Luoghi nascosti a Udine e Gemona. Palazzo Antonini-Mangilli-Del Torso e il suo giardino<\/em> (pp. 19-21):<\/p>\nL’aspetto di Piazza Garibaldi nel Cinquecento era assai diverso rispetto a quello attuale, con molti pi\u00f9 orti e giardini che edifici. Tra questi alcuni subirono numerosi passaggi di propriet\u00e0 sia per eredit\u00e0 che con vendite, fino ad arrivare al 1679, quando Carlo Rimini e i fratelli Moro decisero di vendere le loro spaziose case al Comune di Udine, perch\u00e9 vi potesse collocare le scuole pubbliche. Il Comune decise di assegnarle, per l’insegnamento, all’ordine dei Padri Barnabiti perch\u00e9 realizzassero un collegio-convitto. Il Comune si rese conto che la spesa sarebbe stata molto impegnativa per cui fu costretto a chiede un prestito al Monte di Piet\u00e0. La scuola era destinata a persone ricche e nobili, questi ultimi avevano anche il privilegio di una sezione a loro destinata. Una scuola pubblica di tipo letterario era stata istituita a Udine gi\u00e0 dal 1297; essa oper\u00f2 fino al 1679, quando fu trasformata nel "Gymnasium Civitatis Utini", gestito dai Padri Barnabiti, con il sostegno legale e finanziario del Comune di Udine. Fu un’istituzione organica, strutturata sul modello letterario ginnasiale, con gli insegnamenti di grammatica, di umanit\u00e0, di retorica e di logica. Si costruirono locali adeguati allo scopo.<\/em><\/p>\nI Padri Barnabiti rappresentano uno dei pi\u00f9 antichi ordini della Chiesa. Nato nel 1532, la sua attivit\u00e0 principale era l’insegnamento, nelle scuole o come predicatori. Definiti originariamente "Congregazione di San Paolo", successivamente queste padri presero il nome della chiesa dove stabilirono la loro sede, cio\u00e8 la Chiesa di San Barnaba a Milano. A Udine nel 1683 venne fatto costruire anche un portone tuttora esistente in via Ginnasio Vecchio per il loro ingresso all’istituto religioso, senza dover uscire dal centro cittadino, visto che allora, questo, era delimitato da una porta di cinta (Porton de Grazzano) ora non pi\u00f9 esistente in via Cesare Battisti. Gli studenti cittadini, per accedere alla scuola erano costretti a passare per quella porta, anche perch\u00e9 quella era l’unica uscita, visto che l’attuale Via del Gelso non esisteva e la piazza era chiusa da edifici. Nel 1699 fu costruita in Piazza Garibaldi, allora chiamata "Piazza dei Barnabiti", anche la chiesetta di S. Lorenzo Giustiniani, demolita nel 1874, per far spazio alla nuova facciata della scuola. La chiesa aveva l’ingresso vicino ad essa, perch\u00e9 vi potessero accedere anche gli studenti. Nel 1810, con il decreto di Napoleone che fece chiudere tutti gli ordini e le Congregazioni religiose, anche il collegio-convitto di Udine venne chiuso e i Padri Barnabiti se ne andarono. In seguito l’ordine si riform\u00f2 e attualmente ha sede a Roma e opera in molte parti del mondo. L’impegno dei Barnabiti cess\u00f2 dopo 131 anni, con l’anno scolastico 1809-10, in applicazione del decreto di soppressione delle corporazioni religiose, emanato da Napoleone Bonaparte. Alla direzione della Scuola era allora il barnabita friulano, padre Alessandro Tartagna. A lui e ai suoi predecessori si deve la formazione di quella "Biblioteca Barnabitica" che costituisce, con i suoi 1230 volumi superstiti, di cui molti incunaboli, la base storica della Biblioteca del Liceo. Ginnasio e Liceo, prima istituzionalmente distinti (sino al 1851), poi fusi insieme nell’Imperial Regio Ginnasio Liceale proseguirono la loro attivit\u00e0 fino al 1866, quando divennero una Scuola del Regno Italico. A questo periodo risale l’intitolazione dell’istituto a Jacopo Stellini, frate somasco cividalese vissuto tra il 1699 e il 1770, docente di filosofia morale, dal 1739 alla morte, nel Ginnasio patavino. Una raccolta di manoscritti delle opere di Stellini \u00e8 stata donata dagli eredi all’Istituto ed \u00e8 conservata in biblioteca.<\/em><\/p>\nNel 1821 l’ingegnere Valentino Presani progett\u00f2 l’attuale palazzo in stile neoclassico (ora Scuola Media Manzoni) destinato inizialmente al ginnasio–liceo. I lavori proseguirono lentamente, sia per ragioni finanziarie, sia perch\u00e9 all’inizio, il progetto non piacque e ci furono molte controversie e solo nel 1858, assai modificato, si complet\u00f2 il palazzo come ora lo vediamo. I locali del precedente collegio furono rinnovati nel 1833 e destinati ad ospitare fino al 1918 la Scuola Classica e in seguito anche altri Istituti quali l’Istituto Tecnico "Zanon", il Liceo scientifico "Marinelli" e altre scuole.<\/em><\/p>\nPer noi, che abbiamo frequentato la scuola media statale Manzoni<\/em>, precisamente nel triennio 1967-70, quel luogo di Udine riveste un significato particolare; nessuno mai, per\u00f2, ci aveva spiegato che quell’edificio aveva ospitato una delle scuole pi\u00f9 antiche e prestigiose, quella dei padri Barnabiti, forse anche — se la supposizione non \u00e8 troppo fantasiosa — per il tenace persistere di una certa mentalit\u00e0 anticlericale. Si deve considerare che i Barnabiti non vennero richiamati in citt\u00e0 dopo il crollo dello Stato fantoccio di Napoleone, il Regno d’Italia, che li aveva cacciati e requisito il loro nobile collegio, n\u00e9 questo venne pi\u00f9 restituito a loro o alla Chiesa. Nel 1866, poi, la piazza, che si chiamava Piazza dei Barnabiti, venne intitolata a Garibaldi, quasi per cancellare il ricordo di quell’epoca religiosa; il quale Garibaldi venne a visitare Udine l’anno dopo, il 1\u00b0 marzo 1867, accompagnato da Benedetto Cairoli, e parl\u00f2 alla folla dal balcone del palazzo Del Torso, come \u00e8 attestato da una lapide posta sulla sua facciata. Nel 1886 venne posto davanti alla scuola un grandioso monumento in bronzo celebrante il cosiddetto Eroe dei Due Mondi, posto su un piedistallo, con un giovanissimo trombettiere delle camicie rosse, pi\u00f9 in basso, che agita una lacera bandiera tricolore, opera dello scultore veneziano Guglielmo Michieli. Ora, si sa quanto fosse accesamente anticlericale il massone Garibaldi; quanto odio e disprezzo nutrisse per la Chiesa e per il papa Pio IX; e quanto i suoi seguaci e ammiratori sognassero un’Italia totalmente laicizzata e secolarizzata, nella quale il cattolicesimo fosse solo una specie di brutto ricordo. Quante volte, aspettando, sulla piazza, che si aprissero i portoni della scuola, i ragazzi dal lato sinistro, le ragazze, rigorosamente separate, sul lato destro, abbiamo osservato quel gruppo scultoreo; e quante volte abbiamo letto l’iscrizione posta alla sua base, che recita: A Giuseppe Garibaldi, che nel grande animo al valore antico l’umanit\u00e0 dei nuovi tempi congiunse, questo monumento i friulani eressero l’anno 1886<\/em>. Quella espressione, l’umanit\u00e0 dei tempi nuovi<\/em>, ci ha sempre dato da pensare: evidentemente, in quei decenni vi era chi sognava una umanit\u00e0 completamente rinnovata, che non portasse pi\u00f9 il "peso" della tradizione. E quel giovane garibaldino che protende la tromba e la bandiera, e che — come \u00e8 stato osservato — pare un angelo laico, sembra il simbolo o l’annunciatore dell’umanit\u00e0 nuova; mentre il Generale, solenne, ieratico, con la sciabola al fianco, sembra la divinit\u00e0 del riscatto, venuta a spodestare, come ne L’inno a Satana<\/em> del Carducci, il vecchio Dio con tutti i suoi preti. Si aggiunga che — allora non lo sapevamo, lo abbiamo appreso molto tempo dopo — per dare maggiore risalto al monumento del supposto Eroe, la piazza sub\u00ec una ulteriore e radicale ristrutturazione: fra le altre cose, vennero eliminati i basamenti delle fontane e abbattuti o decapitati i bellissimi alberi che l’adornavano, facendo sparire intere aree verdi, ultimo ricordo di quando la piazza, posta fuori le mura, era quasi un angolo di campagna attraversata dalla roggia.<\/p>\nEcco, la falsificazione della storia \u00e8 cominciata da qui: si \u00e8 voluto manipolare il passato, cancellare frettolosamente milleottocento anni di storia del cristianesimo, esaltare una nuova era, l’Era dell’Uomo, fondata su una patente menzogna: che il Risorgimento sia stato un grande movimento di popolo, mentre la verit\u00e0 \u00e8 che fu fatto da un pugno di massoni che odiavano tutto ci\u00f2 in cui credeva il novantanove per cento della popolazione, ossia l’intero bagaglio della fede e della cultura religiosa cattolica. Il fatto che a noi studenti nessuno abbia detto che quella piazza e quello stesso edificio che ci ospitava, recavano l’impronta dei padri Barnabiti; e che solo recentemente un locale pubblico, situato di fronte, sull’altro lato della piazza, tramandi finalmente quel nome e quella memoria, \u00e8 altamente significativo. La seconda menzogna che \u00e8 stata rifilata alla nostra generazione \u00e8 legata a un altro mito di fondazione, pi\u00f9 recente e pi\u00f9 esiziale, che i nostri professori ci hanno inculcato con pervicacia: che l’Italia democratica e repubblicana sia nata, dopo la Seconda guerra mondiale, per merito di un altro soprassalto di vitalit\u00e0 e di fervore patriottico, chiamato Resistenza, un evento che avrebbe segnato il riscatto del popolo italiano da una umiliante, ventennale dittatura e delle fosche vicende dell’occupazione nazista. Alcuni di quei professori, persone peraltro rispettabili, alle quali serbiamo gratitudine per la passione e la competenza con le quali ci hanno trasmesso l’amore per il sapere, avevano fatto personalmente tale "resistenza", e quindi ne portavano ancor vivo il furore ideologico. Si sono ben guardati, per\u00f2, dal dirci che quella. Sfrndata dalla retorica auto celebrativa, fu una sanguinosissima guerra civile; che, alla sua conclusione, atroci vendette videro il massacro di migliaia di italiani ormai inermi, per mano di altri italiani; e che proprio l\u00ec, in Friuli, a non pi\u00f9 di venti chilometri in linea d’aria da Udine, i partigiani comunisti avevano trucidato una ventina di partigiani cattolici nelle malghe di Porz\u00fbs, mentre a Gorizia e Trieste i comunisti iugoslavi si abbandonavano a vendette ancor pi\u00f9 atroci, e migliaia di italiani innocenti venivano gettato nelle foibe, sul Carso, a volte ancor vivi, dopo aver subito sevizie inenarrabili, per scontare la sola colpa di essere italiani.<\/p>\n
Il destino ha voluto che mentre ci venivano propinate dall’alto queste due spudorate menzogne — il Risorgimento come risveglio di popolo, e la Resistenza come riscatto nazionale dalla servit\u00f9 e dalla barbarie nazifascista, una terza colossale menzogna, questa volta dal basso, venisse ad aggredire le basi di una consapevolezza onesta della realt\u00e0: quella del Sessantotto, della Fantasia al Potere, del Proibito Proibire, del Sei Politico, eccetera, eccetera. Era veramente l’inizio della fine per la cultura e per la seriet\u00e0 dell’istruzione scolastica, ma noi abbiamo avuto la fortuna di cogliere gli ultimi bagliori di luce prima che calasse la notte, e ne serbiamo un grato ricordo. Dopo le Camicie Rosse e dopo i Partigiani, si faceva avanti un terzo e pi\u00f9 nefasto mito: quello del Rivoluzionario; dopo Garibaldi e Pertini, Ernesto "Che"Guevara"; e un nuovo nemico: dopo il cattolicesimo e dopo il fascismo, l’odiata "societ\u00e0 borghese", marcia e decrepita, meritevole si sparire nelle fogne. E avanti coi Pasolini, coi Moravia, coi don Milani, coi Basaglia, al seguito dei Capanna, dei Cohn-Bendit e dei Marcuse, indi dei Pannella e dei suoi simili, con tutti quelli che proclamavano la "libert\u00e0" contro le catene di una non meglio specificata oppressione. E la marea femminista, naturalmente, con tutti i suoi nobilissimi ed elegantissimi slogan, come: Tremate, tremate, le Streghe son tornate<\/em>, oppure: L’Utero \u00e8 Mio e ne faccio quel che Voglio Io<\/em>. Poco prima c’era stata un’altra rivoluzione, silenziosa ma ancor pi\u00f9 devastante, proprio dentro la chiesa, l’ultima cittadella dei valori tradizionali — Dio, Patria e Famiglia – e aveva fatto da apripista al ’68 stesso: quella del Concilio Vaticano II. Zitti, zitti, con luciferina abilit\u00e0, un pugno di cardinali e vescovi massoni aveva cominciato a stravolgere i fondamenti della dottrina cattolica, mirando a trasformare la chiesa cattolica in una neochiesa protestante, modernista e filo-giudaica, sfilando il Deposto della fede da sotto il sedere, con licenza parlando, dei fedeli stessi. S\u00ec: eravamo solo dei ragazzini di undici anni, ma in qualche modo abbiamo intuito che la marea del nichilismo stava per portarci via le cose pi\u00f9 belle che le vecchie generazioni ci avevano lasciato: il senso della seriet\u00e0 della vita, dell’onest\u00e0, della sobriet\u00e0, degli affetti familiari. Ora tutto ci\u00f2 era divenuto il Male: andava dimenticato, rimosso. E cos\u00ec \u00e8 stato: e nei decenni successivi \u00e8 stata costruita una vera e propria anticivilt\u00e0, di cui stiamo ora raccogliendo i frutti velenosi: divorzio, aborto, eutanasia, matrimoni omosessuali; l’ignoranza e la stupidit\u00e0 del consumismo; e lo strapotere del capitale finanziario. Sommessamente chiediamo: ne valeva la pena?<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"I Barnabiti avevano un collegio e un importante complesso scolastico nel cuore di Udine gi\u00e0 a partire dalla fine del 1600, e naturalmente avevano anche una [\u2026]<\/span><\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":30139,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_jetpack_memberships_contains_paid_content":false,"footnotes":""},"categories":[16,28],"tags":[109,247],"class_list":["post-27523","post","type-post","status-publish","format-standard","has-post-thumbnail","hentry","category-omaggio-alle-chiese-natie","category-architettura","tag-chiesa-cattolica","tag-scuola"],"jetpack_featured_media_url":"https:../../../../fides-et-ratio.it/wp-content/uploads/2023/10/categoria-architettura.jpg","jetpack_sharing_enabled":true,"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/27523","targetHints":{"allow":["GET"]}}],"collection":[{"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/2"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https_3A//fides-et-ratio.it/wp-json/wp/v2/comments@post=27523"}],"version-history":[{"count":0,"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/27523\/revisions"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/media\/30139"}],"wp:attachment":[{"href":"https_3A//fides-et-ratio.it/wp-json/wp/v2/media@parent=27523"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https_3A//fides-et-ratio.it/wp-json/wp/v2/categories@post=27523"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https_3A//fides-et-ratio.it/wp-json/wp/v2/tags@post=27523"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}