

Voce narrante • SIMONA SERAFINI
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7ª parte – Cap. 02. TUTTO L’ORBE CONOSCERÀ ALLORA LA CHIESA ROMANA, PERCHÉ IL VANGELO RISUONERÀ DAI POLI ALL’EQUATORE E DA UN LATO ALL’ALTRO DEL GLOBO.
2.1 Le ragioni della nomina di Pietro e non di Giovanni a Capo della Chiesa.
Nella riflessione precedente abbiamo parlato in maniera relativamente approfondita su cosa debba intendersi per ‘Chiesa’.
Parlando tuttavia della ‘Chiesa di Dio’, Gesù – in una suo Dettato alla mistica Valtorta1 – spiegava che non bisogna incorrere nell’errore di pensare che Dio sia di pertinenza dei soli cattolici.
Dio ha infatti creato le anime di tutti gli uomini, anche dei credenti di altre religioni, verso i quali i cattolici si devono prodigare affinché diventino anch’essi ‘cattolici’ perché possano usufruire e beneficiare dei Doni che Gesù ha lasciato alla Chiesa da lui fondata, come già spiegato nella precedente riflessione.
Dio – diceva ancora Gesù ricorrendo ad una bella immagine allegorica - circola come una sorta di sangue vitale nelle vene di tutto il corpo dell’Universo, di questo gran corpo creato da Lui, di cui la Cattolicità è il centro.
Egli è dunque anche presso gli uomini di diversa fede che (indirettamente) lo onorano, convinti in buona fede di essere della religione giusta.
Molti cattolici – spiega ancora il Gesù valtortiano – sono ‘sprovvisti’ di Dio più di quanto non lo sia un selvaggio perché essi, di ‘figli’ di Dio, hanno solo il nome.
Custode della vera Fede in Dio – spiega Gesù in un altro brano2 - è la Chiesa cattolica apostolica romana che – come ‘roccaforte’ – custodisce la Verità che vi ha deposto lo stesso Gesù.
La Fede non è soggetta a cambiamenti di tempi e di costumi, perché è Verità divina e come tale non può cambiare.
Inutile e pericoloso - mi viene da aggiungere – fare come tanti teologi ‘modernisti’ che vorrebbero pretendere di ‘aggiornare’ la fede e la dottrina ai tempi ‘moderni’ – peraltro tempi di manifesta apostasia - per renderla più accettabile alla ‘gente’.
Credere non significa essere ‘creduloni’ ma – alla luce della intelligenza – significa credere alla parola dei Santi che sono stati ispirati e hanno parlato e parlano a nome di Dio.
Guai per un cuore l’essere privo di fede, ma neppure mai giudicare gli increduli, piuttosto pregare perché la Fede venga in loro.
Parlando della Chiesa cristiana è logico porsi il problema – di fronte a tante sette che nei secoli passati se ne sono distaccate – chi sia il vero rappresentante di Gesù in terra.
Il Gesù valtortiano è chiarissimo al riguardo, il Suo Vicario in terra è il Papa, il successore di Pietro, il Capo della Chiesa cattolica apostolica romana.
Sorge però un problema.
Pietro era un pescatore, come del resto lo era anche Giovanni.
Giovanni – e questo emerge anche dai Vangeli – era il prediletto di Gesù, apostolo che Gesù amava con amore di predilezione ed al quale Gesù – dalla Croce – aveva affidato persino Sua Mamma.
Egli era l’Apostolo al quale Gesù 2000 anni fa fece anche il dono eccelso non solo del Vangelo più profondo e mistico ma anche il dono - in tardissima età - dell’Apocalisse: la grande Rivelazione profetica dei tempi futuri dell’Umanità, fino alla fine del mondo!
Perché allora affidare a Pietro – che peraltro lo aveva rinnegato nel corso della cattura del Getsemani, contrariamente a Giovanni - e non allo stesso Giovanni la rappresentanza in terra della Sua Chiesa, facendone il Capo?
La ragione ce la spiega lo stesso Gesù che parla alla nostra mistica (i grassetti sono miei):3
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20 luglio 1943
Dice Gesù:
«E scrivi dunque. Nel soprannaturale non bisogna mai avere paura. Chi ti detta sa quello che si dice e chi ti legge capisce perché ho messo lui pure in condizioni di capire.
Perciò via tutti i retropensieri umani. Ricòrdati che sei il mio portavoce, quindi devi dire quanto ti dico senza riflettere, umanamente, sull’impressione che altri ne possano avere.
Dunque: Le ragioni per cui feci di Pietro il capo delta Chiesa invece di fare capo il mio Prediletto, sono diverse e tutte giuste.
Non state a mettere sulla bilancia l’amore di Pietro e quello di Giovanni per trarre da questo il motivo della scelta. I vostri pesi e le vostre misure non hanno corso in Cielo.
Furono due amori diversi come diverse erano le indoli, le età, le forme dell’amore.
Diversi e ugualmente volti alto stesso scopo: Io, e ugualmente cari a Me. Dunque eliminate il ma e il se dell’amore da questo.
Pietro era il più maturo degli apostoli, già rispettato come capo da altri pescatori, divenuti poi apostoli; egli, come ho detto41, conosceva la vita in tutte le sue pieghe di luce e di ombra, era dotato di forza di carattere, di ardimento e di una impulsività che ci voleva in quelle circostanze. Egli, per sua penosa esperienza, conobbe la debolezza di un’ora e poté capire le debolezze degli altri nelle ore di dubbio e pericolo.
L’ho già detto.
Non era quello che mi amava di più. Era uno che mi amava con tutta la sua capacità d’amare, come del resto tutti gli altri dodici, Giuda compreso finché non prestò orecchio al seduttore.
Nella Chiesa, che si doveva formare tra tante lotte e insidie, vi era bisogno di uno che per età, autorità, esperienza e irruenza, sapesse imporsi agli altri.
E chi come Pietro, in queste quattro doti necessarie alla formazione della mia Chiesa?
Giovanni era il più giovane. Anima di fiore, non sapeva il male della vita. Era un giglio dal boccio ancora serrato sul candore del suo interno. Si aprì nell’ora che il mio sguardo gli scese in cuore e non seppe più che vedere Me. Era un bimbo dal cuore di eroe e di colomba.
Pietro era il sostegno del mio Cuore che vedeva il presente e il futuro, ma Giovanni era il conforto.
Quanto conforto solo dal suo sorriso dolce, dal suo sguardo puro, dalle sue rade parole, ma sempre così amorose! Essere vicino a Giovanni era per Me come riposare presso un pozzo fresco, ombreggiato da piante su un tappeto di fiori. Emanava pace.
Ma potevo Io imporlo, per prudenza e per giustizia, agli altri più anziani? Occorre avere presente che erano uomini, destinati alla perfezione, ma uomini ancora.
Ecco perché la mia Intelligenza prescelse Pietro adulto, conoscitore delle miserie spirituali, impulsivo, autoritario, a Giovanni mite, sognatore, giovane, ignaro.
Pietro era la “pratica”, il genio pratico. Giovanni era la “poesia”, il genio poetico.
Ma quando i tempi sono duri, ci vogliono non solo penne di poeta ma pugni di ferro per tenere dura la barra del timone.
In compenso, al mio Prediletto ho dato la visione dei tempi futuri dopo avergli dato le mie confidenze più segrete e mia Madre. Potrei dire che Giovanni è l’ultimo, nell’ordine del tempo, e il primo, nell’ordine dell’avvenire, dei profeti grandi. Perché egli chiude il ciclo iniziato da Mosè riguardo all’Agnello che con la sua immolazione salva il mondo e vi alza il velo che avvolge l’ultimo giorno.
Ma credete però che in Cielo il mio fulgore incorona la fronte di Pietro e di Giovanni della stessa luce, e sarebbe bene per voi non fare confronti umani su esseri che sono sopraumani.» (…)
2.2 Le porte dell’Inferno non prevarranno contro la Chiesa!
Vi sono state situazioni storiche in cui – specie nei primi secoli - sembrava che la Chiesa dovesse essere distrutta a causa delle persecuzioni e – in quelli successivi – a causa di non pochi importanti scismi.
Gesù aveva detto: "Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte dell'Inferno non prevarranno contro di essa".5
Nell’epoca che noi stiamo attraversando la Chiesa pare tuttavia ancora una volta in grande difficoltà, forse la più grande della sua storia.
Molti, con un occhio all’Apocalisse, si attendono - per via dei tanti ‘segni’ che appaiono sempre più manifesti e delle numerose rivelazioni profetiche anche del passato ma riferite ai nostri tempi - una terribile persecuzione anticristica.
È dunque inevitabile che - di fronte all’ateismo, al laicismo imperante di tanti cristiani, al fanatismo religioso che sovente si traduce in odio anticristiano e stragi in tutto il mondo - tanti fedeli si pongano con ansia ancora una volta questa domanda: ‘Siamo davvero sicuri che le porte dell’inferno non prevarranno?’
Ecco allora, a loro maggior conforto, cosa diceva Gesù – nel luglio del 1943, fra gli orrori della seconda guerra mondiale - parlando alla nostra mistica con particolare riferimento ai periodi di decadenza della Chiesa con i suoi ministri, ed ai tempi futuri dell’Anticristo che ne saranno l’inevitabile conseguenza:6
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23 luglio 1943
Dice Gesù:
«Quando il tempo verrà, molte stelle saranno travolte dalle spire di Lucifero che per vincere ha bisogno di diminuire le luci delle anime.
Ciò potrà avvenire perché non solo i laici, ma anche gli ecclesiastici hanno perso e perdono sempre più quella fermezza di fede, di carità, di forza, di purezza di distacco dalle seduzioni del mondo, necessarie per rimanere nell’orbita della luce di Dio.
Comprendi chi sono le stelle di cui parlo? Sono quelli che Io ho definito sale della terra e luce del mondo: i miei ministri.
Studio dell’acuta malizia di Satana è di spegnere, travolgendoli, questi luminari che sono luci riflettenti la mia Luce alle turbe.
Se con tanta luce che ancora la Chiesa sacerdotale emana, le anime stanno sempre più sprofondando nelle tenebre, è intuitivo quale tenebra schiaccerà le turbe quando molte stelle si spegneranno nel mio cielo.
Satana lo sa e semina i suoi semi per preparare la debolezza del sacerdozio, onde poterlo travolgere facilmente in peccati, non tanto di senso quanto di pensiero.
Nel caos mentale sarà per lui facile provocare il caos spirituale.
Nel caos spirituale i deboli, davanti alle fiumane delle persecuzioni, commetteranno peccato di viltà, rinnegando la fede.
Non morrà la Chiesa perché Io sarò con essa. Ma conoscerà ore di tenebre e orrore simili a quelle della mia Passione, moltiplicate nel tempo perché così deve essere.
Deve essere che la Chiesa soffra quanto sofferse il suo Creatore, avanti di morire per risuscitare in forma eterna.
Deve essere che la Chiesa soffra molto più a lungo perché la Chiesa non è, nei suoi membri, perfetta come il suo Creatore, e se Io soffersi delle ore essa deve soffrire delle settimane e settimane di ore.
Come sorse perseguitata e alimentata da potere soprannaturale nei primi tempi e nei migliori suoi figli, così ugualmente sarà di lei quando verranno i tempi ultimi in cui esisterà, sussisterà, resisterà alla marea satanica e alle battaglie dell’Anticristo coi suoi figli migliori. Selezione dolorosa, ma giusta.
È logico che in un mondo in cui tante luci spirituali saranno morte si instauri, palesemente, il regno breve ma tremendo dell’Anticristo, generato da Satana così come il Cristo fu generato dal Padre.
Cristo figlio del Padre, generato dall’Amore con la Purezza.
Anticristo figlio di Satana, generato dall’Odio con l’Impurità triplice.
Come ulive fra le mole del frantoio, i figli del Cristo saranno perseguitati spremuti, stritolati dalla Bestia vorace.
Ma non inghiottiti, poiché il Sangue non permetterà che siano corrotti nello spirito.
Come i primi, gli ultimi saranno falciati come manipoli di spighe nella persecuzione estrema e la terra beverà il loro sangue. Ma beati in eterno per la loro perseveranza coloro che muoiono fedeli al Signore.» (…)
2.3 Spingiamo ora lo sguardo nella profondità dei tempi prossimi e più lontani della Chiesa.
Nell’Opera valtortiana le rivelazioni profetiche di Gesù sui tempi ‘escatologici’, cioè quelli del futuro dell’Umanità, talvolta sono chiare ma tal altra lasciano nel dubbio di aver ben capito.
In uno stesso Dettato – ad esempio, e questo lo aveva spiegato una volta lo stesso Gesù - i tempi della grande tribolazione nel periodo dell’Anticristo nel corso della Storia sembrano talvolta confondersi con quelli di Satana alla fine della Storia. 7
I tempi – inoltre - della instaurazione del Regno di Dio in terra nel cuore degli uomini si confondono talvolta con quelli dell’instaurazione del Regno di Dio nei Cieli, che sono del resto la realizzazione più importante della missione redentiva di Gesù fra gli uomini.
Gesù aveva infatti una volta spiegato che quando parlava del Regno di Dio in terra nel corso della Storia Egli metteva poi sempre, a corona conclusiva, dei riferimenti al Regno di Dio in Cielo.
Lo stile profetico del Gesù valtortiano, inoltre, è talvolta volutamente ‘velato’ come del resto erano velate molte profezie dell’Antico Testamento (come ad esempio quella famosa delle ‘settanta settimane’ di Daniele8 circa l’epoca dell’avvento in Terra del Messia) dove a parlare ai Profeti era sempre lo stesso Verbo, Parola di Dio.
Le profezie sono spesso velate – cioè non chiaramente comprensibili – perché esse servono a far intuire che bisogna rimettersi in carreggiata ma, per misericordia divina, non ce ne vengono rivelati i particolari né la loro reale data di avveramento.
L’avveramento a posteriori di quanto profetizzato in precedenza è d’altronde segno della fonte divina di quella certa precedente profezia.
Infine molte profezie dell’Antico come del Nuovo Testamento erano e sono condizionate e non di rado ripetitive, cioè destinate ad avverarsi se gli uomini non dovessero ravvedersi, oppure anche a ripetersi se gli uomini dovessero ricadere in certi comportamenti già puniti da Dio in epoche precedenti.
Abbiamo sopra letto che, nonostante future prove tremende, la Chiesa non morrà per cui le porte dell’inferno non prevarranno su di essa, ma vi ho anche detto quanto basta per lasciarvi dei dubbi circa la cronologia - rispetto agli anni ’40 in cui Gesù parlava alla mistica - degli avvenimenti concernenti l’Umanità e la Chiesa universale.
Eccovi però ora qui sotto un altro brano valtortiano di quel periodo che ha il pregio non di ‘datare’ ma di schematizzare con grande chiarezza la natura e l’ordine di successione degli avvenimenti.
Dunque la Chiesa – come abbiamo già letto e come ora potrete di seguito ancora rilevare – non morrà, e – anzi - non solo avrà un suo trionfo durante il Regno di Dio in terra, figura del Regno di Dio in Cielo, ma – nonostante la discesa in campo finale di Satana alla fine del mondo, quando quest’ultimo sarà definitivamente sconfitto nella guerra di Gog e Magog - essa avrà il suo esaltante trionfo finale… in Cielo: (i grassetti sono miei):9
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Maria Valtorta: I Quadernetti, pag. 240 - 2a edizione 2006 - Ed. C.E.V.
Nota iniziale dell’Editore: “Senza data e senza alcun’altra premessa”
I° periodo: l’attuale, detto dei ‘Precursori’ dell’Anticristo.
II° periodo: quello dell’Anticristo vero e proprio, il quale sarà aiutato dalle due manifestazioni della Bestia: il violento e l’altro che vince con finta dolcezza.
Sarà un periodo di lotte tremende, tanto umane (guerre ecc.) che sovrumane (tentazioni di dottrine ecc.).
Durante questo tempo Iddio cercherà di richiamare l’uomo mediante castighi santi perché usati per santificare.
Esauriti senza buon frutto i medesimi, Satana sarà per qualche tempo incatenato, con la sconfitta dell’Anticristo e dei suoi alleati naturali (potenti della terra) e soprannaturali (le due manifestazioni di Satana).
III° periodo: epoca di sosta per radunare le forze dell’uomo e convogliarle al Cielo.
Il mio Regno della (nella?) terra.
Sarà il prodigio della Grazia che verrà effusa come un diluvio per salvare.
Ma per un fatto contrario a quello di Noè la maggior parte degli uomini (dei cuori?) si chiuderà, barricandosi nelle fortezze lasciate da Satana e solo i non satanici, restando fuori di esse, saranno sommersi, lavati, illuminati dalla Grazia.
IV° periodo: esaurito il tempo destinato dalla mia Sapienza all’estrema prova, lascerò Satana venire per l’ultima volta.
Il tempo di Satana sarà 7 volte 7 più crudele di quello dell’Anticristo.
Il re del male scorrazzerà ovunque per riunire i suoi adepti quando il Male sarà sconfitto dal Bene e maledetto in eterno là dove (…) nel suo regno infernale come io ho (…) i miei nel regno celeste.
(Nota dell’Editore: tutta la frase è di difficile lettura e alcune parole le abbiamo omesse perché illeggibili)
V° periodo: Il Giudizio supremo. La mia ora di trionfo poiché sarà l’ora in cui il mio essere avrà raggiunto lo scopo per cui è: ossia la salvezza del genere umano che si è ricordato d’esser figlio dell’Altissimo.
(Nota finale dell’Editore: “Lo scritto è sulle prime tre facciate di un foglietto piegato in due. In capo alla quarta facciata è la firma: Maria Valtorta”).
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Cosa possiamo meglio comprendere dallo scritto suddetto? Ve lo commenterò aggiungendo qualche particolare maggiormente esplicativo.
Dovrebbe essere un ‘Dettato’ di Gesù, un chiarimento alle domande interiori che Maria Valtorta certo si poneva sui tempi escatologici che – come vi ho già spiegato – non sono facili da interpretare.
Anche se il brano non è preceduto dall’usuale ‘Dice Gesù’ e non è trascritto su un usuale Quaderno (che forse la mistica non aveva in quel momento sottomano) ma su tre facciate di comuni fogli ed è firmato ‘Maria Valtorta’ (forse per far capire che era stata lei personalmente a trascriverlo) dalla frase del III° periodo dove si parla del ‘mio’ Regno in Terra si comprende che a parlare è Gesù e così pure la frase finale del V° periodo fa capire che a ‘dettare’ è Gesù perché parla della ‘mia’ ora di trionfo perché sarà quella l’ora del ‘mio’ essere.
Sta di fatto che:
I - Il periodo ‘attuale’ di cui si parla (e cioè degli anni ’40) era quello dei ‘precursori’ dell’Anticristo. Era insomma il periodo dei grandi dittatori del Novecento e delle loro nefande ideologie che avevano provocato e stavano provocando milioni e milioni di vittime sia nella prima che nella seconda guerra mondiale.
II - A questo primo periodo - di circa 70 anni fa – avrebbe fatto seguito quello dell’Anticristo vero e proprio che – è bene non dimenticarlo – viene nell’Apocalisse designato con il numero 666 con la precisazione che si tratta di un uomo, e quindi non semplicemente di un ‘spirito anticristico’ in senso lato.
L’Anticristo – secondo l’Apocalisse - avrà due ‘aiutanti’ che si muoveranno contestualmente a lui:
La Bestia del mare: potentissimo demone che simbolicamente rappresenta la violenza più proterva dell’ego umano e quindi – amplificando – il desiderio di potenza della politica sopraffattrice dei governi mondiali.
La Bestia della terra, detta anche ‘falso profeta’, è un secondo potentissimo demone ma anche un termine simbolico che può avere contemporaneamente più significati: in particolare anche quello di ispiratore delle tremende ideologie dell’ottocento e novecento che – ‘con finta dolcezza’ e cioè con il sottile fascino della loro capacità di convinzione – hanno indotto centinaia di milioni di persone ad abbracciarle e sono state alla base della giustificazione di tante violenze e sofferenze.
C’è da osservare che il Gesù valtortiano anche in altri brani10 si riferiva a questo periodo dicendo che sarebbe stata un’epoca di guerre atroci ed autentico orrore, anche spirituale per la Chiesa che avrebbe abbandonato la sana Dottrina ed avrebbe perso la Fede.
L’Anticristo sarebbe anzi stato persona molto in alto, anzi ‘un astro del suo esercito’, e – agli astanti che leggevano quanto la mistica andava scrivendo – il Gesù valtortiano aveva anche detto che essi non avrebbero comunque dovuto preoccuparsi perché all’epoca della sua manifestazione essi sarebbero stati già morti, mentre già allora (era il 1943) ‘molti erano già sulla Terra ed il loro ‘seme’ sarebbe stato sette volte sette più demoniaco di essi’.
III - Dopo il secondo periodo che vede la sconfitta dell’Anticristo e dei suoi alleati ‘naturali’, e cioè i ‘potenti’ della Terra, e dei suoi alleati ‘soprannaturali’, e cioè i due demoni, segue il terzo periodo in cui Satana viene ‘incatenato’. Questo periodo sembra appunto corrispondere a quello dei mille anni di incatenamento di cui parla anche l’Apocalisse.
Sarà questo un periodo di sosta, quello del Regno di Dio in Terra, durante il quale l’Umanità si ritemprerà nello spirito riavvicinandosi finalmente a Dio. Non scompare il Male, perché gli uomini porteranno comunque sino alla fine ‘i fomiti’ conseguenza del Peccato originale con relative invidie, egoismi ed aggressività, ma senza l’aggravante dell’intervento di Satana e dei suoi demoni tentatori e comunque sarà un periodo in cui i ‘cattivi’ saranno costretti alla ‘difensiva’, chiusi nei loro ‘fortini’ mentre i ‘buoni’ avranno libertà di azione.
IV - Segue infine il quarto periodo in cui Satana (sempre dopo i ‘mille anni’ di cui parla l’Apocalisse) sarà di nuovo lasciato libero – probabilmente perché l’Umanità avrà voluto nuovamente allontanarsi da Dio, ormai dimentica degli antichi orrori dell’epoca dell’Anticristo – e scatenerà un’ultima guerra le cui crudeltà ed orrore saranno ‘sette volte sette’ peggiori di quelle del tempo dell’Anticristo. Satana verrà a quel punto sconfitto definitivamente.
V - Il quinto periodo sarà quello della fine del mondo e del Giudizio universale: quello appunto, come già sopra accennato, che Gesù chiama ‘la mia ora di trionfo poiché sarà l’ora in cui il mio essere avrà raggiunto lo scopo per cui è: ossia la salvezza del genere umano che si è ricordato d’esser figlio dell’Altissimo’.
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A ben vedere, la cronologia escatologica della Chiesa universale sembra seguire del tutto fedelmente – secondo il Gesù valtortiano - la cronologia che ci mostra l’Apocalisse nella sua interpretazione letterale e non allegorica, e smentisce la tesi di quei teologi che collocano la manifestazione dell’Anticristo non nel corso della Storia ma alla fine della Storia o che addirittura lo identificano nella figura dello stesso Satana.
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Il Gesù valtortiano - con riferimento a quanto io vi avevo spiegato in precedenza circa le ‘mie’ difficoltà a capire con chiarezza l’esatta cronologia escatologica della Chiesa universale - sempre negli anni ’40 del secolo scorso, diceva però ancora a Maria Valtorta (i grassetti sono miei):11
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27.8.43
«Anche nell’Apocalisse pare che i periodi si confondano, ma non è così. Sarebbe meglio dire: si riflettono nei tempi futuri con aspetti sempre più grandiosi.
Ora siamo al periodo che Io chiamo: dei precursori dell’Anticristo. Poi verrà il periodo dell’Anticristo che è il precursore di Satana. Questo sarà aiutato dalle manifestazioni di Satana: le due bestie nominate nell’Apocalisse. Sarà un periodo peggiore dell’attuale. Il Male cresce sempre di più.
Vinto l’Anticristo, verrà il periodo di pace per dare tempo agli uomini, percossi dallo stupore delle sette piaghe e della caduta di Babilonia12, di raccogliersi sotto il segno mio.
L’epoca anticristiana assurgerà alla massima potenza nella sua terza manifestazione, ossia quando vi sarà l’ultima venuta di Satana.
Avete capito? Credere occorre, e non cavillare. Veramente tu avevi capito, appunto perché non cavilli.
I dettati non si contraddicono fra loro. Occorre saperli leggere con fede e semplicità di cuore.
Come uno a cui prema di far intendere una cosa, Io vado sempre dritto alla cosa che più importa e che qui è il mio Regno. Perché nel Regno è la giustificazione del mio essermi incarnato e morto. Perché nel Regno è la prova della mia infinita potenza, bontà, sapienza.
Perché nel Regno è la prova della vita eterna, della risurrezione della carne, del mio potere di Giudice. Perciò quando ho parlato per spiegare l’Apocalisse ho, ai singoli punti spiegati, messo quasi sempre a corona il mio Giudizio, il mio trionfo, il mio Regno, la sconfitta di Satana in se stesso, nella sua creatura, nei precursori.
Leggete bene e vedrete bene che non vi è contraddizione. Quello che ho detto ho detto.»
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Ma il Gesù di Maria Valtorta – sempre nel 1943, poco più di due mesi dopo - aggiungeva ancora:
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11 - 11.1
Dice Gesù:
«Spingiamo insieme lo sguardo nei tempi che, come placida alba successa a notte di bufera, precederanno il Giorno del Signore.
Tu non vi sarai più. Ma dal luogo del tuo riposo ne gioirai, perché vedrai prossimo a finire il combattimento dell’uomo e già il dolore affievolirsi per dare ai viventi tempo di ritemprarsi per l’ultima breve convulsione della Terra, prima di udire il comando che la aduna in tutti i suoi viventi e in tutti i suoi avuti, dal tempo di Adamo in poi.
Già te l’ho detto2. La mia Chiesa avrà il suo giorno di osanna prima dell’estrema passione.
Poi verrà l’eterno trionfo.
I cattolici - e tutto l’orbe conoscerà allora la Chiesa Romana, perché il Vangelo risuonerà dai poli all’equatore e da un lato all’altro del globo, come una fascia d’amore, andrà la Parola - i cattolici, usciti da lotta ferocissima di cui questa è unicamente il preludio, sazi di uccidersi e di seguire brutali dominatori, dalla sete di uccidere insaziabile e dalla violenza insuperabile, si volgeranno verso la Croce trionfante, ritrovata dopo tanto loro accecamento.
Sopra tanto fragore di stragi e tanto sangue udranno la Voce che ama e perdona e vedranno la Luce, candida più del giglio, che scende dai Cieli per istruirli ai Cieli.
Come una marcia di milioni e milioni di tribù, gli uomini andranno col loro spirito verso Cristo e porranno la loro fiducia nell’unico ente della Terra in cui non è sete di sopraffazioni e voglia di vendetta.
Sarà Roma che parlerà. Ma non la Roma più o meno grande e durevolmente grande che possono ottenere dei capi-popolo.
Sarà la Roma di Cristo. Quella che ha vinto i Cesari, li ha vinti senza armi e senza lotte, con un’unica forza: l’amore; con un’unica arma: la Croce; con un’unica oratoria: la preghiera.
Sarà la Roma dei grandi Pontefici che in un mondo, oscurato dalle invasioni barbariche e inebetito dalle distruzioni, ha saputo conservare la civiltà e spanderla fra gli incivili.
Sarà la Roma che ha tenuto testa ai prepotenti e per bocca dei suoi santi Vegliardi ha saputo prendere la parte dei deboli e mettere l’aculeo di una spirituale punizione anche in quelli che in apparenza erano refrattari a qualsiasi rimorso.
Non potete fra voi, o popoli diversi, giungere a durevole accordo. Avete tutti le stesse aspirazioni e gli stessi bisogni, e come piatto di bilancia il peso della buona parte dell’uno va a detrimento dell’altro.
Vivete per avere sempre la parte maggiore e vi uccidete per questo. È un’alterna vicenda che si fa sempre più grave.
Ascoltate la voce di chi non ha sete di dominio e vuole regnare, in nome del suo Re Santissimo, unicamente sugli spiriti.
Verrà quel giorno in cui, disillusi degli uomini, vi volgerete a Colui che è già più spirito che uomo e dell’umanità conserva quel tanto necessario a farvi persuasi della sua presenza.
Verrà dalla sua bocca, che Io ispiro, la parola simile a quella che Io vi direi, io, Principe della Pace.
Vi insegnerà la perla preziosissima del perdono reciproco e vi persuaderà che non vi è più bell’arma del vomere e della falce che ferisce le glebe per renderle opime e che taglia le erbe per farle più belle.
Vi insegnerà che la fatica più santa è quella che si compie per procurare un pane, una veste, una casa ai fratelli, e che solo amandosi da fratelli non vi è più conoscenza di veleno d’odio e di torture di guerre.
Figli, iniziate la marcia verso la Luce del Signore. Non andate oltre brancolando fra le tenebre cieche.
I miei prediletti alla testa, vincendo ogni umano timore poiché io sono con voi, o più cari al mio Cuore, gli altri trascinati dall’esempio dei miei santi, iniziate questo novello Esodo verso la nuova Terra che Io vi prometto e che sarà la vostra stessa Terra, ma mutata dall’amore cristiano.
Separatevi da coloro che sono degli idolatri di Satana, del mondo e della carne. Senza sprezzo separatevene.
Lo sprezzo non giova. Rovina senza giovare. Ma separatevene per non essere contagiati da loro.
Amateli di un amore di redentori, mettendo fra voi e loro la vostra fede nel Cristo come un baluardo.
Non siete abbastanza forti per potere vivere in mezzo ad essi senza pericolo. Troppi secoli di decadimento spirituale sempre più forte vi hanno indeboliti. Imitate i primi cristiani.
Sappiate vivere nel mondo ma isolati dal mondo in forza del vostro amore per Dio.
E non piegatevi mai a credere un superuomo il misero uomo che non differisce dai bruti perché come essi ha tutta la sua parte migliore nell’istinto: unica cosa che non faccia di lui peggio di un bruto.
Il Profeta dice: “Lasciate dunque l’uomo che ha lo spirito nelle narici”3. Voglio che interpretiate in questo senso la frase. L’animale privo di respiro altro non è che spoglia immonda. L’unica sua vita è nel respiro. Chiuse le narici a questo soffio, cessa di esistere e diviene una carogna.
Vi sono molti uomini che non sono superiori ad esso, non avendo altra vita fuorché quella animale che dura per quanto dura in loro il respiro. Lo spirito è morto, lo spirito fatto per i Cieli.
Giusto è dunque dire che vi sono uomini che hanno per spirito il respiro delle loro narici e dai quali è meglio stare spiritualmente lontani, perché l’alito di Satana, e della bestialità che esce da loro, non intacchi la vostra umanità e la renda simile alla loro.
Pregate per essi, o voi benedetti. Ciò è carità. E poi basta. Le parole non entrano nei chiusi alla Parola. E non lo crediate eccelso colui che fuma e soffia la sua prepotenza e la sua superbia dalle narici come belva furente.
Eccelso è solo colui che ha vivo lo spirito ed è perciò figlio di Dio. Gli altri sono povere cose la cui elevazione fittizia è destinata a gran crollo e la cui memoria non sopravvive altro che come memoria di scandalo ed orrore.»
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Nota dell’Editore:
l La scrittrice aggiunge a matita: Isaia cap. II v. 2-4
2 Nel dettato del 29 ottobre, pag. 342.
3 La scrittrice aggiunge a matita: Cap. II v. 22
Avete letto testi valtortiani che per essere compresi nelle loro varie e sottili implicazioni anche profetiche vanno attentamente soppesati e meditati.
Certamente così facendo riuscirete anche a ricavarne sensi che io volutamente non ho messo in evidenza – tranne in certe sottolineature - lasciandoli alla vostra perspicacia.
Comunque, anche se non completamente – perché molto ci sarebbe ancora da dire ma il limite dello spazio che mi sono concesso me lo impedisce – ho affrontato l’argomento della Chiesa, vista sia in senso generale che nel suo sviluppo nei secoli futuri.
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La prossima riflessione sulla nostra settima affermazione del Credo sarà dedicata a:
3. COMUNIONE DEI SANTI: CIELO, TERRA E PURGATORIO SI AIUTANO E SI COMPLETANO VICENDEVOLMENTE, E NELLO STESSO MODO I MEMBRI DELLA CHIESA MILITANTE DEVONO AIUTARSI E COMPLETARSI VICENDEVOLMENTE…
NOTE al Capitolo 02
1 M.V.: ‘I Quaderni del 1943’ – 14 luglio 1943 – Centro Editoriale Valtortiano
2 M.V.: ‘I Quaderni del 1943’ – 26 agosto 1943 – Centro Editoriale Valtortiano
3 M.V.: ‘I Quaderni del 1943’ – 26 luglio 1943 – Centro Editoriale Valtortiano
4 Nel dettato del 19 luglio 1943 – Quaderni del 1943 – C.E.V.
5 Mt 16:16-18
6 M.V.: 'I Quaderni del 1943’ – 23 luglio 1943 – Centro editoriale Valtortiano
7 Ap 20, 7-10
8 Dn 9, 20-27
9 Nota importante: Ribadiamo che tutti i ‘grassetti’ riportati nei testi, con riferimento in particolare ai brani valtortiani, non sono contenuti nel testo ufficiale dell’Opera della Mistica, ma sono stati qui inseriti per attirare l’attenzione dei lettori su determinati concetti meritevoli di particolare attenzione.
10 M.V.: ‘I Quaderni del 1943’ – 20 agosto 1943 – Centro Editoriale Valtortiano
11 M.V.: ‘I Quaderni del 1943’ – 11 novembre 1943 – Centro Editoriale Valtortiano
12 N.d.A.: ‘Babilonia’ – secondo altre spiegazioni del Gesù valtortiano – sta a significare ‘l’Umanità dell’intera Terra’, divenuta del tutto pagana e corrotta.