

Maria VLTORTA ... Un NOME e 8 RAGIONI PER CREDERE
- CLICCA PARAGRAFO ed ASCOLTA ▾
- Audio ♫ PARAGRAFO 01
- Audio ♫ PARAGRAFO 02
- Audio ♫ PARAGRAFO 03
- Audio ♫ PARAGRAFO 04
1ª parte - Cap. 01. LA NEGAZIONE DEL DIO CREATORE E L'EVOLUZIONISMO.
1.1 Le due categorie dei negatori di Dio: quelli che non lo vedono e quelli che vorrebbero demolirne l’idea.
San Paolo nei versetti 18 e 19 del Cap.1 della sua ‘’Lettera ai Romani’ aveva invitato a difendere l'Idea religiosa e a non offendere Dio né a deridere la religione, se non si vuole che 'l'ira di Dio si manifesti'.
Ora - nei successivi versetti 20, 21 e 22 dello stesso capitolo1 - l'Apostolo delle ‘genti’, cioè dei 'gentili': i pagani, afferma che non si può negare l'esistenza di Dio perché Egli - ancorché di per Se stesso invisibile in quanto purissimo Spirito - è chiaramente visibile attraverso la perfezione del Creato.
La manifestazione di Dio - dice San Paolo - è infatti di tale evidenza da rendere del tutto inescusabile la sua negazione.
Lo Spirito Santo - che parla alla grande mistica del Novecento, Maria Valtorta, nell’Opera da lei scritta: ‘Lezioni sulla Epistola di Paolo ai Romani’2 - inizia dunque in questa ‘lezione’ a commentare questi concetti di San Paolo, spiegando che vi sono due categorie di negatori: quelli che negano Dio perché 'non lo vedono' e coloro che vorrebbero demolirne l'idea ricorrendo a ragionamenti artificiosi che - inconcludenti come sono - finiscono per rendere Dio ancor più credibile agli uomini retti.
È infatti impossibile - conferma lo S.S. - negare Dio ove si osservi la perfezione di tutta la natura e quella stessa dell'uomo nel quale l'elemento 'animale' e lo spirito sono fusi in maniera talmente sublime da rendere manifesto - a chi non sia in mala fede - che l'uomo è la quintessenza della Creazione: uno spirito in carne umana.
I negatori di Dio, pur di negare all'uomo la paternità della creazione divina, preferiscono avvilirne l'origine facendolo discendere da una scimmia: costoro sono gli atei 'evoluzionisti'.
Nonostante il fatto che Dio sia palesemente visibile in tutte le cose create, essi continuano a negarlo o schernirlo, o ripudiarlo, e lo fanno per odio.
La ragione per cui Dio non li punisce per questo loro spirito di menzogna e di orgoglio – spiega sempre lo Spirito Santo che parla alla mistica - dipende dal fatto che Dio, nella sua perfezione e bontà, è al di sopra dell'astio e della vendetta.
Egli è infatti Amore e perdona non ‘70 volte sette’ ma ‘700 volte sette’, perché vuole dare anche a questi negatori-denigratori il tempo di pentirsi e di salvare la propria anima finché in loro c'è vita.
Dopo, però, l'ultima parola sarà di Dio che pronuncerà il suo inappellabile giudizio.
1.2 Dio, la scienza, il microscopio elettronico ed il 50% di Blaise Pascal.
Parole chiarissime, limpide, quelle dello Spirito Santo ma anche tremende.
Parole che non si prestano ad equivoci e che costituiscono condanna senza appello contro tutti quegli evoluzionisti che - essendo tali non in buona fede ma per odio a Dio - non si pentano prima che la morte li colga, talvolta all'improvviso quando meno se l'aspettano.
Nei miei lavori di commento agli scritti valtortiani - dove il tema degli evoluzionisti-razionalisti viene affrontato a più riprese - ho meditato l'argomento considerandolo da angolazioni diverse.
Per un approfondimento rimando a quanto citato in nota3 - almeno a titolo esemplificativo - non sapendo qui cosa aggiungere che non abbia già detto nei miei precedenti scritti, in un modo o nell'altro.
Ciò perché questa sede, anzi questa piccola serie di riflessioni in uno spazio volutamente limitato, non si presta ad un approfondimento quale invece un tema così complesso richiederebbe.
La scienza, lo sappiamo, si nutre della sperimentazione e questa si fa prevalentemente in ‘laboratorio’, ma Dio - in quanto purissimo Spirito e quindi invisibile - sfugge ad una analisi da parte della scienza in quanto sfugge a qualsiasi sperimentazione di laboratorio.
Egli non è un ‘qualcosa’ di materiale analizzabile, ad esempio, come una cellula o come un 'virus' sopra il vetrino di un microscopio.
Nel corso di un Convegno a Parigi, dove si parlava anche di Creazione e della esistenza di Dio, una nota patologa francese concluse un suo dotto intervento con una frase volutamente ad effetto, probabilmente per ‘colpire’ i molti credenti presenti, dicendo testualmente che lei avrebbe creduto in Dio “solo il giorno in cui lo avesse potuto vedere e ‘mettere a fuoco’ sotto l’occhio del suo microscopio elettronico”.
In quell’occasione – nel silenzio generale – io non ebbi il coraggio, non fidandomi del mio buon francese, di alzare una manina per replicare che è proprio il microscopio elettronico, con i suoi enormi ingrandimenti dell’infinitamente piccolo, che ci consente invece di scoprire i segreti incredibili non della ‘Natura’, come pensava lei, ma della Creazione di Dio con le sue leggi, al punto che la semplice cellula, considerata fino a qualche decennio fa l’entità più piccola e semplice alla base della vita, sotto il microscopio elettronico ha rivelato la sua enorme perfezione e complessità.
Evoluzione, dunque? La Genetica - con le sue scoperte sulla cellula, sul DNA, sul Genoma, ecc. - ha tuttavia distrutto la credibilità del mito evoluzionista, dimostrando ad esempio la diversità fra genoma umano e scimmiesco e smontando nel contempo anche la teoria che asseriva che l'evoluzione è un cammino dove dall'organismo più semplice, a cominciare appunto dalla minuscola cellula, si procede verso il più complesso.
La cellula primordiale, sia essa vegetale che animale, come già detto sopra ha infatti rivelato ai moderni microscopi elettronici non la sua ‘semplicità’ – in quanto all’origine della catena evolutiva progressiva - bensì una complessità stupefacente.
Essa appare addirittura come una sorta di moderna fabbrica cibernetica cioè una 'fabbrica' che – dalla lavorazione del prodotto base, alla eliminazione degli scarti, alla rigenerazione degli elementi cellulari 'morti' ed all'approvvigionamento della 'energia' necessaria alla sua esistenza e riproduzione - fa tutto intelligentemente da sé.
Il grande matematico francese Blaise Pascal4, meditando da credente sul tema della esistenza di Dio, aveva affermato che - essendo 'scientificamente' indimostrabili sia la dottrina creazionista che quella anticreazionista - sembra quasi che Dio abbia scientemente voluto dare a ognuno il cinquanta per cento di possibilità di voler credere come di non voler credere.
Non mi ricordo se Pascal se ne fosse mai chiesto il perché, ma almeno una ragione a mio avviso c'é: lasciandoci liberi di voler credere come di non voler credere, Dio rispetta la nostra libertà e dignità ma nel contempo ci 'saggia' come fa l'orafo con l'oro, per vagliare la nostra disponibilità interiore e la volontà di obbedire al primo dei Suoi Comandi: onorare il nome di Dio e amarlo.
Dio vuole che tutti gli uomini si salvino, ma li lascia liberi di amarlo - e in tal caso di dimostrare tale amore comportandosi coerentemente secondo i suoi precetti: i Comandamenti - o di non amarlo. Quello dell'Amore, non solo a Dio ma anche verso il nostro 'prossimo', sarà infatti il 'metro' che Egli utilizzerà per misurare i nostri meriti o demeriti, valutando se siamo degni o meno della vita eterna in Paradiso.
1.3 Le due opposte visioni del mondo ed il ‘pensiero dominante’ del dogmatismo evoluzionista. Darwin. La Causa Intelligente ed il Finalismo nella Realtà Cosmica e nella Natura.
Alla base di queste due opposte concezioni: credere o non credere al Dio Creatore, stanno due opposte visioni del mondo che toccano la nostra più intima sensibilità: la visione spirituale e quella materialista, dove l'una esclude l'altra.5
A seconda che si scelga la prima o la seconda ne derivano implicazioni spirituali, psicologiche, morali, sociali e politiche.
È un conflitto carico di emotività perché tocca l'essenza del proprio essere e del proprio credere.
L’Evoluzionismo, ideologia diffusasi a seguito degli studi di Charles Darwin6, è frutto della visione materialista.
Non parve vero ai materialisti dell’Ottocento di prendere per buona la teoria di Darwin sulla evoluzione della specie per far discendere l’uomo da una scimmia e poter così demolire il racconto Biblico della Creazione dell’uomo, con relativa anima spirituale destinata ad una Vita Eterna e di tutto il resto che ne conseguiva.
In realtà Darwin – come emerge dal suo epistolario privato – aveva dei buoni dubbi sulla sua stessa teoria ma non ebbe il coraggio di esporli pubblicamente, o forse lui rimase ‘prigioniero’ del ‘ruolo’, della fama e della sua stessa teoria presentata in tutto il mondo dai Negatori della Bibbia come un Dogma scientifico.
Negli ultimi decenni del Novecento, tuttavia, la tecnologia ed importanti scoperte scientifiche hanno messo in crisi la teoria originaria di Darwin, al punto che gli Evoluzionisti – pur di non rinunciare alla loro ideologia anticristiana – hanno dovuto reinventarsi (Neo-darwinismo) delle nuove teorie ‘pseudoscientifiche’, e comunque mai provate - come ad esempio ‘mutazioni’ genetiche improvvise - per giustificare l’anello mancante (fra una specie e l’altra della presunta catena evolutiva) e l’apparizione di nuove specie dal nulla, apparizione dal nulla che se non argomentata in qualche modo presupporrebbe la esistenza di un Dio che crea appunto… dal nulla.
Questo ‘accanimento’ ha fatto venire ancor più allo scoperto la componente ideologica, anzi dogmatica, delle loro argomentazioni come reso evidente dalle loro reazioni violente sulla Stampa - reazioni al limite dell’isterismo e dell’insulto - nei confronti degli studi7 di centinaia di scienziati che sostenevano l’inconsistenza di questa teoria.
Costoro infatti – con prove e varie argomentazioni veramente scientifiche - mettevano in discussione il ‘Pensiero dominante’ degli evoluzionisti, pensiero che ‘dominava’ non solo sui mass-media in termini di ‘cultura comune’ ma veniva imposto nelle scuole fin dalla più giovane età a dei bambini privi di spirito critico e poi nelle cattedre universitarie e nella stessa organizzazione dei Congressi scientifici.
Studi di scienziati, quelli dei ‘dissidenti’, che - pur senza essere credenti – sono riusciti a dimostrare – in laboratorio - se non l'esistenza del Dio invisibile e personale della Bibbia, almeno l'evidenza di una perfezione e di un finalismo nella Realtà cosmica e nella Natura che lascia di per sè dedurre l'esistenza - a monte – almeno di una Causa Intelligente che ne ha fissato le leggi con rigore assolutamente matematico e... scientifico.
1.4 L’anello mancante della ‘catena’ evoluzionista ed il ‘dio Tempo’. L’ibrido impossibile di certi teologi. Macro-evoluzione, Micro-evoluzione ed evoluzione discendente per la Legge dell’Entropia.
A proposito del sopra citato ‘anello mancante’ della catena evoluzionista, nonostante che nell’ultimo secolo vi siano stati scavi e febbrili ricerche paleontologiche, mai é stato trovato un solo resto fossile che testimoni che sia un tempo esistito un passaggio intermedio di transizione evolutiva e di congiunzione fra una specie ed un'altra, di qualsiasi animale.
Al contrario vi sono stati casi di pretese scoperte di ‘anelli mancanti’ fra la scimmia e l’uomo rivelatesi - a più attente indagini - delle clamorose falsificazioni per avvalorare la ‘teoria’.
Gli evoluzionisti, allora, per dimostrare la ‘possibilità’ della loro teoria, di fronte all'evidenza delle obbiezioni di chi dice che nessuno ha mai potuto trovare i suddetti reperti di qualsiasi animale nonostante l’Umanità viva da millenni, sono ricorsi al 'dio Tempo' che spiegherebbe e farebbe tutto.
Essi sostengono infatti - ovviamente senza alcuna prova scientifica se non una mera affermazione fideistica, peraltro strana in bocca a chi si propone di combattere le affermazioni di fede 'oscurantiste' di chi crede nel Dio della Bibbia - che l'evoluzione non può essere constatata oggi attraverso la scoperta di anelli mancanti fra una specie e l’altra perché sarebbe avvenuta con processi lentissimi di decine di milioni di anni ma che un giorno o l’altro tali prove si troveranno.
Charles Lyell8, influente personaggio dell’Ottocento appassionato di geologia e 'protettore' di Charles Darwin nonché promotore della sua Opera, si era impadronito della teoria evoluzionista darwinista presentandola all’esterno come una effettiva realtà provata scientificamente.
Egli la associò alle sue ipotesi geologiche stratigrafiche attualiste, elaborando una sua teoria sulla lentissima formazione delle sedimentazioni geologiche terrestri, teoria seguita ancora oggi anche perché tornerebbe a ‘supporto’ dell’evoluzionismo, la quale reinterpreta l'età geologica della Terra (e dei reperti fossili sepolti negli strati sedimentari) nonché l'epoca della presunta apparizione dell'uomo sulla faccia della Terra9 spostando l’apparizione della vita animale indietro di milioni di anni.
Con tale teoria sulla formazione delle sedimentazioni e sulla stratigrafia si darebbe quindi tempo al ‘dio Tempo’ di trasformare una specie in un’altra senza che – a causa appunto dell’immenso tempo trascorso – sia più possibile trovare tracce degli anelli mancanti.
Ma se questa nuova teoria evoluzionista fosse 'vera', in un lasso di tempo così grande avrebbero dovuto essere stati trovati decine di migliaia di reperti fossili di transizione da una specie all'altra: non è credibile che siano spariti, consunti dal tempo, tutti: di qualsiasi specie animale.
Come se non bastasse, nel campo evoluzionista, si sostiene ora che la mancanza di anelli mancanti si può spiegare anche con il fatto che la ‘Natura’ – contrariamente alla precedente ipotesi di una lunghissima evoluzione progressiva durata milioni di anni - farebbe dei ‘salti’, con l’apparizione di specie nuove a causa di improvvise … mutazioni genetiche.
La Genetica - a proposito della teoria evoluzionista per cui dal più semplice e meno perfetto ci si evolve verso il più perfetto e complesso – ha ultimamente accertato che il genoma degli organi animali considerati più complessi non si è evoluto verso una maggior perfezione evolutiva ma, al contrario, è degenerato con il passare dei secoli.
La linea di tendenza al riguardo è anzi quella di continuare a degenerare nel futuro fino a fare scomparire, in proiezione, la possibilità di sopravvivenza.
Se ne dedurrebbe agevolmente che l'evoluzione non sia stata ascendente ma discendente.
Questo fatto accertato - oltre a far crollare il mito filosofico orgoglioso dell'evoluzionismo per cui l'uomo si evolverebbe in una direzione sempre più perfetta per diventare in futuro una sorta di 'superuomo' - fa per contro pensare che percorrendo il percorso a ritroso fino alle origini, questi organi animali e quindi anche l'uomo dovessero essere un tempo meno 'degenerati' e quindi avrebbero dovuto essere tanto più perfetti quanto più si sarebbero avvicinati al capostipite originario.
Questa considerazione risulta però particolarmente imbarazzante per chi – specialmente se ateo - non vuole credere al Dio biblico della Genesi che crea Adamo ed Eva umanamente perfetti, per poi vederli degenerare nei loro discendenti a causa delle conseguenze del Peccato Originale.
In sostanza pare dunque così confermato anche per la vita animale il principio fisico della cosiddetta legge dell'entropia10, per cui l'Universo è destinato a passare gradualmente da una fase di ordine ad una di disordine sempre più accentuato fino al suo dissolvimento finale nel Caos: insomma la fine del mondo di apocalittica e biblica memoria.
In questo quadro diventano perfino patetici i tentativi di coloro che tentano di tenere il piede in due scarpe sostenendo l'ibrido impossibile, e cioè un compromesso fra Creazione ed Evoluzione, asserendo che sì... l'evoluzione dalla cellula verso altre più complesse forme di vita o l’evoluzione dalla scimmia all’uomo ci sarebbe stata ma... guidata da Dio.
E fra questi vi sono anche dei teologi di Chiesa (preoccupati forse dal fatto che la cosiddetta scienza evoluzionista contraria alla Creazione biblica dell'uomo da parte di Dio li esponga al pubblico ludibrio da parte della cultura dominante laicista) pronti così a buttare a mare Bibbia, Vangeli, insegnamenti di Gesù e Tradizione bimillenaria della Chiesa, sperando in tal modo, cioè con questo compromesso ibrido, di salvare capra e cavoli, anche se essi finiscono poi per perdere la Fede.
Se infatti si nega il racconto della Genesi biblica, se si nega la Creazione da parte di Dio dei primi due capostipiti: uomo e donna con uno spirito eterno ‘insufflato’ da Dio nella ‘carne’, se si parte invece dall’idea della discendenza da una scimmia, che senso ha – allora - parlare di Peccato Originale (commesso da una scimmia?) e di successiva Incarnazione del Verbo-Dio in un Uomo per redimere l’Umanità dal Peccato stesso e dalle sue conseguenze per riaprirle le porte chiuse dei Cieli per una vita eterna?
Quella degli scienziati evoluzionisti atei negatori di Dio e della Sua Creazione nonostante la prova dell'Evidenza, come detto da San Paolo nella sua Lettera, non è dunque una questione di mancanza di 'intelligenza', ma di indurimento del cuore e di accecamento spirituale.
Per altro verso, l'unica forma di ‘evoluzione’ scientificamente provata e riconosciuta da tutti è invece la cosiddetta 'microevoluzione', la trasformazione cioè - rispetto alla specie capostipite originaria - di nuovi caratteri secondari che differenziano uno specifico animale da un altro pur rimanendo esso della stessa specie.
Vi sono ad esempio tanti tipi di fringuelli, o di corvi, o di pappagalli che variano in dimensione, colore, forma del becco e delle ali, tipo di grido, ecc., ma sono sempre fringuelli, corvi, pappagalli che non si trasformano in un ibrido che abbia le caratteristiche sia della specie originaria che di quella successiva.
L'uomo può essere - ad esempio - di pelle bianca, gialla, rossa o nera, alto o basso, con gli occhi a mandorla o meno, il naso camuso o col profilo greco, le labbra prominenti o sottili e così via, ma cambia solo in questi caratteri secondari, continuando a rimanere sempre un essere della specie 'uomo'.
E così per tante altre specie animali, come quelle dei cani, dei gatti, degli equini e via di seguito.
Al contrario la macroevoluzione, cioè la trasformazione di una specie con i suoi caratteri primari in un'altra con differenti caratteri primari, come già detto non è stata mai accertata a causa appunto della mancanza di specie di ‘transizione’.
È stato questo l'errore di Darwin: l'aver interpretato i cambiamenti di carattere secondari di animali o vegetali - dovuti a differenti condizioni ambientali o alimentari o climatiche, se non di competizione - come un segno della possibile evoluzione di una specie in un'altra completamente diversa.
Il resto lo ha fatto l'ideologia atea, quella appunto contraria all'Idea religiosa, di cui si è già parlato all’inizio.
NOTE al Capitolo 01
1 Rm 1, 20-21-22: 18Or l’ira di Dio si manifesta dal cielo contro ogni empietà ed ingiustizia degli uomini che soffocano la verità di Dio nell’ingiustizia, 19perché ciò che può conoscersi di Dio è in essi manifesto, avendolo Dio loro manifestato. 20Infatti le sue invisibili perfezioni, la sua eterna possanza, la sua divinità, dopo la creazione del mondo, sono rese visibili all’intelligenza per mezzo delle creature. 21Quindi essi sono senza scusa, perché avendo conosciuto Dio, non l’hanno glorificato come Dio, né l’hanno ringraziato; ma han vaneggiato nei loro pensamenti e il loro stolto cuore s’è ravvolto nelle tenebre. 22Vantandosi di essere saggi son divenuti pazzi.
2 M.V.: 'Lezioni sull'Epistola di Paolo ai Romani' - 7.01.48 - Centro Ed. Valtortiano
3 Vedi al riguardo - dell'autore - i Capp. dal 20 al 36 di 'Alla ricerca del Paradiso Perduto' – Ed. Segno 1997, nonché i tre volumi de 'La Genesi biblica fra scienza e Fede', Ed. Segno 2006: tutti consultabili e scaricabili dalla Sezione Opere del Sito internet dell'autore www.ilcatecumeno.net
4 Blaise Pascal (Clermont-Ferrand, 19 giugno 1623 – Parigi, 19 agosto 1662) è stato un matematico, fisico, filosofo e teologo francese. Bambino precoce, fu istruito dal padre. I primi lavori di Pascal sono relativi alle scienze naturali e alle scienze applicate. Contribuì in modo significativo alla costruzione di calcolatori meccanici e allo studio dei fluidi. Egli ha chiarito i concetti di pressione e di vuoto per ampliare il lavoro di Torricelli. Pascal scrisse importanti testi sul metodo scientifico. A sedici anni scrisse un trattato di geometria proiettiva e, dal 1654 lavorò con Pierre de Fermat sulla teoria delle probabilità che influenzò fortemente le moderne teorie economiche e le scienze sociali. Dopo un'esperienza mistica, nel 1654, abbandonò matematica e fisica per dedicarsi alle riflessioni religiose e filosofiche. Morì due mesi dopo il suo 39º compleanno, nel 1662, dopo una lunga malattia che lo affliggeva dalla fanciullezza. (Fonte: Wikipedia)
5 Vedi al riguardo di Mihael Georgiev: 'Charles Darwin, oltre le colonne d'Ercole' - Cap. 20 - Gribaudi 2009
6 Charles Robert Darwin (Shrewsbury, 12 febbraio 1809 – Londra, 19 aprile 1882) è stato un naturalista britannico, celebre per aver formulato la teoria dell'evoluzione delle specie animali e vegetali per selezione naturale agente sulla variabilità dei caratteri (origine delle specie), per aver teorizzato la discendenza di tutti i primati (uomo compreso) da un antenato comune (origine dell'uomo) e per aver teorizzato la possibile esistenza di un antenato comune a tutte le specie viventi. Pubblicò la sua teoria sull'evoluzione delle specie nel libro L'origine delle specie (1859), che è rimasto il suo lavoro più noto. Raccolse molti dei dati su cui basò la sua teoria durante un viaggio intorno al mondo sulla nave HMS Beagle, e in particolare durante la sua sosta alle Isole Galápagos. (Fonte:Wikipedia)
7 Fra gli studi più pregevoli anche per chiarezza espositiva, per quanto attiene ad una delle più recenti critiche scientifiche alle tesi evoluzioniste vedi il trattato, ora tradotto in italiano, di Reinhard Junker e Siegfried Scherer con la collaborazione di altri scienziati: "EVOLUZIONE, Un trattato critico (Certezza dei fatti e diversità delle interpretazioni)", Gribaudi, 2007.
Inoltre il recente 'Evoluzionismo: il tramonto di una ipotesi', a cura di Roberto de Mattei, edito da Cantagalli. 2009. Trattasi degli atti di un convegno scientifico svoltosi a Roma il 23 febbraio 2009 per iniziativa della Vice-Presidenza del nostro Consiglio Nazionale delle Ricerche, con la partecipazione di studiosi internazionali. Gli autori dei vari saggi contenuti negli Atti del Convegno - contrariamente a quanto avvenuto nei numerosi incontri celebrativi del bicentenario della nascita di Darwin - non tessono il panegirico dell'evoluzionismo, ma ne mostrano le debolezze da vari punti di osservazione: le scienze filosofiche, biologiche, fisiche, chimiche.
'L'evoluzionismo vi appare - si legge nella Presentazione dell'Opera - più come una 'cosmogonia' che pretende di descrivere la storia del mondo partendo da postulati scientifici inverificabili. Questa dottrina è imposta spesso come un 'dogma' e merita di essere sottoposta al vaglio della critica scientifica, attraverso il libero confronto delle opinioni degli studiosi'.
Ovvio che tale Trattato scientifico abbia scatenato sulla Stampa irate contrapposizioni da parte degli evoluzionisti che - se accusano come antiscientifica la posizione di chi non crede alla evoluzione per ragioni di 'fede' - non riescono assolutamente ad accettare che la loro teoria venga criticata come 'antiscientifica' proprio da altri scienziati che - da un punto di vista scientifico - mostrano di 'conoscere' tutti i vari aspetti del problema evidenziando l'infondatezza scientifica della teoria evoluzionista.
8 Charles Lyell (Kinnordy, 14 novembre 1797 – Londra, 22 febbraio 1875) è stato un geologo scozzese. Appassionato di geologia scelse come mete preferite l'Europa: studiò la paleontologia dell'Inghilterra, riuscendo a collezionare fossili; studiò i vulcani estinti dell'Alvernia, del Vicentino nonché il Vesuvio, l'Etna, le isole Canarie, Madera. A lui si deve la creazione dei termini geologici Eocene, Miocene, Pliocene e Pleistocene, elaborati tra il 1829 ed il 1839. Nel periodo che va dal 1830 al 1833 pubblicò i Principi di geologia (Principles of Geology), dove applicò la teorie dell'uniformitarismo, concepita da James Hutton, movimento che si frapponeva al catastrofismo dei naturalisti come Georges Cuvier e al Diluvianismo. (Fonte: Wikipedia)
9 Sulle teorie sedimentologiche attualiste e uniformistiche di C. Lyell e James Hutton, vedere dell'autore G. Landolina il Vol. II, Capp. 8, 9, 10, de 'La Genesi biblica fra Scienza e Fede - I sei giorni della Creazione dal Big-bang al Peccato originale' - Ed. Segno 2006, dove si approfondisce l'argomento della messa in discussione dei tre principi fondamentali della moderna teoria stratigrafica che sta alla base delle datazioni in merito alla antichità della Terra e quindi dell'evoluzionismo, della paleo-antropologia e della paleologia.
L'Opera dell'autore è liberamente scaricabile dalla Sezione Opere dal suo sito internet: www.ilcatecumeno.net
10 Il concetto di entropia venne introdotto agli inizi del XIX secolo, nell'ambito della termodinamica, per descrivere una caratteristica (la cui estrema generalità venne osservata per la prima volta da Sadi Carnot nel 1824) di tutti i sistemi allora conosciuti nei quali si osservava che le trasformazioni avvenivano invariabilmente in una direzione sola, ovvero quella verso il maggior disordine.