VoceALTA-063 - ilCATECUMENO.it

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VOCE NARRANTE ♫ SILVIA CANEPARO
24.3.2016
063. Matrimonio e Adulterio secondo Gesù: ecco un linguaggio ‘politicamente … scorretto’

Da un paio di anni a questa parte sono stati convocati in seno alla Chiesa cattolica due Sinodi sulla Famiglia, cioé delle assemblee mondiali di vescovi indette allo scopo di approfondire questo grande tema del mondo contemporaneo in tutte le sue sfaccettature.
In particolare chiarire il suo contesto antropologico-culturale, quello socio-economico, la situazione delle persone conviventi ma non sposate o divorziate e risposate, il senso del matrimonio nella dottrina cristiana, i problemi riguardanti l’educazione dei figli e tante altre cose ancora.
I lavori si sono conclusi con una Relazione finale di Papa Francesco.
Difficile poter dire con precisione cosa si siano realmente detti – i Padri – nel chiuso delle ‘sante’ porte ed in un clima dialettico cosiddetto ‘franco’, certo però è il fatto che attraverso la stampa o indiscrezioni di stampa ne è uscito fuori un contenuto di dibattiti infuocati concernente il divorzio, l’istituto del Sacramento della Confessione, la concessione della Comunione ai divorziati e risposati o ‘conviventi’, persino le tematiche religiose sui gay, matrimonio dei preti, suore che vorrebbero fare i vescovi e tante altre cose ancora.
Insomma un … ‘finimondo’ che ha alimentato per mesi la stampa italiana ed estera con ‘copertine’ di organi di stampa a caratura mondiale che si domandavano ironicamente se la Chiesa ‘cattolica’ fosse ancora… cattolica.
Uno dei temi che più hanno tenuto banco era ad esempio se una persona sposatasi con rito religioso e poi separatasi e ‘risposatasi’ con rito civile potesse accedere al Sacramento dell’Eucarestia.
In una società come la nostra dove la grande maggioranza delle unioni – specie fra i giovani – ormai non sono più ‘religiose’ ma semplicemente ‘civili’, quando non anche semplici ‘unioni di fatto’, non poteva esserci – dal punto di vista religioso - un tema più attuale e potenzialmente ‘esplosivo’.
E così è stato.
Una parte dei ‘Padri’ si è schierata a difesa dell’istituto bimillenario della famiglia e del Matrimonio così come la Chiesa lo ha sempre concepito, un matrimonio cioè indissolubile (peraltro inteso come unione consacrata davanti a Dio fra un uomo ed una donna … perché ‘maschio e femmina Dio li creò’) come chiaramente affermato dal Gesù dei Vangeli.
Un’altra parte - in nome della Misericordia di Gesù e prendendo atto della attuale realtà sociale di ‘irregolarità’ – era decisa invece a ‘chiudere un occhio’ a favore di una ‘regolarizzazione’ dei matrimoni falliti e ad essere più possibilista circa l’accesso ai Sacramenti della Confessione e dell’Eucarestia da parte di queste coppie e magari – perché no? – sanare queste situazioni grazie a qualche ‘stratagemma’ che salvasse le apparenze volto a concedere con più facilità un annullamento del precedente matrimonio che consentisse la regolarità del secondo con conseguente accesso ai Sacramenti di cui sopra.
Non vorrei però che si focalizzasse qui l’attenzione solo su questo aspetto ‘religioso’, pur importante, quanto piuttosto sulla ‘ricaduta’ in termini sociali di quella che in sostanza – stando alla Dottrina cristiana – potrebbe essere considerata (usando un termine famigliare al nostro diritto civilistico-penale) come una sorta di … depenalizzazione del ‘reato’ di adulterio.
Ciò – secondo la parte favorevole a non mutare la Dottrina bimillenaria della Chiesa – comporterebbe l’allargamento a macchia d’olio delle unioni religiosamente irregolari, favorirebbe in futuro ancor più le separazioni, con ricadute economiche gravi sulle famiglie ma ancor più psicologiche sui figli e in ultima istanza sulla tenuta della società con disgregazione del tessuto sociale di cui la famiglia è nucleo ed elemento fondante.
Dal punto di vista evangelico la convivenza ‘more uxorio’ di persone divorziate o anche solo ‘separate’ si chiama ‘adulterio’, ed è considerato un peccato molto grave per le sue profonde e molteplici implicazioni.
Questo fatto è costato la decapitazione a San Giovanni Battista – che proprio di ciò accusava senza timore la coppia convivente di Erode ed Erodiade, già moglie del fratello di Erode – mentre nel XVI secolo il re Enrico VIII d’Inghilterra, non ottenendo dal Papa romano l’annullamento di un suo precedente matrimonio ed il riconoscimento di un secondo, dette addirittura origine allo scisma anglicano nei confronti della Chiesa di Roma  con relative persecuzioni dei cristiani inglesi che avevano voluto rimanere  'cattolici romani'.
Non solo, corsi e ricorsi della storia, si arrivò in quell’occasione alla decapitazione dello stesso Cancelliere del Regno, Tommaso Moro che - per ragioni religiose ma avendo anche capito a quali conseguenze sociali e morali la generalizzazione del divorzio avrebbe portato - non aveva condiviso le decisioni di Enrico VIII sul suo divorzio dalla regina Caterina d’Aragona a favore del matrimonio con Anna Bolena (alla quale - detto per inciso e per comprendere dove portino certe strade una volta intraprese - seguirono poi altre quattro mogli…).
Tornando ai Sinodi, a complicare le cose, mentre nel secondo del 2015 i vescovi ne stavano ancora discutendo, da parte del Papa - forse un voler tagliare la testa al toro - è stato promulgato un improvviso ‘Motu proprio’, vale a dire una decisione ‘autorevole’ quanto alla persona ma presa di sua libera iniziativa, volto a rendere più facili e celeri le ‘dichiarazioni di nullità’ e quindi i successivi ulteriori matrimoni.
Molti mass-media italiani ed esteri - pensando forse di dover andare al sodo come è un poco abitudine degli organi di stampa in termini di ‘comunicazione’ - hanno tuttavia subito etichettato, ma anche salutato, questo provvedimento del Papa come un cambiamento epocale della Dottrina della Chiesa, in sostanza come un ‘divorzio cattolico’ o un ‘divorzio breve’.
Insomma una Chiesa che cambia radicalmente, anche rispetto alla teologia dei Sacramenti e del ‘perdono’ da parte di Dio che è soprattutto ‘misericordioso’.
In definitiva - in conseguenza dei due sinodi, del ‘Motu proprio’ e delle opposte concezioni dottrinarie emerse in queste circostanze - sembrerebbe che si stia delineando una situazione ‘scismatica’ all’interno della Chiesa ‘cattolica apostolica romana’ nella quale si fronteggiano e scontrano oggi due distinte ‘Chiese’ contrapposte, una tradizionale minoritaria ed un’altra, ammiccante al protestantesimo e maggioritaria, guidata dal Cardinale cattolico-tedesco Walter Kasper, ‘deus ex machina’ dei due Sinodi.
Un quadro scismatico inquietante, analogamente a quello visto in visione nell’Ottocento – ma con riferimento al futuro - dalla Beata Katharina Emmerich.
Rischiamo dunque di assistere ad un nuovo scisma come quello protestante del ‘500 promosso da Martin Lutero?
Infatti nelle ‘cronache’ che riguardano le visioni della mistica si può leggere:
(…) Riguardo ai tempi finali la monaca agostiniana ha lasciato diverse sconcertanti dichiarazioni. Già più di due secoli fa la beata Catharina Emmerich  preannunciava che  la liberazione di satana sarebbe avvenuta poco prima dell’anno 2000 dichiarando “Mi è stato anche detto che Lucifero verrà liberato per un certo periodo cinquanta o sessanta anni prima dell’anno di Cristo 2000. Mi vennero indicate le date di molti altri eventi che non riesco a ricordare; ma un certo numero di demoni dovranno essere liberati molto prima di Lucifero, in modo che tentino gli uomini e servano come strumenti della giustizia divina”. “Vidi una strana chiesa che veniva costruita contro ogni regola… Non c’erano angeli a vigilare sulle operazioni di costruzione. In quella chiesa non c’era niente che venisse dall’alto…C’erano solo divisioni e caos. Si tratta probabilmente di una chiesa di umana creazione, che segue l’ultima moda…” (12 settembre 1820).
“Vidi cose deplorevoli: stavano giocando d’azzardo, bevendo e parlando in chiesa; stavano anche corteggiando le donne. Ogni sorta di abomini venivano perpetrati là. I sacerdoti permettevano tutto e dicevano la Messa con molta irriverenza. Vidi che pochi di loro erano ancora pii, e solo pochi avevano una sana visione delle cose. Tutte queste cose diedero tanta tristezza” (27 settembre 1820).
“Poi vidi che tutto ciò che riguardava il Protestantesimo stava prendendo gradualmente il sopravvento e la religione cattolica stava precipitando in una completa decadenza. La maggior parte dei sacerdoti erano attratti dalle dottrine seducenti ma false di giovani insegnanti, e tutti loro contribuivano all’opera di distruzione.
In quei giorni, la Fede cadrà molto in basso, e sarà preservata solo in alcuni posti, in poche case e in poche famiglie che Dio ha protetto dai disastri e dalle guerre” (1820)
“Stavano costruendo una Chiesa grande, strana, e stravagante. Tutti dovevano essere ammessi in essa per essere uniti ed avere uguali diritti: evangelici, cattolici e sette di ogni denominazione” (22 aprile 1823).
“Ho visto di nuovo la strana grande chiesa. Non c’era niente di santo in essa. Ho visto anche un movimento guidato da ecclesiastici a cui contribuivano angeli, santi ed altri cristiani. [Nella strana chiesa] C’era qualcosa di orgoglioso, presuntuoso e violento in tutto ciò, ed essi sembravano avere molto successo. Sullo sfondo, in lontananza, vidi la sede di un  popolo crudele armato di lance, e vidi una figura che rideva, che disse: “Costruitela pure quanto più solida potete; tanto noi la butteremo a terra” (12 settembre 1820).
Mi fermo qui perché le numerose altre visioni della Beata descrivono una situazione della Chiesa cattolica ancora più drammatica, visioni che sembrerebbero collocarsi purtroppo nel contesto storico che stiamo vivendo oggi.
Al di lì delle questioni dottrinarie – in merito al Matrimonio ed all’Adulterio mi sembra però interessante proporre all’attenzione senza commenti quanto ebbe a dire Gesù in una rivelazione fatta nel settembre del 1943 alla grande mistica Maria Valtorta, con dei concetti che sembrano volersi incidere a scalpello nelle nostre coscienze (le sottolineature e i grassetti sono miei):1
Gesù:
Il mondo si divide in due grandi categorie.
La prima, che è vastissima, è quella dei senza scrupoli di sorta: né umani, né spirituali.
La seconda è quella dei timorati, la quale, però, si suddivide in altre due classi: dei giustamente timorati e dei piccinamente timorati.
Parlo alla prima grande categoria e alla seconda classe della seconda categoria.
Il matrimonio non è riprovato da Dio, tanto che Io ne ho fatto un sacramento. E qui non parlo neppure del matrimonio come sacramento ma del matrimonio come coniugio; quale Dio Creatore l’ha fatto creando maschio e femmina, perché si unissero formando una carne sola, che una volta congiunta nessuna forza umana può scindere, né deve scindere.
Io, vedendo la vostra durezza di cuore, sempre più durezza, ho mutato il precetto di Mosè sostituendo ad esso il sacramento. Scopo del mio atto era di dare un aiuto alla vostra anima di coniugi contro la vostra carnalità di animali e un freno contro la vostra illecita facilità di ripudiare ciò che prima avete eletto per passare a nuovi coniugii illeciti, a scapito delle vostre anime e delle anime delle vostre creature.
Sbaglia tanto colui che si fa scandalo di una legge creata da Dio per perpetuare il miracolo della creazione - e generalmente questi non sono i più casti ma i più ipocriti, perché i casti non vedono nel coniugio che la santità dello scopo, mentre gli altri pensano alla materialità dell’atto - come colui che con leggerezza colpevole crede potere sormontare impunemente il divieto mio di passare a nuovi amori, quando il primo non sia stato sciolto dalla morte.
Adultero e maledetto è quel vivente che scinde un’unione, prima voluta, per capriccio di carne o per insofferenza morale. Ché se egli od ella dicono che il coniuge è ormai per essi cagione di peso e ripugnanza, Io dico che Dio ha dato all’uomo riflessione e intelletto perché lo usi, e tanto più lo usi in casi di così grave importanza come è la formazione di una nuova famiglia.
Io dico ancora che, se si è in un primo tempo errato per leggerezza o per calcolo occorre poi sopportare le conseguenze per non creare maggiori sciagure che ricadono specialmente sul coniuge più buono e sugli innocenti, portati a soffrire più che la vita non comporti, e a giudicare coloro che Io ho fatto ingiudicabili per precetto: il padre e la madre.  
Io dico infine che la virtù del sacramento, se foste cristiani veri e non quei bastardi che siete, dovrebbe agire in voi, coniugi, per fare di voi un’anima sola che si ama in una carne sola e non due belve che si odiano legate ad una stessa catena.
Adultero e maledetto è quel vivente che con finzione oscena ha due o più vite coniugali, e rientra presso l’altro coniuge e presso gli innocenti con la febbre del peccato nel sangue e l’odore del vizio sulle labbra menzognere.
Nulla vi rende lecito d’essere adulteri. Nulla.
Non l’abbandono o la malattia del coniuge, e molto meno il suo carattere più o meno odioso. Il più delle volte è il vostro esser lussuriosi che vi fa vedere odioso il compagno o la compagna. Lo volete vedere tale per giustificare a voi stessi il vostro vergognoso operato che la coscienza vi rimprovera.
Io ho detto, e non muto il mio dire, che è adultero non solo chi consuma adulterio, ma chi desidera consumarlo nel suo cuore perché guarda con fame di sensi la donna o l’uomo non suo.
Io ho detto, e non muto il mio dire, che è adultero colui che col suo modo d’agire mette nella condizione d’essere a sua volta adultero l’altro coniuge.
Due volte adultero, risponderà per la sua anima perduta e per quella che ha portato a perdersi con la sua indifferenza, trascuratezza, villania e infedeltà.
A tutti costoro la maledizione di Dio incombe, e non crediate che ciò sia un modo di dire.
Il mondo si frantuma in rovine perché per prime si sono rovinate le famiglie. Il fiume di sangue che vi sommerge ha avuto gli argini sgretolati dai vostri singoli vizi che hanno spinto reggitori più o meno grandi - dai capi di stato ai capi di paeselli - ad essere ladri e prepotenti per avere moneta e lustro per le loro libidini.
Guardate la storia del mondo: è piena di esempi.
La lussuria è sempre nella triplice combinazione che provoca il crearsi delle vostre rovine. Interi stati sono stati distrutti, nazioni divelte dal seno della Chiesa, scissure secolari create a scandalo e tormento di razze per la fame di carne dei reggitori.
Ed è logico che sia così. La libidine estingue la Luce dello spirito e uccide la Grazia.
Senza Grazia e senza Luce voi non differite dai bruti e compite perciò azioni da bruti.
Fate pure, se così vi piace. Ma ricordate, o viziosi che profanate le case e i cuori dei figli con il vostro peccare, che Io vedo e ricordo e vi aspetto. Nello sguardo del vostro Dio che amava i pargoli ed ha creato per essi la famiglia, vedrete una luce che non vorreste vedere e che vi fulminerà.»
Quanto vorrei sentir soppesare queste parole da certi ‘uomini di chiesa’ che hanno condotto la danza sinodale sulla ‘Famiglia’...
Apostasia? Certo.
Perdita della coscienza del peccato? Certo.
Perché… dove non abbonda la Grazia sovrabbonda il Peccato.

1 Maria Valtorta: 'I Quaderni del 1943' – Dettato del 26.9.43 – Centro Editoriale Valtortiano


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