
Il SAGGIO GIOIELLIERE e la PERLA
«[…] Ma in verità vi dico che
su cento uomini solo un terzo sa resistere alla tentazione dell’oro o ad
altre seduzioni, e di questo terzo solo la metà sa farlo in maniera
eroica. Il mondo muore asfissiato per aggravarsi volontariamente dei
lacci del peccato. Vale meglio essere spogli di tutto anziché avere
ricchezze irrisorie e illusorie. Sappiate fare come i saggi gioiellieri,
i quali, saputo che in un luogo è stata pescata una perla rarissima,
non si preoccupano di trattenere tante piccole gioie nei loro forzieri,
ma di tutto si liberano per acquistare quella perla meravigliosa».
«Ma
allora perché Tu stesso metti delle differenze nelle missioni che dài
alle persone che ti seguono, e dici che noi le missioni le dobbiamo
tenere come dono di Dio? Allora bisognerebbe rinunciare anche a queste,
perché anche queste sono briciole rispetto al Regno dei Cieli», dice
Bartolomeo.
«Non briciole: mezzi sono. Briciole
sarebbero, meglio ancora, sarebbero festuche di paglia sudicia, se
divenissero scopo umano nella vita. Quelli che armeggiano per avere un
posto a scopo di utile umano fanno di quel posto, anche se santo, una
festuca di paglia sudicia. Ma fatene una ubbidiente accettazione, un
gioioso dovere, un totale olocausto, e ne farete una perla rarissima. La missione è un olocausto, se compiuta senza riserva, è un martirio, è una gloria. Gronda lacrime, sudore, sangue. Ma forma corona di eterna regalità».
L’Evangelo come mi è stato rivelato, 239.8
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