
VOCE NARRANTE ♫ SILVIA CANEPARO
11.5.2016
068. "Amoris laetitia". La Chiesa modernista e la vera Misericordia. La sfida di Satana e la rivincita di Dio: 'Fischia, o Satana, il tuo livore mentre Ella nasce…'. - (1ª parte di due)
Ho avuto occasione di scrivere tempo addietro e di domandarmi dove stia andando la Chiesa cattolica, spinta oggi da venti impetuosi per trarla - secondo i 'riformatori' seguaci dell'ideologia neo-modernista - fuori dalla mentalità 'buia' dei tempi del Medioevo e condurla appunto nella 'modernità' adeguandone in qualche maniera la Dottrina a quello che è il modo di sentire dell'uomo attuale: insomma una 'Chiesa' al passo dei 'tempi'.
La Chiesa, e conseguentemente la sua Dottrina, secondo costoro dovrebbe dunque in qualche modo avvicinarsi alla mentalità attuale per essere più consona al comune sentire della 'gente'.
Si tratta - a ben vedere - di una sfaccettatura in chiave ecclesiale del pensiero evoluzionista, per cui tutto si deve evolvere in funzione dell'ambiente nel quale si vive, e lo stesso 'uomo', come in passato sarebbe stato una scimmia e oggi è un 'uomo', in futuro sarà altra cosa che 'uomo', un 'qualcosa', cioè un 'animale' diverso che non riesco tuttavia nemmeno ad immaginare.
Parlando dei 'riformatori' mi riferisco a molti influenti 'uomini di Chiesa' (come ad esempio il tedesco Card.
Walter Kasper: ab uno disce omnes…) che sembrano oggi presidiare le stanze vaticane ed i posti di comando, personaggi che appaiono attestati su posizioni ‘moderniste’ già solennemente dichiarate eretiche dai Pontefici precedenti.
Avevo tuttavia deciso - io, laico - di sospendere giudizi 'temerari' e di attendere di vedere i 'frutti dell'albero'.
È ormai da tutti oggi riconosciuto che, da qualche decennio a questa parte, non solo i cristiani in genere ma anche la stessa Istituzione della Chiesa cattolica stiano attraversando una tremenda crisi di fede della quale il crollo verticale delle vocazioni sacerdotali ne é l'effetto evidente.
Attualmente, il 'pomo' in discussione - viene fatto osservare dai 'critici' - è che l'enfatizzazione della 'Misericordia di Dio' nei confronti di chi pecca, finisce per presentare un Dio 'monco', che in nome appunto della sua 'Misericordia' non vuole brandire col braccio destro la spada della Giustizia, che pure è un suo 'attributo' non minore di quello della Misericordia.
In sostanza - affermano invece molti altri ecclesiastici di altissimo livello gerarchico, dottrinale e spirituale - il perdonismo in nome della 'Misericordia', anziché spingere i peccatori ad emendarsi e 'convertirsi' cambiando il loro sistema di vita, li cullerebbe nella illusione che in fin dei conti ciò non sia strettamente necessario perché Dio è - appunto - soprattutto Misericordioso.
I fautori del Perdonismo - dicono i 'critici' - si renderebbero così tragicamente responsabili della mancata salvezza di molte anime, cosa di cui un giorno dovranno rendere conto davanti a Dio.
Fra costoro vi sono anche quelli che negano che possa esistere un Inferno o che - se esiste - persino Satana sarà un giorno perdonato e riammesso al Paradiso.
Che Dio non sia soprattutto 'Misericordioso' ma anche 'Giusto', lo dimostra (almeno per chi 'crede' veramente, come dovrebbe essere per gli uomini di Chiesa) il racconto del Diluvio universale quando - dice la Genesi - "…il Signore, vedendo che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che tutti i pensieri concepiti nel loro cuore erano soltanto malvagi, si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo; e disse: «Sterminerò dalla faccia della terra l'uomo da me formato: uomini e animali, rettili e uccelli dell'aria, poiché mi pento di averli fatti»". (Gn 6, 5-7)
L'albero corrotto dell'Umanità di allora, ormai moralmente e spiritualmente irrecuperabile, venne tranciato alla base ad eccezione della famiglia di Noè, un 'giusto', al fine di fare spuntare dal ceppo, attraverso la sua famiglia sopravvissuta, dei nuovi 'polloni' che avrebbero dovuto diventare a loro volta alberi, ma sani.
Molti enfatizzatori attuali - anche laici - della Misericordia di Dio negano che Dio abbia mai potuto veramente mandare un Diluvio universale per distruggere l'Umanità, parendogli l'atto di un 'dio' vendicativo piuttosto che di un Dio misericordioso.
Essi negano dunque il Diluvio, sostenendo che il popolo ebraico di qualche migliaio di anni fa avrebbe copiato i miti di altri popoli, come quelli sulla creazione dell'uomo, miti ai quali si è ispirato quello successivo greco di Prometeo, che avrebbe creato gli uomini dal fango, animandoli del fuoco divino.
Per contro altri studiosi sostengono esattamente il contrario, e cioè che gli altri popoli avrebbero copiato i racconti precedenti della Genesi ebraica ma - non essendo essi dei popoli 'spirituali' illuminati da Dio come lo fu il popolo 'eletto' (eletto non perché 'privilegiato' ma in virtù dei meriti dei precedenti Patriarchi) - li avrebbero adattati alle loro culture mitologiche pagane.
Comunque - tornando al diluvio, per chi provi a riflettere - quella di Dio non fu 'vendetta' ma un vero atto di Misericordia.
Infatti l'Umanità - ormai avviata come dice Genesi verso una totale corruzione - venne distrutta per almeno due buone ragioni:
- eliminare dalla faccia della terra gli uomini ormai irrecuperabili e come tali meritevoli - per Giustizia - dell'Inferno,
- con la morte, salvare in Purgatorio - in attesa della futura Redenzione - gli uomini non ancora corrotti per impedire, così come accade per le mele sane poste vicino a quelle marce, che con il tempo lo potessero diventare anch'essi meritando così l'Inferno.
Fu dunque un atto di Giustizia e nel contempo di vera Misericordia, non come quella del ben noto 'detto' sul 'medico pietoso' …, ma come quella del buon chirurgo che quando c'è da amputare un arto in cancrena non indulge in pietismo ma opera per la salvezza del suo 'malato'.
E salvezza ci fu, perché dall'Umanità ricostituitasi come nuovo pollone uscito dal ceppo di quell'albero malato tagliato alla base sarebbe poi nato - dalla discendenza di Noè - il futuro Redentore per la salvezza degli uomini.
La Giustizia di Dio, e la sua Misericordia, non seguono dunque le vie umane.
Come agisca la Giustizia di Dio ce lo mostra ancora - sempre per chi non pensa che i racconti della Bibbia siano un Mito - anche la distruzione delle città impenitenti di Sodoma e Gomorra.
Dio è dunque misericordioso ma - mi si perdoni il termine che non vuole essere irriverente - non è neppure 'stolto'.
Non lo si può prendere in giro: Egli è infatti Misericordioso ma pretende almeno il nostro pentimento, cioè quanto meno l'onesta intenzione di emendarci cambiando vita.
Per aiutarci - proprio perché è Misericordioso - Egli ha inviato suo Figlio, il Verbo, ad incarnarsi sulla Terra in un Uomo, lasciando che si sacrificasse sulla Croce del Golgota per riscattarci dal marchio del Peccato originale, ottenendo così dal Padre l'apertura delle porte del Paradiso per gli uomini di 'buona volontà' ed una felice Vita eterna in Paradiso.
Perché aprire il Paradiso agli uomini 'di buona volontà'? Perché Dio vuole che entrino nel suo Paradiso coloro che abbiano la 'buona volontà' di essere figli suoi e che quindi la dimostrino nelle loro azioni facendo quel che Dio - per il nostro stesso bene - vuole da noi.
Come possiamo però dimostrare di voler fare la volontà di Dio, cioè di amarlo?
Lo possiamo fare non con teorici 'sentimentalismi' o mere profferte teoriche di amore ma rispettando il Codice della Legge morale e spirituale che Dio incide in ogni anima nel momento in cui la crea e la 'insuffla' nell'embrione del concepito.
Quale è dunque questo Codice, detto anche 'Legge naturale'?
È quello che i cristiani chiamano la Legge dei 'Dieci comandamenti'.
Inutile che ve li enumeri uno per uno, perché questo è il minimo che una persona di normale cultura, e che per di più si dica cristiana, deve sapere.
Non è peraltro necessario che l'uomo che vive nelle più sperdute foreste del pianeta li conosca con tale nome, perché egli - anche senza sapere come chiamarli - ne avverte dentro di sé il valore perché sono appunto una 'Legge naturale', come tale insita nel suo 'Dna' spirituale, cioè nel suo subconscio più profondo.
Non è pure necessario essere cristiani per sapere - a meno che non si sia del tutto atei ed irriconoscenti - che un Dio creatore deve pur esistere e deve quindi in qualche modo essere onorato.
Non è ancora necessario essere cristiani per sapere che bisogna onorare il padre e la madre, come pure - ad esempio - che non si debba rubare né la proprietà altrui né la donna altrui, e tanto meno uccidere. E fermiamoci qui, anche perché potremmo riassumere i dieci comandamenti con un solo precetto: 'Ama il tuo prossimo come te stesso non facendo agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te'.
Gesù, Uomo-Dio, ha fatto però molto di più che riaprirci le porte del Paradiso.
Conoscendo infatti la fragilità umana - derivante dalle conseguenze del Peccato originale commesso dai due Progenitori e che ci ha indebolito - e poiché era scritto che, compiuta la sua missione dovesse tornare al Cielo - Egli, dopo aver lasciato la sua Dottrina come Testamento spirituale che ha perfezionato la Legge dei dieci comandamenti, ci ha lasciato - appunto per Misericordia - anche gli 'aiuti': lo Spirito Santo e i sette Sacramenti.
Ecco la vera Misericordia di Dio, quella che ci 'nutre' spiritualmente, ci irrobustisce e che per di più ci perdona 'settanta volte sette' quando sbagliamo, chiedendoci in cambio, per meritare il perdono, solo un sincero pentimento con il proponimento, anche se spesso fallace per nostra debolezza, di non volere più perseverare nell'errore.
Facciamo allora - a uso e consumo di noi 'laici' con un minimo di formazione spirituale - una piccola 'catechesi' in termini essenziali.
Il primo uomo aveva la Grazia. La Grazia era uno stato di amicizia con Dio.
La Grazia era anche Amore perché essere in amicizia con Dio significa amarlo ed esserne amati.
Poi l'uomo perse la Grazia, cioè lo stato di amicizia, perché peccò e peccare è sempre andare contro la volontà di Dio, mancare di rispetto e di amore a Dio.
Lo stato di grazia, cioè di amicizia con Dio, faceva l'uomo - l'uomo 'essere umano' ma essenzialmente, attraverso l'anima, 'Entità spirituale' rivestita di carne - pieno di doni: quelli dello Spirito Santo, perché dove è Dio nella sua pienezza di Grazia, cioè di amicizia, così vi è pienezza di perfezione, con i limiti che vengono posti al 'creato' rispetto all'Increato.
Persa la Grazia, cioè l'amicizia, perso l'equilibrio dell'Anima che non viveva più in Dio, ecco che sono derivate le depravazioni spirituali e morali e le degenerazioni fisiche.
L'uomo, quasi uomo-Dio, diventa un 'bruto', perché animale con l'anima morta a Dio.
E allora la 'Promessa': la promessa di inviare Uno che avrebbe sottomesso il Malvagio, insegnando all'uomo di buona volontà, cioè all'uomo che ne avesse la 'voglia', il modo, la strada per tornare a Dio attraverso la rivelazione della Verità, attraverso l'insegnamento della Dottrina.
Chi meglio di un Dio poteva riparare alla serie immensa dei peccati, non solo quello 'originale, ma tutti gli altri già commessi e che sarebbero stati commessi dal genere umano?
Non certo un uomo! Quindi un Dio. Meglio: un Uomo-Dio che con la duplice natura di Dio e di Uomo possedesse i doni della Divina Sapienza per insegnare la Verità, e la capacità - come uomo - di 'comunicarla' agli uomini, dando l'esempio e facendo capire che per seguire la strada indicata non era necessario essere 'dèi' ma bastava essere uomini di buona volontà.
Cristo riscattò dunque il Peccato di origine per l'Umanità passata e futura, lo riscattò con il Sacrificio di Dio incatenato in una natura umana, di per sé avvilente per un Dio, e lo riscattò con il sacrificio sulla Croce.
Ma quale uomo riscattò? Quello di mala volontà?
E perché mai salvare uno che 'non vuole' essere salvato, posto che Dio è Dio di Libertà?
Dio dunque venne per salvare tutti gli uomini ben sapendo però che non tutti gli uomini - per loro libera scelta, per loro libero arbitrio - avrebbero voluto essere salvati.
Ma poiché era scritto che Gesù Cristo, compiuta la sua missione, dovesse tornare in Cielo, Egli - dopo aver lasciato la sua Dottrina come Testamento spirituale - lasciò anche gli 'aiuti'.
L'uomo, infatti, era stato guarito della sua ferita del Peccato d'origine, ma la dolente cicatrice, grave cicatrice, era rimasta: i fomiti e la debolezza fisica, morale e spirituale.
L'uomo di buona volontà poteva accedere al Cielo ma - debole come era ormai a causa della grave 'malattia' contratta - aveva bisogno di 'sostegni'.
E Gesù dette doni e sostegni.
Innanzitutto inviò lo Spirito Santo a dare forza ed illuminare le menti, sempre a quelli di buona volontà. Poi istituì i Sacramenti, cioè mezzi soprannaturali somministrati con forme 'umane', che avevano lo scopo di sorreggere l'uomo debole nel corso della sua vita: dalla nascita alla morte.
Il Battesimo, con il quale il battezzato diventa 'cristiano' ed acquista il diritto - se di buona volontà e se si comporterà bene secondo la legge dei Dieci comandamenti - di accedere al Paradiso, o al Purgatorio per la preventiva purificazione, subito dopo la sua morte fisica, anziché al momento del Giudizio Universale.
L'Eucarestia, dono grandissimo che certifica la presenza di Cristo nell'uomo, la sua unione con l'uomo.
I due ministeri di unzione (Cresima e Unzione degli infermi) che ti consacrano cristiano o ti detergono dai peccati prima di presentarti a Dio.
La Confessione con l'assoluzione che - grazie al pentimento - ti ridona l'amicizia di Dio.
Il Matrimonio, che è la benedizione che Dio dà alla Famiglia di quelli di buona volontà perché si uniscano con spirito santo di procreazione e non di libidine.
Infine il Sacerdozio, per somministrare i Sacramenti di Dio con mani e spirito santi.
•
Terminata dunque questa sintetica 'catechesi' siamo ora in condizione di capire quale sia la vera Misericordia, non quella falsa che alcuni vorrebbero contrabbandare per vera proponendo un Dio Misericordioso fino alla 'stoltezza', capace di perdonare senza che neanche una persona si sia pentita e si sia ripromessa con 'retta coscienza' e buona volontà di non continuare sulla strada precedente.
La vera Misericordia di Dio non è dunque quella che gli uomini vorrebbero, e neanche quella di certi 'uomini di Chiesa' che per buonismo tendono a svalorizzare la Dottrina ed i Comandamenti di Dio proponendone delle versioni edulcorate, finalizzate ad 'amnistiare' spiritualmente persone che non hanno alcuna intenzione - spiritualmente parlando - di voler smettere di 'delinquere'.
Del Vangelo di Gesù - secondo la falsa Misericordia - rimarrebbe soltanto il ‘Ti sono perdonati i tuoi peccati!’ ma cadrebbe il ‘Vai e non peccare più…’.
Quel tipo di Misericordia è - come già detto - figlia della dottrina modernista, quella eresia appunto che sostiene in pratica che Dio deve adeguare la 'Sua' Dottrina antiquata, perché risalente ai costumi e idee di duemila anni fa, piegandola alle esigenze della società moderna.
Quella di una 'Dottrina' cristiana considerata 'vecchia' - perché di duemila anni fa - è la concezione tipica di chi considera il Vangelo solo come un insieme di norme morali, norme di comportamento che variano con le culture e l'evolversi dei tempi, e non certo come una Dottrina data da Dio valida per sempre, in quanto divina, e quindi non soggetta ad essere riformata.
Basta guardarsi intorno e riflettere per rendersi conto che quello che sta provocando il declino morale dell'Umanità, aperta a sempre più tremende efferatezze, è lo stato diffuso di peccato.
I superficiali - che dai mass-media agnostici e laicisti che fanno 'opinione' a livello mondiale recepiscono spesso solo titoli e sottotitoli senza riflettere sui reali contenuti - assorbono di questi tempi il messaggio che più viene 'veicolato', per cui Dio sarebbe 'Misericordioso', sempre e comunque.
Non è vero che Dio lo sia 'sempre e comunque', ma è quello che fa loro piacere sentirsi dire perché - anche se non credenti - la cosa li tranquillizza, attenua il loro interiore e mai ammesso rovello, mette a posto la loro coscienza che talvolta - anche se sommessamente, perché indebolita - grida dal profondo del loro 'io'.
Per gente non dottrinariamente preparata, e cioè la massima parte, è facile arrivare così alla comoda conclusione che la 'confessione dei peccati', di tutti i peccati, non è poi dopotutto così importante come si voleva far credere prima e che si può quindi accedere al Sacramento dell'Eucarestia anche con una Confessione 'light'.
Del resto siamo tutti umanamente propensi a sentirci 'a posto' con la nostra coscienza e quindi ad 'assolverci', dimenticando che la porta dei Cieli è 'stretta'.
Ma la 'coscienza' genericamente intesa può indurci in errore perché essa non è quella 'retta coscienza', che viene formata invece dallo Spirito Santo quando non si vive lontani da Dio.
Quante volte mi sono sentito dire: 'Ah.., io in coscienza mi sento a posto, in fin dei conti non ho mai rubato e non ho mai ammazzato nessuno, io'.
Che dire poi di quei divorziati-risposati o dei 'conviventi' non sposati che pure - di questi tempi - avanzerebbero non di rado pretese 'eucaristiche'?
Dico che se per fede crediamo che nell'Ostia Eucaristica sia presente, in qualche modo per noi misterioso, la Persona di Gesù Cristo 'Uomo-Dio', il fatto di darla o riceverla in stato di adulterio - avendo peraltro Gesù solennemente dichiarato a suo tempo l'assoluta indissolubilità del matrimonio - è l'affronto più grande che gli si possa fare perché Egli, Purezza e Perfezione assoluta, verrebbe costretto ad entrare in un cuore di peccato.
Tutti all'inferno, dunque, gli 'adulteri'? Io personalmente non lo credo perché spero ardentemente nella Misericordia di Dio, ma dico anche che dell'esercizio della Misericordia non se ne debbono appropriare neppure gli 'uomini di chiesa' cambiando - essi - le regole divine del loro Fondatore.
Lasciamo dunque fiduciosamente l'esercizio della Misericordia a Gesù nel momento del Giudizio particolare, un Gesù - credo - che leggendo nel profondo dei cuori di ciascuno saprà valutare circostanze ed attenuanti di ogni situazione.
•
Approfondiremo la tematica che stiamo trattando nella prossima seconda parte.