

ASCOLTA ♫ MISTERI della GLORIA
I - LA RISURREZIONE DI GESÙ

[…] 2Le guardie, annoiate, infreddolite, assonnate, in varie pose vegliano il Sepolcro, la cui porta di pietra è
stata rinforzata, al suo orlo, da un grosso strato di calcina, come fosse un contrafforte, sul bianco opaco della quale spiccano i larghi rosoni di cera rossa, impressi con altri, direttamente nella calcina fresca, del sigillo
del Tempio. […]
3Nel cielo, che ora ha, all'oriente, una plaga tutta rosata che sempre più si estende nel cielo sereno, dove peraltro
ancora non è raggio di sole, si affaccia, venendo da profondità sconosciute, una meteora splendentissima che scende, palla di fuoco di insostenibile splendore, seguita da una scia rutilante, che forse non è
altro che il ricordo del suo fulgore nella nostra retina. Scende velocissima verso la Terra, spargendo una luce così intensa, fantasmagorica, paurosa nella sua bellezza, che la luce rosata dell'aurora se ne annulla,
superata da questa incandescenza bianca.
Le guardie alzano il capo stupite, anche perché, con la luce, viene un boato potente, armonico, solenne, che empie di sé tutto il Creato. Viene da profondità paradisiache.
È l'alleluia, il gloria angelico, che segue lo Spirito del Cristo che torna nella sua Carne gloriosa.
La meteora si abbatte contro l'inutile serrame del Sepolcro, lo divelle, lo atterra, fulmina di terrore e di fragore le guardie messe a carcerieri del Padrone dell'Universo, dando,
col suo tornare sulla Terra, un nuovo terremoto, come lo aveva dato quando dalla Terra era fuggito questo Spirito del Signore. Entra nel buio Sepolcro, che si fa tutto chiaro della sua luce indescrivibile, e mentre questa
permane sospesa nell'aria immobile, lo Spirito si rinfonde nel Corpo immoto sotto le funebri bende.
Tutto questo non in un minuto, ma in frazione di minuto, tanto l'apparire, lo scendere, il penetrare e scomparire della Luce di Dio è stato rapido...
4Il «Voglio» del divino Spirito alla sua fredda Carne non ha suono. Esso è detto dall'Essenza alla Materia immobile. Ma nessuna parola viene percepita da orecchio umano. […]
[…] la Carne gloriosa si ricompone in bellezza eterna, si desta dal sonno di morte, ritorna dal "niente" in cui era, vive dopo essere stata morta. […] così
diverso da quanto la mente ricorda, ravviato, senza ferite ne sangue, ma solo sfolgorante della luce che scaturisce a fiotti dalle cinque Piaghe e si emana da ogni poro della sua epidermide. […]
6Quando si sposta, venendo verso l'uscita, e l'occhio può vedere oltre il suo fulgore, ecco che due luminosità
bellissime, ma simili a stelle rispetto al sole, mi appaiono l'una di qua, l'altra di là della soglia, prostrate nell'adorazione al loro Dio che passa avvolto nella luce, beatificante nel suo sorriso, ed
esce, abbandonando la funebre grotta e tornando a calpestare la terra. […]
(L’Evangelo come mi è stato rivelato – vol. X – Cap. 617 – ed. CEV)
II - L'ASCENSIONE DI GESÙ AL CIELO

22[...] Sono delle centinaia le persone che circondano Gesù, che ascende, […] verso la cima dell'Uliveto.
[…]
[…] 23Gesù è in piedi su una larga pietra un poco sporgente, biancheggiante fra l'erba verde di una radura.
Il sole lo investe facendo biancheggiare come neve la sua veste e rilucere come oro i suoi capelli. Gli occhi sfavillano di una luce divina.
Apre le braccia in un gesto di abbraccio. Pare voglia stringersi al seno tutte le moltitudini della Terra che il suo spirito vede rappresentate in quella turba.
La sua indimenticabile, inimitabile voce dà l'ultimo comando: «Andate! Andate in mio Nome ad evangelizzare le genti sino agli estremi confini della Terra. Dio sia con voi. Il suo amore vi conforti, la sua luce vi guidi, la sua pace dimori
in voi sino alla vita eterna».
Si trasfigura in bellezza. Bello! Bello come e più che sul Tabor. Cadono tutti in ginocchio adorando. Egli, mentre già si solleva dalla pietra su cui posa, cerca ancora una volta il volto di sua Madre, e il suo sorriso raggiunge una potenza che nessuno potrà mai rendere... È il suo ultimo addio alla Madre.
Sale, sale... Il sole, ancor più libero di baciarlo, ora che nessuna fronda anche lieve intercetta il cammino ai suoi raggi, colpisce dei suoi fulgori il Dio-Uomo che ascende col
suo Corpo SS. al Cielo, e ne svela le Piaghe gloriose che splendono come rubini vivi. Il resto è un perlaceo ridere di luce. È veramente la Luce che si manifesta per ciò che è, in quest'ultimo
istante come nella notte natalizia. Sfavilla il Creato della luce del Cristo che ascende. Luce che supera quella del sole. Luce sovrumana e beatissima. Luce che scende dal Cielo incontro alla Luce che sale... E Gesù
Cristo, il Verbo di Dio, dispare alla vista degli uomini in questo oceano di splendori...
In terra due unici rumori nel silenzio profondo della folla estatica: il grido di Maria quando Egli scompare: «Gesù!», e il pianto di Isacco.
Gli altri sono ammutoliti di religioso stupore, e restano là, come in attesa, finché due luci angeliche candidissime, in forma mortale, appaiono dicendo le parole riportate
nel capo primo degli Atti Apostolici.
(L’Evangelo come mi è stato rivelato – vol. X – Cap. 638 – ed. CEV)
III - LA DISCESA DELLO SPIRITO SANTO SU MARIA VERGINE E GLI APOSTOLI

2[…] Maria si raccoglie in orazione segreta, congiungendo le mani sul petto e appoggiando il capo contro il cofano.
Gli apostoli la imitano...
3Un rombo fortissimo e armonico, che ha del vento e dell'arpa, che ha del canto umano e della voce di un organo perfetto,
risuona improvviso nel silenzio del mattino. Si avvicina, sempre più armonico e più forte, ed empie delle sue vibrazioni la Terra, le propaga e imprime alla casa, alle pareti, alle suppellettili. […]
4E poi ecco la Luce, il Fuoco, lo Spirito Santo, entrare, con un ultimo fragore melodico, in forma di globo lucentissimo,
ardentissimo, nella stanza chiusa, senza che porta o finestra sia mossa, e rimanere librato per un attimo sul capo di Maria, a un tre palmi dalla sua testa, che ora è scoperta, perché Maria, vedendo il Fuoco
Paraclito, ha alzato le braccia come per invocarlo e gettato indietro il capo con un grido di gioia, con un sorriso d'amore senza confini. E dopo quell'attimo in cui tutto il Fuoco dello Spirito Santo, tutto l'Amore
è raccolto sulla sua Sposa, il Globo SS. si scinde in tredici fiamme canore e lucentissime, di una luce che nessun paragone terreno può descrivere, e scende a baciare la fronte di ogni apostolo.
Ma la fiamma che scende su Maria non è una lingua di fiamma dritta sulla fronte che bacia, ma è una corona che abbraccia e cinge come un serto il capo verginale, incoronando
Regina la Figlia, la Madre, la Sposa di Dio, l'incorruttibile Vergine, la Tutta Bella, l'eterna Amata e l'eterna Fanciulla […].
Lo Spirito Santo rutila le sue fiamme intorno al capo dell'Amata. Quali parole le dirà? Mistero! Il viso benedetto è trasfigurato di gioia soprannaturale e ride del
sorriso dei Serafini, mentre delle lacrime beate sembrano diamanti giù per le gote della Benedetta, percosse come sono dalla luce dello Spirito Santo.
Il Fuoco rimane così per qualche tempo... E poi dilegua... Della sua discesa resta a ricordo una fragranza che nessun terrestre fiore può sprigionare... Il profumo del
Paradiso...
5Gli apostoli tornano in loro stessi... Maria resta nella sua estasi. Soltanto si raccoglie le braccia sul petto, chiude
gli occhi, abbassa il capo... Continua il suo colloquio con Dio... insensibile a tutto... Nessuno osa turbarla. […]
(L’Evangelo come mi è stato rivelato – vol. X – Cap. 640 – ed. CEV)
IV - L'ASSUNZIONE DI MARIA AL CIELO IN ANIMA E CORPO

2[…] Una luce uguale a quella che innondò la grotta di Betlemme al momento della Natività divina.
Poi, in questa luce paradisiaca, si palesano delle creature angeliche, luce ancor più splendida nella luce già tanto potente apparsa per prima. Come già avvenne quando gli angeli apparvero ai pastori,
una danza di scintille d'ogni colore si sprigiona dalle loro ali dolcemente mosse, dalle quali viene come un mormorio armonico, arpeggiato, dolcissimo.
Le creature angeliche si dispongono a corona intorno al lettuccio, si curvano su di esso, sollevano il corpo immobile e, con un più forte agitar d'ali, che aumenta il suono
già esistente prima, per un varco apertosi prodigiosamente nel tetto, come prodigiosamente s'aprì il Sepolcro di Gesù, se ne vanno, portando seco loro il corpo della loro Regina, santissimo, è
vero, ma non ancora glorificato e perciò ancora soggetto alle leggi della materia, soggezione a cui non era più soggetto il Cristo perché già glorificato quando risorse da morte. Il suono dato dalle
ali angeliche aumenta, ed è ora potente come un suono d'organo.
3Giovanni, che s'era già, pur rimanendo addormentato, smosso due o tre volte sul suo sgabello, come fosse disturbato
dalla gran luce e dal suono delle ali angeliche, si desta totalmente per quel suono potente e per una forte corrente d'aria che, scendendo dal tetto scoperchiato ed uscendo dalla porta aperta,
forma come un gorgo che agita le coperture del letto ormai vuoto e le vesti di Giovanni, spegnendo la lucerna e chiudendo con un forte picchio la porta aperta.
L'apostolo si guarda intorno, ancor mezzo assonnato, per rendersi conto di ciò che avviene. Si accorge che il letto è vuoto e che il tetto è scoperto. Intuisce
che un prodigio è avvenuto. Corre fuori sulla terrazza e, come per un istinto spirituale o per un richiamo celeste, alza il capo, facendosi solecchio con la mano per guardare senza avere l'ostacolo del nascente
sole negli occhi.
4E vede. Vede il corpo di Maria, ancor privo di vita ed in tutto uguale a quello di persona dormente, che sale sempre più
in alto, sostenuto dallo stuolo angelico. […]
(L’Evangelo come mi è stato rivelato – vol. X – cap. 650 – ed. CEV)
Dice Maria: […]3«Giovanni, unico testimone di questo mistero soave, da solo mi compose, avvolgendomi nel manto bianco, senza mutarmi veste e velo, senza lavacri
e imbalsamazioni. Lo spirito di Giovanni, […] già sapeva che non mi sarei corrotta, ed istruì l'apostolo sul da farsi. Ed egli, casto, amoroso, prudente verso i misteri di Dio e i compagni lontani,
pensò di custodire il segreto e di attendere gli altri servi di Dio, perché mi vedessero ancora e, da quella vista, trarre conforto e aiuto per le pene e le fatiche della loro missione. Attese, come fosse sicuro
della loro venuta.
Ma diverso era il decreto di Dio. Buono come sempre per il Prediletto. Giusto come sempre per tutti i credenti. Appesantì al primo le palpebre, perché il sonno gli risparmiasse
lo strazio di vedersi rapire anche il mio corpo. Donò ai credenti una verità di più che li confortasse a credere nella risurrezione della carne, nel premio di una vita eterna e beata concessa ai giusti,
nelle verità più potenti e dolci del Nuovo Testamento: la mia immacolata Concezione, la mia divina Maternità verginale, nella Natura divina e umana del Figlio mio, vero Dio e vero Uomo, nato non per voler
carnale ma per sponsale divino e per divino seme deposto nel mio seno; e infine perché credessero che nel Cielo è il mio Cuore di Madre degli uomini, palpitante di trepido amore per tutti, giusti e peccatori,
desideroso di avervi tutti seco nella Patria beata, per l'eternità.
4Quando dagli angeli fui tratta dalla casetta, già il mio spirito era tornato in me? No. Lo spirito non
doveva più ridiscendere sulla Terra. Era, adorante, davanti al trono di Dio. Ma quando la Terra, l'esilio, il tempo e il luogo della separazione dal mio Uno e Trino Signore furono per sempre lasciati, lo spirito
mi tornò a splendere al centro dell'anima, traendo la carne dalla sua dormizione, onde è giusto dire che fui assunta in Cielo in anima e corpo, non per capacità mia propria, come avvenne per Gesù,
ma per aiuto angelico.
Mi destai da quella misteriosa e mistica dormizione, sorsi, volai infine, perché ormai la mia carne aveva conseguito la perfezione dei corpi glorificati. E amai. Amai il mio ritrovato
Figlio e mio Signore, Uno e Trino, lo amai come è destino di tutti gli eterni viventi».
(L’Evangelo come mi è stato rivelato – vol. X – cap. 651 – ed. CEV
V - L'INCORONAZIONE DI MARIA SANTISSIMA

Dice Maria: 13«La mia umiltà non poteva farmi permettere di pensare che tanta gloria mi fosse riserbata in Cielo. Nel mio pensiero era la quasi certezza
che la mia umana carne, fatta santa dall'aver portato Dio, non avrebbe conosciuto la corruzione, poiché Dio è Vita e, quando di Sé stesso satura ed empie una creatura, questa sua azione è come
aroma preservatore da corruzione di morte.
Io non soltanto ero rimasta immacolata, non solo ero stata unita a Dio con un casto e fecondo abbraccio, ma m'ero saturata, sin nelle mie più profonde
latebre, delle emanazioni della Divinità nascosta nel mio seno e intenta a velarsi di carni mortali. Ma che la bontà dell'Eterno avesse riserbato alla sua ancella il gaudio di risentire sulle sue membra il tocco della mano del Figlio mio, il suo abbraccio, il suo bacio, e di riudire con le mie orecchie
la sua voce, di vedere col mio occhio il suo volto, questo non potevo pensare che mi venisse concesso, né lo desideravo. Mi sarebbe bastato che queste beatitudini venissero concesse al mio spirito, e di ciò sarebbe
stato già pieno di felicità beata il mio io.
14Ma, a testimonianza del suo primo pensiero creativo a riguardo dell'uomo, da Lui, Creatore, destinato a vivere, trapassando
senza morte dal Paradiso terrestre a quello celeste, nel Regno eterno, Dio volle me, Immacolata, in Cielo in anima e corpo. Subito che fosse cessata la mia vita terrena. Io sono la testimonianza certa di ciò che Dio
aveva pensato e voluto per l'uomo: una vita innocente e ignara di colpe, un placido passaggio da questa vita alla Vita eterna, per cui, come uno che passa la soglia di una casa per entrare in un reggia, l'uomo, col
suo essere completo, fatto di corpo materiale e di anima spirituale, sarebbe passato dalla Terra al Paradiso, aumentando la perfezione del suo io, a lui data da Dio, con la perfezione completa, e della carne e dello spirito, che era, nel pensiero divino, destinata ad ogni creatura che fosse rimasta fedele a Dio e alla Grazia.
Perfezione che sarebbe stata raggiunta nella luce piena che è nei Cieli, e li empie, venendo da Dio, Sole eterno che li illumina.
15Davanti ai Patriarchi, Profeti e Santi, davanti agli Angeli e ai Martiri, Dio pose Me, assunta in anima e corpo alla
gloria del Cielo, e disse:
"Ecco l'opera perfetta del Creatore. Ecco ciò che Io creai a mia più vera immagine e somiglianza fra tutti i figli dell'uomo, frutto di un capolavoro divino
e creativo, meraviglia dell'universo, che vede chiuso in un solo essere il divino nello spirito eterno come Dio e come Lui spirituale, intelligente, libero, santo, e la creatura materiale nella più innocente e santa
delle carni, alla quale ogni altro vivente, nei tre regni del creato, è costretto ad inchinarsi.
Ecco la testimonianza del mio amore per l'uomo, per il quale volli un organismo perfetto e una beata sorte di eterna vita nel mio Regno.
Ecco la testimonianza del mio perdono all'uomo al quale, per la volontà di un Trino Amore, ho concesso riabilitazione e ricreazione agli occhi miei.
Questa è la mistica pietra di paragone, questa è l'anello di congiunzione tra l'uomo e Dio, questa è Colei che riporta i tempi ai giorni primi e dà
ai miei occhi divini la gioia di contemplare un'Eva quale Io la creai, ed ora fatta ancor più bella e santa, perché Madre del mio Verbo e perché Martire del più gran perdono.
Per il suo Cuore immacolato che non conobbe mai macchia alcuna, neanche la più lieve, Io apro i tesori del Cielo, e per il suo Capo che mai conobbe
superbia, del mio fulgore faccio un serto e l'incorono, poiché mi è santissima, perché sia vostra Regina". ».
(L’Evangelo come mi è stato rivelato – vol. X – cap. 651 – ed. CEV)