

Voce narrante • SIMONA SERAFINI
- CLICCA PARAGRAFO ed ASCOLTA ▾
- Audio ♫ PARAGRAFO 01
- Audio ♫ PARAGRAFO 02
6ª parte – Cap. 02. IO SONO L’AMORE. NON HO VOCE MIA PROPRIA PERCHÉ LA MIA VOCE È IN TUTTO IL CREATO ED OLTRE IL CREATO.
2.1 Ecco le sette beatitudini contrapposte alle sette spade.
Alla fine del precedente capitolo avevo detto che speravo di rendervi in seguito meglio l’idea di Chi e ‘Cosa’ fosse la Spirito Santo.
Cosa di meglio allora – visto che per noi è così difficile ‘capirlo’ – che lasciare direttamente a Lui la parola?
È il giorno di Natale del 1943 e Maria SS. parla alla Mistica.
Erano frequenti le apparizioni della Madonna al capezzale di Maria Valtorta e molto frequenti anche i suoi ‘dettati’ che la mistica trascriveva come le visioni.
Maria SS. – nel giorno di Natale - voleva esserle di conforto e darle forza nelle sue sofferenze di piccola anima-vittima così come Maria SS. era stata, a suo tempo, Grande Vittima di Corredenzione (i grassetti sono i miei):
♦
25 -12 - 19431
Natale. Nuovo dettato di Maria.
Dice Maria:
«La beatitudine dell’estasi natalizia è venuta meco come essenza di fiore chiusa nel vivo vaso del cuore per tutta la vita.
Indescrivibile gioia. Umana e sovrumana. Perfetta.
Quando il venir di ogni sera mi martellava nel cuore il doloroso “memento”: “Un giorno meno di attesa, un giorno più di vicinanza al Calvario” e l’anima mia ne usciva ricoperta di pena come se un flutto di strazio l’avesse ricoperta, anticipata onda della marea che m’avrebbe inghiottita sul Golgota, io curvavo il mio spirito sul ricordo di quella beatitudine che era rimasto vivo nel cuore, così come uno si curva su una gola montana a riudire l’eco di un canto d’amore ed a vedere in lontananza la casa della sua gioia.
È stata la mia forza nella vita. E lo è stata soprattutto nell’ora della mia morte mistica ai piedi della Croce.
Per non giungere a dire a Dio - che ci puniva, Io e il mio dolce Figlio, per i peccati di tutto un mondo - che troppo atroce era il castigo e che la sua mano di Giustiziere era troppo severa, Io, attraverso il velo del più amaro pianto che donna abbia versato, ho dovuto affissare quel ricordo luminoso, beatifico, santo, il quale si alzava in quell’ora come visione di conforto dall’interno del cuore per dirmi quanto Dio m’avesse amata, si alzava per venirmi incontro non attendendo, poiché era gioia santa, che io lo cercassi, perché tutto quanto è santo è infuso da amore e l’amore dà la sua vita anche alle cose che par che vita non hanno.
Maria, occorre fare così quando Dio ci colpisce.
Ricordare quando Dio ci ha dato la gioia, per poter dire anche fra lo strazio: “Grazie, mio Dio. Tu sei buono con me”.
Non rifiutare il conforto del ricordo di un passato dono di Dio che sorge per confortarci nell’ora in cui il dolore ci piega, come steli percossi da una bufera, verso la disperazione, per non disperare della bontà di Dio.
Procurare che le nostre gioie siano gioie di Dio, ossia non darci delle gioie umane, da noi volute e facilmente contrarie, come tutto quanto è frutto del nostro operare avulso da Dio, alla sua divina Legge e Volontà, ma attendere solo da Dio la gioia.
Serbare il ricordo di esse anche a gioia passata, perché il ricordo che sprona al bene ed a benedire Iddio è ricordo non condannabile ma anzi consigliato e benedetto.
Infondere della luce di quell’ora le tenebre dell’ora presente per farle sempre tanto luminose che ci bastino a vedere il santo Volto di Dio anche nella più buia notte.
Temperare l’amaro del calice di quella goduta dolcezza per poterne sopportare il sapore e giungere a berlo sino all’ultima stilla.
Sentire, poiché lo si è conservato come il più prezioso ricordo, la sensazione della carezza di Dio mentre le spine ci stringono la fronte.
Ecco le sette beatitudini contrapposte alle sette spade.
Te le dono per mia lezione di Natale (metti questa data) e con te le dono a tutti i miei prediletti.
La mia carezza per benedizione a tutti.»
2.2 La voce dello Spirito Santo che non ha voce perché la sua Voce è in tutto il creato ed oltre il creato…
Se Maria SS. – in quel 25 dicembre 1943, il giorno della nascita di Gesù - ha fatto alla Valtorta questo dono per sua consolazione, i ‘regali’ di Natale non sono tuttavia finiti, perché subito dopo arriva un … ‘dono’ del tutto speciale dello Spirito Santo ‘in persona’(i grassetti sono miei):
♦
Dice l’Eterno Spirito:
Io sono l’Amore.
Non ho (o non uso2) voce mia propria perché la mia Voce è in tutto il creato ed oltre il creato.
Come etere io dilago per tutto quanto è, come fuoco accendo, come sangue circolo.
Io sono in ogni parola del Cristo e fiorisco sulle labbra della Vergine.
Io purifico e faccio luminosa la bocca dei profeti e dei santi.
Io sono Colui che le cose ispirò prima che fossero, perché è il mio potere quello che come palpito dette moto al pensiero creativo dell’Eterno.
Per il Cristo tutte le cose sono state fatte3, ma tutte le cose sono state fatte da Me-Amore, perché sono io che con la mia segreta forza mossi il Creatore ad operare il prodigio.
Io ero quando nulla era ed io sarò quando rimarrà unicamente il Cielo.4
Io sono l’ispiratore della creazione dell’uomo al quale fu donato il mondo5 per sua delizia, il mondo in cui, dagli oceani alle stelle, dalle vette alpine agli steli, è il mio sigillo.
Io sarò che porrò sulle labbra dell’ultimo uomo la suprema invocazione6: “Vieni, Signore Gesù!”.
Io sono Quello che a placare il Padre infusi l’idea dell’incarnazione e scesi fuoco creatore, a farmi germe nelle viscere immacolate di Maria, e risalii fatto Carne sulla Croce e dalla Croce al Cielo per stringere in anello d’amore la nuova alleanza fra Dio e l’uomo, come in amplesso d’amore avevo stretto il Padre e il Figlio generando la Trinità.
Io sono Colui che senza parole parla, ovunque ed in ogni dottrina che in Dio abbia origine, Colui che senza tocco apre occhi e orecchi ad udire il soprannaturale, Colui che senza comando vi trae dalla morte della vita alla Vita nella Vita che non conosce limite.
Il Padre è su voi, il Figlio in voi, ma io, Spirito, sono nel vostro spirito e vi santifico colla mia presenza.
Cercatemi ovunque è amore, fede e sapienza. Datemi il vostro amore. La fusione dell’amore con l’Amore crea il Cristo in voi e vi riporta in seno al Padre.
Ho parlato oggi che è l’avvento dell’Amore sulla Terra, la più alta mia manifestazione, quella da cui provengono redenzione e infusione pentecostale alla Terra.
Il mio Fuoco dimori in voi e vi accenda, ricreandovi a Dio, in Dio e per Iddio, Signore eterno, a cui, in Cielo e in Terra, ogni lode va data.»
♦
Dobbiamo ammettere che quel Natale del 1943 è stato un giorno davvero speciale per Maria Valtorta.
Vi avevo del resto già detto che nelle grandi festività religiose c’è molta festa in Cielo ed il Signore è più propizio a concedere grazie. Dovremmo imparare ad ‘approfittarne’ un pochino…
Facciamo ora il punto – tanto per meglio memorizzare – su alcuni concetti che emergono dal precedente Dettato dello Spirito Santo.
Egli conferma di essere l’Amore per eccellenza.
Ci spiega di non avere ‘voce’ perché ‘in tutto il Creato ed oltre il creato’ vi è la Sua Voce che lo testimonia.
È Lui che parla sulle labbra di Gesù e della stessa Madonna, come pure dei Profeti.
È Lui che ispirò la Creazione dando moto al Pensiero di Dio Padre Creatore.
Se è per il Cristo che tutte le cose sono state fatte, è anche vero che esse sono state fatte dallo Spirito Santo-Amore.
Fu lo Spirito Santo ad ispirare la Creazione dell’Uomo.
È dello Spirito Santo il ‘sigillo’ sulla creazione: dagli oceani alle stelle, dai monti alla vegetazione.
Fu Lui che – per placare il Padre di fronte alla malvagità degli uomini, infuse l’idea della Incarnazione del Verbo per redimerli.
È sempre Lui che – pur senza parlare – è presente ovunque vi sia una dottrina che abbia origine da Dio.
Infine – se il Padre è su di noi, se il Figlio è in noi, Lui – lo Spirito – vive nel nostro spirito santificandoci con la sua presenza.
•
Tuttavia - in epoca successiva, alcuni anni dopo e più precisamente il 25.7.1948 - lo Spirito Santo così ancora faceva capire a Maria Valtorta7:
♦
25-7-48, dopo il dettato sul I cap. di Giovanni.
Lo Spirito Santo è lo Spirito Ss. del Ss. Increato, Purissimo Spirito che è il Signore.
L'essenza di Dio, il suo principale attributo è la Carità. Ecco: il fuoco della Carità Divina, l'immenso, perfettissimo Fuoco della Carità Divina, che genera il Figlio e per il Figlio tutte le cose create, sia mortali o peribili, sia immortali (lo spirito nostro e gli angeli) e tutte vede nella Carità e a tutte provvede, è il Santo Spirito di Dio.
Come in noi l'anima è lo spirito nostro, così l'anima di Dio (mi si conceda il paragone) è l'amore, è l'amore che anima Dio in tutte le sue azioni così come in noi è lo spirito che anima la carne e ci da somiglianza con Dio.
Senza il suo Spirito Santo Dio non sarebbe più Dio perché non sarebbe più amore.
(Questo è ciò che la Luce mi ha fatto comprendere).
♦
Bene, abbiamo (forse) capito dello Spirito Santo un poco di più, ma qui ora c’è solo l’imbarazzo della scelta: dobbiamo amare di più Dio Padre che ci ha creati, o il Figlio che si è incarnato ed ha sofferto per redimerci e salvarci, oppure … lo Spirito Santo che sembra aver ispirato ogni cosa e soprattutto – noi permettendo – vive nel nostro spirito?
Per non sbagliarci, amiamoli in egual maniera tutti e Tre: Padre, Figlio e… Spirito Santo!
♦
La prossima riflessione sulla nostra sesta affermazione del Credo sarà dedicata a:
3. IL MIO ESSERE SI ESTENDE SU TUTTO L'UNIVERSO; LA MIA LUCE BAGNA DI SÉ GLI ASTRI, I PIANETI, I MARI, LE VALLI, L'ERBE, GLI ANIMALI; LA MIA INTELLIGENZA CORRE PER TUTTA LA TERRA, ISTRUISCE I LONTANI, DÀ A TUTTI UN RIFLESSO DELL'ALTO, EDUCA ALLA RICERCA DI DIO; LA MIA CARITÀ PENETRA COME IL RESPIRO E CONQUISTA I CUORI.
NOTE al Capitolo 02
1 M.V.: ‘I Quaderni del 1943’ – 25.12.1943 – ed. CEV.
2 Nota Editore: (o non uso) è stato inserito dalla scrittrice tra le righe autografe.
3 Nota Editore: Per il Cristo tutte le cose sono state fatte, come è proclamato in Giovanni 1,3 – Colossesi 1, 16 – Ebrei 1,2
4 Nota Editore: il Cielo dovrebbe qui significare non il Regno dei Cieli ma la realtà oltremondana, che comprende il Paradiso e l’Inferno, i due (dei quattro regni dell’Aldilà: Limbo, Purgatorio, Inferno, Paradiso) che, anche secondo gli scritti valtortiani, resteranno alla fine dei tempi.
5 Nota Editore: al quale fu donato il mondo, come si narra in Genesi 1, 26-30
6 Nota Editore: la suprema invocazione, riportata in Apocalisse 22, 20
7 M.V.: ‘Quadernetti’ – pag. 120-121 - 48.21 - 25.7.48 – C.E.V.