{"id":26877,"date":"2011-09-15T05:37:00","date_gmt":"2011-09-15T05:37:00","guid":{"rendered":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/2011\/09\/15\/lutero-e-gli-ebrei\/"},"modified":"2023-09-13T14:24:38","modified_gmt":"2023-09-13T14:24:38","slug":"lutero-e-gli-ebrei","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/2011\/09\/15\/lutero-e-gli-ebrei\/","title":{"rendered":"Lutero e gli Ebrei"},"content":{"rendered":"

(Articolo originariamente pubblicato su Arianna Editrice<\/a>)<\/p>\n

Una “questione ebraica” \u00e8 sempre esistita in Germania, per tutto il Medioevo e l’et\u00e0 moderna; e l’antisemitismo non \u00e8 stato inventato da Hitler.<\/p>\n

Parrebbero verit\u00e0 lapalissiane; pure, nonostante tutto, qualche volta si ha l’impressione che sia necessario ricordarle.<\/p>\n

La personalit\u00e0 che pi\u00f9 potentemente ha contribuito al passaggio dell’Europa dal Medioevo alla modernit\u00e0 e che, al tempo stesso, pi\u00f9 di ogni altra ha contribuito alla formazione dello spirito nazionale<\/em> tedesco (nel senso, appunto, moderno del termine), \u00e8 stata certamente quella di Martinus Luder, il protagonista della Riforma protestante; e anche questa \u00e8 una verit\u00e0 lapalissiana e tuttavia, forse, un po’ trascurata.<\/p>\n

Lutero era uomo profondamente radicato nel Medioevo e profondamente radicato nell’orizzonte culturale tedesco, anzi, sassone e turingio. Del resto del mondo, egli non sapeva quasi nulla; delle Americhe, il “nuovo mondo” da poco scoperto dalle caravelle di Colombo, non parlava mai. Non sapeva quasi nulla di economia, di finanza, di cose militari; non si interessava alle arti, delle quali era sostanzialmente ignorante, con la sola eccezione della musica, in cui vedeva un utile strumento per aggregare gli uomini nella comunit\u00e0 religiosa.<\/p>\n

Figlio di un minatore, entrato nell’ordine agostiniano con tutta l’esuberanza e la passionalit\u00e0 del suo carattere, fortemente tedesco e fortemente popolano, circa le questioni sociali egli, in genere, condivideva il punto di vista delle classi umili – almeno fino al tragico spartiacque del 1525, con la guerra dei contadini e la sua violentissima presa di posizione contro di essi e a favore dell’autorit\u00e0 dei principi.<\/p>\n

Sanguigno, collerico, addirittura furente nelle sue polemiche contro gli avversari, egli tendeva a ridurre ogni contrasto in chiave di scontro personale. Gli sfuggivano i fattori profondi della storia, le lente trasformazioni e la complessit\u00e0 della moderna economia capitalistica; vedeva ogni cosa in termini di bianco e nero e, soprattutto, vedeva ovunque la presenza del Diavolo, deciso a irretire gli uomini e a trascinarli sulla via del male e del peccato.<\/p>\n

Questa fu anche la sua “spiegazione” della grande insurrezione contadina del 1525: non ne comprese affatto le antiche e profonde motivazioni; l’attribu\u00ec, invece, all’opera nefasta di alcuni “falsi profeti” – Thomas M\u00fcntzer in primis<\/em> – che avevano seminato odio e malvagit\u00e0 nel cuore dei contadini, pervertendo le loro legittime aspirazioni ad un ritorno al Vangelo e alla costruzione di una societ\u00e0 pi\u00f9 giusta.<\/p>\n

Se Lutero condivideva gran parte dei punti di vista dell’opinione pubblica tedesca – e solo cos\u00ec si spiega il successo travolgente della sua ribellione a Roma e al cattolicesimo, di cui la protezione dei principi riformati fu l’effetto e non la causa -, ne condivideva per\u00f2 anche le angustie, i malesseri e i pregiudizi.<\/p>\n

Gli Ebrei non erano amati nella Germania del primo Cinquecento, n\u00e9 lo erano mai stati; ma non tanto per ragioni di tipo religioso (che, anzi, fornivano piuttosto l’occasione o il pretesto all’antisemitismo), quanto per ragioni economico-sociali. Gli Ebrei erano malvisti perch\u00e9 erano, generalmente, benestanti o addirittura ricchi, in un mondo artigiano e contadino afflitto da una cronica povert\u00e0; e, per giunta, prestavano denaro a usura. Perci\u00f2 il sentimento diffuso nei loro confronti era il medesimo che accompagnava nobili e signori: una malcelata antipatia, che si spingeva fino alla violenza fisica. Lo scopo, sia nelle violenze contro gli Ebrei, che in quelle contro i signori, era sempre lo stesso: togliere ai ricchi per dare ai poveri.<\/p>\n

Si trattava, per le classi popolari, di una forma elementare di ridistribuzione dei beni e di affermazione di un principio conculcato di giustizia sociale.<\/p>\n

Un eccellente germanista italiano, allievo di Theodor W. Adorno e di J\u00fcrgen Habermas e della scuola di Francoforte, Claudio Pozzoli (nato a Milano nel 1942), autore di una ottima biografia di Lutero (Vita di Martin Lutero<\/em>, Milano, Rusconi, 1983, 1993, p. 34-35), scrive:<\/p>\n

“Per nobili e commercianti le strade erano pi\u00f9 pericolose che per il popolo. La scorta era sempre necessaria. Non solo a causa della criminalit\u00e0 cosiddetta comune .Il loro nemico principale erano i<\/em> Raubritter, i ‘cavalieri predoni’. Nel sud della Germania e in particolar modo nella Svevia, questi cavalieri avevano ormai ben poco a che vedere col loro lontano passato. Erano rimasti indipendenti e vivevano lontano dalle citt\u00e0, nelle loro fortezze in mezzo alla natura selvaggia delle foreste. Ma la loro epoca volgeva al termine. Lo sviluppo economico delle citt\u00e0 li aveva tagliati fuori. Si erano impoveriti e, per sopravvivere, assalivano convogli di merci, commercianti, potentati e trasporti di ogni genere, soprattutto quelli delle citt\u00e0, che avevano contribuito alla loro rovina e con cui erano entrati in conflitto.<\/em><\/p>\n

“Protetti dalle loro terribili armature, uniti in bande che si formavano casualmente e per brevi periodi, attaccavano anche piccoli villaggi, cittadine indifese, violentando donne, distruggendo abitazioni, bruciando conventi. Per terrorizzare le vittime gli tagliavano le dita, le mani, talvolta anche i piedi. E quando le loro spedizioni arrivavano nei territori controllati da arcivescovi, come Magonza, potevano addirittura contare sull’approvazione del popolo. L’odio contro la Chiesa di Roma e contro i suoi rappresentanti in Germania portava spesso a conseguenze grottesche come l’ammirazione per un oppressore pi\u00f9 crudele e pi\u00f9 tirannico di quello dominante. Quest’odio, per\u00f2, era dovuto al fatto che le istituzioni religiose erano padrone di un terzo circa del territorio tedesco e che i loro metodi di sfruttamento dei sudditi non erano in alcun modo meno brutali di quello di altri signori feudali.<\/em><\/p>\n

“I contadini odiavano ance gli ebrei. Agli occhi degli abitanti dei piccoli centri di campagna e dei contadini, gli ebrei rappresentavano il denaro a caro prezzo, i debiti, gli interessi sempre troppo alti da pagare. Il fenomeno non era recente. Anche se erano ufficialmente sotto la protezione dell’imperatore, nel medioevo agli ebrei tedeschi era interdetta la maggior parte delle professioni. Il piccolo commercio e il prestito del denaro erano le loro principali attivit\u00e0. A partire dal 1492, l’anno della cacciata definitiva degli ebrei dalla Spagna, le citt\u00e0 tedesche cominciarono a espellere tutti i cittadini di religione ebraica. All’inizio del 1500 solo a Francoforte, a Worms e a Praga esistevano ancora ghetti ebrei. A Strasburgo e ad Augusta gli israeliti potevano entrare di giorno: quando, alle sei del pomeriggio, suonava il ‘corno degli ebrei’, questi dovevano lasciare la citt\u00e0. Erano quindi costretti ad abitare nelle campagne senza il diritto di acquistare terra, di coltivarla o di diventare artigiani. Lontani dalle citt\u00e0 e dal grande commercio, prestavano denaro ai pi\u00f9 poveri, che per questo li odiavano. Non a caso il<\/em> Bundschuh dei contadini chiedeva la fine dello strozzinaggio, dell’usura e la cacciata degli ebrei. I grandi banchieri erano lontani, nelle citt\u00e0. Gli ebrei erano vicini, a portata di mano, gi\u00e0 da tempo bersaglio dei predicatori e dei fanatici religiosi. Potevano quindi essere colpiti facilmente. “<\/em><\/p>\n

\u00c8 possibile seguire l’evoluzione del pensiero di Lutero intorno alla questione ebraica lungo un arco di tempo di circa vent’anni, dal 1523 al 1542, poich\u00e9 in quelle due date egli diede alle stampe due opuscoli nei quali esponeva, al solito in maniera molto diretta, i propri convincimenti riguardo agli ebrei.<\/p>\n

Nel primo di questi due scritti, intitolato Cristo \u00e8 nato ebreo<\/em>, prevale un atteggiamento cauto e, tutto sommato, benevolo: gli ebrei non devono essere perseguitati, ma portati dai buoni esempi dei cristiani a convertirsi. Inoltre, i cristiani dovrebbero smetterla di propalare assurde storie che denigrano gratuitamente gli ebrei; e la legislazione secolare dovrebbe decidersi a riconoscere loro il diritto di accedere a qualunque professione. Se vengono lasciate loro solo l’attivit\u00e0 finanziaria e quella commerciale, come stupirsi che si facciano prestatori di denaro?<\/p>\n

Inoltre, bench\u00e9 il giovane Lutero avesse considerato l’usura uno dei peccati pi\u00f9 odiosi e dei vizi pi\u00f9 turpi della societ\u00e0, egli non fece mai l’equazione usura = ebraismo; e, mentre si scagliava contro la prima, si astenne dal lanciare alcun insulto all’indirizzo dei secondi.<\/p>\n

Nel secondo scritto, invece, che porta il titolo significativo Sugli ebrei e le loro menzogne<\/em>, il tono diviene estremamente violento e aggressivo. Lutero vi sostiene che gli ebrei desiderano segretamente la morte di tutti i cristiani e che, mediante il prestito ad usura, sono riusciti nell’impresa di rendere schiavi i Tedeschi in casa propria. Il rimedio non pu\u00f2 essere che uno, e Lutero non esita a suggerirlo, anzi ad esigerlo dalle autorit\u00e0 secolari: la cacciata di tutti gli ebrei dalla Germania, senza alcuna misericordia, come atto di ‘legittima difesa’ da parte di un popolo sfruttato e oppresso dalle loro male arti.<\/p>\n

Non solo: bisognerebbe dare alle fiamme le loro scuole e le loro sinagoghe, distruggere tutti i loro libri sacri e mettere i loro rabbini nella impossibilit\u00e0 di indottrinare le loro comunit\u00e0. Solo cos\u00ec ci si potrebbe mettere al riparo dalla loro smodata brama di potere, che li porta a tramare incessantemente e perfidamente per ridurre in servit\u00f9 il popolo che li ospita.<\/p>\n

La contraddizione fra le due posizioni, quella del 1523 e quella del 1542, \u00e8 netta e innegabile, come fa rilevare Claudio Pozzoli.<\/p>\n

D’altra parte, tutto il mondo era cambiato radialmente in quei vent’anni, e ancor di pi\u00f9 era cambiata la societ\u00e0 tedesca. In mezzo c’era stata la guerra contadina, con i suoi eccessi e con la sua repressione sanguinosa (terminata nel 1526 con la distruzione dell’ultimo importante focolaio di resistenza antisignorile, il Tirolo di Michael Gaismair; che sarebbe caduto, qualche anno dopo, assassinato a Padova da sicari degli Asburgo).<\/p>\n

Lutero, che aveva vissuto quegli eventi come la prova suprema e come lo spartiacque decisivo della sua predicazione e della sua vita, e che era passato da un iniziale sforzo di conciliazione tra le due parti a una posizione di condanna inesorabile e spietata dei contadini, aveva accentuato il suo pessimismo teologico e i tratti di misantropia e di livore del suo carattere, gi\u00e0 naturalmente portato ad eccedere in ogni cosa, ad estremizzare le posizioni che potrebbero esser suscettibili di una riconciliazione.<\/p>\n

Dopo che Lutero si era compromesso irreparabilmente schierandosi dalla parte dei principi, dei signori e del potere costituito, non gli restava altro da fare che accentuare la contrapposizione all’imperatore e al papa, pena il totale svuotamento della carica eversiva e innovatrice del suo movimento. In questa tarda fase della sua attivit\u00e0 e del suo pensiero, Impero e cattolicesimo diventarono i suoi due massimi nemici, le sue bestie nere, e la polemica contro di essi venne a caricarsi delle tinte pi\u00f9 incandescenti e truculente. Il papa, in particolare, non era per lui che lo strumento di cui il demonio cercava di servirsi per corrompere l’intera umanit\u00e0, precipitandola nel fuoco dell’inferno. E gli ebrei, che godevano della speciale protezione dell’imperatore, principale sostegno del papa, non potevano essere da lui visti se non come una quinta colonna del nemico all’interno della “cittadella” riformata.<\/p>\n

Il fatto che la sua rivoluzione religiosa fosse riuscita solo per met\u00e0, e che non solo non avesse rovesciato la chiesa di Roma, ma anzi, in un certo senso, che l’avesse resa pi\u00f9 forte e temibile di prima, accentuava la percezione della Riforma luterana come di un movimento bloccato e circondato di nemici; un movimento che, per difendersi e non perire, doveva stare continuamente all’erta, doveva vigilare contro tutti i nemici e tenersi pronto a colpire a sua volta.<\/p>\n

\u00c8 appena il caso di richiamare l’attenzione sulle analogie che esistono fra una tale condizione psicologica di Lutero, del Lutero anziano e sempre pi\u00f9 rancoroso e ipocondriaco degli ultimi anni (sarebbe morto nel 1546), e quella della Germania nazista di quattro secoli dopo, specialmente dopo l’inizio della seconda guerra mondiale, quando i capi del Terzo Reich si sentivano, essi pure, come gli esponenti di un “ordine nuovo” sospeso sul fil di rasoio fra trionfo e disfatta totale e, pertanto, obbligati a procedere senza piet\u00e0 nei confronti di ogni minaccia, e specialmente nei confronti del nemico interno numero uno: gli ebrei, appunto.<\/p>\n

\u00a0<\/em><\/p>\n

“Tre settimane prima di morire, da Eisleben dove era appena giunto, il vecchio Lutero scriveva alla moglie:\u00abQuando la faccenda principale sar\u00e0 sistemata, dovr\u00f2 dedicarmi agli ebrei, per farli scacciare. Il conte Albrecht di Mansfeld \u00e8 loro ostile, e li ha gi\u00e0 messi al bando. Ma nessuno ancora li ha toccati. Se Dio vuole, voglio aiutare dal pulpito io conte Albrecht e confermare la proscrizione degli ebrei\u00bb. Era il primo febbraio 1546.<\/em><\/p>\n

“Una settimana pi\u00f9 tardi, il 7 febbraio, il Riformatore scriveva alla moglie:\u00abOggi mi sin fatto sentire, a chi voleva sapere come la penso; e anche abbastanza forte, se deve servire a qualcosa\u00bb. Dopo la predica, che fu trascritta dal<\/em> famulus Johannes Aurifaber, Lutero aveva parlato degli ebrei in un breve discorso che porter\u00e0 il titolo<\/em> Ammonimento contro gli ebrei. Gli ebrei, disse il Riformatore, sono nostri nemici dichiarati, bestemmiano senza tregua il nome del nostro signore Ges\u00f9 Cristo, chiamano prostituta la Vergine Maria e figlio di donnaccia il Cristo, \u00abe se potessero ci ammazzerebbero tutti dal primo all’ultimo. E spesso lo fanno anche\u00bb. Tuttavia \u00abvogliamo agire cristianamente con loro, e offrire loro la fede cristiana\u00bb.<\/em><\/p>\n

\u00a0<\/em><\/p>\n

“Da pochi mesi Martin Lutero aveva compiuto sessantadue anni. Era un vecchio malato, pieno di dolori e di paure. Il suo mondo, come il suo corpo, erano segnati dalla fine imminente. E di questa fine il Riformatore parlava spesso. In realt\u00e0 la desiderava. Ed era gi\u00e0 cominciata da tempo. \u00c8 difficile stabilire da quando. Ma fu una brutta fine.<\/em><\/p>\n

“E fu lunga. Coincise con il processo d’involuzione, travagliato e contraddittorio, che aveva portato il grande ribelle di Worms a diventare un vecchio professore di provincia, collerico, sanguigno, ipocondriaco, un uomo arrivato, un po’ eccessivo in tutto, con il corpo gonfio tramandato dall’iconografia ufficiale: il \u00abpapa di Wittenberg\u00bb.<\/em><\/p>\n

“Nulla di meglio delle sue posizioni contro gli ebrei dimostra la reale portata di questa involuzione intellettuale, e il progressivo impoverimento della dimensione umana del Riformatore.<\/em><\/p>\n

\u00a0<\/em><\/p>\n

“Due date segnano questa degenerazione: 1523 e 1543. Vent’anni di distanza, le date di pubblicazione di due opuscoli:<\/em> Cristo \u00e8 nato ebreo, il primo, e<\/em> Sugli ebrei e le loro menzogne, il secondo. Come sempre in Lutero, si possono trovare e sottolineare degli elementi di continuit\u00e0 anche negli scritti sugli ebrei, soprattutto se riportati al suo sistema teologico. Ma queste sono cose secondarie per l’uomo Lutero e la narrazione della sua vita. La coerenza di fondo serve ai teologi, non alla storia.<\/em><\/p>\n

“Fin dall’inizio Lutero fu contrario alla religione ebraica. Ebrei, musulmani, turchi, pagani, erano tutti miscredenti. A loro si aggiunsero prima i papisti, poi i teologi della rivoluzione, e infine gli anabattisti. Ci\u00f2 che conta, per\u00f2, \u00e8 l’atteggiamento nei confronti di chi professava un’altra fede, i metodi e il linguaggio usato. E qui, nel lungo processo involutivo di Lutero, dai quaranta ai sessant’anni, la questione degli ebrei \u00e8 solo uno dei tanti esempi del cambiamento radicale intervenuto nella psicologia del Riformatore.<\/em><\/p>\n

“Cosa diceva Lutero nel 1523? L’obiettivo dello scritto<\/em> Cristo \u00e8 nato ebreo era di indurre i cristiani a cambiar il loro comportamento nei confronti degli ebrei, in modo da riuscire a convertirli. Il principio non era tanto quello della tolleranza religiosa, quanto quello della tolleranza umana, e quindi delle conseguenze umane, pratiche e quotidiane, delle tolleranza o intolleranza ideologica.<\/em><\/p>\n

“Il giovane Lutero prendeva decisamente le distanze dal trattamenti normalmente riservato agli ebrei fino allora. \u00abI nostri folli papi, vescovi, sofisti e monaci, infatti, queste grandi teste d’asino, hanno tenuto finora con gli ebrei un comportamento tale che ogni buon cristiano avrebbe voluto farsi ebreo. E se io fossi stato ebreo, e avessi visto la fede cristiana retta e insegnata da simili balordi e zotici, avrei preferito diventare un maiale piuttosto che farmi cristiano\u00bb. Se invece gli ebrei saranno trattati umanamente e fraternamente, \u00ab\u00e8 probabile che molti di loro diventino dei buoni cristiani\u00bb. Noi cristiani non abbiamo alcun motivo di essere superiori agli ebrei: \u00abIn origine eravamo dei pagani, mentre gli ebrei appartengono alla stirpe di Cristo. Non c’\u00e8 patriarca, n\u00e9 profeta, n\u00e9 apostolo che provenga dalle schiere pagane. Appartengono tutti al popolo ebraico\u00bb.<\/em><\/p>\n

“Per allacciare un colloquio con gli ebrei, il Riformatore consigliava di procedere con metodi pedagogici. Era assolutamente da escludere l’uso della violenza. I cristiani dovevano smetterla di considerare gli ebrei come cani, e di diffondere calunnie insensate sul loro conto, come per esempio l’assurdit\u00e0 secondo cui gli ebrei, per non puzzare, dovevano bere sangue cristiano. Infine, si doveva eliminare ogni discriminazione sociale nei loro confronti, cos\u00ec che potessero esercitate tutti i mestieri, alla pari dei cristiani, e non fossero pi\u00f9 costretti a continuare nella loro sordida attivit\u00e0 di usurai. \u00abE se anche molti si ostinano, che male fanno? Anche noi non siamo tutti buoni cristiani!\u00bb. Nello scritto non c’\u00e8 traccia di incomprensione, di durezza, n\u00e9 di rifiuto generalizzato del popolo ebraico. La pubblicazione conobbe un’ampia diffusione: nove ristampe nel solo 1523.<\/em><\/p>\n

“In quel 1523 gli ebrei erano una minoranza perseguitata, senza potere e, soprattutto, non avevano intenzione di convertire i cristiani alla loro religione. Nei vent’anni fino al 1543 gli ebrei non cambiarono. Fu Lutero a cambiare.<\/em><\/p>\n

\u00a0<\/em><\/p>\n

“Nello scritto del 1542, l’unica cosa che sembra gli stia a cuore \u00e8 di proteggere i cristiani dagli ebrei. Parlare con questi, per Lutero, non ha pi\u00f9 nessun senso. \u00abNon voglio mai pi\u00f9 avere a che fare con gli ebrei: pi\u00f9 si cerca di aiutarli, e pi\u00f9 loro si ostinano e si arrabbiano\u00bb. La storia dimostra che gli ebrei sono stati colpiti dalla condanna divina. Da quando Gerusalemme fu distrutta, da millecinquecento anni, \u00abgli ebrei vivono nella miseria e nella sventura. Non hanno un loro stato\u00bb. Inoltre, da allora, \u00abnon hanno pi\u00f9 avuto profeti. Dio non parla pi\u00f9 con loro\u00bb.<\/em><\/p>\n

“Il vecchio Lutero riscopre anche motivazioni economiche per l’antisemitismo. Non lo aveva mai fatto, nemmeno quando si era scagliato contro l’usura. L’obiettivo della sua critica erano i banchieri cristiani, i Fugger e i Welser. Ora invece afferma: \u00abIl fiato gli puzza dei mucchi d’oro e d’argento, perch\u00e9 mai nessun popolo sulla terra \u00e8 stato, \u00e8 e sar\u00e0 pi\u00f9 avido degli ebrei, come si pu\u00f2 vedere dalla loro maledetta usura\u00bb. L’autorit\u00e0 manca ai suoi doveri, permettendo agli ebrei, veri padroni del paese, di sfruttare e di mantenere in schiavit\u00f9 i cristiani. \u00abEbbene s\u00ec, essi tengono prigionieri noi, i cristiani, nel nostro stesso paese, ci fanno lavorare e sudare, mentre loro se ne stanno pigramente seduti vicino alla stufa, a mangiare e a ubriacarsi. Con la loro maledetta usura hanno imprigionato noi e tutti i nostri beni\u00bb.Queste affermazioni sulla ricchezza e sul potere degli ebrei contrastavano sia con la realt\u00e0 dell’epoca che con la stessa descrizione di Lutero, prima portata a prova della collera di Dio su questo popolo. La logica del pregiudizio ha una sua particolare incoerenza.<\/em><\/p>\n

“Lo scritto del vecchio Riformatore si rivolgeva alle autorit\u00e0. Fu la sua ultima vocazione quella di essere considerato consulente dei potenti. E alle autorit\u00e0 consigliava di far quello che nel 1938, quattrocento anni dopo, su ordine di Josef G\u00f6bbels, i nazisti faranno agli ebrei rimasti in Germania. Bisogna bruciare le loro scuole e le loro sinagoghe, scrisse il Riformatore, distruggere le loro case per costringerli a vivere nelle stalle come zingari, bisogna impedire ai rabbini d’insegnare privandoli prima di tutto dei loro libri. E se gli ebrei dovessero ritenersi insoddisfatti della loro condizione, allora li si dovrebbe scacciare, mandare in esilio, come gi\u00e0 \u00e8 stato fatto in Francia e in Spagna. Una sola cosa Lutero non chiese mai: la morte per gli ebrei. Tutto il resto s\u00ec.<\/em><\/p>\n

\u00a0<\/em><\/p>\n

“L’antisemitismo di Lutero non era molto diverso da quello dei suoi contemporanei, Erasmo e umanisti compresi. Fu, \u00e8 vero, un antisemitismo religioso, e non razziale, come quello ‘moderno’ dei nazisti. Ma all’epoca le ideologie dominanti erano religiose, non avevano quindi bisogno di darsi una parvenza scientifica. Inoltre, il meccanismo psicologico del pregiudizi, l’identificazione in una minoranza di tutto il male e di tutto ci\u00f2 che si ritiene negativo, per poter scaricare su questa la propria frustrazione e i propri sensi di colpa, \u00e8 sempre lo stesso, sia che l’ideologia sulla quale si basa il pregiudizio si rifaccia a qualche religione, sia che abbia pretese scientifiche.<\/em><\/p>\n

“La violenza verbale del vecchio Lutero non si limit\u00f2 agli ebrei. Era diventato demagogo. L’autentica passione si era spenta, e le sue tendenze demagogiche presero il sopravvento. Il suo ultimo scritto,<\/em> Contro il papato istituito a Roma dal diavolo, \u00e8 fatto solo ormai di una monotona serie di insulti, che ha qualcosa di patologico. La differenza con gli ebrei, per\u00f2, stava nel fatto che questi erano una minoranza oppressa, discriminata e maltrattata, mentre il cattolicesimo di Roma era forte, armato e in grado (…) di controbattere.<\/em><\/p>\n

“Inoltre, non tutti i riformatori tedeschi condividevano l’antisemitismo del vecchio Lutero. Molti, come Andreas Osiander a Norimberga o Wolfgang Capito a Strasburgo, sostenevano piuttosto ci\u00f2 che Lutero aveva detto nel 1523. Non sar\u00e0 difficile, per l’antisemitismo del diciannovesimo e ventesimo secolo, usare gli scritti dell’ultimo Lutero per i suoi scopi. Ma saranno gli scritti di un sopravvissuto. Anche i sopravvissuti, per\u00f2, possono fare la storia. Il vecchio Lutero ne \u00e8 un triste esempio.”<\/em><\/p>\n

L’unica cosa che merita di essere sottolineata \u00e8 che l’antisemitismo di Lutero, anche in questa fase pi\u00f9 tarda (e critica) della sua vita e del suo pensiero, non assunse mai i caratteri di un razzismo biologico.<\/p>\n

Egli era giunto a detestare gli ebrei per ragioni economico-sociali (la loro ricchezza, il loro supposto sfruttamento del popolo tedesco, il prestito a usura, condannato – del resto – da tutta la teologia medievale) e per ragioni ordine religioso (la loro protervia anti-cristiana); in quanto classe e in quanto religione, dunque, e non in quanto popolo.<\/p>\n

In questo, si pu\u00f2 istituire un interessante parallelismo con le idee di Michail Bakunin sul medesimo argomento, di cui ci siamo gi\u00e0 occupati in un precedente lavoro (cfr. Francesco Lamendola, Bakunin e gli Ebrei<\/em>, sempre sul sito di Arianna Editrice).<\/p>\n

Il razzismo biologico verr\u00e0 dopo, molto pi\u00f9 tardi. Questa sar\u00e0 l’originalit\u00e0, se cos\u00ec la vogliamo chiamare, della politica antisemita del Terzo Reich. Ma sar\u00e0 un’altra storia, in un’altra Europa e in un’altra Germania<\/p>\n

In mezzo, le radicali trasformazioni economiche, sociali e culturali portate nel mondo dall’avvento della cosiddetta modernit\u00e0.<\/p>\n

Perch\u00e9 in questo risiede il vero, grande paradosso della figura e dell’opera storica di Martin Lutero: aver dato inizio alla rivoluzione moderna, lui cos\u00ec immerso nel clima spirituale del Medioevo e cos\u00ec totalmente sprovvisto di strumenti per comprendere il mondo, che non fossero quelli della cultura medievale.<\/p>\n

Forse fu proprio per questo che, vecchio, si tir\u00f2 in disparte, sempre pi\u00f9 accigliato e chiuso in se stesso, senza riuscire a capire quasi nulla di quelle forze storiche che – a cominciare dalla rivolta contadina del 1525 – aveva potentemente contribuito a scatenare.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

(Articolo originariamente pubblicato su Arianna Editrice) Una “questione ebraica” \u00e8 sempre esistita in Germania, per tutto il Medioevo e l’et\u00e0 moderna; e l’antisemitismo non \u00e8 stato [\u2026]<\/span><\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":30186,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_jetpack_memberships_contains_paid_content":false,"footnotes":""},"categories":[62],"tags":[86,120,195,198],"class_list":["post-26877","post","type-post","status-publish","format-standard","has-post-thumbnail","hentry","category-storia-moderna","tag-adolf-hitler","tag-ebraismo-e-giudaismo","tag-martin-lutero","tag-medioevo"],"jetpack_featured_media_url":"https:../../../../fides-et-ratio.it/wp-content/uploads/2023/10/categoria-storia-moderna.jpg","jetpack_sharing_enabled":true,"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/26877","targetHints":{"allow":["GET"]}}],"collection":[{"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/2"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https_3A//fides-et-ratio.it/wp-json/wp/v2/comments@post=26877"}],"version-history":[{"count":0,"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/26877\/revisions"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/media\/30186"}],"wp:attachment":[{"href":"https_3A//fides-et-ratio.it/wp-json/wp/v2/media@parent=26877"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https_3A//fides-et-ratio.it/wp-json/wp/v2/categories@post=26877"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https_3A//fides-et-ratio.it/wp-json/wp/v2/tags@post=26877"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}