
Il PURO e l'IMPURO
«Perché i tuoi discepoli trasgrediscono le
tradizioni degli antichi? Oggi li abbiamo osservati. Anche oggi! Non più
tardi di un’ora fa! Essi sono entrati nella loro sala per mangiare e
non si sono purificate, avanti, le mani!». Se i farisei avessero detto:
«e prima hanno sgozzato dei cittadini», non avrebbero avuto un tono
simile di profondo orrore.
«Li avete osservati, sì. Ci sono tante
cose da vedere. E belle, e buone. Cose che fanno benedire il Signore di
averci dato la vita perché avessimo modo di vederle e perché ha creato o
permesso quelle cose. Eppure voi non le osservate. E con voi molti
altri. Ma perdete tempo e pace coll’inseguire le cose non buone.
Sembrate
sciacalli, meglio, iene correnti sulla scia di un fetore, trascurando
le ondate di profumi che vengono nel vento da giardini pieni di aromi.
Le iene non amano gigli e rose, gelsomini e canfore, cinnamomi e
garofani. Per loro sono sgradevoli odori. Ma il lezzo di un corpo
putrefacente in fondo ad un burrone, o su una carraia, sepolto sotto i
rovi dove l’ha gettato l’assassino, o gettato dalla tempesta sulla
spiaggia deserta, gonfio, violaceo, crepato, orrendo, oh! quello è
profumo gradevole alle iene! E fiutano il vento della sera, che condensa
e trasporta con sé tutti gli odori che il sole ha distillato dalle cose
che ha scaldato, per sentire questo vago, invitante odore, e
scopertolo, e afferratane la direzione, eccole partire di corsa, col
muso all’aria, i denti già scoperti nel fremito delle mascelle simile ad
un isterico riso, per andare là dove è putrefazione. E, sia cadavere
d’uomo o di quadrupede, o di biscia spezzata dal contadino, o di faina
uccisa dalla massaia, fosse anche un semplice topo, oh! ecco che piace,
piace, piace! E in quel fetore ribollente si affondano le zanne, e si
pasteggia, e ci si lecca le labbra…
Degli uomini si santificano
giorno per giorno? Non è cosa che interessi! Ma se uno solo fa del male,
o in più d’uno lasciano, non un comando divino, ma una pratica umana —
chiamatela pure tradizione, precetto, come volete, è sempre cosa umana —
ecco che allora si va, si nota. Si va anche dietro a un sospetto… tanto
per godere, vedendo che il sospetto è realtà.
Ma allora,
rispondete, rispondete voi che siete venuti non per amore, non per fede,
non per onestà, ma per malvagio scopo, rispondete: perché voi
trasgredite il comando di Dio per una vostra tradizione? Non vorrete già
dirmi che una tradizione è da più di un comandamento? Eppure Dio ha
detto: “Onora il padre e la madre, e chi maledirà il padre e la madre è
reo di morte”! E voi invece dite: “Chiunque abbia detto al padre e alla
madre: ‘Quello che dovresti avere da me è corban’, non è più obbligato
ad usarlo per padre e madre”. Dunque voi con la vostra tradizione avete
annullato il comando di Dio.
Ipocriti! Ben disse di voi Isaia
profetando: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è
lontano da Me, perciò mi onorano invano insegnando dottrine e
comandamenti d’uomo”.
Voi, mentre trascurate i precetti di Dio,
state alle tradizioni degli uomini, alle lavature di anfore e calici, di
piatti e di mani e simili altre cose. Mentre giustificate
l’ingratitudine e l’avarizia di un figlio coll’offrirgli la scappatoia
dell’offerta di sacrificio per non dare un pane a chi lo ha generato ed
ha bisogno di aiuto, ed egli ha l’obbligo di onorarlo perché gli è
genitore, avete scandalo perché uno non si lava le mani. Voi alterate e
violate la parola di Dio per ubbidire a parole da voi fatte e da voi
elevate a precetto. Voi vi proclamate perciò più giusti di Dio. Voi vi
arrogate diritto di legislatori mentre Dio solo è Legislatore nel suo
popolo. Voi…».
E continuerebbe, ma il gruppo nemico esce, sotto la
grandine delle accuse, urtando gli apostoli e quanti erano nella casa,
ospiti o aiutanti della padrona, e che si erano raccolti nel corridoio,
attirati dallo squillo della voce di Gesù.
Gesù, che si era alzato
in piedi, si torna a sedere, facendo cenno ai presenti di entrare tutti
dove Egli è, e dice loro: «Ascoltatemi tutti e intendete questa verità.
Non vi è nulla fuori del-l’uomo che entrando in esso possa contaminarlo.
Ma quello che esce dall’uomo, questo è quello che contamina. Chi ha
orecchie da intendere intenda e usi ragione per comprendere e volontà
per attuare. E ora andiamo. Voi di Naim perseverate nel bene e sia
sempre con voi la mia pace»
L’Evangelo come mi è stato rivelato, 300.6/9
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