B-Avvento-01 - VALTORTAVOX

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1ª Domenica di AVVENTO
Dal Vangelo secondo  Marco  • Mc 13, 33-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
 «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È  come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il  potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al  portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il  padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del  gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all'improvviso, non vi  trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».


Maria Valtorta: «L'Evangelo come mi è stato rivelato»
Mercoledì santo. Il maggiore dei comandamenti, l’obolo della vedova, l’invettiva contro scribi e farisei. Pausa di riposo con la Madre e le discepole. L’edificazione della Chiesa e i tempi ultimi.
Volume 09 • dal Cap. [596.1 e § 48-52], ed. CEV

  2 aprile 1947.
  596.1Gesù  entra nel Tempio ancor più affollato che nei giorni precedenti. È tutto  bianco oggi, nella sua veste di lino. È una giornata afosa.
   Va ad adorare nell’atrio degli Israeliti e poi va ai portici[150],  seguito da un codazzo di gente, mentre altra ha già preso le migliori  posizioni sotto i porticati, e la maggioranza sono gentili che, non  potendo andare oltre il primo cortile, oltre il portico dei Pagani,  hanno approfittato del fatto che gli ebrei hanno seguito il Cristo per  prendere posizioni di favore.
   Ma un gruppo ben numeroso di  farisei li scompagina: sono sempre arroganti ad un modo, e si fanno  largo con prepotenza per accostarsi a Gesù curvo su di un malato.  Attendono che lo abbia guarito, poi gli mandano vicino uno scriba perché  lo interroghi.
   Veramente fra loro c’era stata prima una breve  disputa, perché Gioele detto Alamot voleva andare lui ad interrogare il  Maestro. Ma un fariseo si oppone e gli altri lo sostengono dicendo: «No.  Ci è noto che tu parteggi per il Rabbi, benché tu lo faccia  segretamente. Lascia andare Uria…».
   «Uria no», dice un altro  giovane scriba che non conosco affatto. «Uria è troppo aspro nel suo  parlare. Ecciterebbe la folla. Vado io».
   E, senza ascoltare più  le proteste degli altri, va vicino al Maestro proprio nel momento che  Gesù congeda il malato dicendogli: «Abbi fede. Sei guarito. La febbre e  il dolore non torneranno mai più». [...]

 596.47Dal  fico imparate la similitudine: quando vedete che il suo ramo si fa  tenero e mette le foglie, voi sapete che vicina è l’estate. Così anche,  quando vedrete tutte queste cose, sappiate che il Cristo sta per venire.  In verità vi dico: non passerà questa generazione che non mi volle[169], prima che tutto ciò avvenga.
    La mia parola non cade. Ciò che dico sarà. Il cuore e il pensiero  degli uomini possono mutare, ma non muta la mia parola. Il cielo e la  terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto poi al giorno e  all’ora precisa, nessuno li conosce, neppure gli angeli del Signore, ma  soltanto il Padre li conosce.
                                                                                                          
  596.48Come  ai tempi di Noè, così avverrà alla venuta del Figlio dell’uomo. Nei  giorni precedenti al diluvio, gli uomini mangiavano, bevevano, si  sposavano, si accasavano, senza darsi pensiero del segno[170]  sino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e si aprirono le cataratte  dei cieli e il diluvio sommerse ogni vivente e ogni cosa. Anche così  sarà per la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno  accosto nel campo, e uno sarà preso e uno sarà lasciato, e due donne  saranno intente a far andare la mola, e una sarà presa e una lasciata,  dai nemici nella Patria e più ancora dagli angeli separanti il buon seme  dal loglio, e non avranno tempo di prepararsi al giudizio del Cristo.
    Vegliate dunque perché non sapete a che ora verrà il vostro Signore.  Ripensate a questo: se il capo di famiglia sapesse a che ora viene il  ladro, veglierebbe e non lascerebbe spogliare la sua casa. Quindi  vegliate e pregate, stando sempre preparati alla venuta, senza che i  vostri cuori cadano in torpore, per abuso e intemperanza di ogni specie,  e i vostri spiriti siano fatti distratti e ottusi alle cose del Cielo  dalle eccessive cure per le cose della Terra, e il laccio della morte  non vi colga improvviso quando siete impreparati. Perché, ricordate,  tutti avete a morire. Tutti gli uomini, nati che siano, devono morire,  ed è una singola venuta del Cristo questa morte e questo susseguente  giudizio, che avrà il suo ripetersi universale alla venuta solenne del  Figlio dell’uomo.
                                                                                                          
  596.49Che  sarà mai di quel servo fedele e prudente, preposto dal padrone ad  amministrare il cibo ai domestici in sua assenza? Beata sorte egli avrà  se il suo padrone, tornando all’improvviso, lo trova a fare ciò che deve  con solerzia, giustizia e amore. In verità vi dico che gli dirà:  “Vieni, servo buono e fedele. Tu hai meritato il mio premio. Tieni,  amministra tutti i miei beni”. Ma se egli pareva, e non era, buono e  fedele, e nell’interno suo era cattivo come all’esterno era ipocrita, e  partito il padrone dirà in cuor suo: “Il padrone tarderà a tornare!  Diamoci al bel tempo”, e comincerà a battere e malmenare i conservi,  facendo usura su loro nel cibo e in ogni altra cosa per avere maggior  denaro da consumare coi gozzovigliatori e ubbriaconi, che avverrà? Che  il padrone tornerà all’improvviso, quando il servo non se lo pensa  vicino, e verrà scoperto il suo malfare, gli verrà levato posto e  denaro, e sarà cacciato dove giustizia vuole. E ivi starà.
   E così  del peccatore impenitente, che non pensa come la morte può essere  vicina e vicino il suo giudizio, e gode e abusa dicendo: “Poi mi  pentirò”. In verità vi dico che egli non avrà tempo di farlo e sarà  condannato a stare in eterno nel luogo del tremendo orrore, dove è solo  bestemmia e pianto e tortura, e ne uscirà soltanto per il Giudizio  finale, quando rivestirà la carne risorta per presentarsi completo al  Giudizio ultimo come completo peccò nel tempo della vita terrena, e con  corpo ed anima si presenterà al Giudice Gesù che egli non volle per  Salvatore.
                                                                                                          
  596.50Tutti  là accolti davanti al Figlio dell’uomo. Una moltitudine infinita di  corpi, restituiti dalla terra e dal mare e ricomposti dopo essere stati  cenere per tanto tempo. E gli spiriti nei corpi. Ad ogni carne tornata  sugli scheletri corrisponderà il proprio spirito, quello che l’animava  un tempo. E staranno ritti davanti al Figlio dell’uomo, splendido nella  sua Maestà divina, seduto sul trono della sua gloria sorretto dai suoi  angeli.
   Ed Egli separerà uomini da uomini, mettendo da un lato i  buoni e dall’altro i cattivi, come un pastore separa le pecorelle dai  capretti, e metterà le sue pecore a destra e i capri a sinistra. E dirà  con dolce voce e benigno aspetto a quelli che, pacifici e belli di una  bellezza gloriosa nello splendore del corpo santo, lo guarderanno con  tutto l’amore del loro cuore: “Venite, o benedetti dal Padre mio,  prendete possesso del Regno preparato per voi sino dall’origine del  mondo. Perché ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da  bere, fui pellegrino e mi ospitaste, fui nudo e mi rivestiste, malato e  mi visitaste, prigioniero e veniste a portarmi conforto”.
   E i  giusti gli chiederanno: “Quando mai, Signore, ti vedemmo affamato e ti  abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai  ti vedemmo pellegrino e ti abbiamo accolto, nudo e ti abbiamo  rivestito? Quando ti vedemmo infermo e carcerato e siamo venuti a  visitarti?”.
   E il Re dei re dirà loro: “In verità vi dico: quando  avete fatto una di queste cose ad uno di questi minimi fra i miei  fratelli, allora lo avete fatto a Me”.
   E poi si volgerà a quelli  che saranno alla sua sinistra e dirà loro, severo nel volto, e i suoi  sguardi saranno come saette fulminanti i reprobi, e nella sua voce  tuonerà l’ira di Dio: “Via di qua! Via da Me, o maledetti! Nel fuoco  eterno preparato dal furore di Dio per il demonio e gli angeli tenebrosi  e per coloro che li hanno ascoltati nelle loro voci di libidine  triplice e oscena. Io ebbi fame e non mi sfamaste, sete e non mi  dissetaste, fui nudo e non mi rivestiste, pellegrino e mi respingeste,  infermo e carcerato e non mi visitaste. Perché non avevate che una  legge: il piacere del vostro io”.
   Ed essi gli diranno:  “Quando ti abbiamo visto affamato, assetato, nudo, pellegrino, infermo,  carcerato? In verità noi non ti abbiamo conosciuto. Non eravamo, quando  Tu eri sulla Terra”.
   Ed Egli risponderà loro: “È vero. Non mi  avete conosciuto. Perché non eravate quando Io ero sulla Terra. Ma avete  però conosciuto la mia Parola e avete avuto i poveri fra voi, gli  affamati, i sitibondi, i nudi, i malati, i carcerati. Perché non avete  fatto ad essi ciò che forse avreste fatto a Me? Perché non è  già detto che coloro che mi ebbero fra loro fossero misericordiosi col  Figlio dell’uomo. Non sapete che nei miei fratelli Io sono, e dove è uno  di essi che soffra là sono Io, e che ciò che non avete fatto ad uno di  questi miei minori fratelli lo avete negato a Me, Primogenito degli  uomini? Andate e ardete nel vostro egoismo. Andate, e vi fascino le  tenebre e il gelo perché tenebra e gelo foste, pur conoscendo dove era  la Luce e il Fuoco d’Amore”.
   E costoro andranno all’eterno supplizio, mentre i giusti entreranno nella vita eterna.
   Queste le cose future…
                                                                                                          
  596.51Ora  andate. E non dividetevi fra voi. Io vado con Giovanni e sarò a voi a  metà della prima vigilia, per la cena e per andare poi alle nostre  istruzioni».
   «Anche questa sera? Tutte le sere faremo questo? Io  sono tutto indolenzito dalle guazze. Non sarebbe meglio entrare ormai in  qualche casa ospitale? Sempre sotto le tende! Sempre veglianti e nelle  notti, che sono fresche e umide…», si lamenta Giuda.
   «È l’ultima notte. Domani… sarà diverso».
   «Ah! Credevo che volessi andare al Getsemani tutte le notti. Ma se è l’ultima…».
    «Non ho detto questo, Giuda. Ho detto che sarà l’ultima notte da  passare al campo dei Galilei tutti uniti. Domani prepareremo la Pasqua e  consumeremo l’agnello, e poi andrò Io solo a pregare nel Getsemani. E  voi potrete fare ciò che volete».
   «Ma noi verremo con Te, Signore! Quando mai abbiamo voglia di lasciarti?», dice Pietro.
    «Tu taci, che sei in colpa. Tu e lo Zelote non fate che svolazzare  qua e là appena il Maestro non vi vede. Vi tengo d’occhio. Al Tempio…  nel giorno… nelle tende lassù…», dice l’Iscariota, lieto di denunciare.
   «Basta! Se essi lo fanno, bene fanno. Ma però non mi lasciate solo… Io ve ne prego…».
    «Signore, non facciamo nulla di male. Credilo. Le nostre azioni sono  note a Dio ed il suo occhio non si torce da esse con disgusto», dice lo  Zelote.
   «Lo so. Ma è inutile. E ciò che è inutile può sempre essere dannoso. State il più possibile uniti».
   Poi si volge a Matteo: «Tu, mio buon cronista, ripeterai[171]  a costoro la parabola delle dieci vergini savie e delle dieci stolte, e  quella del padrone che dà dei talenti ai suoi tre servi perché li  facciano fruttare, e due ne guadagnano il doppio e l’infingardo lo  sotterra. Ricordi?».
   «Sì, Signor mio, esattamente».
    «Allora ripetile a questi. Non tutti le conoscono. E anche quelli che  le sanno avranno piacere a riascoltarle. Passate così in sapienti  discorsi il tempo sino al mio ritorno. Vegliate! Vegliate! Tenete desto  il vostro spirito. Quelle parabole sono appropriate anche a ciò che  dissi. Addio. La pace sia con voi».
   Prende Giovanni per mano e si allontana con lui verso la città… Gli altri si avviano verso il campo galileo.
                                                                                                          
  596.52Dice Gesù:  «Metterai qui la seconda parte del faticosissimo Mercoledì Santo. Notte  (1945). Ricordati di segnare in rosso i punti che ti ho detto. Dànno  luce quelle parolette[172]. Tanta luce, per chi la sa vedere».

[150] va ai portici è un’aggiunta nostra che completa la frase.
[151] Il primo, in: Deuteronomio 6, 4-5. Il secondo, in: Levitico 19, 18.
[152] parole davidiche, che sono in: Salmo 51, 18-19.
[153] È detto, in: Salmo 37, 11.
[154] dicendo, in: Salmo 110, 1.
[155] corretta…  Invece la riportiamo fedelmente e integralmente (come in 174.10) senza  tener conto delle correzioni di MV sulla copia dattiloscritta, che  consistono soprattutto nella soppressione dei brani iniziali in quanto  di carattere personale e con qualche descrizione replicata.
[156] visione del 25 maggio 1944, riportata nel volume “I quaderni del 1944”.
[157] Ore tristi… per la Patria, come si legge in: Esdra 1-10; Neemia 1-13; 1 Maccabei 1-2.
[158] e non respinge, invece di e respinge, è correzione nostra.
[159] vi dico, come in 265.12 e 281.6; Colui che ama, invece di Coloro che amano, è correzione nostra che si accorda con non è atto.
[160] La Donna, di cui si parla in Genesi 2, 22-23, ma con più attinenza in Genesi 3, 15 (perciò II potrebbe essere scritto erroneamente per III ); la Vergine, di cui si parla in Isaia 7, 14; ha profetato, in 21.5.
[161] dal sangue del giusto Abele, in Genesi 4, 8, a quello di Zaccaria, in 2 Cronache 24, 20-22. Già in 414.9.
[162] finché voi pure non diciate, come in: Salmo 118, 26.
[163] deve conoscere molto bene Gesù, che gli aveva guarito una gamba, come si legge in 488.5.
[164] la disubbidienza,  quella di Adamo ed Eva, contrapposta all’ubbidienza di Gesù e della  Madre sua, è stata trattata specialmente nel capitolo 17 e in 29.7/12,  ed è un tema ricorrente (per esempio in 420.11, 515.3, 595.5, 606.1),  mirabilmente sintetizzato nel presente dialogo.
[165] profezia, che è in: Daniele 9, 20-27.
[166] vi ho detto, in 280.2, dove la frase qui riportata tra virgolette (e che figura in Luca 10, 19 ) è solo sottintesa, mentre vi si leggono quasi testualmente le esortazioni che Gesù, subito dopo, ricorda ai discepoli: Vi ricordo …
[167] grande Corpo è la Terra, il mondo, come annota MV su una copia dattiloscritta.
[168] parlano i profeti, come in: Ezechiele 37, 1-14.
[169] che non mi volle, precisazione aggiunta alla parola generazione, manca negli Evangelisti: Matteo 24, 34; Marco 13, 30; Luca 21, 32.  Essa chiarisce che non si tratta di “generazione” in senso stretto, e  conferma quanto detto sopra, nelle ultime righe di 596.44, cioè che  “verrà la fine” quando vi sarà il “ritorno al Cristo di Israele che lo  accoglie”. Stesso concetto, per esempio, in 258.5 (ultime righe), in  265.10 e in 580.5.
[170] segno, cioè, come annota MV su una copia dattiloscritta: l’ordine avuto da Noè di preparare l’arca per salvare tutte le specie animali. Per questa e altre citazioni di Noè e della sua arca (per esempio in 140.3, 176.3, 525.7) rimandiamo a: Genesi 6-9.
[171] ripeterai  due parabole, che Gesù ha narrato in 206.2/6 e in 281.9, ma che il  Vangelo di Matteo riporta insieme con i discorsi del presente capitolo.
[172] quelle parolette, che MV ha riquadrato con segni di matita rossa sul manoscritto originale, sono del resto e manderò, e si trovano in corsivo in 596.20/21. Casi analoghi in 577.11 e in 592.17.

♦ Estratto da «L'Evangelo come mi è stato rivelato» ♦ Copyright © Fondazione Erede di Maria Valtorta • ETS

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