

Voce narrante • SIMONA SERAFINI
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6ª parte - Cap. 04. LA PENTECOSTE: ‘E POI ECCO LA LUCE, IL FUOCO, LO SPIRITO SANTO, ENTRARE, CON UN ULTIMO FRAGORE MELODICO, IN FORMA DI GLOBO LUCENTISSIMO, ARDENTISSIMO, NELLA STANZA CHIUSA, SENZA CHE PORTA O FINESTRA SIA MOSSA…’.
4.1 Gesù dopo l’Ascensione ha lasciato un ‘vuoto’, dicendo che l’avrebbe riempito lo Spirito Santo...
Luca: Atti degli apostoli:
1, 12-14:
Allora se ne ritornarono a Gerusalemme dal monte detto Oliveto, distante da Gerusalemme come il percorso di un sabato. Appena giunti, salirono nel cenacolo dove di consueto si trattenevano.
Erano: Pietro, Giovanni, Giacomo, Andrea, Filippo, Tommaso, Bartolomeo, Matteo, Giacomo, figlio di Alfeo, Simone lo zelatore e Giuda, fratello di Giacomo.
Tutti questi perseveravano uniti nella preghiera con alcune donne e con Maria, madre di Gesù, e i parenti di lui.
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1, 15-22:
In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli – il numero delle persone unite era di circa centoventi – e disse: «Fratelli, era necessario che si adempisse quanto lo Spirito Santo nella Scrittura ha predetto per bocca di Davide riguardo a Giuda, il quale si fece guida di coloro che catturarono Gesù.
Egli era annoverato fra noi ed era parte del nostro ministero.
Quest’uomo acquistò un campo col prezzo del nostro delitto, poi si impiccò, e cadendo a capofitto, il suo corpo si squarciò nel mezzo e si sparsero tutte le sue viscere. Il fatto è divenuto noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme, che nella loro lingua chiamarono quel campo Acèldama, cioè campo del sangue.
Sta scritto infatti nel libro dei Salmi: ‘La sua dimora diventi deserta e non ci sia chi abiti in essa’. E: ‘Il suo ufficio l’occupi un altro’.
È necessario dunque che fra gli uomini che sono stati in nostra compagnia nel tempo in cui il Signore Gesù visse con noi, incominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui ci fu tolto in cielo, ce ne sia uno che divenga con noi testimonio della sua resurrezione».
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1, 23-26:
Ne presentarono due: Giuseppe, chiamato Bar-Sàbba, il quale era soprannominato Giusto, e Mattia; poi pregarono così: «Signore, tu che conosci i cuori di tutti, mostra quale di questi due hai scelto per assumere l’ufficio di questo ministero e di questo apostolato, dal quale prevaricò Giuda per andare al posto suo».
Poi tirarono la sorte e la sorte cadde su Mattia, che fu aggregato agli undici Apostoli.
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2, 1-13:
Venuto poi il giorno di Pentecoste, si trovavano tutti insieme nel medesimo luogo.
All’improvviso scese dal Cielo un suono come di una violenta raffica di vento e riempì tutta la casa dove erano riuniti.
Apparvero dunque ad essi come delle lingue di fuoco separate e si posarono sopra ciascuno di loro.
Tutti furono ripieni di Spirito Santo e incominciarono a parlare lingue diverse, secondo che lo Spirito Santo dava ad essi di esprimersi.
C’erano allora in Gerusalemme dei pii Giudei, venuti da tutte le nazioni che sono sotto il cielo.
All’udire quel suono, si radunò tutta la moltitudine e rimase stupefatta, perché ciascuno li sentiva parlare nella propria lingua.
Ammirati e stupiti, dicevano: «Questi uomini che parlano non sono tutti Galilei? E come mai noi li sentiamo parlare ciascuno nella nostra lingua natia? Parti, Medi. Elamìti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfìlia, dell’Egitto e dei paesi della Libia, che è intorno a Cirène, pellegrini romani Giudei e proseliti, Cretesi e Arabi, li sentiamo annunziare nella propria lingua le grandezze di Dio».
Tutti erano stupiti e perplessi e si chiedevano l’un l’altro: «Che cosa significa questo?».
C’era anche chi li scherniva dicendo: «Sono pieni di vino nuovo».
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Vi confesso una cosa. Quando leggo nella cronaca dei Vangeli e degli Atti degli Apostoli lo scarno resoconto sulla Ascensione al Cielo di Gesù mi si crea dentro al cuore come un senso di irreparabile distacco: la sensazione di averlo ormai perduto per sempre.
Gesù – nel decimo volume de ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’, prima dell’Ascensione – durante una apparizione su un monte ai suoi apostoli e discepoli che gli chiedevano quando sarebbe ritornato aveva detto che Egli sarebbe stato sempre con noi perché la sua seconda venuta era iniziata con la Resurrezione e non sarebbe terminata che con la fine del mondo, culminando nel Giudizio universale.
Ma io – guardandomi intorno – non vedo oggi Gesù, anzi vedo l’assenza di Dio.
Qualcuno, qualche decennio fa, aveva detto ‘Dio è morto’.
L’Umanità - o anzi la stessa Cristianità - si sta forse davvero addentrando nell’epoca di una nuova Passione nella quale anche noi dobbiamo cominciare a sentire l’abbandono di Dio per rivivere nella nostra carne misticamente la Passione di Gesù Cristo?
Ogni giorno apriamo i giornali, ogni giorno vediamo i telegiornali: sono tutti bollettini di guerra!
Guerra nella società civile dove predominano i conflitti tra fazioni, guerra fra i popoli, per di più all’insegna delle ‘religioni’ che vengono strumentalizzate per i più biechi interessi, guerra di egoismi dove il più forte prevarica sul più debole e dove il ‘buono’ viene fagocitato dal ‘cattivo’.
Crollano gli antichi valori che avevano garantito alla società un minimo di ordine e di sviluppo equilibrato.
Crolla il senso della famiglia, prima cellula della società.
I matrimoni diventano ‘gay’, i figli si fanno in provetta senza alcun bisogno di matrimonio e di amore, e come se non bastasse si vorrebbero produrre embrioni – cioè esseri umani in sviluppo - per costituire in un futuro non troppo lontano i pezzi di ricambio per una Umanità di ricchi e ‘fortunati’ che non accetta la morte e può permettersi il lusso di prolungarsi la vita grazie al commercio di organi umani facendo contrabbando di ‘pezzi di ricambio’ comprati dai più poveri.
Per chi non ha poi voglia di attendere i futuri progressi della scienza e della genetica, la Stampa e la Televisione ci fanno periodicamente avere notizie dell’orrendo mercato di bambini appositamente rapiti ed uccisi nel ‘terzo mondo’, i cui organi per i trapianti vengono poi venduti nel ricco Occidente.
Viene difeso – con delle leggi - il diritto alla vita degli animali ma nessuno difende il diritto alla vita dell’embrione umano, che pochi credono abbia un’anima, per cui l’aborto viene presentato come un diritto sacrosanto alla libertà delle scelte e della persona, garantito ed incoraggiato persino da talune Organizzazioni delle Nazioni Unite.
L’amore non è più vero amore, e dalle suggestionanti immagini delle televisioni penetrano ogni sera nelle nostre case, nei nostri giovani figli o nipotini, seduzioni di sesso e film di violenza, quando non dell’Horror, che rappresentano il massimo sprezzo della vita umana.
Non siamo però alla fine del mondo e, a maggior conforto, ricordiamoci che Gesù ci aveva detto che non ci avrebbe mai abbandonato, anzi che ci avrebbe lasciato se stesso nell’Eucarestia.
Ma è dunque a quella che dovremmo rivolgerci per non sentire oggi l’abbandono di Dio?
In effetti l’Eucarestia è come una Medicina: prendete la Particola, la mandate giù, non provate nessuna sensazione particolare, e magari vi domandate se sarà proprio vero che dentro quell’Ostia bianca, che sa un poco come di farina cotta, vi sia proprio Gesù in Carne, Sangue, Anima e Divinità.
Eppure – come una medicina – l’Eucarestia guarisce: lo spirito innanzitutto, se si ha vera fede e ci si comporta coerentemente, e talvolta guarisce anche il corpo.
Certo. Qualcuno ha la possibilità di vivere una più intima unione con Gesù.
I mistici, ad esempio, come la Valtorta.
Non so però se quelli siano veramente dei ‘fortunati’, umanamente parlando.
Gesù ha infatti una ‘brutta’ abitudine: ai suoi amici chiede sempre di aiutarlo a portare la Croce soffrendo un ‘pochino’ anch’essi per la salvezza degli ‘altri’, o magari – per i vigliacchetti come me - accettando di portare più volentieri la propria, ‘offrendola’.
Meglio accontentarsi allora della nostra aurea mediocrità?
Dunque Gesù – anche se con la sua Ascensione ci ha lasciato perché è andato a prepararci un ‘posto’, anche se ha lasciato un ‘vuoto’ nel nostro cuore - non ci ha però ‘abbandonato’, perché ci ha mandato lo Spirito Santo, e da quanto avete già letto nelle precedenti riflessioni su questa sesta affermazione del Credo, avrete compreso di quale grandiosità sia stato questo Dono.
4.2 Un rombo fortissimo e armonico, che ha del vento e dell’arpa, che ha del canto umano e della voce di un organo perfetto, risuona improvviso nel silenzio del mattino...
Il racconto dei Vangeli dei tre sinottici, Matteo, Marco e Luca, era dunque terminato con l’Ascensione di Gesù.
Non vi era però cenno alla discesa dello Spirito Santo, pur preannunziato da Gesù, ed è allora l’evangelista Luca che – come abbiamo letto all’inizio - colma la ‘lacuna’ parlandone all’inizio dei suoi ‘Atti degli Apostoli’, una sorta di continuazione del suo Vangelo.
È solo dopo la discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo che si può parlare di effettiva conclusione del ciclo messianico e dell’avvio del nuovo ciclo.
Con il suicidio di Giuda, il traditore deicida, gli apostoli erano rimasti in undici, bisognava dunque reintegrare il suo posto per completare il gruppo dei ‘dodici’, numero ‘perfetto’, numero anche delle dodici tribù di Israele.
L’onore di diventare apostolo era davvero grande, ma i discepoli potenziali ‘candidati’ ritenevano di essere indegni di tale onore, anche se – lo dico con ironia - sospetto che fossero forse un poco ‘scaramanticamente’ preoccupati di andare ad occupare proprio il posto del Traditore.
Gli apostoli individuano dunque un paio di candidati ma - nel dubbio di chi fosse il più adatto a ricoprire quel ruolo - decidono di estrarne il nome a sorte.
Era come dire che affidavano la scelta del dodicesimo apostolo al giudizio di Dio.
E la ‘buona sorte’ segna Mattia, uno dei pastori della Natività verso i quali Gesù aveva sempre avuto un amore di predilezione.
Gli apostoli, tornati nuovamente in numero di dodici, erano dunque tutti riuniti nel Cenacolo che era diventato di fatto la prima Chiesa cristiana.
Con loro c’era Maria Ss., che – quale Madre del Redentore - aveva anche il ruolo d’essere loro Madre e Guida.
Ecco allora come Maria Valtorta vede in visione la discesa dello Spirito Santo:1
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640. La discesa dello Spirito Santo. - Fine del ciclo messianico.
27 aprile 1947.
Non ci sono voci e rumori nella casa del Cenacolo. Non c'è presenza di discepoli, almeno io non sento nulla che mi autorizzi a dire che in altri ambienti della casa siano raccolte delle persone.
Ci sono soltanto la presenza e le voci dei Dodici e di Maria Ss., raccolti nella sala della Cena.
Sembra più ampia la stanza, perché le suppellettili, messe diversamente, lasciano libero tutto il centro della stanza e anche due delle pareti. Contro la terza è spinto il tavolone usato per la Cena, e fra esso e il muro, e anche ai due dei lati più stretti del tavolo, sono messi i sedili-lettucci usati nella Cena e lo sgabello usato da Gesù per la lavanda dei piedi. Però non sono, questi lettucci, messi verticalmente alla tavola, come per la Cena, ma parallelamente, di modo che gli apostoli possono stare seduti senza occuparli tutti, pur lasciando un sedile, l'unico messo verticale rispetto alla tavola, tutto per la Vergine benedetta, che è al centro della tavola, al posto che nella Cena occupava Gesù.
La tavola è nuda di tovaglie e stoviglie, nude le credenze, denudati i muri dei loro ornamenti.
Solo il lampadario arde al centro, ma con la sola fiamma centrale accesa; l'altro giro di fiammelle che fanno da corolla al bizzarro lampadario sono spente.
Le finestre sono chiuse e sbarrate dalla pesante sbarra di ferro che le traversa. Ma un raggio di sole si infiltra baldanzoso da un forellino e scende come un ago lungo e sottile sino al pavimento, dove mette un occhiolino di sole.
La Vergine, seduta sola sul suo sedile, ha ai lati, sui lettucci, Pietro e Giovanni: alla destra Pietro, alla sinistra Giovanni.
Mattia, il novello apostolo, è tra Giacomo d'Alfeo e il Taddeo.
Davanti a Lei, la Madonna ha un cofano largo e basso di legno scuro, chiuso. Maria è vestita di azzurro cupo. Ha sui capelli il velo bianco e sopra questo il lembo del suo manto. Gli altri sono tutti a capo scoperto.
Maria legge lentamente a voce alta. Ma, per la poca luce che giunge sin là, io credo che più che leggere Ella ripeta a memoria le parole scritte sul rotolo che Ella tiene spiegato. Gli altri la seguono in silenzio, meditando. Ogni tanto rispondono se ne è il caso.
Maria ha il viso trasfigurato da un sorriso estatico. Chissà cosa vede di così capace da accenderle gli occhi, come due stelle chiare, e da arrossarle le guance d'avorio, come se su Lei si riflettesse una fiamma rosata? È veramente la mistica Rosa...
Gli apostoli si sporgono in avanti, stando un poco per sbieco, per vederla in viso mentre così dolcemente sorride e legge, e pare la sua voce un canto d'angelo. E Pietro se ne commuove tanto che due lucciconi gli cascano dagli occhi e per un sentiero di rughe, incise ai lati del suo naso, scendono a perdersi nel cespuglio della barba brizzolata. Ma Giovanni riflette il sorriso verginale e si accende come Lei di amore, mentre segue col suo sguardo ciò che la Vergine legge sul rotolo e, quando le porge un nuovo rotolo, la guarda e le sorride.
La lettura è finita. Cessa la voce di Maria. Cessa il fruscio delle pergamene svolte e avvolte.
Maria si raccoglie in orazione segreta, congiungendo le mani sul petto e appoggiando il capo contro il cofano. Gli apostoli la imitano...
Un rombo fortissimo e armonico, che ha del vento e dell'arpa, che ha del canto umano e della voce di un organo perfetto, risuona improvviso nel silenzio del mattino.
Si avvicina, sempre più armonico e più forte, ed empie delle sue vibrazioni la Terra, le propaga e imprime alla casa, alle pareti, alle suppellettili. La fiamma del lampadario, sino allora immobile nella pace della stanza chiusa, palpita come se un vento l'investisse, e le catenelle della lumiera tintinnano vibrando sotto l'onda di suono soprannaturale che le investe.
Gli apostoli alzano il capo sbigottiti e, come quel fragore bellissimo, in cui sono tutte le note più belle che Dio abbia dato ai Cieli e alla Terra, si fa sempre più vicino, alcuni si alzano pronti a fuggire, altri si rannicchiano al suolo coprendosi il capo con le mani e il manto, o battendosi il petto domandando perdono al Signore, altri ancora si stringono a Maria, troppo spaventati per conservare quel ritegno verso la Purissima che hanno sempre.
Solo Giovanni non si spaventa, perché vede la pace luminosa di gioia che si accentua sul volto di Maria, che alza il capo sorridendo ad una cosa nota a Lei sola e che poi scivola in ginocchio aprendo le braccia, e le due ali azzurre del suo manto così aperto si stendono su Pietro e Giovanni, che l'hanno imitata inginocchiandosi.
Ma tutto ciò, che io ho tenuto minuti a descrivere, si è fatto in men di un minuto.
E poi ecco la Luce, il Fuoco, lo Spirito Santo, entrare, con un ultimo fragore melodico, in forma di globo lucentissimo, ardentissimo, nella stanza chiusa, senza che porta o finestra sia mossa, e rimanere librato per un attimo sul capo di Maria, a un tre palmi dalla sua testa, che ora è scoperta, perché Maria, vedendo il Fuoco Paraclito, ha alzato le braccia come per invocarlo e gettato indietro il capo con un grido di gioia, con un sorriso d'amore senza confini. E dopo quell'attimo in cui tutto il Fuoco dello Spirito Santo, tutto l'Amore è raccolto sulla sua Sposa, il Globo Ss. si scinde in tredici fiamme canore e lucentissime, di una luce che nessun paragone terreno può descrivere, e scende a baciare la fronte di ogni apostolo.
Ma la fiamma che scende su Maria non è una lingua di fiamma dritta sulla fronte che bacia, ma è una corona che abbraccia e cinge come un serto il capo verginale, incoronando Regina la Figlia, la Madre, la Sposa di Dio, l'incorruttibile Vergine, la Tutta Bella, l'eterna Amata e l'eterna Fanciulla che nulla cosa può avvilire e in nulla, Colei che il dolore aveva invecchiata ma che è risorta nella gioia della Risurrezione, avendo in comune col Figlio un accentuarsi di bellezza e di freschezza di carni, di sguardi, di vitalità... avendone già un anticipo della bellezza del suo glorioso Corpo assunto al Cielo ad essere il fiore del Paradiso.
Lo Spirito Santo rutila le sue fiamme intorno al capo dell'Amata. Quali parole le dirà?
Mistero! Il viso benedetto è trasfigurato di gioia soprannaturale e ride del sorriso dei Serafini, mentre delle lacrime beate sembrano diamanti giù per le gote della Benedetta, percosse come sono dalla luce dello Spirito Santo.
Il Fuoco rimane così per qualche tempo... E poi dilegua...
Della sua discesa resta a ricordo una fragranza che nessun terrestre fiore può sprigionare... Il profumo del Paradiso...
Gli apostoli tornano in loro stessi... Maria resta nella sua estasi. Soltanto si raccoglie le braccia sul petto, chiude gli occhi, abbassa il capo... Continua il suo colloquio con Dio... insensibile a tutto... Nessuno osa turbarla.
Giovanni, accennandola, dice: «È l'altare. E sulla sua gloria si è posata la Gloria del Signore ...».
«Sì. Non turbiamo la sua gioia. Ma andiamo a predicare il Signore e siano manifeste le sue opere e le sue parole fra i popoli» dice Pietro con soprannaturale impulsività.
«Andiamo! Andiamo! Lo Spirito di Dio arde in me» dice Giacomo d'Alfeo.
«E ci sprona ad agire. Tutti. Andiamo ad evangelizzare le genti».
Escono, come fossero spinti o attratti da un vento o da una forza gagliarda...
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Ora, dello Spirito Santo, potete invece dire di conoscere quasi tutto.
Possiamo dunque terminare questa riflessione sullo Spirito Santo con le stesse parole di commento del Gesù valtortiano alla visione della discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo, a conclusione dell’Opera ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’:2
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Dice Gesù:
«L'Opera è finita. E con la sua fine, con la discesa dello Spirito Santo, si conclude il ciclo messianico, che la mia Sapienza ha illuminato dal suo albore: il Concepimento immacolato di Maria, al suo tramonto: la discesa dello Spirito Santo.
Tutto il ciclo messianico è opera dello Spirito d'Amore, per chi sa ben vedere.
Giusto, dunque, iniziarlo col mistero dell'immacolato Concepimento della Sposa dell'Amore e concluderlo con il sigillo di Fuoco Paraclito sulla Chiesa di Cristo.
Le opere manifeste di Dio, dell'Amore di Dio, hanno fine con la Pentecoste.
Da allora in poi continua l'intimo, misterioso operare di Dio nei suoi fedeli, uniti nel Nome di Gesù nella Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica, Romana; e la Chiesa, ossia l'adunanza dei fedeli - pastori, pecore e agnelli – può procedere e non errare per la spirituale, continua operazione dell'Amore, Teologo dei teologi, Colui che forma i veri teologi, che sono coloro che sono persi in Dio ed hanno Dio in loro – la vita di Dio in loro per la direzione dello Spirito di Dio che li conduce - che sono coloro che veramente sono "figli di Dio" secondo il concetto di Paolo.
E al termine dell'Opera devo mettere ancora una volta il lamento messo alla fine di ogni anno evangelico, e nel mio dolore di veder spregiato il dono mio vi dico: "Non avrete altro, poiché non avete saputo accogliere questo che vi ho dato".
E dico anche ciò che vi feci dire per richiamarvi sulla via retta nella passata estate: ‘Non mi vedrete finché non venga il giorno nel quale diciate: 'Benedetto colui che viene in nome del Signore’.
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Nel prossimo ciclo di riflessioni approfondiremo l’affermazione del Credo:
7. LA SANTA CHIESA CATTOLICA, LA COMUNIONE DEI SANTI
1 M.V.: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Vol. X - Cap. 640 – Centro Ed. Valtortiano
2 M.V.: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ - Vol. X – Cap. 640.7/8 – Centro Ed. Valtortiano