www.parrochiasanmarco.net<\/a>:<\/p>\nIl 26 gennaio 1314 veniva documentata la prima offerta a favore della chiesa di San Tommaso in Chiavris, forse costruita da poco dal gruppo di pastori e contadini abitanti della zona. La prima visita pastorale del 1593 la vede chiesa di una delle borgate di Paderno, dotata di battistero e di tabernacolo. C’erano due banchi, uno per inginocchiarsi e uno per conservare i paramenti di "buona stoffa, ma consumati". I vasi erano dorati o d’argento. C’era il libro dei battezzati e quello con l’elenco degli offerenti per le Messe dei defunti e il Messale. Intorno alla chiesa c’era un piccolo cimitero. Nel 1600 la chiesetta appare corrosa dall’umidit\u00e0, ma pulita e ordinata. Viene lentamente restaurata e nel 1660 il patriarca Dolfin la giudica decorosa e bella. Dai registri parrocchiali appare lo spirito comunitario della popolazione; alcuni laici, eletti dall’assemblea, provvedevano alla manutenzione del luogo e dei beni, all’acquisto degli arredi, a incaricare delle celebrazioni il Pievano di Paderno, i cantori, il sagrestano. Alla fine del 1800 fu deciso di ampliare la chiesetta. I lavori iniziarono luned\u00ec 31 luglio 1896 e i parrocchiani parteciparono con materiale, giornate di lavoro, offerte. Il 24 aprile 1898 la nuove chiesa veniva consacrata con i titoli di San Tommaso e San Marco. Nel 1906 si pens\u00f2 alla costruzione della canonica che fu completata solo nel 1914. Il 13 agosto vi entrava don Davide Floreani primo parroco dal 1919, appena rientrato dal servizio militare di cappellano. Nel 1927 fu risistemata la canonica, il piccolo giardino antistante, l’orto e fu commutata con il Comune una striscia di terreno lungo l’abside e il campanile, necessaria per l’allargamento di Via Tarcento, con la zona dell’attuale cortile parrocchiale. Nel 1935 fu affrescata l’abside con Cristo Re e il soffitto con l’Immacolata, aperte delle nicchie laterali per la statua del Sacro Cuore e di Maria (poi dal 1975 spostata all’altare della Sacra Famiglia e sostituita con la statua di San Giuseppe). Nel 1950 furono acquistate due casette in fondo al cortile per allargarlo. Il 20 dicembre moriva don Davide e il 26 maggio 1951 giungeva don Leandro Comelli. Nel 1960 veniva costruito l’oratorio dall’architetto Luciano Ria e dal 1969 gli abituali soggiorni estivi vennero accolti dalla casa di Pierabech acquistata pi\u00f9 tardi nel 1976. Nel 1977 una parte del territorio parrocchiale veniva staccata per costruire la parrocchia di San Giovanni Bosco. Nel 1991 Mons. Leandro veniva chiamato a continuare pi\u00f9 da vicino presso il Padre la sua opera di intercessore verso i parrocchiani tutti, insieme a don Davide, don Annibale, don Luca e tanti laici religiosi che questa comunit\u00e0 hanno amato. Nel 1992 veniva nominato parroco don Gastone e nel 2001 don Sergio [De Cecco]. (…) Nel 2010 Don Carlo [Gervasi] veniva nominato parroco.<\/em><\/p>\nUna brutta storia ha portato la parrocchia di Chiavris ai tristi onori della cronaca nera. Nella notte fra sabato 28 e domenica 29 luglio del 1991 due balordi, forse drogati, forse legati a una setta satanica, due sbandati che gi\u00e0 avevano bussato pi\u00f9 volte per chiedere, e ottenere, aiuti economici dal parroco monsignor Leandro Comelli (nato a Montegnacco di Cassacco nel 1915 e parroco di San Marco dal 1951), appiccano il fuoco alla canonica, mentre il parroco e la perpetua stanno dormendo. I vigili del fuoco accorrono velocemente e portano fuori i due anziani prima che le fiamme li raggiungano, ma \u00e8 troppo tardi: hanno respirato le esalazioni dell’incendio e muoiono entrambi. Gli autori del duplice assassinio – perch\u00e9 tale \u00e8 stato a tutti gli effetti, e non si venga a parlare di disgrazia – un udinese e un fiorentino, vengono presi, processati e condannati a 24 anni sia in assise che in appello, ma la Cassazione riduce la pena a 16: troppo pochi, a parer nostro, per un delitto cos\u00ec odioso e palesemente premeditato. Questa non \u00e8 bont\u00e0, \u00e8 buonismo: senza contare che se alla Chiesa si addice di essere misericordiosa, purch\u00e9 ci sia il pentimento, beninteso, allo Stato spetta di esercitare la giustizia: due assassini come quelli stavano bene all’ergastolo, dove non avrebbero pi\u00f9 potuto fare del male al prossimo. E per quanto le loro vite sbagliate possano muovere a piet\u00e0, e per quanto si possano invocare tutte le attenuanti per l’ambiente degradato in cui erano immersi, resta il fatto che lo Stato non ha il diritto di fare della generosit\u00e0 all’ingrosso sulla pelle dei cittadini: troppe volte abbiamo visto dei delinquenti reiterare gravi reati, e ogni volta ci siamo chiesti come sia stato possibile che fossero tornati cos\u00ec presto in libert\u00e0, dopo essersi mostrati socialmente pericolosi. Una domanda che andrebbe rivolta a tutti i magistrati di sinistra che pensano di vendicare le ingiustizie sociali mettendo a piede libero i malfattori, con il nobile intento di dar loro una seconda (e magari anche una terza) possibilit\u00e0, ma esponendo a gravi pericoli le persone oneste e indifese. Ma questa \u00e8 solo una nostra riflessione, e vale quel che vale. Nessuno, per\u00f2, pensi di chiuderci la bocca affermando che il vero cristiano deve perdonare: s\u00ec, \u00e8 verissimo che deve saper perdonare; ma questo non significa che il perdono si sostituisca alla giustizia o che la faccia automaticamente decadere. Al contrario, la giustizia deve fare il suo corso, altrimenti la societ\u00e0 opera contro se stessa, e il bisogno di vedere affermata la giustizia, che \u00e8 nel cuore di ciascuno, e specialmente delle vittime dei reati, o dei loro parenti, rimane amaramente deluso, e genera, a sua volta, rabbia, rancore e disperazione. Il che costituisce una ulteriore ingiustizia e, dal punto di vista cristiano, \u00e8 un indurre in tentazione proprio chi ha gi\u00e0 tanto sofferto. Strano che non se ne accorgano quei neoteologi e quei neopreti che ci tengono tanto a cambiare le parole del Padre nostro<\/em> perch\u00e9 non piace loro l’espressione: e non c’indurre in tentazione<\/em>, in quanto vogliono mettere bene in chiaro che non \u00e8 Dio a indurci in tentazione (ma c’era davvero bisogno di cambiare le parole di una preghiera antichissima, la pi\u00f9 importante preghiera del cristiano, come se davvero qualcuno non ne comprendesse l’autentico significato?). Loro, per\u00f2, con il loro buonismo, non esitano a esporre alla tentazione dell’odio e della disperazione un padre o una madre che, per esempio, hanno avuto la figlia stuprata e uccisa da un balordo, da un drogato, da un violento, e che vedono infliggere all’assassino una pena mitissima, con la prospettiva di trovarselo faccia a strada, per la strada, dopo solo qualche anno, come se niente fosse stato.<\/p>\nDifficile non pensare alla recentissima decisione del signor Bergoglio di cambiare, con un tratto di penna, il paragrafo 2267 del catechismo, quello relativo alla pena di morte, sostenendo che quest’ultima \u00e8 sempre inammissibile, in qualunque circostanza. Una decisione arbitraria nella forma (definirla irrituale \u00e8 troppo poco; immaginiamo dove si andr\u00e0 a finire, una volta creato un simile precedente) e discutibile nella sostanza, visto che n\u00e9 Tommaso d’Aquino, n\u00e9 Caterina da Siena, n\u00e9 altri santi e teologi e papi prima di lui, avevano pensato quel che lui pensa, e che ha voluto imporre d’imperio. La motivazione che ha fornito \u00e8, se possibile, ancor pi\u00f9 discutibile, cos\u00ec come viene espressa nel paragrafo riformulato:<\/p>\n
Per molto tempo il ricorso alla pena di morte da parte della legittima autorit\u00e0 dopo un processo regolare, fu ritenuta una risposta adeguata alla gravit\u00e0 di alcuni delitti e un mezzo accettabile, anche se estremo, per la tutela del bene comune. Oggi \u00e8 sempre pi\u00f9 viva la consapevolezza che la dignit\u00e0 della persona non viene perduta neanche dopo aver commesso crimini gravissimi.<\/em><\/p>\nChe cosa c’\u00e8 che non va, in questo discorso? Tutto. Primo: non si capisce chi \u00e8 il soggetto di quel per molto tempo il ricorso alla pena di morte… fu ritenuta una risposta adeguata<\/em>, eccetera. Non dice "la Chiesa", resta sul generico, e questo per calcolata ambiguit\u00e0: perch\u00e9; se il soggetto \u00e8 la Chiesa, allora appare evidente che la Chiesa, per molto tempo, l’ha pensata cos\u00ec, e dunque ora il signore argentino vuole imporre un pensiero diverso; se il soggetto \u00e8 la societ\u00e0, allora appare evidente che la Chiesa, secondo lui, deve andare a rimorchio di quello che pensa il mondo, deve adeguarsi ai cambiamenti di mentalit\u00e0, anche su questioni etiche di grandissima rilevanza. Secondo: la frase oggi \u00e8 sempre pi\u00f9 viva la consapevolezza della dignit\u00e0 della persona non viene perduta neanche dopo aver commesso crimini gravissimi, oltre a reiterare l’ambiguit\u00e0 dell’asserzione precedente, cio\u00e8 non lascia capire chi sia il soggetto del nuovo orientamento, introduce una ulteriore e ancor pi\u00f9 grave ambiguit\u00e0, non di ordine semantico, ma dottrinale. Infatti, che c’entra la dignit\u00e0 della persona con la pena di morte? La pena di morte non lede, di per s\u00e9, la dignit\u00e0 della persona umana: questo significa mescolare arbitrariamente un giudizio di ordine morale (ogni persona \u00e8 dotata di una dignit\u00e0 intrinseca e insopprimibile, il che \u00e8 vero, specialmente per un cristiano) con un giudizio di ordine giuridico (questa tale persona ha commesso un reato meritevole della pena di morte). Non c’\u00e8 contraddizione fra il riconoscimento della dignit\u00e0 umana e l’eventuale decisione di comminare legalmente la pena capitale in presenza di delitti particolarmente gravi. Una persona non perde la dignit\u00e0 per il fatto di essere privata della vita: questa \u00e8 un’idea giusnaturalista, \u00e8 un’idea liberale, \u00e8 un’idea moderna, ma non \u00e8 un’idea cristiana. Santa Caterina da Siena o San Giuseppe Cafasso, che di condannati a morte se ne intendevano (di condannati, cio\u00e8 di casi umani concreti, non di condanne, cio\u00e8 di sentenze puramente astratte), forse pi\u00f9 del signor Bergoglio, che non ci risulta abbia mai confortato un condannato a morte, non si sono mai sognati di fare una battaglia contro la pena capitale n\u00e9 di convincere la Chiesa a dichiararla illecita sempre e comunque. Al contrario, la sana dottrina cristiana ha sempre insegnato che il peccatore deve pagare il suo debito sia davanti a Dio che davanti alla legge degli uomini, il che, evidentemente, implica che egli si sottoponga alla pena che gli viene infitta, e che la consideri una giusta riparazione per il male che ha fatto. Si rileggano le parole che il buon ladrone, sulla croce, durante l’agonia del nostro Signore, rivolge al suo compagno di sventura, il quale aveva schernito Ges\u00f9, dicendogli di salvare se stesso e anche loro due, se davvero era il Cristo (Lc<\/em>, 23, 40-42): Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena?\u00a0Noi giustamente, perch\u00e9 riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male. (…) Ges\u00f9, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno.<\/em><\/p>\nMa c’\u00e8 una terza ragione per dire che la nuova formulazione del catechismo sulla pena di morte, voluta dal signore argentino, non riflette la vera dottrina cattolica. Tutto il senso del discorso nasce da una impostazione storicistica della questione: una legge \u00e8 da ritenersi giusta o ingiusta a seconda del consenso popolare. Ma questo non pu\u00f2 essere il modo di ragionare del cristiano, la cui prospettiva non \u00e8 rivolta alla storia, ma a Dio: e le azioni umane, davanti a Dio, hanno sempre un valore assoluto. Ci\u00f2 significa che il giudizio su di esse non \u00e8 soggetto a cambiamento. E ci\u00f2 vale non solo per la pena di morte, ma per tutto: ad esempio, vale per il giudizio sulla sodomia, che, a parere di molti, sar\u00e0 l’oggetto di una prossima modifica del catechismo da parte del signore argentino. Siccome oggi c’\u00e8 un consenso sul fatto che due uomini o due donne possano sposarsi e anche avere dei figli (ma \u00e8 proprio vero? oppure il consenso lo vorrebbe creare il fuoco incrociato e martellante dei mass-media<\/em>, tutti controllati dalla \u00e9lite<\/em> massonica, globalista e anticristiana?), allora anche la Chiesa dovr\u00e0 riconoscere come lecite e perfino buone tali unioni. Almeno stando alle premesse e visto come si \u00e8 regolato costui sulla questione della pena di morte. Ma allora speriamo che il suo gioco diventi chiaro anche a quanti, finora, hanno preferito non vedere e non sapere. Quella del signor Bergoglio, di Paglia e Galantino non \u00e8 pi\u00f9 la Chiesa cattolica; \u00e8 un’altra cosa, la sua diabolica contraffazione. Si son presi il marchio di fabbrica e vendono merce falsa. Ai cattolici perci\u00f2 resta un solo dovere di obbedienza: quello verso Dio, non certo verso questa genia scellerata.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"La chiesa di San Marco Evangelista, parrocchia del quartiere settentrionale di Chiavris, cos\u00ec come ci appare oggi, \u00e8 moderna, relativamente parlando, perch\u00e9 nel 2018 ha compiuto [\u2026]<\/span><\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":30139,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_jetpack_memberships_contains_paid_content":false,"footnotes":""},"categories":[16,28],"tags":[109,241,245],"class_list":["post-27524","post","type-post","status-publish","format-standard","has-post-thumbnail","hentry","category-omaggio-alle-chiese-natie","category-architettura","tag-chiesa-cattolica","tag-san-tommaso-daquino","tag-santi"],"jetpack_featured_media_url":"https:../../../../fides-et-ratio.it/wp-content/uploads/2023/10/categoria-architettura.jpg","jetpack_sharing_enabled":true,"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/27524","targetHints":{"allow":["GET"]}}],"collection":[{"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/2"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https_3A//fides-et-ratio.it/wp-json/wp/v2/comments@post=27524"}],"version-history":[{"count":0,"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/27524\/revisions"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/media\/30139"}],"wp:attachment":[{"href":"https_3A//fides-et-ratio.it/wp-json/wp/v2/media@parent=27524"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https_3A//fides-et-ratio.it/wp-json/wp/v2/categories@post=27524"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https_3A//fides-et-ratio.it/wp-json/wp/v2/tags@post=27524"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}