VoceALTA-057 - ilCATECUMENO.it

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VOCE NARRANTE ♫ SILVIA CANEPARO
6.2.2016
057. ‘Ebrei loro? Negatori loro? ‘Ebrei’ voi, negatori voi!’

Gli ebrei di duemila anni fa non vollero riconoscere la messianicità di Gesù e ne negarono la divinità.
Se però la cosa fu grave per loro perché Gesù aveva dato innumerevoli prove di tutta evidenza del suo esser ‘Figlio di Dio’ non solo per l'eccelsa Sapienza ma anche per gli straordinari miracoli - come ad esempio quello di Lazzaro resuscitato dopo oltre tre giorni dalla morte - è molto più grave per noi cristiani che ben conoscendone la Dottrina da duemila anni ne neghiamo ora la divinità, reinterpretandone la figura e trasformando Gesù – come dicono molti teologi cattolici positivisti e  ‘modernisti’ – in un essere umano molto saggio, anzi eccezionale, che tuttavia si era ‘illuso’ finendo per credere davvero di essere ‘Figlio di Dio’.
Ricordo che di questo argomento avevo parlato nel Cap. 84 del mio libro ‘Alla ricerca del Paradiso perduto’, commentando un brano della mistica Maria Valtorta che aveva descritto una scena da lei vista in visione riportata ne ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’.
In quella visione Maria SS. è a colloquio con Elisabetta che era sua parente, moglie del sacerdote Zaccaria.
Elisabetta - già sterile ma ora incinta di sei mesi - ‘aspetta’ il Battista: Giovanni Battista, il Precursore.
Maria è in casa sua e la assiste in attesa della nascita di Giovanni.
Elisabetta era quella che nel vedere Maria (la quale era andata a trovarla dopo che l'Arcangelo dell'Annunciazione l'aveva informata del fatto che la parente, detta ‘la sterile’, avrebbe avuto un figlio) l'aveva salutata, ispirata dallo Spirito Santo con le famose parole evangeliche: 'Benedetta tu fra tutte le donne, benedetto il frutto del seno tuo.., e come mi è concesso che la Madre del mio Signore venga a me?...'. (Lc 1, 39-45)
Elisabetta, pur non sapendo a priori che Maria fosse 'in attesa' del Figlio di Dio, aveva infatti in quel momento 'profetizzato': aveva cioè profetizzato la natura divina della sua maternità, come 'voce dal sen fuggita', senza neanche rendersene quasi conto, perché 'santificata' dalla vicinanza di Gesù nel seno di Maria e quindi 'illuminata' dalla Luce di Dio...
Dunque, Maria ed Elisabetta colloquiano e Maria, accennando al suo piccolo, parlandone rapita, si lascia scappare che lo chiamerà 'Gesù': che vuol dire ‘Salvatore’.
Elisabetta dice che il nome del ‘Figlio di Dio’: Salvatore, è davvero bello. Ma Maria, fattasi improvvisamente mesta, in ansia, afferra le mani della cugina e - ricordandosi che essa aveva poc'anzi 'profetizzato', cioè rivelato che Maria avesse in seno il Figlio di Dio, cioè il Figlio del Signore (cosa che nessuno, nemmeno Giuseppe, ancora sapeva) - le chiede angosciata:
'...Dimmi: che dovrà fare per salvare il mondo la mia Creatura? I Profeti... Oh i Profeti che dicono del Salvatore! Isaia... ricordi Isaia? 'Egli è l'Uomo dei dolori. Per le sue lividure noi siamo sanati. Egli è trafitto e piagato per le nostre scelleratezze...Il Signore volle consumarlo coi patimenti... Dopo la condanna fu innalzato...
Cosa si potrebbe mai dire di fronte a questa angoscia di Maria che – priva di Macchia originale, ripiena di Grazia Santificante e avendo ben letto i Profeti – presagiva già in quel momento la sorte infausta del suo futuro nascituro, quantunque lo Spirito Santo – per carità della sua umana fragilità di giovane fanciulla - gliene velasse ancora la piena atroce conoscenza?
Ecco – con un poco di meditazione e fantasia - cosa si potrebbe forse dire, anzi cosa - secondo me - potrebbe magari dire lo stesso Gesù:
Questo chiedeva mia Mamma angosciata ad Elisabetta sperando che, profetando, essa la tranquillizzasse.
Prendiamo ora il Profeta:
'Giubilate, cantate insieme, o rovine di Gerusalemme, perchè il Signore ha pietà del suo Popolo, egli riscatta Gerusalemme. Il Signore rivela il suo braccio agli occhi di tutti i popoli, e le regioni di tutta la terra vedranno la salvezza del nostro Dio...'
(Isaia, 52.9/10)
'Ecco, il mio Servo prospererà, sarà onorato, esaltato, e diventerà grande. E se molti si erano spaventati nel vederlo tanto il suo aspetto era sfigurato, - non aveva più l'aspetto di un uomo - si meraviglieranno di lui molte genti, i re al suo cospetto chiuderanno la bocca, perché vedranno un avvenimento non annunziato, e osserveranno un fatto inaudito...'
(Isaia, 52.13/15)
'Disprezzato, rifiuto dell'umanità, uomo dei dolori, assuefatto alla sofferenza, come uno davanti al quale ci si copre il volto, disprezzato, così che non l'abbiamo stimato. Veramente egli si è addossato i nostri mali, si è caricato dei nostri dolori. Noi lo credevamo trafitto, percosso da Dio e umiliato, mentre egli fu piagato per le nostre iniquità, fu calpestato per i nostri peccati. Il Castigo, che è pace per noi, pesò su di lui e le sue piaghe ci hanno guarito... S'egli offre la sua vita in espiazione, avrà una discendenza e ciò che vuole il Signore riuscirà per mezzo suo. Dopo le sofferenze dell'anima sua egli vedrà la luce e tale visione lo ricolmerà di gioia. Il giusto, mio servo, con le sue pene giustificherà delle moltitudini e prenderà su di sé le loro iniquità. Perciò gli darò in eredità i popoli e riceverà come bottino genti infinite, perché consegnò la sua vita alla morte, e fu annoverato fra i malfattori, egli che tolse i peccati di molti e si fece intercessore per i peccatori...'
(Isaia, 53)
Vedi? Tutto detto di me, secoli e secoli prima della mia venuta. Ma Satana è Odio e l'odio acceca. E il mio popolo (non perché 'mio', non perché 'prediletto', ma perché da me 'scelto' a divenire il depositario della mia eredità e della mia venuta come Adamo ed Eva erano, 'dovevano' essere i depositari del Paradiso Terrestre in attesa di quello Celeste, e mi tradirono), così il mio popolo - 'mio', questo sì, perché da esso Io umanamente nacqui - mi tradì, perché accecato dall'odio, perché vi è Odio dove non vi è Amore, e, reso quindi incapace di leggere le Scritture con l'occhio dello Spirito, interpretandole alla luce, che luce non è ma tenebre, dell'umano, la luce del Lucifero - che tutto interpreta umanamente, perché l'umanità è carne e la carne, corrotta dal Peccato, è figlia sua - il mio popolo, dicevo, si attendeva un Re della Carne, un Re terreno che ambisse a potenza, onori e glorie terrene, Re di conquiste, Re di sopraffazione. Essi aspettavano infatti il Re che loro - di proprio - si erano scelti in cuore: l'Altro. E non mi compresero, non mi riconobbero. Anzi odiarono le mie parole, troppo diverse, troppo deludenti rispetto ai loro sentimenti: anzi istinti, ché belluini essi erano tornati, e quindi mi crocifissero. E ancora oggi non mi vogliono riconoscere, perché sarebbe ammettere la colpa dei loro padri, che essi sentono come la loro e quindi continuano a negare per tranquillità della propria coscienza.
Ma forse non siete tutti così, voi uomini? Non mi negate tutti per tranquillità della vostra coscienza?
‘Ebrei’ loro? Negatori loro?
‘Ebrei’ voi, negatori voi!
Voi peggio di loro, voi peggio di loro, chè cristiani siete, cristiani, cioè del Cristo che fin da bambini vi hanno insegnato, e che invece mi ripudiate perché anche voi preferite seguire la voce del vostro istinto, questo sì animale, questo sì, che negli animali è salvezza ma che nella vostra psiche è corrotto dal Peccato d'origine: Psiche in cui lo Spirito è sgabello, cioè sottomesso, all'Io.
Ma Io, riscattare dovevo: quelli di prima, quelli di allora, quelli di adesso, i futuri. E sono venuto comunque. Perché insegnarvi la dottrina, dopo le luci dei Profeti, era giusto ma più giusto ancora era il riscattarvi per liberarvi del Peccato, quello primo, per consentirvi l'accesso al Regno di Dio: quello Mio.
E così venni.
L'umana sofferenza, quella morale, quella fisica, che è l'unica che di norma anche i migliori di voi considerano, fu nulla, rispetto alla visione immane - che solo Io come Dio potevo vedere e concepire - della catena d'odio intrecciata dall'Umanità, catena satanica che vi teneva legati a Satana e che Io ero venuto a Spezzare.
Come, con l'odio? Quello è di Satana!
No, con l'Amore, l'Amore che è di Dio.
E per Amore dissi al Padre:
«Ecco, Padre, questo è il tuo popolo. Guarda come è ridotto, guarda come è ridotta l'Umanità. Non colpa sua, Padre, colpa dell'Altro.
I due Primi, perfetti, in un mondo perfetto, sbagliarono. Cosa potranno, cosa possono questi mai opporre alla Potenza dell'Altro, intossicati, indeboliti come sono dal Peccato?!
Padre, guarda. Non sanno neanche di essere figli tuoi. Anche se tu lo hai detto ai Profeti, loro i Profeti non li hanno potuti ascoltare, perché malati, sordi ormai alle parole dello Spirito.
Padre, che colpa hanno? Malati, malati sono. Tu sai...
Perdona loro, guariscili. Dà loro, come Padre buono, la tua Medicina e quando usciranno dal torpore della febbre, quando smetteranno di delirare, quando apriranno gli occhi sulla verità della mia Dottrina, dà anche a loro, a quelli che vorranno: perché Dio di Libertà Tu sei, il dono di udire ancora con l'orecchio spirituale il senso delle tue parole, quello che hanno sempre sentito nel loro cuore ma che, malati, hanno sempre scambiato per 'rumore': fastidioso, da rimuovere.
Perdona loro, Padre. Tu sei Amore.
Non hai detto Tu che il massimo dell'Amore è perdonare ai propri Nemici?
Io l'ho detto?...
Ma Io Figlio tuo, sono. Tu me l'hai insegnato...
Perdona quindi a questi nemici e vedrai che il Perdono, unito al Riscatto che Io per Amore ti chiedo e che tu, Padre, per Amore mi devi dare, vedrai che il perdono ce li renderà amici, più che amici: Figli di Dio in terra, Popolo di Dio in Cielo».
E il Padre, commosso - anche se Lui ab-initio 'sapeva' di ciò che sarebbe successo, anche del perdono - non seppe resistere, per Amore, nonostante tutte le efferatezze compiute dall'uomo, nonostante le sue empietà, le sue iniquità: il Padre non seppe resistere alla Forza dell'Amore, chè l'Amore sempre opera anche nel Padre, che con l'Amore e col Figlio è Uno e Trino.
E venne il perdono, perdono...Ma per quelli di buona volontà!
Perché - come ti dissi - il Padre, buono, ma non stolto è.
C’è da riflettere e anche amaramente se, come ho già detto e dopo duemila anni di civiltà e fede cristiana, l’Unione Europea – come Istituzione politica sovranazionale - ha voluto ufficialmente rinnegare le sue radici cristiane piombando in un abbandono della Fede, l’apostasia, che non ha neppure risparmiato importanti personaggi delle stesse gerarchie ecclesiastiche.
Cosa vorrà allora mai dire quell’avvertimento finale: Attenti…, ‘perché il Padre è buono ma non stolto è’?
Ai posteri l’ardua sentenza, senza dimenticare di tenere un occhio sul Libro dell’Apocalisse.


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