{"id":26661,"date":"2007-11-30T05:52:00","date_gmt":"2007-11-30T05:52:00","guid":{"rendered":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/2007\/11\/30\/dashi-dorjo-itigilow-il-lama-siberiano-che-ha-sconfitto-la-morte\/"},"modified":"2007-11-30T05:52:00","modified_gmt":"2007-11-30T05:52:00","slug":"dashi-dorjo-itigilow-il-lama-siberiano-che-ha-sconfitto-la-morte","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/2007\/11\/30\/dashi-dorjo-itigilow-il-lama-siberiano-che-ha-sconfitto-la-morte\/","title":{"rendered":"Dashi Dorjo Itigilow, il lama siberiano che ha sconfitto la morte"},"content":{"rendered":"
Buona parte del pubblico occidentale, probabilmente, ignora che i popoli di lingua turca, oltre che attraverso l’Asia Centrale, si sono spinti nel corso dei millenni fino agli estremi confini nord-orientali dell’Asia, fino alla Siberia e alla regione del lago Bajkal e che, nel corso della loro lunga storia, hanno conosciuto e praticato una pluralit\u00e0 di religioni, delle quali l’Islam \u00e8 stata solo l’ultima in ordine di tempo.<\/p>\n
Lo ricorda il professor Ermanno Visintainer (contatti e informazioni: info@waithai.it<\/a>) in un dotto articolo reperibile sul sito www.waithai.it:<\/a><\/p>\n "I turchi, al contrario di altri popoli anatolici caratterizzatisi per un certo monoideismo confessionale, prima d’aver trovato nell’Islam la loro via in apparenza definitiva, hanno via via abbracciato tutte le religioni del mondo.<\/em><\/p>\n "Da un’analisi storica non troppo superficiale, infatti, si potr\u00e0 facilmente evincere che essi si sno sempre contraddistinti per il sincretismo religioso e per l’esogamia. Invero, le etnie turche maggiormente legate a questo credo [ossia l’Islamismo] non lo sono da pi\u00f9 di mille anni a questa parte, mentre altre, a fasi alterne, sono rimaste fedeli alle antiche religioni, come lo Sciamanesimo e il Buddhismo. Peraltro ricordo che ci sono state ed esistono ancora comunit\u00e0 cristiane fra essi, come i Nestoriani dell’Asia centrale in epoca pregengiskhanide, i Gagauzi di Moldavia o i \u010cuvassi dell’attuale omonima repubblica, oppure ebraiche, come i Kh\u00e0zari e i Karaiti in passato.<\/em><\/p>\n "Andando pi\u00f9 a ritroso, i (…) Tabyac o T’o Pa in Cinese, furono invece una trib\u00f9 turca originaria del lago Bajkal che, nel 422, conquist\u00f2 -Luoyang, l’antica capitale, assurgendo al rango di veri e propri imperatori cinesi con il nome dinastico di -Wei, abbracciarono il buddhismo di cui divennero i propagandisti e divulgatori nel Celeste Impero. Si pu\u00f2 pertanto asserire che nella misura in cui i turchi hanno portato l’Islam alle porte dell’Europa, parimenti essi hanno veicolato il Buddhismo nel cuore della Cina. Essi furono peraltro latori, con l’Impero Kh\u00e0zaro, dell’Ebraismo nella regione caspica odello Sciismo in Iran con \u0160ah Ismail<\/em><\/p>\n "Il sovrano Bumin Q\u0101gh\u0101n, nel 552, fu un precursore di questa dottrina che trov\u00f2 mecenati e mentori presso i turchi ,i quali permisero ai buddhisti, momentaneamente perseguitati dai Cinesi, di rifugiarsi presso di loro, cos\u00ec come in un altro contesto storico gli Ebrei, per sfuggire ai pogrom bizantini, troveranno asilo presso i Kh\u00e0zari (altra etnia della grande famiglia turca).Un altro sovrano, Bilg\u00e4 Qu\u0101gh\u0101n, nell’VIII secolo, espresse ancora una forte propensione per la religione indiana, sognando di far erigere un monastero nella sua citt\u00e0. Per inciso di turchi buddhisti ne sono rimasti fino al giorno d’oggi, come i Tuvini, gli Khakassi ed altri, stanziati nell’area mongolo-siberiana. (…)<\/em><\/p>\n "Lo svedese Sven Hedin fu il primo occidentale a dissotterrare le rovine delle antiche citt\u00e0 buddhiste nell’Asia Centrale cinese. (…) Tuttavia l’esploratore pi\u00f9 prolifico fu l’ungherese Marc Aurel Stein, il quale in seguito scopr\u00ec le "Cave dei mille Buddha", vicino a Dunhuang.<\/em><\/p>\n "Quivi ebbe modo di rinvenire il ‘Sutra del Diamante’ (<\/em>Vajracchedika-praj\u00f1\u0101p\u0101ramit\u0101.sutra), testo essenziale della letteratura buddhista, assieme a 40.000 altre pergamene."<\/em><\/p>\n Ebbene, fra i buddhisti siberiani di origine turca si \u00e8 recentemente verificato un evento che ha messo a rumore mezzo mondo ed \u00e8 giunto anche alla (solitamente) distratta opinione pubblica occidentale.<\/p>\n Si tratta di questo. Una folla numerosissima di pellegrini, e non solo buddhisti, da qualche anno si reca a fare la fila per poter accedere al complesso di templi, con annessa universit\u00e0, di Ivolginsky Datsan,in Buriazia, a una trentina di chilometri dalla citt\u00e0 di Ulan Ude, capoluogo della cosiddetta Mongolia Interna. Essa \u00e8 la residenza del Khambo Lama, la massima autorit\u00e0 religiosa dei buddhisti siberiani, e si affaccia sul maestoso lago Bajkal, il lago pi\u00f9 profondo della Terra (1.741 metri sotto la superficie) e una delle massime riserve d’acqua dolce del mondo – che, d’inverno, \u00e8 ricoperto da uno spesso strato di ghiaccio. Ma la folla non chiede di vedere l’attuale Khambo Lama, bens\u00ec un suo predecessore, precisamente il dodicesimo della serie. Si tratta di Dashi Dorjo Itigilow, morto (se era davvero morto, come diremo) nel 1927.<\/p>\n Itigilow era nato nel 1852 e, all’et\u00e0 di sedici anni, aveva incominciato la sua educazione religiosa , che comprendeva anche studi di filosofia e medicina. Nominato capo della chiesa buddhista di Buriazia nel 1911, a cinquantanove anni, si impegn\u00f2 moltissimo per far rifiorire quell’antica religione nelle terre siberiane. Ottenne anche importanti riconoscimenti a livello politico: invitato a Pietroburgo dall’ultimo zar, Nicola II, per la celebrazione dei 300 anni dalla dinastia dei Romanov, vi fond\u00f2 il primo tempio buddhista; e nel marzo del 1917, alla vigilia della sua abdicazione, lo zar lo decor\u00f2 con la medaglia dell’ordine di San Stansilao. Infatti, durante la prima guerra mondiale egli si era prodigato in iniziative assistenziali e d’altro genere a sostegno dell’esercito russo impegnato contro gli Imperi Centrali, tra l’altro facendo costruire un ospedale per curare i soldati feriti, mediante un’organizzazione denominata dei "Fratelli Buriati".<\/p>\n Tutto questo non contribu\u00ec a mettere i buddhisti siberiani in una luce favorevole quando i bolscevichi presero il potere in Russia, nell’ottobre del 1917. Sappiamo cosa pensavano Lenin e i suoi collaboratori della religione in generale, e della Chiesa ortodossa in particolare, e quale trattamento fu riservato ai religiosi durante gli anni terribili della guerra civile fra "rossi" e "bianchi", dal 1918 al 1920. Nell’Estremo Oriente essa assunse caratteri di particolare ferocia e si prolung\u00f2 fino al 1922, con crudeli bande di atamani<\/em> che scorrazzavano in lungo e in largo, magari al soldo degli invasori Giapponesi (come nel caso di Semenov). A un certo punto il barone baltico-tedesco von Ungern Sternberg, fissando il suo quartier generale a Urga, in Mongolia, cerc\u00f2 addirittura di ricostituire l’antico impero di Gengis Khan, conducendo una donchisciottesca e spietata guerra personale contro i bolscevichi, prima di venir fucilato dai "rossi", come gi\u00e0 era toccato, sulle sponde del lago Bajkal, al "supremo reggitore" della Russia, l’ammiraglio Kolciak.<\/p>\n Il lama Itigilow sent\u00ec che la tempesta delle persecuzioni si stava avvicinando, in particolar modo dopo che Stalin ebbe preso saldamente le redini del potere in Unione Sovietica e si accinse a spazzar via, con sistematica brutalit\u00e0, ogni forma non diciamo di opposizione, ma di possibile opposizione futura. Perci\u00f2, nel 1926, Itigilow consigli\u00f2 i suoi monaci di rifugiarsi nel Tibet, allora indipendente – de facto<\/em> se non de iure<\/em> – dal governo di Pechino. L’anno dopo egli esort\u00f2 i suoi confratelli a immergersi in meditazione e li avvert\u00ec che presto sarebbe morto. Poich\u00e9 godeva di ottima salute, non venne creduto; allora egli s’immerse in meditazione da solo e, improvvisamente, mor\u00ec. O, quantomeno, smise semplicemente di respirare. Aveva settantacinque anni. Prima di chiudere gli occhi, aveva detto ai suoi monaci di riesumare la sua salma quando fossero trascorsi trenta anni. Ed essi, sbalorditi per quanto era accaduto, lo seppellirono, e attesero.<\/p>\n Cediamo la parola Herbvert Genzmer e Ulrich Hellebrand, autori del recentissimo libro I misteri dell’umanit\u00e0<\/em> (Parragon Bokks Ltd, 2007, edizione italiana Readmy-made, Milano, 2007, pp. 282-283):<\/p>\n "Nel 1927 mor\u00ec Dashi Dorjo Itigilow, l’autorit\u00e0 buddhista in Siberia, all’et\u00e0 di 75 anni. Prima aveva pregato i suoi allievi riuniti di visitare ed esaminare le sue spoglie dopo 30 anni. Queste furono esumate nel 1957 e cos\u00ec come era morto, l’uomo si era conservato, nella posizione del loto a gambe incrociate. Poich\u00e9 nelle Repubbliche Socialiste Sovietiche i temi religiosi erano in quegli anni proibiti, il corpo venne sotterrato nuovamente e se ne parl\u00f2 solo all’interno delle comunit\u00e0 buddhiste.<\/em><\/p>\n "Nel 20032 il giovane lama Bimba Dorschijew volle che le spoglie fossero riesumate. Il lama aveva incontrato un monaco anziano presente nel 1957 e conosceva perci\u00f2 la posizione del defunto. Egli document\u00f2 l’avvenimento in presenza di due esperti criminologi, un fotografo e una dozzina di testimoni: il corpo era in perfetto stato. Ora quelle soglie si trovano in un monastero a Iwolginsk, sempre nella posizione del loto. Un giornalista del<\/em> New York Times scrisse, riguardo al corpo, che era circondato da candele e ciotole metalliche riempite d’olio su un semplice tavolino. Il corpo mostrava un’inequivocabile somiglianza con una foto del 1913. Le membra erano flessibili, la pelle morbida, le unghie intatte e i capelli corti.<\/em><\/p>\n "\u00ab\u00c8 il pi\u00f9 grande miracolo mai visto nella mia vita\u00bb, ha dichiarato l’Hambo Lama Ajuscheiew, che dal 1995 \u00e8 la guida spirituale del convento. \u00ab\u00c8 evidente che esistono dei casi sui quali il tempo non ha alcun potere. Molte persone semplicemente non vedono ci\u00f2 che \u00e8 palese, e non accettano, sebbene ce l’abbiano davanti, di capirlo\u00bb."<\/em><\/p>\n E non \u00e8 ancora tutto.<\/p>\n Oltre alla mancata crescita dei capelli, che immancabilmente si verifica quando la vita di un essere umano cessa, e oltre al perfetto stato di conservazione del corpo che, anzi, presenta una pelle elastica e una normale flessibilit\u00e0 delle membra (nessuna traccia di rigor mortis<\/em>, per intenderci), nonch\u00e9 il mantenimento della posizione del loto, coloro che hanno osservato da vicino Dashi Dorjo Itigilow hanno osservato il sudore sulla testa rasata e, al tatto, l’inspiegabile calore delle sue mani. Di pi\u00f9: il cervello rivela segni di attivit\u00e0 elettrica, le articolazioni si muovono e, secondo alcuni, talvolta le palpebre si alzano lievemente.<\/p>\n Ne ha parlato, gi\u00e0 quasi due anni e mezzo fa, il giornalista Giampaolo Visetti, ne La domenica di Repubblica<\/em> del 21 luglio 2005. Ecco la parte pi\u00f9 sensazionale del suo servizio, corredato anche da alcune fotografie:<\/p>\n "La testa, rasata, suda. Le mani, morbide, sono calde. Il cervello trasmette impulsi elettrici. Le unghie crescono. Il corpo perde e riacquista peso. La pelle, tesa, \u00e8 elastica. Gomiti e ginocchia si muovono. Naso ed orecchi sono dove ognuno li ha. Gli occhi, intatti, stanno chiusi: qualcuno, raramente, nota le palpebre sollevarsi. Il cuore sembra pronto e riprendere il battito.<\/em><\/p>\n "Vene e arterie sono piene di sangue, di gelatinosa consistenza. Il lama Khambo Itigelow \u00e8 tornato. Prima di morire, nel 1927, lo aveva promesso. Ora i buddhisti russi lo venerano come ‘il dio rinato’. Sette volte all’anno, nelle feste solenni, la sua cella nel monastero di Iwolghinskij, affacciato sul lago Bajkal, si apre ai fedeli. A migliaia lasciano i villaggi dell’Estremo Oriente e della Mongolia per accorrere a Ulan-Ude, in Buriazia.<\/em><\/p>\n "Non c’\u00e8 pi\u00f9 posto per tutti. Attorno alla cassa di cedro protetta da una campana di cristallo, dove il corpo disteso 78 anni fa \u00e8 riemerso seduto nella posizione del loto, possono sfilare 15 mila persone al giorno. Per quest’anno gli accessi, aumentati a 130 mila, sono esauriti.<\/em><\/p>\n "Medici e scienziati di tutto il mondo non sanno spiegare il fenomeno. Nei laboratori si esaminano campioni di tessuti, capelli, cartilagini. Le radiografie confermano solo il mistero: gli organi di quella che fu la guida spirituale dei buddhisti russi sono perfettamente conservati. Dove si ferma la ragione, accorre la fede. I monaci del ‘dazan’ sono sicuri. Il lama Khambo, dopo aver raggiunto, lo stato della ‘perfetta vuotezza’, \u00e8 vivo. In lui si \u00e8 reincarnato il primo capo della chiesa buddhista, Pandito Khambo, lama Zajaev. Era nato nel 1702. Mor\u00ec a 75 anni, promettendo agli allievi di tornare dopo altrettanti. Alla data stabilita, 1852, venne alla luce Khambo Itighelow. Visse altri tre quarti di secolo, confermando a sua volta il ritorno dopo un tempo corrispondente. Alla scadenza, tre anni fa [cio\u00e8 nel 2002] ha rispettato l’appuntamento. Da allora la vita, identificata con la ‘trasmigrazione dell’anima’, riprende a scuotere il suo corpo: mummificato pur senza aver subito alcun trattamento. (…)<\/em><\/p>\n "\u00abNel 1957 – racconta oggi la direttrice dell’istituto religioso a lui dedicato, Yanzhima Dabaevna – il lama Itighelow \u00e8 stato esumato. Era intatto, non si \u00e8 potuto bruciare come prescrive la legge buddhista. Nel 2002 la conferma del miracolo. Pesava 37 chili, oggi oscilla sui 42\u00bb. Nessuno ha diffuso la notizia della mummia reincarnata. Si temeva che attorno al Maestro fiorisse un’ingiustificata idolatria. Poi, misteriosamente, decine e quindi centinaia di fedeli hanno iniziato a battere al portone del convento. \u00abChiedevano di Khambo – spiega la sua discendente – abbiamo dovuto prendere atto della verit\u00e0\u00bb.<\/em><\/p>\n "Il fenomeno \u00e8 stato contenuto fino a gennaio. Il centro di medicina legale del ministero della salute, assieme all’universit\u00e0 di Mosca, esitavano a pronunciarsi. Quindi il verdetto choc: \u00abGli esami di laboratorio – scrive il professor Viktor Zvjagin – non hanno rilevato nei tessuti organici del corpo qualcosa che li distingue da quelli di una persona vivente\u00bb. Dieci giorni fa, su richiesta dei monaci, gli esami sono stati sospesi. Il ‘lama rinato’ smette di essere un fenomeno scientifico e si consegna all’insondabilit\u00e0 della credenza. I buddhisti dell’Estremo Oriente russo, ma anche quelli sparsi lungo il confine cinese, gioved\u00ec [cio\u00e8 il 21 luglio 2005] hanno festeggiato, pregato e ringraziato. (…)<\/em><\/p>\n "\u00abI dubbi sono fugati – dice l’attuale capo dei buddhisti, Khambo lama Ajuscejev – gli esperimenti non servono pi\u00f9. Il lama Itighelow \u00e8 come noi, solo in uno stato di assenza. La reincarnazione \u00e8 stata compiuta\u00bb. I monaci della Buriazia ricordano cos\u00ec l’origine dell’enigma. La ‘mummia vivente’, appena onorata anche dall’attore Richard Gere, avrebbe raggiunto il livello di astrazione dal corpo descritto nel 1400 dal famoso lama Bogdo Zponkhavy. \u00ab\u00c8 uno stato paranormale straordinario. Si ottiene attraverso lo svuotamento: un percorso spirituale ignoto, che consente di abbandonare e riacquisire il proprio corpo\u00bb. A provarlo, un vecchio verbale della guarnigione della polizia russa.<\/em><\/p>\n "\u00abIl lama – si legge – nel pomeriggio correva a cavallo sulla superficie del lago Beloje, come fosse sul selciato\u00bb. Altri raccontano che fosse in grado di spostarsi fulmineamente: si riduceva ad un punto, riapparendo in un istante ad un chilometro di distanza. Yanzhima Dabaevna ha scoperto che i magici poteri si sono rivelati al ritorno del Maestro dopo vent’anni di studi alchimistici in Tibet. Il monastero, oggi cinese, \u00e8 stato distrutto. Khambo Itighelow rimane l’ultimo custode del proprio segreto."<\/em><\/p>\n Questa vicenda ci ha fatto venire in mente una strana pratica in uso, secoli fa, presso alcuni monaci buddhisti del Giappone: quella di auto-mummificarsi in vita. Si trattava di mistici i quali, attraverso l’incorruttibilit\u00e0 del proprio corpo, cercavano la perfezione spirituale assoluta, un luminoso modello di santit\u00e0.<\/p>\n Ne ha parlato Massimo Raveri, docente di Religioni e filosofie dell’Asia Orientale presso l’Universit\u00e0 Ca’ Foscari di Venezia, dopo aver condotto studi e ricerche in Giappone, nel suo libro Il corpo e il paradiso. Le tentazioni estreme dell’ascesi<\/em> (Venezia, Marsilio, 1992).<\/p>\n Ecco, ad esempio, come viene descritta la pratica dell’automummificazione (chiamata miira<\/em>) con cui si concluse la vita del santo monaco Tetsumonkaiu, vissuto tra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento, il cui corpo incorrotto \u00e8 conservato nel tempio di Ch\u016brenji, ai piedi del massiccio del Monte Dewasanzan.<\/p>\n "Dopo tante peregrinazioni si ritir\u00f2 in solitudine a Senninzawa, la ‘Palude degli Immortali’. In questa valle impervia, fredda, di rocce e cespugli bassi battuti dal vento, si diede alle pratiche ascetiche pi\u00f9 severe. Gli annali del tempio parlano di come, l’ottavo giorno del dodicesimo mese del dodicesimo anno dell’era Bunsei (1829), Tetsumonkai lasci\u00f2 il suo rifugio nella foresta e scese a valle. Gli erano vicini solo pochi fedeli discepoli. Obbedendo a un suo desiderio, nella sala principale i monaci avevano imbandito un grande banchetto ed era arrivata tanta gente dei dintorni. \u00abLui li guardava mangiare e scherzare – \u00e8 scritto – e diceva che \u00e8 bello entrare nel<\/em> ny\u016bj\u014d circondato, com’era in quel momento, da gente felice\u00bb. E aveva aggiunto che chiunque lo avesse pregato con fede sincera sarebbe stato esaudito. Poi era uscito. Poco lontano, in una radura del bosco, avevano scavato una buca profonda e vi avevano posto una cassa. Salmodiando in coro degli inni sacri lo aiutarono a calarvisi dentro. In mano aveva il rosario e un campanella. Si sedette dentro la tomba in posizione di meditazione. Quindi chiusero su di lui il coperchio e lo copersero di terra. Piantarono un palo con un’iscrizione provvisoria, a ricordo dell’evento. La cerimonia era finita. Tutti gli astanti sapevano che Tetsumonkai, chiuso in quel loculo, stava vivendo la pi\u00f9 alta esperienza mistica della sua vita di asceta, e la sua ultima e pi\u00f9 difficile prova. Da sottoterra giungeva a intervalli il tintinnio della campanella."<\/em> (op. cit., pp. 9-10).<\/p>\n Ora, per comprendere la sconcertante (per noi occidentali) pratica del miira<\/em>, attestata da una lunga e devota tradizione, bisogna tener presente che essa non corrisponde affatto, nell’intenzione dei monaci e dei fedeli che vi assistono, a una forma di suicidio rituale. Esiste anche quella, ma si pratica in altro modo – ad esempio, immolandosi sul fuoco. Ma la filosofia del miira<\/em> \u00e8 completamente diversa da quella dell’olocausto tra le fiamme.<\/p>\n Scrive ancora Massimo Raveri (op. cit., pp. 70, 72-73):<\/p>\n "Offrirsi alle fiamme e automummificarsi sono infatti i momenti culminanti di due vie mistiche antitetiche. Partono da un concetto comune e cio\u00e8 che la salvezza \u00e8 raggiungibile attraverso l’utilizzo del corpo. Ma nel primo caso la perfezione della santit\u00e0 si conquista attraverso la morte, l’estinzione del proprio io, l’offerta totale di s\u00e9 al Buddha per il bene degli altri e la distruzione completa del corpo. Nel caso del<\/em> miira invece la santit\u00e0 \u00e8 testimoniata dalla perfetta conservazione del corpo, da una condizione esistenziale immutabile ed eterna, , da una totale concentrazione del proprio s\u00e9 e da un allontanamento definitivo dagli altri. (…)<\/em><\/p>\n "La santit\u00e0 del<\/em> miira si gioca (…) sulla conservazione completa del corpo. Anche loro sono dei salvatori, ma attraverso un rifiuto, una vittoria sulla logica della frisi sacrificale, della ‘buona morte’ come evento di rigenerazione. Non vogliono la morte, non dicono mai di volerla cercare, anzi dichiarano il contrario. Non fanno dono del proprio corpo, non si offrono per purificare i peccati degli altri: sono soli, chiusi in se stessi e nella loro immobile perfezione. Distanti, intoccabili, fuori della ragione ordinaria, intorno ad essi c’\u00e8 come un vuoto, un’attesa, la sospensione di ogni scambio simbolico. Quando scendono sottoterra fra loro e gli astanti c’\u00e8 solo silenzio. Essi non si distruggono per rigenerare un mondo che hanno giudicato irrimediabilmente corrotto, ma attendono. E si risveglieranno quando il<\/em><\/p>\n Buddha scender\u00e0 sulla terra e quando uomini ‘nuovi’ li cercheranno perch\u00e9 la vita che essi portano nell’immobilit\u00e0 possa essere il modello di un’esistenza alternativa. Non viene celebrato nessun rito funerario perch\u00e9 non sono entrati nel mondo della morte. I pochi fedeli che son loro vicini non raccontano di aver visto prodigi naturali e nessun angelo verr\u00e0 a portare la loro anima al cielo…"<\/em><\/p>\n A questo punto non possiamo non domandarci: forse che il lama Itigilow \u00e8 anch’egli un dormiente<\/em>, che ha sconfitto le porte della morte e che attende il risveglio, per portare a compimento la sua missione di salvezza?<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Buona parte del pubblico occidentale, probabilmente, ignora che i popoli di lingua turca, oltre che attraverso l’Asia Centrale, si sono spinti nel corso dei millenni fino [\u2026]<\/span><\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":30155,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_jetpack_memberships_contains_paid_content":false,"footnotes":""},"categories":[76],"tags":[109],"class_list":["post-26661","post","type-post","status-publish","format-standard","has-post-thumbnail","hentry","category-false-religioni","tag-chiesa-cattolica"],"jetpack_featured_media_url":"https:../../../../fides-et-ratio.it/wp-content/uploads/2023/10/categoria-false-religioni.jpg","jetpack_sharing_enabled":true,"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/26661","targetHints":{"allow":["GET"]}}],"collection":[{"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/2"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https_3A//fides-et-ratio.it/wp-json/wp/v2/comments@post=26661"}],"version-history":[{"count":0,"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/26661\/revisions"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/media\/30155"}],"wp:attachment":[{"href":"https_3A//fides-et-ratio.it/wp-json/wp/v2/media@parent=26661"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https_3A//fides-et-ratio.it/wp-json/wp/v2/categories@post=26661"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https_3A//fides-et-ratio.it/wp-json/wp/v2/tags@post=26661"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}