www.chieseitaliane.chiesacattolica.it<\/a>:<\/p>\nEdificio di ridotte dimensioni, ad aula rettangolare, orientato est-ovest, con presbiterio a pianta rettangolare di volumetria minore, basso corpo di sacrestia annesso a destra del presbiterio con ingresso anche esterno. Torre campanaria, con accesso esterno, in parte inglobata nell’innesto fra la sacrestia e il punto di attacco del presbiterio. Facciata piana con timpano a cornici rilevate e oculo di aerazione; piccolo portico a tre falde su due colonne frontali impostate su basso muretto; nicchia superiore con monogramma "SM"; portale lapideo. Interno con soffitto piano impostato su cornice grigia modanata a correre, su ciascun lato due finestre rettangolari ad arco ribassato. Presbiterio rialzato di due gradini che prospetta tramite l’arcosanto a tutto sesto dipinto di grigio chiaro; soffitto piano su cornice perimetrale modanata di colore grigio ed emblema centrale; due finestre rettangolari a sesto ribassato contrapposte. A destra la porta di accesso alla sacrestia. Pavimentazione in seminato con fascia perimetrale ed emblema centrale fitomorfo con le date "1831" e "1998".<\/em><\/p>\nSi prova un profondo senso di pace e di raccoglimento in questa chiesetta dallo svelto campanile, costruita con tanta fede e buona volont\u00e0, auto-tassandosi, dagli abitanti di una modestissima borgata fuori mano come Baldasseria, davanti a un folto di alberi che le fa da cornice, lungo una strada dritta e suggestiva che sembra perdesi nella campagna come una freccia, e poi entrando nell’interno silenzioso, spoglio, semplicissimo, con le bianche pareti dipinte a calce, senza il mimino ornamento, n\u00e9 un quadro, n\u00e9 una decorazione, n\u00e9 un lampadario, nulla, ad eccezione della famosa icona, dipinta su legno, sfuggita alla distruzione della cappella campestre in cui si trovava fon dal XVII secolo, ad opera dei gloriosi "liberatori" francesi che vennero in queste terre a portare la libert\u00e9<\/em>, la fraternit\u00e9<\/em> e l’egalit\u00e9<\/em>, nonch\u00e9 a rubare e fare man bassa di tutto quel che capit\u00f2 loro a tiro, cominciando col fare mercato della millenaria Repubblica di Venezia con l’imperatore d’Austria, come dei briganti, nel 1797. \u00c8 commovente, guardando quel manufatto che \u00e8 stato posto dalla piet\u00e0 popolare sopra l’altar maggiore, pensare che ha superato felicemente tante disavventure e che ancora, dopo quattro secoli, ravviva la fede di quanti vengono qui a dire una preghiera. Di fronte, pochissime case dall’aspetto modesto; a destra e a sinistra, la via che corre nella pianura, in mezzo al verde; a breve distanza, il canale Ledra, che taglia la campagna mormorando e porta le acque del Tagliamento a riversarsi nel torrente Torre. Sembra il quadretto delineato, con pochi versi aggraziati, da Aldo Palazzeschi in Rio Bo<\/em> — ricordate?-: Tre casettine \/ dai tetti aguzzi, \/ un verde praticello, \/ un esiguo ruscello: Rio Bo, \/ un vigile cipresso<\/em>… Tuttavia, se la cornice \u00e8 bucolica e quasi idillica, la storia di questa comunit\u00e0, di queste pietre, di questo dipinto, \u00e8 molto seria, quasi drammatica: \u00e8 la storia di come un popolo semplice, laborioso, pacifico, sovente calpestato dalla violenza della storia, ha lottato per conservare la fede; un popolo che \u00e8 sempre stato povero, che ha sparso i suoi emigranti ai quattro angoli del globo terracqueo, a costruire la ferrovia transiberiana e a produrre legame nelle segherie della Terra del Fuoco, ma che ha sentito il bisogno di eseguire uno sforzo ulteriore per avere la propria chiesetta, per avere un prete che alla domenica venisse a celebrare la santa Messa in quest’angolo di campagna cos\u00ec vicina, ma anche cos\u00ec lontana dal centro cittadino. Un popolo ignorante, con un alto tasso d’analfabetismo, e, per giunta, un popolo incline alla bestemmia, antico vizio molto diffuso nelle campagne friulane fino a pochi anni fa — oggi, non sapremmo dire — e tuttavia, a modo suo, religiosissimo. Un popolo che ha sempre cercato e trovato in Dio, nel Dio annunciato da Ges\u00f9 nel Vangelo, quindi nel Dio cattolico – checch\u00e9 ne dica oggi il signore argentino che dice di essere papa, ma non agisce da papa, non parla da papa, non pensa da papa, anzi, nemmeno da cristiano – il sostegno e il conforto in tutte le sue tribolazioni: dalle sanguinose e distruttive incursioni dei turchi, alle pestilenze, alle due guerre mondiali con i loro orrori e i loro eccidi, al terremoto del 1976 che \u00e8 stato solo l’ultimo di una lunga serie di disastri naturali. Un popolo che ha sempre lottato, che si \u00e8 sempre rimboccato le maniche, che non si \u00e8 mai auto-compassionato, non ha mai fatto la vittima, non ha mai aspettato che altri risolvesse i suoi problemi (fasin di bess\u00f4i<\/em>, "facciamo da soli" \u00e8 sempre stato il suo motto e perfino il suo difetto), e che \u00e8 andato avanti grazie alla sua fede. Impossibile non fare un confronto col presente, con la fede odierna dei cattolici.<\/p>\nMa esistono ancora, i cattolici? O sono ormai una specie estinta? Sono cattolici quelli che vanno in piazza ad applaudire il signore argentino, ma pensano che l’aborto non sia un peccato poi cos\u00ec grave, pi\u00f9 un dramma per la donna che la soppressione di un nascituro; che si possa benissimo divorziare e risposarsi, e tuttavia fare la Comunione, come se nulla fosse; che ci si pu\u00f2 sposare fra persone dello stesso sesso, e ricevere la benedizione della Chiesa; che si pu\u00f2 scegliere l’eutanasia, per se stessi o per i propri cari, e restare pecorelle del gregge di Cristo. Che basti dire sempre: accoglienza, accoglienza<\/em>, anche se si tratta di incrementare il traffico di esseri umani che arricchisce dei criminali senza scrupoli, e anche se, cos\u00ec facendo, si riempie l’Italia di gente allo sbando, che vive in clandestinit\u00e0, che commette centinaia e centinaia di reati ogni giorno; che basti, insomma, scaricare la cosiddetta accoglienza sulle spalle di qualcun altro, gravare oltre ogni limite il peso che deve portare l’intera societ\u00e0, per essere dei buoni cattolici. Eppure tutto questo zelo di carit\u00e0, tutta questa smania di essere accoglienti, tutta questa solerzia per i bisognosi, non si erano manifestati, in forme cos\u00ec spettacolari, e in prediche cos\u00ec imperative, per non dire intimidatorie e ricattatorie, spinte fino all’anatema contro i cattivi, i populisti, i sovranisti, allorch\u00e9 si trattava di prendersi cura degli italiani poveri, il cui numero cresceva a dismisura dopo la grande crisi del 2008 e che ha riempito l’Italia di disperati e di suicidi, gente che si \u00e8 ammazzata perch\u00e9 aveva perso i risparmi o il posto di lavoro, e perdere il posto di lavoro a cinquant’anni vuol dire perdere anche la speranza di trovarne un altro. Specie con un governo che, come la neochiesa, sembra preoccuparsi solo dei migranti, avere compassione solo per loro, cercare delle soluzioni solo per loro, e fornire loro ogni possibile giustificazione, anche quando commettono gravi reati: come quel tribunale del riesame che ha rimesso in libert\u00e0 uno spacciatore africano recidivo, dicendo, nella sentenza di scarcerazione, fra l’altro, che costui non aveva altre fonti di reddito e quindi, poverino, poteva contare solo sullo spaccio di droga per mantenersi.<\/p>\nLe vicende storiche di una piccola chiesa di periferia, come quella di Santa Maria degli Angeli, e di una piccola comunit\u00e0 cattolica, come quella di Baldasseria, ci ricordano cosa vuol dire veramente essere societ\u00e0 e cosa vuol dire essere Chiesa. E come per fare una societ\u00e0 non basta una massa disordinata d’individui provenienti da ogni angolo del mondo, ciascuno con le proprie tradizioni e ciascuno coi suoi interessi egoistici da imporre sugli altri, allo stesso modo per fare Chiesa non basta che ci sia un gruppo di persone che professano esteriormente certe forme cultuali, e soprattutto non basta dirsi cattolici, tanto meno dirsi seguaci di Francesco. Il papa non \u00e8 altri che il vicario di Cristo e lo si pu\u00f2 considerare il capo della Chiesa visibile, ma sempre in subordine a Cristo, finch\u00e9 rimane nel solco del Magistero, della Traduzione e delle Scritture; non merita pi\u00f9 obbedienza, n\u00e9 venerazione, n\u00e9 rispetto, se esce dal seminato, se si fabbrica un suo magistero, se disprezza la Tradizione e se legge le Scritture a modo suo, cio\u00e8 come fanno i protestanti. Anzi, se egli si macchia di tali gravissime colpe, diventa un preciso dovere del cristiano quello di dire forte e chiaro che egli sta trascinando la Chiesa su di una strada errata, e per la salute delle anime \u00e8 doveroso ammonire che non bisogna ascoltarlo, n\u00e9 seguirlo, ma anzi bisogna mettere in guardia tutti i fedeli contro i suoi falsi insegnamenti. Quello che manca, in una societ\u00e0 ridotta a una somma numerica d’individui eterogenei, e in una chiesa (minuscola) ridotta a un gregge sbandato che non segue il vero ed unico Pastore, ma segue falsi pastori infedeli alla dottrina, dei lupi travestiti da pastori che portano le anime alla perdizione, \u00e8, in entrambi i casi, l’anima. L’anima di una societ\u00e0 risiede nella concordia e nella coesione dei suoi membri; i quali possono, certo, avere idee diverse e in qualche misura, accogliere elementi stranieri, ma che non potr\u00e0 mai funzionare se il numero degli stranieri diviene tale da non essere assimilabili e soprattutto se prevale in tutti, stranieri e cittadini di nascita, un atteggiamento egoistico e una ottusa volont\u00e0 di far prevalere logiche di parte, estranee e contrarie al bene collettivo. Allo stesso modo, l’anima della Chiesa visibile risiede nella fede viva dei suoi membri: che non si manifesta nelle forme ostentate e clamorose di "amore" per il prossimo, tutti di segno ideologico e tali da mette gravemente a disagio i propri fratelli, come fa quel prete di Pistoia che mette a dormire in chiesa i sedicenti profughi e clandestini, in spregio alle decisioni della pubblica amministrazione, esasperando gli animi e accendendo le fiammelle di una strisciante guerra civile. Senza questa fede viva, la Chiesa non c’\u00e8: c’\u00e8, s\u00ec, una fede nell’uomo, ma non in Dio…<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
La chiesa di Santa Maria degli Angeli \u00e8, crediamo, la meno conosciuta fra gli stessi udinesi, fatta eccezione, ovviamente, per quelli del quartiere di Baldasseria. Il [\u2026]<\/span><\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":30139,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_jetpack_memberships_contains_paid_content":false,"footnotes":""},"categories":[16,28],"tags":[109],"class_list":["post-27546","post","type-post","status-publish","format-standard","has-post-thumbnail","hentry","category-omaggio-alle-chiese-natie","category-architettura","tag-chiesa-cattolica"],"jetpack_featured_media_url":"https:../../../../fides-et-ratio.it/wp-content/uploads/2023/10/categoria-architettura.jpg","jetpack_sharing_enabled":true,"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/27546","targetHints":{"allow":["GET"]}}],"collection":[{"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/2"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https_3A//fides-et-ratio.it/wp-json/wp/v2/comments@post=27546"}],"version-history":[{"count":0,"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/27546\/revisions"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/media\/30139"}],"wp:attachment":[{"href":"https_3A//fides-et-ratio.it/wp-json/wp/v2/media@parent=27546"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https_3A//fides-et-ratio.it/wp-json/wp/v2/categories@post=27546"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https_3A//fides-et-ratio.it/wp-json/wp/v2/tags@post=27546"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}