
Il BUON SAMARITANO
«Un uomo, scendendo da Gerusalemme a Gerico per le gole delle montagne,
incappò nei ladroni, i quali, dopo averlo ferito crudelmente, lo
spogliarono di ogni suo avere e fin delle vesti, lasciandolo più morto
che vivo sul bordo della strada.
Per la stessa via passò un
sacerdote che aveva cessato il suo turno al Tempio. Oh! era ancor
profumato degli incensi del Santo! E avrebbe dovuto avere l’anima
profumata di bontà soprannaturale e di amore, essendo stato nella Casa
di Dio, quasi a contatto coll’Altissimo. Il sacerdote aveva fretta di
tornare alla sua casa. Guardò dunque il ferito ma non si arrestò. Passò
oltre sollecito, lasciando il disgraziato sulla proda.
Passò un
levita. Contaminarsi lui che deve servire nel Tempio? Ohibò! Raccolse la
veste perché non si sporcasse di sangue, gettò uno sguardo sfuggente su
colui che gemeva nel suo sangue e affrettò il passo verso Gerusalemme,
verso il Tempio.
Terzo, venendo dalla Samaria, diretto al guado,
venne un samaritano. Vide il sangue, si fermò, scoperse il ferito nel
crespuscolo che si infittiva, scese dal giumento, si accostò al ferito,
lo ristorò con un sorso di vino gagliardo, strappò il suo mantello per
farne fasce e, lavate e unte le ferite prima con aceto e poi con olio,
gliele fasciò con amore, e caricato il ferito sul suo giumento guidò con
accortezza la bestia, sorreggendo nel contempo il ferito, confortandolo
con buone parole, non preoccupandosi della fatica né sdegnandosi per
essere questo ferito di nazionalità giudea. Giunto in città, lo condusse
all’albergo, lo vegliò per tutta la notte e all’alba, vedendolo
migliorato, lo affidò all’oste, pagandolo in anticipo con dei denari e
dicendo: “Abbine cura come fossi io stesso. Al mio ritorno, quanto avrai
speso in più io te lo renderò e con buona misura, se bene avrai fatto”.
E se ne andò.
Dottore della Legge, rispondimi. Quale di questi tre
fu “prossimo” per colui che incappò nei ladroni? Forse il sacerdote?
Forse il levita? O non piuttosto il samaritano che non si chiese chi era
il ferito, perché era ferito, se faceva male a soccorrerlo perdendo
tempo, denaro e risicando di essere accusato d’essere il feritore?».
Il dottore della Legge risponde: «Fu “prossimo” costui, perché ebbe misericordia».
L’Evangelo come mi è stato rivelato, 281.10
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