https:\/\/gloria.tv\/signummagnum<\/a>):<\/p>\nL’uomo \u00e8 capace di metafisica. Non solo \u00e8 capace, ma \u00e8 obbligato ad essere metafisico, giacch\u00e9 lo \u00e8 per natura. Proprio qui c’\u00e8 l’opposizione tra San Tommaso d’Aquino e Kant, Kant che determina in gran parte la mentalit\u00e0 moderna, che \u00e8 nettamente antimetafisica, e perci\u00f2 stesso, antiumana… Non c’\u00e8 da meravigliarsi che la vota moderna si disumanizzi sempre pi\u00f9, bisogna tornare alla metafisica per darle di nuovo un’impronta di umanit\u00e0. Bisogna elevarsi sopra all’uomo, per diventare uomini<\/em>.<\/p>\nLa devastazione antimetafisica dell’illuminismo aveva avuto le sue premesse nella assolutizzazione del sapere matematico del secolo precedente, il XVII. Ci\u00f2 \u00e8 stato visto con chiarezza da Edmund Husserl (1859-1938), il quale ha ben visto come una mera scienza dei fatti si riduce inevitabilmente ad astrarre proprio dal soggetto, divenendo cos\u00ec, per ci\u00f2 stesso, una scienza anti-umana: come \u00e8 possibile che la scienza ci dica qualcosa sul mondo (scienze fisiche) e su noi stessi (scienze dello spirito), se prescinde da qualsiasi soggetto in nome di una oggettivit\u00e0 astratta? Husserl infatti osservava, nel suo fondamentale studio La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale<\/em>, composta nel 1935-36 e pubblicata postuma ne 19564, che si pu\u00f2 considerare un po’ il suo testamento filosofico (titolo originale: Die Krisis der europ\u00e4ischen Wissenschaften und die transzendentale Ph\u00e4nomenologie: Eine Einleitung in die ph\u00e4nomenologische Philosophie<\/em>; traduzione dal tedesco di Enrico Filippini e prefazione di Enzo Paci, Il Milano, Il Saggiatore, 1968, I, 5, pp. 41-42):<\/p>\nUN IDEALE DEFINITO, QUELLO DI UNA FILOSOFIA UNIVERSALE e di un metodo adeguato costituisce l’inizio, per cos\u00ec dire, LA FONDAZIONE ORIGINARIA DELL’EPOCA MODERNA IN FILOSOFIA e di tutte le sue linee di sviluppo. Ma invece di realizzarsi, quest’ideale conosce un’intima dissoluzione. (…) Ma ci\u00f2 significa che tutte le scienze moderne finiscono col venire a trovarsi in una crisi, di tipo particolare e sentita come enigmatica, che investe il senso in cui sono state fondate, quel senso che esse continuano a recare in s\u00e9 in quanto rami della filosofia. Si tratta di una crisi che non investe i successi teoretici e pratici della specializzazione professionale ma che tuttavia scuote da cima a fondo il senso della loro verit\u00e0. Non si tratta tanto della situazione di una forma culturale, particolare, della "scienza", o della "filosofia", di una delle forme culturali dell’umanit\u00e0 europea. Perch\u00e9 la fondazione originaria della nuova filosofia coincide, come abbiamo illustrato, con la fondazione originaria dell’umanit\u00e0 europea moderna, di un’umanit\u00e0 che attraverso la filosofia, e soltanto attraverso la filosofia, vuole rinnovarsi radicalmente rispetto a quella precedente, a quella medievale o a quella antica. Perci\u00f2 la crisi della filosofia equivale a una crisi di tutte le scienze moderne in quanto diramazioni dell’universalit\u00e0 filosofica; essa diventa una crisi, dapprima latente e poi sempre pi\u00f9 chiaramente evidente, dell’umanit\u00e0 europea, del significato complessivo della sua vita culturale, della sua complessiva "esistenza".<\/em><\/p>\nLa scepsi rispetto alla possibilit\u00e0 di una metafisica, il crollo della fede in una filosofia universale capace di guidare l’uomo nuovo, indica appunto il crollo della fede nella "ragione", della ragione intesa nel senso in cui gli antichi contrapponevano l’EPISTEME alla DOXA. \u00c8 questa ragione che in definitiva conferisce un senso a tutto ci\u00f2 che si suppone essente, a tutte le cose, ai valori, ai fini, che conferisce loro un riferimento normativo con ci\u00f2 che dagli inizi della filosofia indicato dal termine verit\u00e0 — verit\u00e0 in s\u00e9 — e correlativamente dal termine essente – \u00d3NTOS ON. Cos\u00ec cade anche la fede in una ragione ASSOLUTA che dia senso al mondo, la fede nel senso della storia, nel senso dell’umanit\u00e0, nella sua libert\u00e0 in quanto attiva possibilit\u00e0 dell’uomo di conferire un senso razionale alla sua esistenza umana individuale e umana in generale. Se l’uomo smarrisce questa fede ci\u00f2 non significa altro che questo: egli perde la fede "in se stesso", nel vero essere che gli \u00e8 proprio, un vero essere che egli non ha gi\u00e0 da sempre, con l’evidenza dell’"io sono", un vero essere che egli ha e pu\u00f2 avere soltanto lottando per la sua verit\u00e0, lottando per rendere vero se stesso. Il vero essere \u00e8 SEMPRE un fine ideale, un compito dell’EPISTEME, della "ragione", in contrapposizione a quell’essere che la DOXA ammette e suppone "ovvio"<\/em>.<\/p>\nLa critica di Husserl alla matematizzazione del mondo \u00e8 senza dubbio legittima e acuta; tuttavia, a noi pare che abbia il difetto di non spingersi abbastanza a fondo. Egli, giustamente, fa coincidere l’erosione del senso del mondo con l’avvento delle scienze moderne: individua, cio\u00e8, nell’inizio della modernit\u00e0, l’inizio di quel processo di assolutizzazione delle scienze matematiche che avrebbe portato gli uomini a darsi scacco matto da se stessi, visto che la scienza moderna si basa su una oggettivazione della ricerca che finisce per trascurar fatalmente proprio colui che fa ricerca, che domanda e s’interroga: colui che cerca il senso del mondo attraverso l’indagine dei fenomeni, e da quella indagine vorrebbe risalire a una risposta complessiva sulla verit\u00e0 che dia senso, a sua volta, al proprio esistere. La critica non \u00e8 spinta abbastanza a fondo perch\u00e9 il problema non \u00e8 la matematizzazione del mondo, ma la natura stessa della scienza moderna, e quindi, necessariamente, la natura della civilt\u00e0 moderna. La civilt\u00e0 moderna nasce da una rivolta contro l’essere, contro la metafisica, contro la tensione trascendente dell’uomo, e quindi non pu\u00f2 che esprimersi attraverso un’idea di scienza che, essendo immanentistica e materialista, conduce per forza di cose allo smarrimento del senso del mondo. \u00c8 logico: il senso del mondo non pu\u00f2 risiedere nel mondo medesimo, cos\u00ec come esso ci appare attraverso gli strumenti, descrittivi e quantitativi, quindi esteriori e contingenti, delle scienze fisiche. Per risalire al senso del mondo, c’\u00e8 bisogno di altri strumenti e di un’altra prospettiva: gli strumenti della metafisica e la prospettiva trascendente. Se si pretende di trovare il senso del mondo all’interno del mondo stesso, non ci sono che due possibilit\u00e0: o scendere nell’individuale assoluto, attraverso l’esistenzialismo, il relativismo, il soggettivismo, e da ultimo approdare al solipsismo; oppure oggettivare il modo, ma in forme razionalmente descrivibili, e quindi matematizzarlo. Con la prima soluzione non si esce dall’ambito, asfittico e angoscioso, di una prospettiva totalmente soggettiva; con la seconda, si coglie un senso complessivo, ma un senso puramente formale, che non ha nulla da dire alla individualit\u00e0 di ciascuno, perch\u00e9 tralascia la cosa fondamentale: il soggetto che pone la domanda. Non c’\u00e8 niente da fare: se il mondo ha un senso, quel senso non pu\u00f2 che rinviare al trascendente, a qualcosa che sta al di fuori e al disopra della dimensione visibile, e quindi di ci\u00f2 che pu\u00f2 essere colto con il metodo matematico; altrimenti bisogna rassegnarsi al fatto che il mondo sia il regno del caos, della disarmonia pi\u00f9 stridente, e, in ultima analisi, un labirinto popolato di folli. La filosofia moderna, da Kant in poi, ha scelto la seconda strada: eliminando la metafisica, si \u00e8 condannato a una percezione puramente logico-matematica del reale; ma ci\u00f2 che esula da essa non viene neppure colto, pur se ne rimane la nostalgia. La frase tanto citata dai professori di liceo, il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me<\/em>, semplicemente non \u00e8 coerente con le premesse del pensiero kantiano: \u00e8 poesia e metafisica, e n\u00e9 l’una n\u00e9 l’altra avrebbero diritto di cittadinanza nell’edificio del criticismo.<\/p>\nD’altra parte, quando Husserl afferma che l’uomo pu\u00f2 avere un vero essere solo lottando per la sua verit\u00e0<\/em>, ricade in quel soggettivismo che non consente di uscire dalla mera opinione, doxa<\/em>, per passare alla conoscenza certa, episteme<\/em>. L’uomo non si realizza lottando per una sua verit\u00e0, bens\u00ec puntando alla verit\u00e0: alla verit\u00e0 vera, alla verit\u00e0 oggettiva. E se dubita che la verit\u00e0 sia raggiungibile, allora \u00e8 meglio che lasci perdere la filosofia e si accontenti di fare poesia, o scienza naturale. Per superare la visione matematica del mondo c’\u00e8 bisogno di un ritorno alla filosofia, cio\u00e8 alla metafisica: perch\u00e9 la vera filosofia, che \u00e8 conoscenza dell’insieme, non pu\u00f2 essere che metafisica, che \u00e8 conoscenza di quella parte di realt\u00e0 che sta oltre l’apparire degli enti, vale a dire la Cosa in S\u00e9: il Noumeno (quello che Kant dichiara in raggiungibile). Husserl sostiene che l’uomo non ha un "vero" essere da sempre, ma che pu\u00f2 averlo, a condizione che lotti per conquistarlo: questo per\u00f2 \u00e8 un controsenso. Se si accetta l’idea che l’uomo possiede un essere solo a partire da quando prende consapevolezza di s\u00e9, si ricade in quello storicismo da cui pareva che la fenomenologia volesse uscire per riconquistare una certezza esistenziale. Imboccando questa strada, si torna al punto di partenza, cio\u00e8 alla nascita delle scienze moderne, con le quali, chi sa perch\u00e9, l’uomo, anzi l’uomo europeo, pretende di aver fondato una nuova categoria culturale, quella della modernit\u00e0. Il progetto della modernit\u00e0 nasce, infatti, con la fondazione originaria dell’umanit\u00e0 europea moderna, di un’umanit\u00e0 che attraverso la filosofia, e soltanto attraverso la filosofia, vuole rinnovarsi radicalmente rispetto a quella precedente.<\/em> Ma come \u00e8 possibile che la scienza moderna faccia da levatrice a un rinnovamento radicale dell’uomo, viste le premesse? E le premesse sono queste: primo, non si tratta di tutta l’umanit\u00e0, ma solo di quella europea; e neppure tutta, ma solo le \u00e9lite<\/em> che intendono attuare questo rinnovamento, in polemica aperta con la tradizione, che \u00e8 la tradizione cristiana, arricchita della tradizione antica, particolarmente di taluni elementi della civilt\u00e0 greca. E che fare con il resto dell’umanit\u00e0, se questo non vorr\u00e0 accettare con le buone il progetto europeo della modernit\u00e0? Vi sar\u00e0 una guerra di civilt\u00e0, mediante la quale la civilt\u00e0 europea (oggi politicamente e militarmente impersonata soprattutto dagli Stati Uniti, che pure non ne sono per nulla i fedeli interpreti) pretender\u00e0 d’imporsi al resto dell’umanit\u00e0? Di fatto, sono proprio gli scenari geopolitici e culturali che si stanno, purtroppo, delineando. Seconda premessa: qui si assiste alla pretesa di una civilt\u00e0 di creare una rottura con il proprio passato, partendo dall’adozione, o dalla imposizione, di una nuova idea di verit\u00e0: non \u00e8 pi\u00f9 vero quel che \u00e8 vero, ma \u00e8 vero quel che la scienza sperimentale pu\u00f2 autenticare come tale. E come potrebbe l’umanit\u00e0 rinnovarsi<\/em> attraverso una particolare filosofia, cio\u00e8 attraverso un’imposizione del modello univoco delle scienze naturali quale interpretazione del mondo? Un rinnovamento umano richiede ben altro che un cambio di paradigma scientifico o filosofico: la scienza non fornisce che strumenti d’indagine e risposte parziali; la filosofia, s\u00ec, fornisce risposte assolute, ma solo a condizione di essere indirizzata verso la metafisica. Se la filosofia non \u00e8 metafisica, non le resta che cerar di emulare le scienze fisiche e gareggiare con esse, assumendo una veste il pi\u00f9 possibile scientifica: come hanno fatto, appunto, le cosiddette scienze dello spirito. Ma proprio Husserl si \u00e8 reso conto che questo \u00e8 un goffo tentativo di aggirare il problema, pi\u00f9 che risolverlo: infatti, quanto pi\u00f9 si sforzano d’imitare i metodi delle scienze fisiche, le scienze dello spirito si oggettivano, e quindi si allontanano da colui che fa la domanda: il soggetto. E la filosofia tutta, se privata della ricerca della Cosa in S\u00e9, come insegnato da Kant, si pone sulla stessa strada: quella di ridursi a coordinatrice del sapere scientifico moderno, galileiano e sperimentale, meccanicista e oggettivo. Ma una filosofia ridotta a coordina truce del sapere scientifico non \u00e8 pi\u00f9 capace di supportare un cambio di paradigma, tanto meno un rinnovamento dell’umanit\u00e0. Giambattista Vico, geniale e solitario precursore, l’aveva gi\u00e0 visto e compreso perfettamente, e aveva negato che le scienze possano dare una risposta alla domanda essenziale e decisiva dell’uomo, proprio perch\u00e9 le scienze hanno per oggetto la natura, e la natura non \u00e8 opera dell’uomo, mentre solo la storia lo \u00e8.<\/p>\nA questo punto, \u00e8 chiaro che, se vogliamo tornare a vedere il senso del mondo, dobbiamo rimetterci sulla strada dei nostri padri: dobbiamo tornare alla tradizione, cio\u00e8 alla metafisica. Con la scienza e la tecnica si fanno le macchine, e con le macchine si fanno tane belle cose, tranne vedere il senso del mondo. Per questo c’\u00e8 bisogno d’un rinnovamento interiore, spirituale e non fisico-matematico…<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
Il dramma dell’uomo moderno consiste in una progressiva erosione del senso del mondo, del suo mondo. Ci\u00f2 ha a che fare, sul piano filosofico, con almeno [\u2026]<\/span><\/p>\n","protected":false},"author":2,"featured_media":30168,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_jetpack_memberships_contains_paid_content":false,"footnotes":""},"categories":[37],"tags":[123,141,199,267],"class_list":["post-26462","post","type-post","status-publish","format-standard","has-post-thumbnail","hentry","category-metafisica","tag-edmund-husserl","tag-filosofia","tag-metafisica","tag-virtu-di-fede"],"jetpack_featured_media_url":"https:../../../../fides-et-ratio.it/wp-content/uploads/2023/10/categoria-metafisica.jpg","jetpack_sharing_enabled":true,"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/26462","targetHints":{"allow":["GET"]}}],"collection":[{"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/users\/2"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https_3A//fides-et-ratio.it/wp-json/wp/v2/comments@post=26462"}],"version-history":[{"count":0,"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/26462\/revisions"}],"wp:featuredmedia":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/fides-et-ratio.it\/wp-json\/wp\/v2\/media\/30168"}],"wp:attachment":[{"href":"https_3A//fides-et-ratio.it/wp-json/wp/v2/media@parent=26462"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https_3A//fides-et-ratio.it/wp-json/wp/v2/categories@post=26462"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https_3A//fides-et-ratio.it/wp-json/wp/v2/tags@post=26462"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}