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02. I 'Capri espiatori': la morte dei 'giusti', quella degli 'innocenti'. La morte affrontata con spirito di perfetta contrizione.
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Sempre a proposito di morte, ho letto una volta una frase del filosofo francese Jean Guitton: «L'esistenza ci propone una scelta fra la vita e la morte. L'uomo ha peccato. Ma esiste una legge di sostituzione che permette che l'innocente riscatti il peccatore. Il Cristo, l'Innocente assoluto, è il primo, il solo...».
La morte di un 'giusto', anzi di un innocente, per non dire di un bimbo, se violenta ed ingiusta è in qualche modo come quella del 'Capro Espiatorio' - come misticamente parlando lo fu appunto Gesù - capro che veniva sacrificato negli antichi riti ebraici del Tempio di Gerusalemme a perdono dei peccati del popolo.
Affrontando peraltro la morte nella giusta maniera e con spirito di perfetta contrizione potremmo - come avrò occasione di farvi riflettere - cancellare d'un colpo, fosse anche nell'istante dell'ultimo respiro, tutti i nostri più tremendi delitti di una vita. Ecco perché una morte consapevole ed accettata può essere anche una grande opportunità di grazia: la 'grazia' di Vita concessa da Dio in extremis ad uno che avrebbe dovuto essere un condannato alla Vera Morte, quella dell'Anima.
Non ci sarebbe dunque cosa migliore - ai fini del miglioramento della qualità spirituale della nostra vita terrena e del conseguimento felice di una Vita eterna - che riflettere sul fatto che prima o poi la nostra vita è destinata a cessare e che dovremmo quindi sempre tenerci pronti con l'olio delle lampade accese, come nella famosa parabola delle cinque vergini sagge in attesa dello 'sposo' raccontata da Gesù nei Vangeli.