
LEGGE ► DANIELA CIAVONI
Altrove ancora vi è tiepidezza nel servizio di Dio e orgoglio di sé. La concupiscenza triplice trionfa là dove dovrebbero essere regine le virtù, e fa poveri e senza luce quelli che sono tiepidi e orgogliosi. Poveri di quanto è necessario per essere giusti e di quanto è necessario avere per fare dei propri sudditi dei giusti. Chi è tiepido non può scaldare chi è freddo. E chi è senza luce non la può comunicare. E chi è avaro dei doni grandi che Dio gli ha dato, non può fare ricchi i suoi agnelli. Tiene per sé il pascolo, permette solo che il suo gregge si pasca dell’indispensabile per non perire del tutto, senza pensare che nel gregge vi sono dei deboli che hanno bisogno di esser nutriti in misura più grande, grandissima talora, per non morire.
Non basta essere individualmente santi, non peccare per se stessi, per essere pastori buoni. Occorre santificare, occorre vegliare perché altri non pecchino, e se si sa che qualche agnello ha peccato e si è ferito mortalmente nello spirito, non attendere che venga a chiedere guarigione, ma andare a lui, curarlo, guarirlo. Anche se respinge, tornare una, due, dieci, cento volte, non solo in veste di predicatore che richiama al dovere con parole di rimprovero, ma con altri mezzi: da amico, da medico, da padre. E se si sa che uno sta sviandosi, non lasciare andare le cose così, ma intervenire, con pazienza e dolcezza, per ricondurlo sulla via buona.
L’apostolato del sacerdote non si limita alla Messa quotidiana, alla Confessione, alla spiegazione evangelica e dottrinale in chiesa. Vi è molto più da fare fuori della chiesa. Avvicinare i propri sudditi, portare la parola di Dio e della morale là dove in chiesa non si va o si va poco e male, là dove un membro, anche uno solo, della famiglia, in chiesa non va, là dove un membro, anche uno solo, della famiglia, manca ai suoi doveri di padre, di madre, di sposo, di figlio, di cittadino, di persona morale.
In quante famiglie vi sono dolori, situazioni penose, peccati! Quanto campo d’apostolato in questi primi nuclei della società umana, in queste piccole chiese in cui, sacerdoti senza ordinazioni, ma con un compito ben specifico, anzi con due compiti ben specifici — continuare la creazione col procreare, collaborando perciò con Dio che crea l’anima per ogni individuo procreato dall’uomo e dalla donna, e generare nuovi figli adottivi a Dio — due si amano e vivono uniti. O almeno lo dovrebbero fare. Ma talvolta non lo fanno. Vengono reciprocamente meno ai loro doveri di marito e di moglie, e vengono meno ai loro doveri verso i figli, trascurando di fare di essi dei veri cristiani, lasciandoli andare dove non possono divenire migliori, dando loro esempi non buoni, non curando la loro formazione religiosa, lasciando che cattivi compagni e membri di partiti antidio li avvicinino e traviino.
Le terre di missione non sono soltanto nell’Africa, nelle Americhe, nell’Asia e in diversi arcipelaghi. Anche l’Europa, anche l’Italia, sono terra di missione, per chi ha spirito missionario e vista soprannaturale. Ogni paese, dai minimi alle grandi città, ogni zona parrocchiale, ogni casa, può essere zona di missione, luogo ove estirpare la zizzania per seminarvi il buon grano, luogo di bonifica spirituale, luogo di ricostruzione in Cristo. Ricostruzione del Regno di Dio nella famiglia e nei singoli suoi componenti.
“Voi siete il sale della Terra e la luce del mondo”. Il Maestro, Sapienza infinita, ha empito del suo sale i suoi eletti, ed ha dato ad essi la facoltà di trasmettere questo sale, che deve salare, ai loro successori. Il Maestro, vera Luce del mondo, ha empito della sua Luce i suoi eletti, ed ha dato ad essi ordine di illuminare ogni uomo e di trasmettere questo potere ai loro successori. Egli, poi, da Pontefice eterno, continua ad infondere sale e luce nel Corpo mistico perché mai in esso vengano meno, anche se tiepidezze di membra potrebbero produrre carestia di sale e di luce.
La Chiesa è “Madre”. Quale la madre che mentre è in gestazione non si nutre e vive in maniera da dar vita a creature sane? Anche la Chiesa, nei singoli pastori, più o meno alti di grado, deve fornire ai suoi figli i sali che mantengono integra e forte la vita spirituale.
La Chiesa è la “Sposa di Cristo”, e Cristo è Sole, è Oriente, è Stella del mattino, è Luce infinita. Lo Sposo dona alla Sposa le sue ricchezze e proprietà, gliele comunica perché Essa le comunichi a tutti i suoi membri, e specie a quelli destinati ad illuminare; perciò i suoi pastori più o meno alti di grado devono esser “luce” per illuminare gli agnelli.
Ma la luce presuppone la fiamma. La fiamma, l’ardore. Un incendio fiammeggia quando arde e consuma. Anche l’apostolo fiammeggia, e quindi illumina e scalda, e accende anche, se arde e si consuma. Ma se, per paura di consumarsi, per paura d’esser preso di mira dai nemici della Luce, per paura di faticare troppo, resta tiepido, diventa insipido — e le cose insipide vengono respinte — diventa pigro, non dà più luce, si spegne come astro che ha finito di splendere nei cieli, non splende più nel suo cielo, in quello spirituale.
Che se poi alla perdita della luce che viene da incendio di carità, se a questa perdita, che è causata da orgoglio di sé, si unisce l’egoismo — e l’egoismo è il contrario dell’altruismo che è linfa del cristiano: “il comandamento mio è questo: che vi amiate scambievolmente come Io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di quello di colui che dà la vita per i suoi amici”; “Se diciamo di aver comunione con Dio e camminiamo nelle tenebre siamo bugiardi e non pratichiamo la verità. Se invece camminiamo nella luce, come Dio sta nella luce, siamo in comunione scambievole… Chi osserva la parola di Dio, in lui
è perfetta la carità di Dio…”; “Se uno dice: ‘Io amo Dio’ e non ama il fratello, è bugiardo, perché chi non ama il fratello che vede, come può amare Dio che non vede?” — se accade questo, allora il pastore è un morto.
Il cristianesimo è carità. Carità dei potenti verso i piccoli, dei piccoli verso i potenti, carità dei superiori verso gli inferiori, sempre carità. Se non c’è carità il cristianesimo si spegne e gli succedono l’egoismo e la tiepidezza, il sale diviene insipido, la lucerna non splende ma fuma, o viene messa sotto al moggio perché non sia disturbata. E le anime, le povere anime degli agnelli, restano abbandonate, non trovano calore, luce, sapore, si indeboliscono, si smarriscono. Povere anime che hanno tanto bisogno di aiuto più sono deboli!
Queste manchevolezze, vive e forti nelle chiese non più alimentate dalle Acque vive che sgorgano da sotto i fianchi dell’altare del vero Tempio, non sono assenti anche nella Chiesa vera. Santo è il suo Corpo, santissimo il suo Capo e la sua Anima. Non tutte sante ne sono le membra, perché l’appartenenza più o meno intrinseca col Corpo non muta la natura umana dell’uomo. È l’uomo che deve costantemente lavorare a rigenerarsi, a ricrearsi, a supercrearsi per raggiungere la perfezione ed avere somiglianza quanto più si può perfetta col Cristo, Capo della Chiesa, con lo Spirito Santo, Anima della Chiesa. Somiglianza col Cristo mediante una vita di “alter Christus”. Somiglianza con lo Spirito Santo mediante la carità, santità, purezza, fortezza, pietà e ogni altro attributo proprio del Santificatore.
Più le membra si sforzano di esser sante, e più la Chiesa trionfa. Perché la santità delle membra, parlo delle più elette, si riversa sulle membra inferiori, le eleva, le accende, le rende strumento di santificazione e di conversione verso membra già quasi morte o morte affatto.
L’apostolato sacerdotale, se è quale Gesù lo volle e lo vuole, suscita la grande forza dell’apostolato laico. Grande forza perché penetra con più facilità per ogni dove. Nelle famiglie, nelle fabbriche, nelle diverse categorie di professionisti, può avvicinare dei pervertiti da capi partito o da perversioni psicofisiche; smantellare i castelli di menzogne; distruggere i falsi miraggi suscitati dai servi dell’anticristo, in atto ora come mai sinora nella storia del mondo; neutralizzare, con la carità di fatti e non di parole, con la verità delle azioni e non con le false parole delle più false ideologie, il veleno sparso nascostamente dall’astuto serpente di ora, che per ora ancora si limita ad esser “serpente”, in attesa di assumere il suo ultimo aspetto di Anticristo trionfante per il suo breve e orrendo trionfo.
Ma se si rilassa lo spirito nelle membra superiori, se l’apostolato laico non è coadiuvato da quello sacerdotale in misura piena, è inevitabile che succeda quanto successe in Israele, quando, Tempio e Sinagoga essendo decaduti dalla giustizia, anche le classi elette, umanamente, poterono esser cagione di scandalo, di oppressione, di rovina per il popolo.
Non basta essere individualmente santi, non peccare per se stessi, per essere pastori buoni. Occorre santificare, occorre vegliare perché altri non pecchino, e se si sa che qualche agnello ha peccato e si è ferito mortalmente nello spirito, non attendere che venga a chiedere guarigione, ma andare a lui, curarlo, guarirlo. Anche se respinge, tornare una, due, dieci, cento volte, non solo in veste di predicatore che richiama al dovere con parole di rimprovero, ma con altri mezzi: da amico, da medico, da padre. E se si sa che uno sta sviandosi, non lasciare andare le cose così, ma intervenire, con pazienza e dolcezza, per ricondurlo sulla via buona.
L’apostolato del sacerdote non si limita alla Messa quotidiana, alla Confessione, alla spiegazione evangelica e dottrinale in chiesa. Vi è molto più da fare fuori della chiesa. Avvicinare i propri sudditi, portare la parola di Dio e della morale là dove in chiesa non si va o si va poco e male, là dove un membro, anche uno solo, della famiglia, in chiesa non va, là dove un membro, anche uno solo, della famiglia, manca ai suoi doveri di padre, di madre, di sposo, di figlio, di cittadino, di persona morale.
In quante famiglie vi sono dolori, situazioni penose, peccati! Quanto campo d’apostolato in questi primi nuclei della società umana, in queste piccole chiese in cui, sacerdoti senza ordinazioni, ma con un compito ben specifico, anzi con due compiti ben specifici — continuare la creazione col procreare, collaborando perciò con Dio che crea l’anima per ogni individuo procreato dall’uomo e dalla donna, e generare nuovi figli adottivi a Dio — due si amano e vivono uniti. O almeno lo dovrebbero fare. Ma talvolta non lo fanno. Vengono reciprocamente meno ai loro doveri di marito e di moglie, e vengono meno ai loro doveri verso i figli, trascurando di fare di essi dei veri cristiani, lasciandoli andare dove non possono divenire migliori, dando loro esempi non buoni, non curando la loro formazione religiosa, lasciando che cattivi compagni e membri di partiti antidio li avvicinino e traviino.
Le terre di missione non sono soltanto nell’Africa, nelle Americhe, nell’Asia e in diversi arcipelaghi. Anche l’Europa, anche l’Italia, sono terra di missione, per chi ha spirito missionario e vista soprannaturale. Ogni paese, dai minimi alle grandi città, ogni zona parrocchiale, ogni casa, può essere zona di missione, luogo ove estirpare la zizzania per seminarvi il buon grano, luogo di bonifica spirituale, luogo di ricostruzione in Cristo. Ricostruzione del Regno di Dio nella famiglia e nei singoli suoi componenti.
“Voi siete il sale della Terra e la luce del mondo”. Il Maestro, Sapienza infinita, ha empito del suo sale i suoi eletti, ed ha dato ad essi la facoltà di trasmettere questo sale, che deve salare, ai loro successori. Il Maestro, vera Luce del mondo, ha empito della sua Luce i suoi eletti, ed ha dato ad essi ordine di illuminare ogni uomo e di trasmettere questo potere ai loro successori. Egli, poi, da Pontefice eterno, continua ad infondere sale e luce nel Corpo mistico perché mai in esso vengano meno, anche se tiepidezze di membra potrebbero produrre carestia di sale e di luce.
La Chiesa è “Madre”. Quale la madre che mentre è in gestazione non si nutre e vive in maniera da dar vita a creature sane? Anche la Chiesa, nei singoli pastori, più o meno alti di grado, deve fornire ai suoi figli i sali che mantengono integra e forte la vita spirituale.
La Chiesa è la “Sposa di Cristo”, e Cristo è Sole, è Oriente, è Stella del mattino, è Luce infinita. Lo Sposo dona alla Sposa le sue ricchezze e proprietà, gliele comunica perché Essa le comunichi a tutti i suoi membri, e specie a quelli destinati ad illuminare; perciò i suoi pastori più o meno alti di grado devono esser “luce” per illuminare gli agnelli.
Ma la luce presuppone la fiamma. La fiamma, l’ardore. Un incendio fiammeggia quando arde e consuma. Anche l’apostolo fiammeggia, e quindi illumina e scalda, e accende anche, se arde e si consuma. Ma se, per paura di consumarsi, per paura d’esser preso di mira dai nemici della Luce, per paura di faticare troppo, resta tiepido, diventa insipido — e le cose insipide vengono respinte — diventa pigro, non dà più luce, si spegne come astro che ha finito di splendere nei cieli, non splende più nel suo cielo, in quello spirituale.
Che se poi alla perdita della luce che viene da incendio di carità, se a questa perdita, che è causata da orgoglio di sé, si unisce l’egoismo — e l’egoismo è il contrario dell’altruismo che è linfa del cristiano: “il comandamento mio è questo: che vi amiate scambievolmente come Io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di quello di colui che dà la vita per i suoi amici”; “Se diciamo di aver comunione con Dio e camminiamo nelle tenebre siamo bugiardi e non pratichiamo la verità. Se invece camminiamo nella luce, come Dio sta nella luce, siamo in comunione scambievole… Chi osserva la parola di Dio, in lui
è perfetta la carità di Dio…”; “Se uno dice: ‘Io amo Dio’ e non ama il fratello, è bugiardo, perché chi non ama il fratello che vede, come può amare Dio che non vede?” — se accade questo, allora il pastore è un morto.
Il cristianesimo è carità. Carità dei potenti verso i piccoli, dei piccoli verso i potenti, carità dei superiori verso gli inferiori, sempre carità. Se non c’è carità il cristianesimo si spegne e gli succedono l’egoismo e la tiepidezza, il sale diviene insipido, la lucerna non splende ma fuma, o viene messa sotto al moggio perché non sia disturbata. E le anime, le povere anime degli agnelli, restano abbandonate, non trovano calore, luce, sapore, si indeboliscono, si smarriscono. Povere anime che hanno tanto bisogno di aiuto più sono deboli!
Queste manchevolezze, vive e forti nelle chiese non più alimentate dalle Acque vive che sgorgano da sotto i fianchi dell’altare del vero Tempio, non sono assenti anche nella Chiesa vera. Santo è il suo Corpo, santissimo il suo Capo e la sua Anima. Non tutte sante ne sono le membra, perché l’appartenenza più o meno intrinseca col Corpo non muta la natura umana dell’uomo. È l’uomo che deve costantemente lavorare a rigenerarsi, a ricrearsi, a supercrearsi per raggiungere la perfezione ed avere somiglianza quanto più si può perfetta col Cristo, Capo della Chiesa, con lo Spirito Santo, Anima della Chiesa. Somiglianza col Cristo mediante una vita di “alter Christus”. Somiglianza con lo Spirito Santo mediante la carità, santità, purezza, fortezza, pietà e ogni altro attributo proprio del Santificatore.
Più le membra si sforzano di esser sante, e più la Chiesa trionfa. Perché la santità delle membra, parlo delle più elette, si riversa sulle membra inferiori, le eleva, le accende, le rende strumento di santificazione e di conversione verso membra già quasi morte o morte affatto.
L’apostolato sacerdotale, se è quale Gesù lo volle e lo vuole, suscita la grande forza dell’apostolato laico. Grande forza perché penetra con più facilità per ogni dove. Nelle famiglie, nelle fabbriche, nelle diverse categorie di professionisti, può avvicinare dei pervertiti da capi partito o da perversioni psicofisiche; smantellare i castelli di menzogne; distruggere i falsi miraggi suscitati dai servi dell’anticristo, in atto ora come mai sinora nella storia del mondo; neutralizzare, con la carità di fatti e non di parole, con la verità delle azioni e non con le false parole delle più false ideologie, il veleno sparso nascostamente dall’astuto serpente di ora, che per ora ancora si limita ad esser “serpente”, in attesa di assumere il suo ultimo aspetto di Anticristo trionfante per il suo breve e orrendo trionfo.
Ma se si rilassa lo spirito nelle membra superiori, se l’apostolato laico non è coadiuvato da quello sacerdotale in misura piena, è inevitabile che succeda quanto successe in Israele, quando, Tempio e Sinagoga essendo decaduti dalla giustizia, anche le classi elette, umanamente, poterono esser cagione di scandalo, di oppressione, di rovina per il popolo.