
La parabola del seme di palma
«[…] Ora udite. Cosa è la fede?
Pari ad un duro seme di palma è talora minuscola, formata di una breve
frase: “Dio c’è”, nutrita di una sola asserzione: “Io l’ho visto”. Così
come fu quella di Abramo in Me per le parole dei tre saggi d’Oriente.
Così come fu quella del nostro popolo, dai più lontani patriarchi,
trasmessa l’un l’altro, da Adamo ai posteri, da Adamo, peccatore, ma che
fu creduto quando disse: “Dio c’è, e noi ci siamo perché Egli ci ha
creati. Ed io l’ho conosciuto”. Così come fu quella, sempre più perfetta
perché sempre più rivelata, che venne in seguito, e ci è retaggio,
fulgente di manifestazioni divine, di apparizioni angeliche, di luci
dello Spirito. Sempre semi minuscoli rispetto all’Infinito. Minuscoli
semi. Ma gettando radici, fendendo la scorza dura della animalità coi
suoi dubbi e le sue tendenze, trionfando sulle erbe nocive delle
passioni, dei peccati, sulle muffe degli avvilimenti, sui tarli dei
vizi, su tutto, si alza nei cuori, cresce, si slancia al sole, al cielo,
sale, sale… finché si libera dalla restrizione della carne e si fonde a
Dio, nella sua conoscenza perfetta, nel completo possesso, oltre la
vita e la morte, nella vera Vita.
Chi possiede la fede possiede la
via della Vita. Chi sa credere non erra. Vede, riconosce, serve il
Signore ed ha salvezza eterna. Per lui è vitale il Decalogo, e ogni
ordine di esso è una gemma di cui si orna la sua futura corona. Per lui è
salute la promessa del Redentore. Morto è già il credente da avanti che
Io fossi sulla Terra? Non importa. La sua fede lo eguaglia a quelli che
ora mi avvicinano con amore e fede. I giusti trapassati presto
giubileranno, perché la loro fede sta per avere il premio. Io andrò,
dopo aver compiuto la volontà del Padre mio, e dirò: “Venite!”, e tutti
coloro che sono morti nella fede saliranno con Me nel Regno del Signore.
Imitate nella fede le palme delle vostre terre, nate da piccolo
seme, ma così forti nel voler crescere, e nel crescere così diritte,
dimentiche del suolo ma innamorate del sole, degli astri, del cielo.
Abbiate fede in Me. Sappiate credere ciò che troppo pochi in Israele
credono, ed Io vi prometto il possesso del Regno celeste, per il perdono
della colpa d’origine e per la giusta ricompensa a tutti coloro che
praticano la mia dottrina, che è la dolcissima perfezione del perfetto
Decalogo di Dio.
Io resterò fra voi oggi e domani, che è il sabato
sacro, e partirò all’alba del giorno dopo il sabato. Chi è afflitto
venga a Me! Chi è dubbioso venga a Me! Chi vuole la Vita venga a Me!
Senza timore, perché Io sono la Misericordia e l’Amore».
L’Evangelo come mi è stato rivelato, 390.7/8
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