
La FARINA SETACCIATA
«(. . . ) Udite una breve parabola. Quella donna è farina. Una farina in cui il Maligno ha mescolato le sue polveri di inferno. Io sono il lievito. Ossia la mia parola è il lievito. Ma se troppa pula è nella farina, o se sassi e rena vi è mescolata, e cenere con essa, può farsi il pane anche se il lievito è buono? Non può farsi. Occorre che pazientemente si levi dalla farina pula, cenere, sassi e rena. La Misericordia passa e offre il crivello. . . Il primo: quello fatto da brevi verità fondamentali. Quali sono necessarie per esser comprese da uno che è nella rete della completa ignoranza, del vizio, del gentilesimo. Se l'anima lo accoglie, comincia la prima purificazione. La seconda avviene col crivello dell'anima stessa, che confronta il suo essere con l'Essere che si è rivelato. E ne ha orrore. E inizia la sua opera. Per una operazione sempre più minuta, dopo i sassi, dopo la rena, dopo la cenere, giunge anche a levare quello che è già farina, ma con granelli ancor pesanti, troppo pesanti per dare ottimo pane. Ora eccola tutta pronta. Ripassa allora la Misericordia e si immette in quella farina preparata - anche questa è preparazione, Giuda - e la solleva e la fa pane. Ma è operazione lunga e di "volontà" dell'anima. Quella donna. . . quella donna ha già in sé quel minimo che era giusto darle e che le può servire a compiere il suo lavoro. Lasciamo lo compia, se vorrà farlo, senza turbarla. Tutto turba un'anima che si lavora: la curiosità, gli zeli inconsulti, le intransigenze come le eccessive pietà».
L’Evangelo come mi è stato rivelato, 79.6
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