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Voce narrante • SIMONA SERAFINI


7ª parte – Cap. 01. LA CHIESA È QUELLA CHE CI AIUTA A CRESCERE ED È SANTA, PERCHÉ È A LEI CHE GESÙ HA AFFIDATO LA MISSIONE DI PRENDERSI CURA E DI FARE CRESCERE SPIRITUALMENTE I SUOI ‘FIGLI’ GRAZIE ALLA REDENZIONE E AI ‘TESORI’ SPIRITUALI CHE EGLI LE HA LASCIATO PRIMA DI ASCENDERE AL CIELO.

1.1 La Chiesa in parabola.

Giunti quasi al termine delle ‘riflessioni’ sul ‘Credo’, potremmo dire di avere appreso e meditato insieme davvero non poco, fino ad oggi.
Infatti non basta limitarsi a ‘leggere’ quanto vi viene proposto ma bisogna meditarne i contenuti quasi ‘scolasticamente’ ed interiorizzarli non solo per la propria crescita spirituale ma proprio in previsione di quella piccola o grande ‘Nuova Evangelizzazione’ valtortiana che è lo scopo principale della fondazione del Movimento e del vostro volervi applicare, nell’ambito delle vostre possibilità.
Vi abbiamo proposto molti brani valtortiani, e molti di più se ne sarebbero potuti portare alla vostra attenzione per ulteriori approfondimenti, ma ha prevalso la preoccupazione di non ‘appesantire’ lo studio che – già nei termini attuali - è abbastanza gravoso per voi che leggete, anche a causa della frequenza ‘settimanale’ dell’invio di queste riflessioni, due per settimana per gli otto mesi previsti.
L’argomento di questa mia ulteriore ‘riflessione’ sul Credo riguarda dunque il tema della ‘Santa Chiesa cattolica’ e della ‘Comunione dei Santi’.
Di cosa sia ‘la Chiesa in generale ed in particolare’, come pure cosa sia ‘la Chiesa docente e discente’ ed inoltre cosa siano ‘il Papa e i Vescovi’ ve lo spiega con chiarezza e senza tema di alcun errore il Catechismo della Chiesa cattolica, per cui basta un Clik sul link riportato in nota a piè di pagina.1
Lì vi è tutto quanto è necessario conoscere.
Ma io vorrei parlarvi della Chiesa in modo diverso, da ‘uomo della strada’, facendomi insieme a voi – per quanto attiene le mie esperienze di uomo ‘laico’ – alcune domande.
Come è percepita oggi - la Chiesa - dai comuni ‘cristiani’?
Che cosa risponderebbe il primo passante al quale – come vediamo fare in certe interviste volanti televisive - chiedessimo a bruciapelo che cosa è la ‘Chiesa’?
Cosa risponderebbe, inoltre, se gli domandassimo cosa vuol dire ‘Chiesa cattolica’ e ‘apostolica’?
Ricordo al riguardo una conversazione che ebbi alcuni anni fa con una coppia di carissimi amici, marito e moglie.
Sapevo bene che non erano credenti, anzi lui – peraltro una bravissima persona - era addirittura ateo.
Oltre che l’amicizia ventennale ci legava la comune passione agricola per i nostri vigneti piemontesi e l’ottimo buon vino di nostra produzione che ‘invecchiava’ nelle botti delle rispettive cantine.
Li avevo invitati a pranzo in una giornata invernale e gli argomenti di conversazione agricola – dalla vinificazione alla manutenzione dei nostri trattori cingolati da collina, da quella dei trattamenti anticrittogramici per le viti a quelli antiparassitari per le piante da frutto, non trascurando le cure assidue per l’orto che, come dice il detto, ‘vuole l’uomo morto’ - ci avevano consentito di fare passare piacevolmente il tempo.
Il ‘clima’ mi sembrava adatto ed io contavo di aspettare il momento opportuno dopo il pranzo - approfittando di un buon caffè, seduti in una comoda poltrona di fronte alla intimità di una fiamma rilassante di un caminetto – per trovare il modo di affrontare il tema della Fede, ovviamente ricorrendo agli insegnamenti dell’Opera di Gesù che voi ben conoscete.
Mi sentivo però un poco a disagio non sapendo come cominciare, mentre mia moglie - servendo a tutti il caffè - mi guardava con aria incoraggiante e … complice nello stesso tempo.
Allora, non sapendo come avrei potuto introdurre l’argomento senza metterli in imbarazzo, presi lo spunto da un mio libro sui Vangeli che dissi loro esser stato appena pubblicato, libro nel quale avevo cercato di mettere a fuoco la vita di Gesù, e chiesi loro cosa ne pensassero della sua ‘figura’.
Mentre il mio amico – sprofondato nella sua poltrona con le gambe accavallate nascondeva un sorrisetto sornione sotto i baffi e cercava di prendere tempo, aspirando voluttuosamente a grandi boccate dalla pipa che aveva appena finito di ricaricare ed accendere - sua moglie, dopo un attimo di riflessione, mi rispondeva candidamente: ‘Gesù? Mah…, era un guaritore, una specie di pranoterapeuta, no?’.
Mi cascarono le braccia e capii che era forse meglio non insistere, almeno per quella volta, anche se il mio amico, anni dopo, ebbe a convertirsi, complice in parte la Valtorta.
Non deve però meravigliare troppo una risposta del genere perché stiamo vivendo in una società ‘occidentale’ cosiddetta cristiana ma che ormai da molti decenni si è quasi completamente scristianizzata.
È una società dove fin dalle prime classi elementari ti insegnano che l’uomo non è stato creato da Dio ma discende da una scimmia, una società dove in televisione ti mostrano documentari davvero splendidi sulla vita animale e sul mondo vegetale e ti spiegano che sono le meraviglie non di Dio ma della ‘Natura’.
È una società dove – per rimanere all’Europa e alla sua Costituzione - si negano le radici cristiane della sua cultura.
Una società dove nelle Scuole non viene più insegnata ‘la’ Religione ma ‘le’ religioni.
Una società dove anche Gesù non viene più insegnato, al punto che – grazie alla cultura laica ormai dominante sui mass-media - è diventato per molti praticamente uno sconosciuto, o meglio il nome di un uomo ‘prestigioso’ come quello di un Gandhi o di un Martin Luther King.
Una società dove affrontare il tema sulla persona di Gesù con degli estranei pare già di per sé essere una cosa imbarazzante, quasi come chiedere a qualcuno di che idea politica sia o per chi voterà la prossima volta, insomma una cosa ‘politicamente scorretta’, come suol dirsi.
Eppure – ritornando alla risposta della mia amica - anche la maggioranza degli ebrei di 2000 anni fa, nonostante i miracoli strepitosi di Gesù chiaramente soprannaturali, pensavano che lui fosse solamente una sorta di guaritore, o anche un esorcista perché scacciava i demoni, e neppure la resurrezione di Lazzaro, ormai nella tomba da quattro giorni, servì a convincerli che solo un Uomo-Dio poteva operare una ‘guarigione’ del genere, fatto che divenne anzi la causa scatenante della decisione da parte del Sinedrio di farlo morire prima che con i suoi miracoli le folle lo seguissero ovunque e mettessero in discussione il ruolo di potere della Casta sacerdotale e politica dominante.
Dunque ritornando al tema iniziale - in questo mondo occidentale scristianizzato o, ancor peggio, laicista se non ateo, tanto da indurre nel 2012 la Chiesa a proclamare nell’ottobre del 2011 l’Anno della Fede - la risposta più comune alla domanda rivolta all’ipotetico passante su che cosa sia la Chiesa, potrebbe essere: ‘la Chiesa… sono i preti, quelli delle parrocchie e del Vaticano’, anzi la Chiesa «è»… il Vaticano!
Se la risposta dell’ipotetico passante fosse davvero questa, meglio allora non approfondire cosa significhi il chiamarla ‘santa’ e ‘cattolica’, salvo che – per quanto concerne la definizione di ‘apostolica’ - la loro risposta potrebbe essere che è stata appunto fondata dagli ‘apostoli’ , anziché da Gesù Cristo.
Fatto peraltro che non sarebbe molto distante dalle opinioni di alcuni teologi che dicono addirittura che il vero Fondatore della religione cristiana sia stato… Paolo di Tarso.
Gesù su cosa fosse la Sua Chiesa aveva invece le idee ben chiare anche se – quando doveva spiegare alle folle spiritualmente incolte delle cose complesse – ricorreva a delle parabole che avevano il pregio di trasmettere almeno lo ‘spirito’ dell’insegnamento.
Ecco come Egli aveva dunque parlato della Chiesa in un suo ‘Dettato’ alla mistica Valtorta e come noi potremmo rispiegarla ai religiosamente ‘incolti’ di oggi (i grassetti sono miei):2
5 luglio 1943.
Dice Gesù:
«La mia Chiesa è simile ad un grande giardino che circonda il palazzo di un grande re.
Il re, per motivi suoi, non esce dal palazzo e perciò, dopo avere seminato i fiori e le piante più belle, ha delegato un giardiniere a tutelare la sua Chiesa.
Il giardiniere, a sua volta, ha molti aiutanti che lo coadiuvano.
Nel giardino vi sono fiori e piante di tutte le specie. Dal re furono sparpagliate sulle aiuole, per renderle fertili, tutte le sostanze fertilizzanti, e una volta fiorivano solo fiori e piante utili e belle.
Nel centro del giardino è una fontana dalle sette bocche che manda i suoi canali per ogni dove e alimenta e ristora piante e fiori.
Ma il Maligno, nell’assenza del re, è entrato ed ha sparso a sua volta semi nocivi. Di modo che il giardino ora presenta un aspetto disordinato, per non dire desolante.
Erbacce malsane, spinose, venefiche, si sono distese dove prima erano bordure, aiuole, cespugli bellissimi, e li hanno soffocati o resi grami perché hanno succhiato gli umori della terra e impedito al sole di scendere sulle pianticelle.
Il giardiniere e i suoi aiutanti si affannano a rimondare, ad estirpare, a raddrizzare pianticelle piegate sotto il peso di altre malsane. Ma se lavorano di qua, il Maligno lavora di là, e così il giardino presenta sempre il suo aspetto desolato.
Serpi, rospi, lumache approfittano del disordine per annidarsi, per rodere per sbavare.
Qua a là qualche pianta robusta resiste a tutto e fiorisce alta nel cielo, qualche aiuola anche, specie se di gigli e rose. Ma le belle bordure delle margheritine e delle violette sono quasi completamente cancellate.
Quando il re verrà, non conoscerà più il suo bel giardino divenuto selvaggio e con ira strapperà le erbacce, schiaccerà gli animali lubrici, coglierà i fiori rimasti e li porterà nel suo palazzo, cancellando per sempre il giardino.
(…)
Bella la parabola, vero? E non mi dite che non avete compreso l’allegoria…!
Ma i cristiani che non sono pratici di ‘giardinaggio’, la capiranno?
Ecco allora la spiegazione per loro, perché Gesù poco dopo aggiunge:
(…)
Ora, attenta alla spiegazione.
Il re è Gesù Cristo.
Il giardino è la sua Chiesa militante.
Il giardiniere è il mio Pietro, e i suoi aiutanti sono i sacerdoti.
I fiori e le piante, i consacrati fedeli, i battezzati.
Le sostanze fertilizzanti, le virtù e soprattutto il Sangue mio, sparso tutto per fecondare il mondo e rendere fertile la terra alla semente di vita eterna.
La fontana sono i sette sacramenti.
I semi nocivi sono i vizi, le passioni, i peccati seminati da Satana in odio a Me.
Il disordine è dato dal fatto che le piante buone non hanno reagito e si sono lasciate soffocare da quelle malvagie che annullano il beneficio del mio Sangue, dei miei Sacramenti, del Sole della grazia.
Il Sommo Giardiniere e i suoi pochi, veri aiutanti, non riescono a mettere ordine per la mala volontà delle piante buone, per la loro pigrizia spirituale, e per la mala volontà e pigrizia di molti falsi giardinieri che non si affaticano nel santo lavoro di coltivare, aiutare, raddrizzare le anime.
I serpi, i rospi e le lumache sono le tentazioni.
Se tutti i giardinieri fossero solerti e se tutte le piante fossero vigilanti, essi verrebbero schiacciati.
Invece le anime non chiamano in soccorso la chiesa quando comprendono che la tentazione è più forte di loro, e gli ecclesiastici non accorrono, non tutti, quando una delle povere anime, che Io ho pagate col mio Dolore e affrancate in anticipo col mio Sangue, chiede soccorso.
Le piante buone che resistono sono i veri sacerdoti: dal mio Vicario Giardiniere Sommo e sommo albero che alza fino al cielo la sua cima intrepida e retta, ai semplici sacerdoti che sono rimasti sale della terra.
Le aiuole, specie di rose e gigli, sono le anime verginali e le anime amanti.
Ma le bordure delle margheritine: l’innocenza; e quelle di violette: la penitenza, mostrano un aspetto desolante.
L’innocenza nasce e fiorisce, ma presto non è più, perché la malizia, la lussuria, il vizio, l’imprudenza, la distruggono.
La penitenza è letteralmente prosciugata dalla gramigna della tiepidezza. Solo qualche esemplare resiste. Ed è quell’esemplare che profuma, con odore di purificazione, un largo raggio di giardino dai miasmi del Male.
Quando Io verrò, nell’ora mia terribile, strapperò, calpesterò, distruggerò erbe maledette e parassiti maledetti, cancellerò il giardino dall’universo, portando con Me, nell’interno della mia reggia, le piante benedette, i benedetti fiori che hanno saputo resistere e fiorire per la mia gioia.
E guai a coloro che saranno divelti da Me e lanciati nel regno di Mammona, il malvagio seminatore che hanno preferito al Seminatore divino; e guai a coloro che hanno preferito ascoltare la voce delle serpi e dei rospi e il bacio delle lumache alla voce dei miei angeli e al bacio della mia grazia. Meglio per loro sarebbe stato se mai non fossero nati!
Ma gioia, gioia eterna a coloro che mi sono rimasti servi buoni, fedeli casti, innamorati. E gioia, ancora più grande, a quelli che hanno voluto essere doppiamente miei seguaci prendendo le vie del Calvario per loro via, per compiere nel loro corpo quanto manca ancora all’eterna passione del Cristo.
I loro corpi glorificati splenderanno come soli nella vita eterna perché si saranno nutriti del mio duplice pane: Eucarestia e Dolore, e avranno aumentato del loro sangue il gran lavacro iniziato da Gesù, il capo, e proseguito da essi, le membra per mondare i fratelli e dare gloria a Dio.»
(…)

1.2 Il Tempio nuovo, la mia Chiesa, sorgerà soltanto quando il vostro cuore ospiterà Dio, ed Egli con voi, vive pietre, edificherà la sua Chiesa… la Nuova Gerusalemme… giungerà ad espandersi per tutti i confini del mondo e che, completa e perfetta, senza mende, senza ombre, vivrà eterna nel Cielo…

Vi è però un altro brano tratto dall’Opera valtortiana in cui Gesù parla in maniera molto più profonda della Chiesa.3
È il Mercoledì santo, Gesù è al Tempio di Gerusalemme dove parla del maggiore dei comandamenti, dell’obolo della vedova e lancia con l’occasione una invettiva contro scribi e farisei.
Dopo vi è una pausa di riposo, fuori del Tempio, e ad un certo punto un discepolo, Mattia4, chiede a Gesù dei chiarimenti sul futuro Nuovo Tempio di cui Egli in più di una occasione ha accennato ma senza entrare troppo nei particolari (i grassetti sono miei):
(…)
Mattia, l'ex pastore, si avvicina a Gesù e chiede: «Signore e Maestro mio, io ho molto pensato coi compagni alle tue parole finché la stanchezza ci prese, e dormimmo prima di avere potuto risolvere il quesito che ci eravamo posti. E ora siamo più stolti di prima. Se abbiamo bene capito i discorsi di questi giorni, Tu hai predetto che molte cose si cambieranno benché la Legge resti immutata e che si dovrà edificare un nuovo Tempio, con nuovi profeti, sapienti e scribi, contro il quale saranno date battaglie, e che non morrà, mentre questo, sempre se si è capito bene, pare destinato a perire».
«É destinato a perire. Ricorda la profezia di Daniele...».
«Ma noi, poveri e pochi, come potremo edificarlo di nuovo se fecero fatica a edificare questo i re? Dove lo edificheremo? Non qui, perché Tu dici che questo luogo resterà deserto sino a che essi non ti benediranno come mandato da Dio».
«Così è».
«Nel tuo Regno, no. Siamo convinti che il tuo Regno è spirituale. E allora come, dove lo stabiliremo? Tu ieri hai detto che il vero Tempio - e non è quello il vero Tempio? - che il vero Tempio, quando crederanno di averlo distrutto, allora sarà che salirà trionfante alla Gerusalemme vera. Dove è dessa? Molta confusione è in noi».
«Così è. I nemici distruggano pure il vero Tempio. In tre giorni Io lo farò risorgere, e non conoscerà più insidia salendo dove l'uomo non può nuocere. Riguardo al Regno di Dio, esso è in voi e ovunque sono uomini che credono in Me. Sparso per ora, succedentesi sulla Terra nei secoli. Poi eterno, unito, perfetto nel Cielo. Là, nel Regno di Dio, sarà edificato il nuovo Tempio, ossia là dove sono spiriti che accettano la mia dottrina, la dottrina del Regno di Dio, e ne praticano i precetti.
Come sarà edificato se siete poveri e pochi? Oh! in verità non necessitano denari e poteri per edificare l'edificio della nuova dimora di Dio, individuale o collettiva.
Il Regno di Dio è in voi. E l'unione di tutti coloro che avranno in loro il Regno di Dio, di tutti coloro che avranno Dio in loro - Dio: la Grazia; Dio: la Vita; Dio: la Luce; Dio: la Carità - costituirà il grande Regno di Dio sulla Terra, la nuova Gerusalemme che giungerà ad espandersi per tutti i confini del mondo e che, completa e perfetta, senza mende, senza ombre, vivrà eterna nel Cielo.
Come farete a edificare Tempio e città? Oh! non voi, ma Dio edificherà questi luoghi nuovi. Voi dovrete soltanto dargli la vostra buona volontà. Buona volontà è permanere in Me. Vivere la mia dottrina è buona volontà. Stare uniti è la buona volontà. Uniti a Me sino a fare un sol corpo che è nutrito, nelle sue singole parti e particelle, da un unico umore. Un unico edificio che è poggiato su un'unica base e tenuto unito da una mistica coesione. Ma siccome senza l'aiuto del Padre, che vi ho insegnato a pregare e che pregherò per voi prima di morire, voi non potreste essere nella Carità, nella Verità, nella Vita, ossia ancora in Me e con Me in Dio Padre e in Dio Amore, perché Noi siamo un'unica Divinità, per questo vi dico di avere Dio in voi per poter essere il Tempio che non conoscerà fine. Da voi non potreste fare.
Se Dio non edifica, e non può edificare dove non può prendere dimora, inutilmente gli uomini si agitano a edificare o a riedificare. Il Tempio nuovo, la mia Chiesa, sorgerà soltanto quando il vostro cuore ospiterà Dio, ed Egli con voi, vive pietre, edificherà la sua Chiesa».
«Ma non hai detto che Simone di Giona ne è il Capo, la Pietra sulla quale si edificherà la tua Chiesa? E non hai fatto capire anche che Tu ne sei la pietra angolare? Chi dunque ne è il capo? C'è o non c'è questa Chiesa?», interrompe l'Iscariota.
«Io sono il Capo mistico. Pietro ne è il capo visibile. Perché Io ritorno al Padre lasciandovi la Vita, la Luce, la Grazia, per la mia Parola, per i miei patimenti, per il Paraclito che sarà amico di coloro che mi furono fedeli. Io sono un'unica cosa con la mia Chiesa, mio Corpo spirituale di cui Io sono il Capo. Il capo contiene il cervello o mente. La mente è sede del sapere, il cervello è quello che dirige i moti delle membra coi suoi immateriali comandi, i quali sono più validi per far muovere le membra di ogni altro stimolo. Osservate un morto, nel quale morto è il cervello. Ha forse più moto nelle sue membra? Osservate uno completamente stolto. Non è forse inerte al punto da non saper avere quei rudimentali moti istintivi che l'animale più inferiore, il verme che schiacciamo passando, ha?
Osservate uno nel quale la paralisi ha spezzato il contatto delle membra, uno o più membra, col cervello. Ha forse più moto nella parte che non ha più legame vitale col capo? Ma se la mente dirige con i suoi immateriali comandi, sono gli altri organi - occhi, orecchie, lingua, naso, pelle - che comunicano le sensazioni alla mente, e sono le altre parti del corpo che eseguiscono e fanno eseguire ciò che la mente, avvertita dagli organi, materiali e visibili quanto l'intelletto è invisibile, comanda. Potrei Io, senza dirvi: "sedete", ottenere che voi sediate su questa costa di monte?
Anche se Io lo penso che voglio vi mettiate seduti, voi non lo sapete finché Io non traduco il mio pensiero in parole e dico queste, usando lingua e labbra.
Potrei Io stesso sedermi, se lo pensassi soltanto, perché sento la stanchezza delle gambe, ma se queste rifiutassero di piegarsi e mettermi così seduto? La mente ha bisogno di organi e membra per fare e per far fare le operazioni che il pensiero pensa.
Così nel corpo spirituale che è la mia Chiesa Io sarò l'Intelletto, ossia la testa, sede dell'intelletto; Pietro e i suoi collaboratori coloro che osservano le reazioni e percepiscono le sensazioni e le trasmettono alla mente, perché essa illumini e ordini ciò che è da fare per il bene di tutto il corpo, e poi, illuminati e diretti dall'ordine mio, parlino e guidino le altre parti del corpo.
La mano che respinge l'oggetto che può ferire il corpo, o allontana ciò che, corrotto, può corrompere; il piede che scavalca l'ostacolo senza urtarvi e cadere e ferirsi, hanno avuto comando di farlo dalla parte che dirige. Il fanciullo, e anche l'uomo, che è salvato da un pericolo, o che fa un guadagno di qualsiasi specie - istruzione, affari buoni, matrimonio, buona alleanza per un consiglio ricevuto, per una parola detta – è per quel consiglio e quella parola che non si nuoce o che si benefica.
Così sarà nella Chiesa. Il capo, e i capi, guidati dal divino Pensiero e illuminati dalla divina Luce e istruiti dall'eterna Parola, daranno gli ordini e i consigli, e le membra faranno, avendo spirituale salute e spirituale guadagno.
La mia Chiesa già è, poiché già possiede il suo Capo soprannaturale e il suo Capo divino e ha le sue membra: i discepoli.
Piccola ancora - un germe che si forma - perfetta unicamente nel Capo che la dirige, imperfetta nel resto, che ha bisogno del tocco di Dio per essere perfetta e del tempo per crescere.
Ma in verità vi dico che essa già è, e che è santa per Colui che ne è il Capo e per la buona volontà dei giusti che la compongono.
Santa e invincibile. Contro di essa si avventerà una e mille volte, e con mille forme di battaglia, l'inferno fatto di demoni e di uomini-demoni, ma non prevarranno.
L'edificio sarà incrollabile. Ma l'edificio non è fatto di una sola pietra. Osservate il Tempio, là, vasto, bello, nel sole che tramonta. É forse fatto di una sola pietra? É un complesso di pietre che fanno un unico armonico tutto. Si dice: il Tempio. Cioè una unità. Ma questa unità è fatta delle molte pietre che l'hanno composta e formata. Inutile sarebbe stato fare le fondamenta, se esse non avessero poi dovuto sorreggere le mura e il tetto, se su esse non avessero poi avuto ad innalzarsi le mura. E impossibile sarebbe stato alzare le mura e sostenere il tetto, se non fossero state fatte per prime le fondamenta solide, proporzionate a si gran mole.
Così, con questa dipendenza delle parti, una dall'altra, sorgerà anche il Tempio novello.
Nei secoli voi lo edificherete appoggiandolo sulle fondamenta che Io gli ho dato, perfette, per la sua mole. Lo edificherete con la direzione di Dio, con la bontà delle cose usate a innalzarlo: spiriti che Dio inabita.
Dio nel vostro cuore, a fare di esso pietra polita e senza incrinature per il Tempio nuovo.
Il suo Regno stabilito con le sue leggi nel vostro spirito. Altrimenti sareste mattoni malcotti, legno tarlato, pietre scheggiate e farinose che non reggono e che il costruttore, se avveduto, respinge, o che fallano, cedono, facendo crollare una parte se il costruttore, i costruttori preposti dal Padre alla costruzione del Tempio, sono costruttori idoli che si pavoneggiano nel loro onore senza vegliare e faticare sulla costruzione che si innalza e sui materiali usati per farla.
Costruttori idoli, tutori idoli, custodi idoli, ladri! Ladri della fiducia di Dio, della stima degli uomini, ladri e orgogliosi che si compiacciono di aver modo di aver guadagno, e modo di avere numeroso mucchio di materiali, e non osservano se sono buoni o scadenti, causa di rovina.
Voi, novelli sacerdoti e scribi del novello Tempio, ascoltate.
Guai a voi e a chi dopo voi si farà idolo e non veglierà e sorveglierà se stesso e gli altri, i fedeli, per osservare, saggiare la bontà delle pietre e del legname, senza fidarsi delle apparenze, e causerà rovine lasciando che materiali scadenti, o addirittura nocivi, siano lasciati usare per il Tempio, dando scandalo e provocando rovina.
Guai a voi se lascerete crearsi crepacci e muraglie insicure, storte, facili al crollo non essendo equilibrate sulle basi che sono solide e perfette.
Non da Dio, Fondatore della Chiesa, ma da voi verrebbe il disastro, e ne sareste responsabili davanti al Signore e agli uomini.
Diligenza, osservazione, discernimento, prudenza! La pietra, il mattone, la trave debole, che in un muro maestro sarebbero rovina, possono servire per parti di minore importanza, e servire bene. Così dovete saper scegliere. Con carità per non disgustare le deboli parti, con fermezza per non disgustare Dio e rovinare il suo Edificio.
E se vi accorgete che una pietra, già posta a sorreggere un angolo maestro, non è buona o non è equilibrata, siate coraggiosi, audaci, e sappiatela levare da quel posto, mortificatela squadrandola con lo scalpello di un santo zelo.
Se urla di dolore non importa. Vi benedirà poi nei secoli, perché voi l'avrete salvata.
Spostatela, mettetela ad altro ufficio. Non abbiate paura anche di allontanarla del tutto se la vedete oggetto di scandalo e rovina, ribelle al vostro lavoro.
Meglio poche pietre che molta zavorra. Non abbiate fretta. Dio non ha mai fretta, ma ciò che crea è eterno, perché ben ponderato prima di eseguirlo. Se non eterno, è duraturo quanto i secoli.
Guardate l'Universo. Da secoli, da migliaia di secoli, è come Dio lo fece con operazioni successive. Imitate il Signore. Siate perfetti come il Padre vostro. Abbiate la sua Legge in voi, il suo Regno in voi. E non fallirete. Ma, se non foste così, crollerebbe l'edificio, invano vi sareste affaticati a innalzarlo.
(…)

1.3 Noi spesso confondiamo la Chiesa con le sue gerarchie, ma la Chiesa è in realtà una entità spirituale, mistica, il cui Fondatore e Capo è Gesù: essa è l’unità spirituale di tutti i credenti, e delle gerarchie – che non sempre, in quanto umane, sanno comportarsi bene anche se dentro di essa pullulano i santi.

Della Chiesa, della sua funzione ed importanza, non ce ne parla tuttavia solo Gesù ma anche Azaria5, l’Angelo Custode di Maria Valtorta.
In una delle sue numerose ‘lezioni’ alla mistica – parlando della Parola di Dio – le dice che la stessa è posta innanzi agli uomini come elemento di confronto fra il Bene e il Male e - a seconda di che pasta gli uomini sono fatti – essi reagiscono bene o male di fronte alla Parola.
E Dio allora giudica.
Dio – continua l’Angelo – fa ascoltare la sua ‘Voce’ nei momenti di tranquillità spirituale, quando il nostro ‘io’ non è frastornato e distratto dal ‘mondo’ che ci circonda, quando insomma l’uomo è solo con se stesso.
Non basta essere battezzati ma bisogna imparare a crescere nello spirito, e quella che ci aiuta a crescere (ed è questo l’elemento centrale di questa lezione di Azaria) è la Chiesa, che è Santa, perché è a lei che Gesù ha affidato la missione di prendersi cura e di fare crescere spiritualmente i suoi ‘figli’ grazie alla Redenzione e ai ‘tesori’ spirituali che Egli le ha lasciato prima di ascendere al Cielo.
Egli ha lasciato infatti i Sette Sacramenti perché appunto la Chiesa potesse distribuirli.
Il cristiano battezzato – spiega al riguardo Azaria – si può considerare come un piccolo fanciullino che deve accogliere gli alimenti che gli dà la Madre.
Se il piccolo li rifiuta, o li prende insufficientemente e malvolentieri perché gli fanno nausea, se preferisce mescolarli ad altri alimenti meno o per nulla nutrienti, ecco che egli – se non muore per denutrizione – cresce debole, rachitico, oppure immaturo, stato questo che non è di per sé colpa grave ma che lo obbligherà – per aver voluto rifiutare gli alimenti che gli erano stati posti gratuitamente a disposizione per la sua crescita spirituale – ad una lunga sosta in Purgatorio per espiare le sue colpe, purificarsi, e raggiungere lì in tale maniera l’età spiritualmente perfetta che sola gli consentirà l’ingresso in Paradiso.
Il ‘fanciullo’, in quanto ‘figlio’ di Dio, è sotto tutti i punti di vista ‘erede’, cioè avente pienamente diritto al Paradiso, ma finché rimane ‘fanciullo’ egli ha bisogno – come nel quadro legislativo della nostra vita civile - di un tutore, e la Madre Chiesa svolge appunto questo compito perché essa sa come perfettamente guidarlo nelle cose dello spirito.
Infatti nel fanciullo spirituale, ancorché battezzato e cioè mondato della Colpa del Peccato originale, permangono pur sempre le sue conseguenze, cioè i ‘fomiti’6, e questi sono come quei carboni ardenti che riprendono colore e calore al primo soffio dell’alito di Satana, fino a diventare fiamma che divampa e brucia.
Per divenire ‘spirituale’ il ‘fanciullo’ ha bisogno dello Spirito di Dio e quest’ultimo gli viene attraverso la Chiesa e attraverso i Sacramenti elargiti dalla Chiesa stessa.
Senza volere appartenere alla Chiesa è difficile mantenere una spiritualità che l’uomo dovesse, anche per grazia, avere ricevuta.
Guai pensare di avere Dio in sé – come non solo i comunemente battezzati ma anche gli ‘strumenti’ potrebbero pensare – e ritenere superbamente di starsene fuori dalla Chiesa ritenendo di non averne bisogno.
Quelli che così pensassero apparirebbero ‘sozzi’ agli occhi di Dio.
Proprio per queste ragioni, fondamentali per la crescita del Cristiano, Gesù ebbe a dire che la Chiesa – con le sue gerarchie - sarebbe stata eterna e che contro di essa non avrebbero mai prevalso le forze dell’Inferno.
Contingenze storiche – chiarisce ancora Azaria - potranno ridurla in soggezione, farla sembrare quasi travolta, in un mondo invaso dalla perversione, ma sarà proprio a quel punto che l’Umanità sentirà il bisogno di respirare ‘aria pura’, aprirà le finestre e l’ossigeno alimenterà fino a fare brillare di nuova e potente fiamma quella Chiesa che sembrava ridotta allo stato di brace destinata a consumarsi e spegnersi sotto la cenere.
Quanto più Satana afferrerà con l’Odio l’Umanità, scaraventandola violentemente come una palla sul terreno fangoso, tanto più – dice Azaria -  quella palla rimbalzerà con forza verso l’alto.
Sarà questo il momento dello Spirito Santo, l’Era dello Spirito Santo, l’Era della Luce che illuminerà le tenebre attuali dando finalmente il via al Regno di Dio in terra che succederà all’attuale regno di Satana, Regno – quello di Dio in terra – che darà la forza all’Umanità, in futuro, per affrontare l’ultima battaglia finale con Satana.7  
Azaria invita quindi i ‘figli di Dio’ a non avere paura perché essi – anche non sapendo ben pregare – avranno dentro se stessi lo Spirito di Dio che pregherà per loro dicendo: ‘Abba! Padre!’.
Non deve dunque temere nulla chi dentro di sé può dire a Dio: ‘Padre!’.
I ‘figli’ di Dio – se si comportano come tali - non sono dei ‘servi’ che possano essere licenziati, perché essi hanno un naturale diritto ereditario sui beni del Padre, ed il Regno dei Cieli è intoccabile e nessuna forza del Male lo può raggiungere.
Davvero Interessante – pur nella mia sintesi - questa spiegazione semplice e chiara che Azaria dà sul ruolo della Chiesa. Anzi le vive immagini alle quali è ricorso sembrano anch’esse una parabola per noi ‘fanciullini spirituali’ e anche un poco ‘rachitici’.
Noi – dunque - confondiamo spesso la Chiesa con le sue gerarchie, ma la Chiesa è in realtà una entità spirituale, mistica, il cui Fondatore e Capo è Gesù: essa è l’unità spirituale di tutti i credenti, e delle gerarchie.
Esse non sempre, in quanto umane, sanno comportarsi bene anche se dentro la Chiesa pullulano i santi. Le gerarchie ne sono la ‘mano’ operativa, quella che dispensa appunto non solo la Dottrina, che in quanto spirituale è infallibile perché guidata dallo Spirito Santo, ma i Sette Sacramenti.
Particolarmente davvero immaginifico l’esempio del cristiano ‘infante spirituale’ che per diventare ‘cristiano spiritualmente adulto’ – ammesso che arrivi mai ad essere tale – ha appunto bisogno della Madre Chiesa che lo sappia ‘alimentare’ per farlo crescere spiritualmente dotato.
Degno inoltre di ulteriore messa a fuoco quel riferimento di Azaria a Satana, riferimento che qui sotto ritrascrivo, con l’Umanità da lui scagliata con odio come una ‘palla’ giù nel ‘fango’, palla che però rimbalza verso l’alto.
Questa immagine è però seguita da quello strano accenno di Azaria all’Era successiva dello Spirito Santo.
Quanto più Satana afferrerà con l’Odio l’Umanità, scaraventandola violentemente come una palla sul terreno fangoso, tanto più – dice Azaria -  quella palla rimbalzerà con forza verso l’alto. Sarà questo il momento dello Spirito Santo, l’Era dello Spirito Santo, l’Era della Luce che illuminerà le tenebre attuali dando finalmente il via al Regno di Dio in terra che succederà all’attuale regno di Satana, Regno – quello di Dio in terra – che darà la forza all’Umanità, in un futuro, per affrontare l’ultima battaglia finale con Satana.
Questo concetto espresso da Azaria nella sua ‘lezione’, che io ho parafrasato, ci deve essere di conforto proprio ora nei tempi anticristici dell’attuale regno di Satana, tempi di odio e di grande apostasia che stiamo tutti vivendo.
Quanto più la ‘palla’ dell’Umanità verrà scagliata in basso, tanto più tenderà per reazione e quasi per legge fisica a rimbalzare verso l’alto, verso una più perfetta spiritualità: l’Era – appunto – dello Spirito Santo e del Regno di Dio in terra.
Quello di Azaria è anche un velato riferimento all’Apocalisse dove – secondo l’interpretazione letterale e non ‘allegorica’ – in un determinato momento della Storia si scatenerà sulla Terra la pienezza del regno di Satana, rappresentato dalle due Bestie del ‘mare’ e della ‘terra’, simbolo di due demoni servitori dell’Anticristo, il quale dominerà sia pur temporaneamente su una Umanità del tutto pervertita.
L’Umanità – che Satana avrebbe voluto distruggere servendosi dell’Anticristo – rimbalzerà però verso l’alto, aprendo disperatamente la bocca all’ossigeno della spiritualità, e sarà quel grido disperato e strozzato invocante ‘aria’, ciò che indurrà il Verbo-Gesù8 - su un ‘cavallo bianco’ alla guida dei ‘cavalieri’ degli eserciti celesti - a scendere in campo contro l’Anticristo e Satana per sconfiggere la ‘bestia e il falso profeta’, e con essi sconfiggere le ‘nazioni’ apostate per poi ‘governarle con verga di ferro’, per realizzare finalmente in terra – dopo una ‘purificazione’ - quel Regno di Dio, nel cuore degli uomini di cui parla Azaria, il Regno che invochiamo con la preghiera del ‘Padre nostro’ insegnataci da Gesù.
Sarà, quella, la cosiddetta battaglia di Armagheddon menzionata nell’Apocalisse9 alla fine della quale - sempre nell’Apocalisse - si legge appunto che seguirà l’incatenamento di Satana10 ed un conseguente periodo di pace spirituale: il Regno di Dio in terra per ‘mille anni’ (parola ripetuta ben sei volte in pochi versetti), come a voler fare intendere un periodo limitato ma nello stesso tempo lunghissimo visto che - per Dio - mille anni sono come un giorno ma un giorno è come mille anni.
Dopo di che Satana - che era stato reso inoffensivo dagli Angeli per tutto questo periodo e quindi messo nell’impossibilità di ‘sedurre’ gli uomini - verrà liberato11.
Egli percorrerà ancora un’ultima volta in lungo e in largo la Terra per sedurre ancora gli uomini, raccoglierà i suoi ‘amici’ e scatenerà la battaglia finale contro la Chiesa dei fedeli in quella che nell’Apocalisse viene chiamata la guerra di Gog e Magog.
La guerra si concluderà con la sconfitta definitiva di Satana, dei suoi demoni e degli uomini che lo avranno seguito, e con la fine della Storia dell’Umanità e con il Giudizio universale.12
La prossima riflessione sulla nostra settima affermazione del Credo sarà dedicata a:
2. TUTTO L’ORBE CONOSCERÀ ALLORA LA CHIESA ROMANA, PERCHÉ IL VANGELO RISUONERÀ DAI POLI ALL’EQUATORE E DA UN LATO ALL’ALTRO DEL GLOBO.


NOTE al Capitolo 01
1  Catechismo della Chiesa cattolica
2  M.V.: ‘I Quaderni del 1943’ – 5 luglio 1943 – Centro Editoriale valtortiano
3  M.V.: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Cap. 596.38/42 – Centro Editoriale valtortiano
4  Mattia, ex-pastore che aveva assistito alla nascita di Gesù a Betlemme, poi divenuto discepolo, sarà il futuro apostolo che verrà scelto dallo Spirito Santo per rimpiazzare il vuoto lasciato libero da Giuda nel Collegio apostolico
5  M.V.: ‘Libro di Azaria’ – Cap. 46 – 29 dicembre 1946 – Centro Editoriale Valtortiano
6  N.d.A.: I ‘fomiti’, cioè quelle disordinate concupiscenze dell’appetito sensitivo che inclinano l’uomo verso il male e gli rendono difficile volgersi al bene. La concupiscenza pertanto non è costituita dal Peccato originale, essendone solo una conseguenza, un aspetto materiale.
7  Ap  19, 20
8  Ap 19, 11-16
9  Ap 19, 17-21
10  Ap 20, 1-6
11  Ap 20, 7-10
12  Ap 20, 11-15
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