero ma anche termine - rispetto alla universalità e caratura mondiale di un Papa della Chiesa - a dir poco 'sommesso' e riduttivo, e neanche questo si capisce bene...
Quest'ultimo ha inoltre scelto come propria residenza non i Palazzi vaticani ma la Casa Santa Marta, edificio che si trova ai margini della città del Vaticano, vicino alle mura, mentre utilizza gli appartamenti papali nei Palazzi Vaticani, solitamente riservati ai Papi, solo per recitare l'Angelus domenicale e per ricevere capi di stato e altre autorità.
Il Papa Emerito Benedetto, dopo un primo soggiorno nella residenza di Castel Gandolfo, si è da parte sua trasferito dedicandosi alla preghiera nel Monastero Mater Ecclesiae, dietro la Basilica di San Pietro non lontano da Santa Marta dove Papa Francesco, preferendo questa sede al tradizionale Palazzo Apostolico, ha deciso di vivere.
Insomma - dicono argutamente taluni - siamo di fronte a due papi… 'vicini di casa'.
Ora, tenendo a mente le attuali divisioni fra alti prelati che difendono la Tradizione e altri che vorrebbero rinnovare, sono ben note a tutti gli esperti le importanti profezie (una per tutte quelle della Beata Anna Katerina Emmerich, nell'Ottocento) circa la presenza contestuale di due Papi, in una Chiesa divisa: una parte eretica ma maggioritaria e applaudita dal 'Mondo', ed un'altra parte 'giusta' ma minoritaria e perseguitata:
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"…Vidi anche il rapporto tra i due papi... Vidi quanto sarebbero state nefaste le conseguenze di questa falsa chiesa. L’ho veduta aumentare di dimensioni; eretici di ogni tipo venivano nella città [di Roma]. Il clero locale diventava tiepido, e vidi una grande oscurità... Allora la visione sembrò estendersi da ogni parte. Intere comunità cattoliche erano oppresse, assediate, confinate e private della loro libertà. Vidi molte chiese che venivano chiuse, dappertutto grandi sofferenze, guerre e spargimento di sangue. Una plebaglia selvaggia e ignorante si dava ad azioni violente. Ma tutto ciò non durò a lungo". (13 maggio 1820)
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"Vidi ancora una volta che la Chiesa di Pietro era minata da un piano elaborato dalla setta segreta, mentre le bufere la stavano danneggiando. Ma vidi anche che l’aiuto sarebbe arrivato quando le afflizioni avrebbero raggiunto il loro culmine. Vidi di nuovo la Beata Vergine ascendere sulla Chiesa e stendere il suo manto su di essa. Vidi un Papa che era mite e al tempo stesso molto fermo... Vidi un grande rinnovamento e la Chiesa che si librava in alto nel cielo".
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E ancora:
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"…Vidi una strana chiesa che veniva costruita contro ogni regola... Non c’erano angeli a vigilare sulle operazioni di costruzione. In quella chiesa non c’era niente che venisse dall’alto... C’erano solo divisioni e caos. Si tratta probabilmente di una chiesa di umana creazione, che segue l’ultima moda, così come la nuova chiesa eterodossa di Roma, che sembra dello stesso tipo...". (12 settembre 1820)
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Il tutto in un quadro dunque di grandi disordini e tragedie per l'Umanità e per lo stesso Vaticano oggi più che mai ufficialmente minacciato dal terrorismo fondamentalista islamico.
Gli esperti di letteratura mistica sanno bene che Maria Valtorta - anima-vittima, paralizzata, offertasi a Gesù per la salvezza dei peccatori - ha scritto negli anni '40 un'opera monumentale della quale sono ben dieci i volumi che descrivono nei minimi particolari gli episodi della vita di Gesù, i suoi discorsi, i suoi dialoghi con gli apostoli e tanto altro ancora.
Lei aveva avuto il dono di potere assistere alla vita evangelica in presa diretta, come con una telecamera nascosta, e di vedere e ascoltare Gesù, la Madonna, gli apostoli e tutti i più importanti personaggi dell'epoca, oltre a descrivere minuziosamente i costumi, le mentalità, l'ambiente sociale e le varie città e paesi visitati da Gesù nella sua predicazione.
Gli Atti degli apostoli (1, 1-5) narrano che Gesù dopo la Resurrezione e prima della Assunzione al Cielo si trattenne 40 giorni sulla terra, apparendo e scomparendo, e poi riapparendo altrove, mangiando persino con loro, ed impartendo le ultime istruzioni ai suoi apostoli e discepoli per quando Egli non sarebbe più stato sulla terra.
Il 22 aprile 1947 - dunque durante il pontificato del 'Pietro' di allora, Pio XII - la mistica 'vede' Gesù. 2
Nella visione in questione - collocata verso la fine di quel periodo di quaranta giorni - la mistica vede Gesù su un monte boscoso non lontano da Nazareth, dove sono presenti gli apostoli e numerosissimi discepoli, circa cinquecento, come dice San Paolo in una delle sue Epistole per rassicurare sulla Resurrezione effettiva di Gesù nei confronti di chi la metteva in dubbio, precisando che molti di quelli erano ancora dei testimoni ben viventi e conosciuti.
È un episodio curioso perché dall'opera valtortiana si apprende che quei discepoli - ai quali Gesù aveva dato appuntamento su quel monte dove Egli aveva assicurato che sarebbe venuto - avrebbero dovuto essere almeno un migliaio ma molti di essi - vedendo che Gesù tardava e venendo a sapere che Egli stava apparendo ad altri qui e là in luoghi diversi - dubitarono sul fatto che sarebbe venuto lì, disubbidirono agli apostoli, lasciarono dunque il monte e si dispersero andando a cercare Gesù in quei luoghi da dove giungevano notizie di sue apparizioni.
Trova così piena spiegazione un altrimenti misterioso versetto del Vangelo di Matteo (Mt 28, 16-27): 'Ma gli undici discepoli andarono in Galilea al monte designato loro da Gesù. E vedutolo lo adorarono: alcuni però dubitarono'.
Dubitarono di Gesù? Gli undici apostoli? Incredibile, dopo averne constatato con mano la Resurrezione!
Gli apostoli non ebbero dubbi su Gesù, ma furono gli altri discepoli quelli che 'dubitarono', magari pensando che Gesù avesse cambiato programma o che gli apostoli non avessero ben capito le sue istruzioni.
Gesù appare invece sul monte davanti agli apostoli, si stupisce del fatto che i discepoli presenti siano così pochi. Un imbarazzato Pietro gli spiega la situazione dicendo di non essere riuscito a trattenere gli altri e Gesù - dicendo che la loro disubbidienza sarebbe stata 'punita' dalla perdita del privilegio dell'ascolto diretto di una importante spiegazione sui Sacramenti e sulle predizioni sulla Chiesa futura - inizia appunto la sua catechesi di fronte ai presenti: apostoli e discepoli.
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Non parlo qui della parte iniziale della Catechesi sui Sacramenti - che sarebbe opportuno riascoltare oggi, dato che troppi li vorrebbero mettere in discussione attenuandone o modificandone la portata per 'adeguarli' ai tempi moderni - ma sulle successive importanti predizioni di Gesù sulla Chiesa, quando - spingendo con il Suo Occhio divino lo sguardo nel futuro, che per lui è un eterno Presente nel quale scorrono incessantemente oltre al Presente anche i fatti della storia passata e futura - Egli dice ad apostoli e discepoli (i neretti sono miei):
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(…)
Infine considerate che contro voi cospira il mondo, l'età, le malattie, il tempo, le persecuzioni.
Non vogliate perciò essere avari di ciò che avete avuto e imprudenti.
Trasmettete per questo in Nome mio il Sacerdozio ai migliori fra i discepoli, perché la Terra non resti senza sacerdoti.
E sia carattere sacro concesso dopo acuto esame, non verbale ma delle azioni di colui che chiede di essere sacerdote, o di colui che voi giudicate buono ad esserlo.
Pensate a ciò che è il Sacerdote. Al bene che può fare. Al male che può fare.
Avete avuto l'esempio di ciò che può fare un sacerdozio decaduto dal suo carattere sacro.
In verità vi dico che per le colpe del Tempio questa nazione sarà dispersa.
Ma anche in verità vi dico che ugualmente sarà distrutta la Terra quando l'abominio della desolazione entrerà nel novello Sacerdozio conducendo gli uomini all'apostasia per abbracciare le dottrine d'inferno.
Allora sorgerà il figlio di Satana e i popoli gemeranno in un tremendo spavento, pochi restando fedeli al Signore, e allora anche, fra convulsioni d'orrore, verrà la fine dopo la vittoria di Dio e dei suoi pochi eletti, e l'ira di Dio su tutti i maledetti. Guai, tre volte guai se per quei pochi non ci saranno ancor santi, gli ultimi padiglioni del Tempio di Cristo! Guai, tre volte guai se, a confortare gli ultimi cristiani, non ci saranno veri Sacerdoti come ci saranno per i primi.
In verità l'ultima persecuzione sarà orrenda, non essendo persecuzione d'uomini ma del figlio di Satana e dei suoi seguaci.
Sacerdoti? Più che sacerdoti dovranno essere quelli dell'ultima ora, tanto feroce sarà la persecuzione delle orde dell'Anticristo.
Simili all'uomo vestito di lino, che tanto è santo da stare al fianco del Signore, nella visione di Ezechiele, essi dovranno instancabili segnare con la loro perfezione un Tau sugli spiriti dei pochi fedeli, perché le fiamme d'inferno non cancellino quel segno.
Sacerdoti? Angeli. Angeli agitanti il turibolo carico degli incensi delle loro virtù per purificare l'aere dai miasmi di Satana.
Angeli? Più che angeli: altri Cristi, altri Me, perché i fedeli dell'ultimo tempo possano perseverare sino alla fine. Questo dovranno essere.
Ma il bene e il male futuro ha radice nel presente.
Le valanghe hanno inizio da un fiocco di neve. Un sacerdote indegno, impuro, eretico, infedele, incredulo, tiepido o freddo, spento, insipido, lussurioso, fa un male decuplo di quello di un fedele colpevole degli stessi peccati e trascina molti altri al peccato. La rilassatezza nel Sacerdozio, l'accoglimento di impure dottrine, l'egoismo, l'avidità, la concupiscenza nel Sacerdozio, voi sapete dove sfocia: nel deicidio.
Ora, nei secoli futuri, non potrà più essere ucciso il Figlio di Dio, ma la fede in Dio, l'idea di Dio, sì. Perciò sarà compiuto un deicidio ancor più irreparabile, perché senza risurrezione. Oh! si potrà compiere, sì. Io vedo...
Si potrà compire per i troppi Giuda di Keriot dei secoli futuri. Orrore! ...
La mia Chiesa scardinata dai suoi stessi ministri! E Io che la sorreggo con l'aiuto delle vittime.
Ed essi, i Sacerdoti, che avranno unicamente la veste e non l'anima del Sacerdote, che aiutano il ribollire delle onde agitate dal Serpente infernale contro la tua barca, o Pietro.
In piedi! Sorgi! Trasmetti quest'ordine ai tuoi successori:
"Mano al timone, sferza sui naufraghi che hanno voluto naufragare e tentano di far naufragare la barca di Dio".
Colpisci, ma salva e procedi. Sii severo, perché sui predoni giusto è il castigo. Difendi il tesoro della fede. Tieni alto il lume come un faro sopra le onde sconvolte, perché quelli che seguono la tua barca vedano e non periscano. Pastore e nauta per i tempi tremendi, raccogli, guida, solleva il mio Vangelo, perché in questo e non in altra scienza è la salute.
Verranno i tempi nei quali, così come avvenne a noi d'Israele e ancor più profondamente, il Sacerdozio crederà d'essere classe eletta, perché sa il superfluo e non conosce più l'indispensabile, o lo conosce nella morta forma con cui ora conoscono i sacerdoti la Legge: nella veste di essa, esageratamente aggravata di frange, ma non nel suo spirito. Verranno i tempi nei quali tutti i libri si sostituìranno al Libro, e questo sarà solo usato così come uno che deve forzatamente usare un oggetto lo maneggia meccanicamente, così come un contadino ara, semina, raccoglie senza meditare sulla meravigliosa provvidenza che è quel moltiplicarsi di semi che ogni anno si rìnnovella: un seme gettato in terra smossa che diviene stelo, spiga, poi farina e poi pane per paterno amore di Dio.
Chi, mettendosi in bocca un boccone di pane, alza lo spirito a Colui che ha creato il primo seme e da secoli lo fa rinascere e crescere, dosando le piogge e il calore perché sì schiuda e si alzi e maturi senza marcire o senza bruciarsi?
Così verrà il tempo che sarà insegnato il Vangelo scientificamente bene, spiritualmente male.
Or, che è la scienza se manca sapienza? Paglia è. Paglia che gonfia e non nutre. E in verità vi dico che un tempo verrà nel quale troppi fra i Sacerdoti saranno simili a gonfi pagliai, superbi pagliai, che staranno impettiti nel loro orgoglio d'esser tanto gonfi, come se da loro si fossero dati tutte quelle spighe che coronarono le paglie, come se ancor le spighe fossero in vetta alle paglie, e crederanno d'esser tutto perché, invece del pugnello di grani, il vero nutrimento che è lo spirìto del Vangelo, avranno tutta quella paglia: un mucchio!
Un mucchio! Ma può bastare la paglia? Neppure per il ventre del giumento essa basta e, se il padrone dello stesso non corrobora l'animale con biade ed erbe fresche, il giumento nutrito di sola paglia deperisce e anche muore.
Eppure lo vi dico che un tempo verrà nel quale i Sacerdoti, immemori che con poche spighe Io ho istruito gli spiriti alla Verità, e immemori anche di ciò che è costato al loro Signore quel vero pane dello spirito, tratto tutto e solo dalla Sapienza divina, detto dalla divina Parola, dignitoso nella forma dottrinale, instancabile nel ripetersi perché non si smarrissero le verità dette, umile nella forma, senza orpelli di scienze umane, senza completamenti storici e geografici, non si cureranno dell'anima di esso, ma della veste da gettargli sopra per mostrare alle folle quante cose essi sanno, e lo spirito del Vangelo si smarrirà in loro sotto valanghe di scienza umana.
E se non lo possiedono, come possono trasmetterlo? Che daranno ai fedeli questi pagliai gonfi? Paglia. Che nutrimento ne avranno gli spiriti dei fedeli? Tanto da trascinare una languente vita.
Che frutto matureranno da questo insegnamento e da questa conoscenza imperfetta del Vangelo? Un raffreddarsi dei cuori, un sostituirsi di dottrine eretiche, di dottrine e idee ancor più che eretiche, all'unica, vera Dottrina, un prepararsi il terreno alla Bestia per il suo fugace regno di gelo, di tenebre e orrore.
In verità vi dico che, come il Padre e Creatore moltiplica le stelle perché non si spopoli il cielo per quelle che, finita la loro vita, periscono, così ugualmente Io dovrò evangelizzare cento e mille volte dei discepoli che spargerò fra gli uomini e fra i secoli.
E anche in verità vi dico che la sorte di questi sarà simile alla mia: la sinagoga e i superbi li perseguiteranno come mi hanno perseguitato. Ma tanto Io che essi abbiamo la nostra ricompensa, quella di fare la volontà di Dio e di servirlo sino alla morte di croce, perché la sua gloria risplenda e la sua conoscenza non perisca.
Ma tu, Pontefice, e voi, Pastori, in voi e nei vostri successori vegliate perché non si perda lo spirito del Vangelo, e instancabilmente pregate lo Spirito Santo perché in voi si rinnovelli una continua Pentecoste - voi non sapete ciò che voglio dire, ma presto lo saprete - onde possiate comprendere tutti gli idiomi e discernere e scegliere le mie voci da quelle della Scimmia di Dio: Satan.
E non lasciate cadere nel vuoto le mie voci future.
Ognuna di essa è una misericordia mia in vostro aiuto, e tanto più numerose saranno quanto più per ragioni divine Io vedrò che il Cristianesimo ha bisogno di esse per superare le burrasche dei tempi.
Pastore e nauta, Pietro! Pastore e nauta. Non ti basterà un giorno esser pastore se non sarai nauta, ed esser nauta se non sarai pastore. Questo e quello dovrai essere per tenere radunati gli agnelli, che tentacoli infernali e artigli feroci cercheranno di strapparti, o menzognere musiche di promesse impossibili ti sedurranno, e per portare avanti la barca presa da tutti i venti del settentrione e del mezzogiorno e dell'oriente e dell'occidente, schiaffeggiata e sbattuta dalle forze del profondo, saettata dagli arcieri della Bestia, sbruciacchiata dall'alito del dragone e spazzata sui bordi dalla sua coda, di modo che gli imprudenti saranno arsi e periranno precipitando nell'onda sconvolta.
Pastore e nauta nei tempi tremendi... E tua bussola il Vangelo. In esso è la Vita e la Salute. E tutto è detto in esso. Ogni articolo del Codice santo, ogni risposta per i casi molteplici delle anime sono in esso.
E fa' che da esso non si scostino Sacerdoti e fedeli. Fa' che non vengano dubbi su esso. Alterazioni ad esso. Sostituzioni e sofisticazioni di esso.
Il Vangelo è Me stesso. Dalla nascita alla morte.
Nel Vangelo è Dio. Perché in esso sono manifeste le opere del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo. Il Vangelo è amore. Ho detto: "La mia Parola è Vita". Ho detto: "Dio è carità". Conoscano dunque i popoli la mia Parola e abbiano l'amore in loro, ossia Dio. Per avere il Regno di Dio. Perché chi non è in Dio non ha in sé la Vita. Perché quelli che non accoglieranno la Parola del Padre non potranno essere una sola cosa col Padre, con Me e con lo Spirito Santo in Cielo, e non potranno essere del solo Ovile che è santo così come lo voglio. Non saranno tralci uniti alla Vite, perché chi respinge in tutto o in parte la mia Parola è un membro nel quale più non scorre la linfa della Vite. La mia Parola è succo che nutre, fa crescere e portare frutto.
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Tutto questo farete in memoria di Me che ve l'ho insegnato.
Molto ancora avrei da dirvi su quanto vi ho detto ora. Ma lo ho soltanto gettato il seme. Lo Spirito Santo ve lo farà germogliare.
Ho voluto darvi Io il seme, perché conosco i vostri cuori e so come titubereste di paura per comandi spirituali, immaterialì. La paura di un inganno vi paralizzerebbe ogni volontà. Perciò Io per il primo vi ho parlato di tutte le cose.
Poi il Paraclito vi ricorderà le mie parole e ve le amplificherà nei particolari. E voi non temerete perché ricorderete che il primo seme ve l'ho dato Io.
Lasciatevi condurre dallo Spirito Santo. Se la mia Mano era dolce nel guidarvi, la sua Luce è dolcissima. Egli è l'Amore di Dio.
Così Io me ne vado contento, perché so che Egli prenderà il mio posto e vi condurrà alla conoscenza di Dio.
Ancora non lo conoscete, nonostante tanto vi abbia detto di Lui. Ma non è colpa vostra. Voi avete fatto di tutto per comprendermi e perciò siete giustificati se anche per tre anni avete capito poco. La mancanza della Grazia vi ottundeva lo spirito.
Anche ora capite poco, benché la Grazia di Dio sia scesa su voi dalla mia croce. Avete bisogno del Fuoco. Un giorno ho parlato di questo a un di voi, andando lungo le vie del Giordano.
L'ora è venuta. Io me ne torno al Padre mio, ma non vi lascio soli perché lascio a voi l'Eucarestia, ossia il vostro Gesù fatto cibo agli uomini.
E vi lascio l'Amico: il Paraclito. Esso vi condurrà. Passo le vostre anime dalla mia luce alla sua luce ed Egli compirà la vostra formazione».
«Ci lasci ora? Qui? Su questo monte?». Sono tutti desolati.
«No. Non ancora. Ma il tempo vola e presto sarà quel momento»…
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Non si può non notare la frase suddetta di Gesù: «L'ora è venuta. Io me ne torno al Padre mio, ma non vi lascio soli perché lascio a voi l'Eucarestia, ossia il vostro Gesù fatto cibo agli uomini».
Essa è un severo monito verso tutti coloro che - in una deriva verso il protestantesimo per realizzare in qualche modo il loro malinteso 'ecumenismo' - fossero tentati di trasformare l'Ostia Eucaristica in un mero 'simbolo' mentre essa, al contrario e per quanto incomprensibile alla nostra ragione umana che si ferma alle apparenze sensibili e non riesce a penetrare il profondo della realtà, è veramente 'Gesù' in Corpo, Sangue, Anima e Divinità.
Essa è 'Medicina' che produce nell'uomo - se accolta degnamente - importanti benefici effetti spirituali e fisici.
L'Apocalisse prevede due battaglie fondamentali fra Satana e la Chiesa.
La prima avviene nel corso della storia in occasione della manifestazione dell'ultimo Anticristo, cioè della Bestia e del Falso Profeta3.
La seconda - dopo la sconfitta del Falso Profeta e della Bestia in occasione della prima battaglia con il successivo inizio di una lunga era di pace spirituale: il Regno di Dio in terra, con Satana 'incatenato'4 - scoppierà verso la fine del mondo5 quando, cessato il suo 'incatenamento' iniziato dopo la sconfitta dell'Anticristo, Satana - voglioso di rivincita e pieno di spirito di vendetta - si scaglierà furibondo per un'ultima volta sulla Chiesa venendo però definitivamente sconfitto da San Michele ('Chi come Dio'?) e dalle sue Milizie.
La battaglia contro l'Anticristo verrà vinta da Maria SS., Condottiera delle schiere 'celesti', la quale - nelle apparizioni di Fatima del 1917 - dopo avere profetizzato tremendi tempi futuri per l'empietà degli uomini e aver fatto pensare che una grave perdita di fede avrebbe in seguito colpito la Chiesa - aveva però assicurato: 'Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà…'.
Si avvererà così un'altra predizione fatta da Dio a Satana.
Infatti Gesù - rivolgendosi alla Valtorta ma per parlare indirettamente a noi - in occasione della nascita di Maria vista precedentemente in visione dalla mistica, commenta e dice (i neretti sono sempre miei):6
«…Voi, non fate come le piante e gli animali. Voi avete avuto a maestro Satana, lo avete voluto a maestro e lo volete. E le opere che fate sono degne del maestro che avete voluto. Ma, se foste stati fedeli a Dio, avreste avuto la gioia dei figli, santamente, senza dolore, senza spossarvi in copule oscene, indegne, che ignorano anche le bestie, le bestie senz'anima ragionevole e spirituale.
All'uomo e alla donna, depravati da Satana, Dio volle opporre l'Uomo nato da Donna soprasublimata da Dio, al punto di generare senza aver conosciuto uomo: Fiore che genera Fiore senza bisogno di seme, ma per unico bacio del Sole sul calice inviolato del Giglio-Maria.
La rivincita di Dio! Fischia, o Satana, il tuo livore mentre Ella nasce.
Questa Pargola ti ha vinto! Prima che tu fossi il Ribelle, il Tortuoso, il Corruttore, eri già il Vinto, e Lei è la tua Vincitrice.
Mille eserciti schierati nulla possono contro la tua potenza, cadono le armi degli uomini contro le tue scaglie, o Perenne, e non vi è vento che valga a disperdere il lezzo del tuo fiato.
Eppure questo calcagno d'infante, che è tanto roseo da parere l'interno di una camelia rosata, che è tanto liscio e morbido che la seta è aspra al paragone, che è tanto piccino che potrebbe entrare nel calice di un tulipano e farsi di quel raso vegetale una scarpina, ecco che ti preme senza paura, ecco che ti confina nel tuo antro. Eppure ecco che il suo vagito ti fa volgere in fuga, tu che non hai paura degli eserciti, e il suo alito purifica il mondo dal tuo fetore.
Sei vinto.
Il suo nome, il suo sguardo, la sua purezza sono lancia, folgore e pietrone che ti trafiggono, che ti abbattono, che ti imprigionano nella tua tana d'Inferno, o Maledetto, che hai tolto a Dio la gioia d'esser Padre di tutti gli uomini creati!
Inutilmente ormai li hai corrotti, questi che erano stati creati innocenti, portandoli a conoscere e a concepire attraverso a sinuosità di lussuria, privando Dio, nella creatura sua diletta, di essere l'elargitore dei figli secondo regole che, se fossero state rispettate, avrebbero mantenuto sulla terra un equilibrio fra i sessi e le razze, atto ad evitare guerre fra popoli e sventure fra famiglie.
Ubbidendo, avrebbero pur conosciuto l'amore. Anzi, solo ubbidendo avrebbero conosciuto l'amore e l'avrebbero avuto. Un possesso pieno e tranquillo di questa emanazione di Dio, che dal soprannaturale scende all'inferiore, perché anche la carne ne giubili santamente, essa che è congiunta allo spirito e creata dallo Stesso che le creò lo spirito.
Ora il vostro amore, o uomini, i vostri amori, che sono? O libidine vestita da amore. O paura insanabile di perdere l'amore del coniuge per libidine sua e di altri. Non siete mai più sicuri del possesso del cuore dello sposo o della sposa, da quando libidine è nel mondo. E tremate e piangete e divenite folli di gelosia, assassini talora per vendicare un tradimento, disperati talaltra, abulici in certi casi, dementi in altri.
Ecco che hai fatto, Satana, ai figli di Dio. Questi, che hai corrotti, avrebbero conosciuto la gioia di aver figli senza avere il dolore, la gioia d'esser nati senza paura del morire. Ma ora sei vinto in una Donna e per la Donna.
D'ora innanzi chi l'amerà tornerà ad esser di Dio, superando le tue tentazioni per poter guardare la sua immacolata purezza.
D'ora innanzi, non potendo concepire senza dolore, le madri avranno Lei per conforto.
D'ora innanzi l'avranno le spose a guida e i morenti a madre, per cui dolce sarà il morire su quel seno che è scudo contro te, Maledetto, e contro il giudizio di Dio.
Maria, piccola voce, hai visto la nascita del Figlio della Vergine e la nascita al Cielo della Vergine. Hai visto perciò che ai senza colpa è sconosciuta la pena del dare alla vita e la pena del darsi alla morte. Ma se alla superinnocente Madre di Dio fu riserbata la perfezione dei celesti doni, a tutti, che nei Primi fossero rimasti innocenti e figli di Dio, sarebbe venuto il generare senza doglie, come era giusto per aver saputo congiungersi e concepire senza lussuria, e il morire senza affanno.
La sublime rivincita di Dio sulla vendetta di Satana è stata il portare la perfezione della creatura diletta ad una superperfezione, che annullasse almeno in una ogni ricordo di umanità, suscettibile al veleno di Satana, per cui non da casto abbraccio d'uomo ma da divino amplesso, che fa trascolorare lo spirito nell'estasi del Fuoco, sarebbe venuto il Figlio…».
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Dopo la sfida di Satana a Dio ecco dunque, come poco sopra scritto: «La rivincita di Dio! Fischia, o Satana, il tuo livore mentre Ella nasce. Questa Pargola ti ha vinto! Prima che tu fossi il Ribelle, il Tortuoso, il Corruttore, eri già il Vinto, e Lei è la tua Vincitrice».
Potrei ora ben concludere con il suddetto racconto del Gesù valtortiano avendo diligentemente svolto il tema di questo mio 'Pensiero a voce alta'.
Non posso però permettermi di farmi scappare l'occasione - nel momento in cui, dopo l'Esortazione apostolica 'Amoris laetitia' di cui si è sopra parlato per cui tutto il 'mondo' ora plaude trionfante alla 'gioia dell'amore': 'dono di Dio' - di richiamare nuovamente la vostra attenzione su quanto Gesù dice in merito a come dovrebbe essere inteso l'amore come vero 'dono di Dio':
«…Inutilmente ormai li hai corrotti, questi che erano stati creati innocenti, portandoli a conoscere e a concepire attraverso a sinuosità di lussuria, privando Dio, nella creatura sua diletta, di essere l'elargitore dei figli secondo regole che, se fossero state rispettate, avrebbero mantenuto sulla terra un equilibrio fra i sessi e le razze, atto ad evitare guerre fra popoli e sventure fra famiglie.
Ubbidendo, avrebbero pur conosciuto l'amore. Anzi, solo ubbidendo avrebbero conosciuto l'amore e l'avrebbero avuto. Un possesso pieno e tranquillo di questa emanazione di Dio, che dal soprannaturale scende all'inferiore, perché anche la carne ne giubili santamente, essa che è congiunta allo spirito e creata dallo Stesso che le creò lo spirito.
Ora il vostro amore, o uomini, i vostri amori, che sono? O libidine vestita da amore. O paura insanabile di perdere l'amore del coniuge per libidine sua e di altri. Non siete mai più sicuri del possesso del cuore dello sposo o della sposa, da quando libidine è nel mondo. E tremate e piangete e divenite folli di gelosia, assassini talora per vendicare un tradimento, disperati talaltra, abulici in certi casi, dementi in altri.
Ecco che hai fatto, Satana, ai figli di Dio. Questi, che hai corrotti, avrebbero conosciuto la gioia di aver figli senza avere il dolore, la gioia d'esser nati senza paura del morire. Ma ora sei vinto in una Donna e per la Donna…».
Dunque, per concludere - contrariamente a quello che hanno creduto di dedurre la maggior parte degli organi di stampa laici, laicisti e la stessa gente comune nel loro approccio superficiale alla Esortazione 'Amoris laetitia' di Papa Francesco - il cosiddetto 'dono' di Dio: cioè l'Amoris laetizia', la 'letizia dell'amore' come molti l'hanno intesa fraintendendo, non è quello dell'amore attuale per come questo è 'praticato', bensì quello che l'amore dovrebbe essere se i due Progenitori non avessero perso la Grazia a causa del Peccato originale, con nefaste conseguenze sulla discendenza: e cioè un amore puro, casto, anche con 'gioia' della carne ma senza libidine.
Un amore che sarebbe stato 'ordinato', e che nel rispetto delle regole divine avrebbe mantenuto equilibrio fra i sessi non avrebbe provocato eccessi di nascite e quindi sovrappopolamento, e - ancora - guerre per la conquista di spazi vitali con tante sofferenze per gli uomini.
Possono sembrare strane queste parole del Gesù valtortiano in merito al disordine dell'amore, ma se l'uomo non si riproducesse disordinatamente non ci sarebbe la fame nel mondo.
La fame può essere frutto di tanti motivi ma non vi è dubbio che essa, in buona parte, dipenda dalla sovrappopolazione rispetto al territorio che l'uomo occupa in un determinato frangente e situazione storica.
La fame è una delle più grandi fonti di sofferenza, fisica e morale.
Sofferenza per i bambini, perché con la fame viene la debolezza e vengono le malattie, e anche la morte, e quindi i dolori, dei bimbi come dei loro genitori e parenti.
Sofferenza per gli adulti, che per fame cercano anche di appropriarsi di quanto non è loro, prevaricando i beni degli altri, uccidendo e contraddicendo così i comandi d'amore di Gesù.
Per gli anziani che, già deboli di età, si indeboliscono ancor più finendo per morire per le conseguenze degli stenti.
Dunque la fame è una rovina del mondo e va combattuta.
Ma la sessualità, non l'Amore, contribuisce fortemente allo sviluppo della fame, non tanto nelle nazioni che noi chiamiamo 'progredite' (che in realtà non sono progredite se non sul piano della carnalità) quanto nelle nazioni 'depresse'.
In esse, prive dell'illuminazione cristiana e per istinti più bassi - non tanto nel senso morale quanto in quello cosiddetto animale - prevale la carnalità e la ricerca di piaceri forti, grassi, dove la soddisfazione della carne diventa - oltre che un assecondamento di istinti non educati - un mezzo per diffondere la fame e quindi, come già detto sopra, la sofferenza.
Se l'uomo, fin dall'uomo primo, non si fosse dato - per istigazione satanica - alla sessualità ma si fosse invece abbandonato all'Amore, se l'uomo avesse voluto ed avuto una 'riproduzione santa', seguendo le leggi naturali da Dio ispirate, come per i fiori e gli animali (che 'civili', essi sì, lo sono), ecco che l'uomo - fin dalle sue origini - avrebbe potuto vivere meglio nel suo specifico territorio, senza bisogno di andare a cercarne altri, spesso dando morte per la loro conquista, evitando sofferenze immani.
Perché in questo taluni 'falsi profeti' odierni hanno ragione: che l'uomo è spinto dalle leggi dell'economia (parlo, io, dell'uomo corrotto dal 'Peccato') che sono leggi della necessità e quindi soprattutto della 'fame' e di quanto ad essa è anche indirettamente collegato in termini di necessità generali.
Ma se l'uomo, come lo era il primo all'inizio, avesse continuato ad essere spinto dalla Legge dell'Amore anziché dell'Egoismo e del Sesso, non ci sarebbero stati Fame ed Odio, ma moltiplicazione santa ...di 'figli di Dio'.
1 Maria Valtorta: 1897-1961, sepoltura privilegiata nella Basilica della SS. Annunziata, Santuario mariano in Firenze
2 Maria Valtorta: 'L'Evangelo come mi è stato rivelato' - Vol. X, Cap. 635.1/15 - Centro Editoriale Valtortiano
3 Ap 19, 11-21
4 Ap 20, 1-6
5 Ap 20, 7-10
6 Maria Valtorta: 'L'Evangelo come mi è stato rivelato' - Vol. I, Cap. 5 - Centro Editoriale Valtortiano