
Il LIEVITO nella PASTA
[…] Il fragore del ferro battuto
sull’incudine si è taciuto e già rallentano i colpi sull’ultimo zoccolo
asinino. Gesù ne approfitta per alzare la voce e farsi sentire dalla
folla. Pare continui il discorso ai suoi apostoli. In realtà parla ai
passanti e forse anche a chi è nella casa, delle donne certo, perché
richiami di voci femminee vanno per l’aria tiepida.
«Anche se pare
inesistente, una parentela è sempre negli uomini. Quella della
provenienza da un unico Creatore. Ché, se poi i figli di un unico Padre
si sono separati, non per questo si è mutato il legame d’origine, così
come non si muta il sangue di un figlio quando ripudia la paterna casa.
Nelle vene di Caino fu il sangue di Adamo anche dopo che il delitto lo
mise in fuga per il vasto mondo. E nelle vene dei figli nati dopo il
dolore di Eva, gemente sul figlio ucciso, era lo stesso sangue che
bolliva in quelle del lontano Caino.
Lo stesso, e con più pura
ragione, è dell’uguaglianza fra i figli del Creatore. Sperduti? Sì.
Esiliati? Sì. Apostati? Sì. Colpevoli? Sì. Parlanti e credenti lingue e
fedi a noi aborrite? Sì. Corrotti per unioni con pagani? Sì. Ma l’anima
loro è venuta da Un solo, ed è sempre quella, anche se
lacerata, sperduta, esiliata, corrotta… Anche se è oggetto di dolore al
Padre Iddio, è sempre anima da Lui creata.
I figli buoni di un Padre
buonissimo devono avere sentimenti buoni. Buoni verso il Padre, buoni
verso i fratelli, quali che siano divenuti, perché figli di uno Stesso.
Buoni verso il Padre col cercare di consolarlo del suo dolore
riportandogli i figli, che sono il suo dolore, o perché peccatori, o
perché apostati, o perché pagani. Buoni verso gli stessi perché essi
hanno l’anima venuta dal Padre chiusa in un corpo colpevole, bruttata,
ebete per errata religione, ma sempre anima del Signore e uguale alla
nostra.
Ricordate, o voi d’Israele, che non vi è alcuno, fosse pure
l’idolatra più lontano con la sua idolatrica religione da Dio, fosse
pure il più pagano fra i pagani o il più ateo fra gli uomini, che sia
assolutamente privo di una traccia della sua origine. Ricordate, o voi
che avete sbagliato staccandovi dalla giusta religione, scendendo a
mescolanza di sessi che la nostra religione condanna, che anche se vi
pare che tutto ciò che era Israele sia morto in voi, soffocato
dall’amore per un uomo di diversa fede e di diversa razza, morto non è.
Uno che vive ancora. Ed è Israele. E voi avete il dovere di soffiare su
quel fuoco morente, di alimentare la scintilla che sussiste per volontà
di Dio, per farla crescere al disopra dell’amore carnale. Questo cessa
con la morte. Ma la vostra anima non cessa con la morte. Ricordatelo. E
voi, voi, chiunque siate, che vedete, e molte volte inorridite di vedere
gli ibridi connubi di una figlia di Israele con uno di un’altra razza e
fede, ricordate che avete l’obbligo, il dovere di aiutare
caritatevolmente la sorella smarrita a ritrovare le vie del Padre.
Questa
è la nuova Legge, santa e gradita al Signore: che i seguaci del
Redentore redimano là ovunque è da redimere, perché Dio sorrida delle
anime tornate alla Casa paterna, e perché non sia reso sterile o troppo
meschino il sacrificio del Redentore.
Per fare fermentare molta
farina, la donna di casa prende un pezzettino della pasta fatta la
settimana avanti. Oh! una briciola levata alla grande massa! E la
seppellisce nel mucchio di farina, e tiene ciò al riparo dai venti
ostili, nel tepore previdente della casa.
Fate voi così, veri
seguaci del Bene, e fate voi così, creature che vi siete allontanate dal
Padre e dal suo Regno. Date voi, i primi, una briciola del vostro
lievito ad aggiunta e a rinforzo alle seconde, che lo uniranno alla
molecola di giustizia che sussiste in esse. E voi ed esse tenete al
riparo dai venti ostili del Male, nel tepore della Carità — che è, a
seconda di ciò che siete, signora vostra o tenace superstite in voi,
anche se ormai languente — il lievito novello. Serrate ancora le pareti
della casa, della correligione, intorno a ciò che lievita nel cuore di
una correligionaria smarrita, che si senta amata ancora da Israele,
ancora figlia di Sionne e sorella vostra, perché fermentino tutte le
buone volontà e venga nelle anime e per le anime, tutte, il Regno dei Cieli».
L’Evangelo come mi è stato rivelato, 327.3/5
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