
Il TESORO NASCOSTO
«[…] Udite: Un uomo, andato per caso in un
campo per prendere terriccio per portarlo nel suo orticello, nello
scavare faticosamente la terra dura trova, sotto qualche strato di
terra, un filone di metallo prezioso. Che fa allora quell’uomo? Ricopre
con la terra la scoperta fatta. Non gli importa di lavorare più ancora,
perché la scoperta merita la fatica. E poi va a casa sua, raggranella
tutte le sue ricchezze in denaro o in oggetti e queste ultime le vende
per avere molto denaro. Poi va dal padrone del campo e gli dice: “Mi
piace il tuo campo. Quanto vuoi per vendermelo?”. “Ma io non lo vendo”,
dice l’altro. Ma l’uomo offre somme sempre più forti, sproporzionate al
valore del campo, e finisce a sedurre il padrone di esso, il quale
pensa: “Questo uomo è un pazzo! Ma, posto che lo è, io me ne
avvantaggio. Prendo la somma che mi offre. Non è uno strozzinaggio
perché è lui che me la vuole dare. Con essa mi comprerò almeno tre altri
campi, e più belli”, e fa la vendita, convinto di avere fatto uno
splendido affare. Ma invece è l’altro che fa l’affare splendido, perché
si priva di oggetti che possono essere asportati dal ladro o perduti o
consumati, e si procura un tesoro che per essere vero, naturale, è
inesauribile. Merita dunque di sacrificare quanto ha per questo
acquisto, rimanendo per qualche tempo col solo possesso del campo, ma in
realtà possedendo per sempre il tesoro celato in esso. […]»
L’Evangelo come mi è stato rivelato, 237.4
Spiegazione
«[…]
Voi questo lo avete capito e fate come l’uomo della parabola. Lasciate
le effimere ricchezze per possedere il Regno dei Cieli. Le vendete agli
stolti del mondo, le cedete ad essi, accettate di essere derisi per
questo che agli occhi del mondo pare stolto modo di agire. Fate così,
sempre così, e il Padre vostro che è nei Cieli, giubilando, vi darà un
giorno il vostro posto nel Regno. […]»
L’Evangelo come mi è stato rivelato, 237.4
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